Russia as an essential actor for global politicsThe end of the bipolar system, with its competitive charge between the two blocs, started a phase of stasis in the global system. Furthermore, the new global system is chaotic because of the lack of a preparatory and consensual work supporting the transition from the earlier regime of international relations. The US-driven North-Atlantic bloc is losing its hegemony and a new ensemble of States looking for a greater role for themselves is appearing on the international scene. If the first level of States is composed by the United States, the Western Europe, Russia, China, Japan, India and Brazil, the second is composed by Egypt, Venezuela, Argentina, Indonesia, Turkey and other more. In this context, Russia has the essential role of "equalizer",while waiting for the completion of a multipolar order.
"Sottostimate la forza delle nostre democrazie, l'attrazione perpetua che esercitano le società aperte e libere, l'impegno delle nazioni occidentali nel sistema di alleanze che ci unisce". Con queste parole, Theresa May, rivolgendosi al governo russo, dichiara che, nonostante la Brexit, la Gran Bretagna rimarrà accanto all'Europa nel fronteggiare le "minacce" provenienti dalla Russia e che, sotto questo profilo, non esiste un reale isolamento della Gran Bretagna rispetto al resto dell'Europa. Anzi, il Primo Ministro Inglese esprime con chiarezza la posizione del paese che rappresenta dicendo che "La Russia, ovviamente, è la prima delle minacce che il Regno Unito continuerà ad affrontare insieme all'Europa e all'Occidente anche dopo la Brexit". Ciò dimostra il peso che ha la condotta della Russia con continue campagne di interferenza che i paesi occidentali già da tempo stanno denunciando. Si tratta di operazioni c.d. di guerra informativa fatte attraverso la diffusione online di contenuti mirati, falsi, alterati, che mostrano di avere come obiettivo quello di creare ulteriore confusione all'interno dei singoli stati e di minare la stabilità delle loro forme di governo, volte ad incrementare altresì l'incertezza economica, i problemi sociali e le questioni legate all'immigrazione.
Attualmente l'efficienza energetica costituisce un argomento di grande interesse nelle politiche nazionali ed internazionali. La valorizzazione ed il corretto uso delle fonti energetiche risultano, infatti, attività fondamentali nella pianificazione di un territorio verso la sostenibilità economica, sociale ed ambientale. La Tesi di Dottorato, svolta contestualmente ai Progetti di ricerca redatti in collaborazione con la FONDAZIONE MEZZOGIORNO EUROPA e l'ISTITUTO DI CULTURA RUSSO "M. LERMONTOV", considera la situazione energetica internazionale, con particolare interesse alla partnership Russia – UE nel settore energetico, ritenendo che per entrambi i partner sia fondamentale puntare a un rafforzato programma di promozione dell'efficienza dei consumi a tutti i livelli della società. In particolare, l'attenzione verso una riconversione efficiente dei modelli di consumo e di produzione nel settore energetico, sia in ambito comunitario che federale, deriva dalla circostanza che l'Unione Europea, povera di risorse e fortemente dipendente dall'import energetico extra – comunitario, deve affrontare il problema della sicurezza energetica dell'approvvigionamento, mentre la Russia deve fronteggiare l'aumento dei consumi (interni, europei ed asiatici) ed il decremento della produzione atteso, rispettando gli accordi energetici sottoscritti - requisito fondamentale per assicurare una crescita economica costante del paese. Se il conflitto ad oggi esistente non viene risolto, il deficit energetico inevitabilmente si rifletterà anche sul bilancio dell'Unione Europea, che potrebbe vedere diminuire il quantitativo di gas richiesto alla Russia per soddisfare il proprio fabbisogno. Prescindendo le peculiarità della politica strategica russa, e le scelte di Gazprom in particolare, si è preferito delineare una programmazione degli interventi necessari per razionalizzare la domanda nazionale di gas, all'insegna dell'efficienza energetica del mercato interno. Da qui la necessità di analizzare gli scenari energetici attuali, prendendo in considerazione anche i fattori di sviluppo socio - economico. Le elaborazioni dei dati relativi a produzione e consumo delle fonti primarie della Russia (Bilancio Energetico di sintesi), nonché quelli relativi alla evoluzione e alle dinamiche del sistema energetico nazionale secondo le linee guide tracciate dalla politica federale, hanno offerto uno scenario temporale valido sino al 2020 (Scenario di riferimento). L'analisi effettuata sui consumi settoriali delle fonte energetiche primarie, propedeutica all'individuazione delle aree di criticità dell'industria energetica, ha indotto all'esigenza di intervenire attraverso misure essenziali per modificare il quadro energetico esistente, nel tentativo di delineare una pianificazione energetica. Sia l'analisi dei consumi settoriali che la metodologia utilizzata per la successiva elaborazione della pianificazione territoriale, si basano sull'analisi della struttura energetica, effettuata attraverso il bilancio energetico nazionale, che rappresenta lo strumento fondamentale delle attività svolte. Il settore dell'energia elettrica necessita senz'altro di una maggiore attenzione, sia per l'aumento dei consumi di gas naturale che per il livello di obsolescenza di tutto il sistema della generazione e della trasmissione. In considerazione delle analisi sui consumi settoriali, si è rivolta particolare attenzione ad una pianificazione del settore della generazione termoelettrica. Per quanto riguarda specificamente gli interventi realizzabili per il miglioramento dell'efficienza dei sistemi di conversione di energia elettrica e/o termica, è risultato preliminare analizzare il nuovo parco di generazione termoelettrica (e idroelettrica) che è stato riorganizzato e ristrutturato nell'ambito delle riforme e della liberalizzazione del mercato dell'energia elettrica. L'obiettivo è quantificare il risparmio di gas naturale che potrebbe essere conseguito con l'applicazione di misure e tecnologie più efficienti individuate - ed elencate - per ciascuna centrale termoelettrica russa e mirate a soddisfarne le specifiche esigenze. I benefici derivanti dall'attuazione degli interventi nel settore energetico russo, sono il frutto dei risultati elaborati attraverso nuovi scenari previsionali (Scenari d'azione), di cui si illustra la metodologia e la modellistica per l'elaborazione. In particolare sono state tracciate le tendenze del fabbisogno del gas naturale e del petrolio, considerando sia gli interventi migliorativi del parco termoelettrico che i consumi connessi alle centrali di nuova costruzione o ripotenziate. Sebbene soltanto indicativi, questi dati offriranno un'idea delle opportunità di efficienza che la Tesi di Dottorato vorrebbe cogliere, intesa a rilanciare l'economia russa, attraverso lo sviluppo dell'industria energetica del Paese, e garantire la sicurezza degli approvvigionamenti per l'UE, nell'ambito di una partnership forte e consolidata.
Giuseppe De Arcangelis, Rama Dasi Mariani e Elena Rossi-Espagnet ripercorrono le vicende della guerra del Donbass iniziata nel 2014 tra Ucraina e Russia e analizzano gli effetti economici delle sanzioni commerciali che l'Unione Europea impose alla Russia. Sull'efficacia delle limitazioni alle esportazioni verso la Russia, ad oggi ancora applicate, si è aperto un acceso dibattito a livello europeo, poiché in molti sostengono che le sanzioni impongono un costo economico solamente agli Stati Membri dell'Unione. De Arcangelis, Mariani e Rossi-Espagnet focalizzano lo studio su Francia, Germania e Italia e le loro conclusioni testimoniano un effettivo calo delle esportazioni verso la Russia, ma solamente come conseguenza della concomitante crisi economica russa.
Secondo la National Security Strategy 2017 la Russia rappresenta – insieme alla Repubblica Popolare Cinese – il principale sfidante dell'ordine internazionale a guida americana. Considerando il mantenimento dello status quo come il principale obiettivo di Washington dopo la fine della Guerra fredda, l'articolo si interroga sull'approccio americano al "problema" russo negli anni 2009-2018. Sia l'Amministrazione Obama che quella Trump, d'altronde, si sono confrontate con una sfida crescente alla leadership globale americana. L'ipotesi di ricerca è che, nonostante le differenze politiche e personali, entrambi i presidenti abbiano tentato di integrare Mosca nell'ordine internazionale, preferendo l' engagement al containment. Tuttavia, il risultato dei loro sforzi è stato l'inesorabile ritorno a una competizione serrata, che nel caso dell'Amministrazione Trump ha subito un'accelerazione come conseguenza del Russiagate. ; According to the National Security Strategy 2017, Russia – together with the People's Republic of China – represents the main challenger for the America-led international order. Assuming the preservation of the status quo as the primary goal of Washington after the end of the Cold War, the article investigates about the American approach to the Russian "problem" in the period 2009-2018. After all, both the Obama and Trump Administrations faced a growing challenge to the American global leadership. The research hypothesizes that, despite the political and personal differences, both Presidents have tried to integrate Moscow into the international order, preferring engagement to containment. However, the result of their efforts was the inexorable return to a close competition that, in the case of the Trump Administration, underwent an acceleration due to the Russiagate scandal.
Some of the amendments proposed by the President to the Russian Constitution of 1993, though not substantial, could however significantly affect the political and constitutional structure of post-Soviet Russia. The most significant ones, in fact, exacerbate the authoritarian practices typical of these last twenty years and stir the Country towards a greater centralization and a hierarchical-vertical structuring of an increasingly patrimonial power. They lead towards a nationalist closure, by means of sovereign ideological instruments, to the encapsulation both of the political class and the presidential charge, as well as to a cancellation of the formal aspects of the pravovoe gosudarstvo (rule of law). To better understand the causes and consequences of these amendments, it may be useful to look at them through the lens of Political Science.
Le sfide più impegnative di politica estera con cui si è misurato il governo Renzi – la crescente instabilità del vicinato, la crisi migratoria, l'acuirsi della minaccia terroristica, le riemergenti turbolenze finanziarie – possono trovare un'efficace risposta solo a livello europeo, in una rinnovata capacità dei membri dell'Ue di agire in modo collettivo e solidale. L'Unione europea è in effetti rimasta il principale campo di azione della diplomazia italiana. Tuttavia, i progetti di riforma delle politiche Ue sostenuti o promossi dal governo, che miravano a rafforzare i meccanismi e gli strumenti di integrazione e solidarietà fra i paesi membri in settori chiave come la governance economica e la politica migratoria, hanno fatto limitati progressi. Vi sono state anche periodiche tensioni con le istituzioni europee, che hanno fatto riemergere una disputa mai sopita sulla ripartizione dei compiti e delle responsabilità tra livello europeo e nazionale. Alcune persistenti debolezze strutturali dell'Italia hanno continuato a limitarne la proiezione internazionale, ma lo sforzo del governo per rafforzare il ruolo del paese in diverse aree di primario interesse nazionale, a partire dal Mediterraneo, ha dato alcuni frutti significativi. L'Italia ha continuato a partecipare a numerose missioni internazionali di natura civile o militare, in alcuni casi anche con responsabilità di comando. La riforma dello strumento militare ha però segnato il passo. Anche nel campo del diritto l'Italia dovrebbe colmare alcune lacune che pesano negativamente sulla sua credibilità internazionale. Presentato alla conferenza "La politica estera del governo Renzi e le opzioni post-Brexit", Roma, 21 luglio 2016.
Basandosi sulla prolifera riflessione sul passato che ha caratterizzato la Russia negli ultimi vent'anni, il testo spiega le diverse ragioni per cui, in diversi periodi, la rivoluzione del 1905 è stata rimossa dall'immaginario collettivo: la memoria del 1905 è infatti una memoria scomoda per le principali culture politiche che si sono costituite con il naufragio dell'Urss, il liberalismo e il nazionalismo. Per i liberali, la rivoluzione del 1905, con la sua violenta conflittualità sociale e la fragilità delle élites borghesi urbane, è infatti il segno del fatto che difficilmente la Russia, lasciata a se stessa, avrebbe effettivamente imboccato il cammino delle "magnifiche sorti e progressive" battuto dalle potenze più avanzate dell'Occidente (economia di mercato e liberalismo); per i nazionalisti, che, fautori di una "via particolare" della Russia nell'umana civiltà , si richiamano agli antichi valori di "autocrazia, ortodossia e spirito popolare", il 1905,propri perché rompe la visione idilliaca e paternalista dello zar piccolo padre del popolo, è ridotta a un semplice complotto ordito dai nemici della grandeur dell'Impero russo e,in quanto pagina nera della storia, va soltanto dimenticata.
The problems and challenges of Russia in the Eastern Europe area, the historical legacy, the political vision, the relations with the member states of USSR, the role of reality and ethnic-religious traditions are examined in this essay.I problemi e le sfide della Russia nello scacchiere dell'Europa orientale, l'eredità storica, la visione politica, i rapporti con gli Stati componenti dell'URSS, il ruolo delle realtà e tradizioni etnico-religiose.
Le elezioni sono un elemento imprescindibile della democrazia moderna, che è sempre rappresentativa. A partire dalla Rivoluzione Francese, una proporzione crescente di governi nel mondo ha reclamato di derivare il proprio diritto-dovere di detenere il potere dal popolo: il governo "del popolo, dal popolo, per il popolo" è divenuto la fonte di legittimazione del potere politico moderno, in contrasto con le forme tradizionali, quali l'investitura divina, per mano dell'autorità religiosa, la discendenza dinastica, la conquista con la forza. Le schede elettorali sono divenute il simbolo dell'investitura popolare del governo. Tuttavia, negli ultimi due secoli il voto popolare non è stato tipico solo delle democrazie. Regimi che non sono considerati democratici, in base alla definizione di democrazia comunemente (anche se non unanimemente) accettata in scienza politica, sono stati o sono soliti chiamare i cittadini (oggi in genere tutti i maggiorenni) alle urne, indire elezioni per la formazione di assemblee legislative nazionali e/o per la selezione del vertice monocratico dello stato. Negli ultimi decenni è divenuta più diffusa nel mondo la tendenza a dare a queste consultazioni la forma di elezioni multipartitiche, spesso con diritto di accesso alla competizione anche per gruppi politici che non si oppongono ai governi. Queste tendenze hanno stimolato, nell'ultimo decennio, la curiosità e l'interesse degli studiosi di scienza politica nei riguardi di un fenomeno, quello delle elezioni in contesti non democratici (o meno che democratici), prima perlopiù negletto, con rare eccezioni. Hanno anche contribuito a suscitare un ripensamento di consolidate teorie circa la natura, i caratteri essenziali e i criteri di differenziazione dei regimi non democratici, rendendo inoltre sul piano teorico ed empirico più periglioso il compito di distinguerli dalle democrazie. Questo lavoro si propone di studiare il fenomeno delle elezioni in regimi non democratici nelle sue principali implicazioni, tramite la comparazione di un numero limitato di casi (Marocco, Russia, Tanzania, Myanmar). Aspetto di primario interesse è l'analisi delle funzioni che le elezioni svolgono nei sistemi non democratici, ossia del ruolo politico che è loro anzitutto attribuito da chi le indice, i governanti. La questione si può sintetizzare nella domanda: perché si svolgono, o non si svolgono, le elezioni in regimi non democratici? Lo svolgimento delle elezioni, la sospensione, l'annullamento, la cancellazione dall'ordinamento delle elezioni, richiedono delle scelte di comportamento da parte degli attori potenzialmente coinvolti, che si possono per semplicità comprendere in quattro gruppi: il capo del regime e la sua coalizione dominante, le opposizioni politicamente organizzate, i cittadini, gli attori internazionali. L'analisi di questi comportamenti è un centro di interesse di per sé e costituisce, inoltre, il materiale empirico sulla base del quale si può ragionare a proposito degli aspetti funzionali delle elezioni. Al di là delle intenzioni di chi le indice e in virtù delle scelte di comportamento degli attori coinvolti, le elezioni possono dar luogo a diverse conseguenze politicamente rilevanti. In particolare, ci si chiede se esse contribuiscano a rinsaldare la stabilità dei regimi non democratici, o se ne favoriscano, piuttosto, la crisi, l'instabilità, il crollo. L'analisi dei comportamenti degli attori politici e la riflessione sulle funzioni delle elezioni permettono di ragionare sulle conseguenze del loro svolgimento sulla storia politica dei regimi.
Le relazioni tra Repubblica popolare cinese e Russia post-sovietica nel corso degli anni Novanta e all'inizio del XXI secolo e le loro implicazioni strategiche, politiche ed economiche, con particolare riferimento alla partnership russo-cinese in Asia centrale e al ruolo della Shanghai Cooperation Organization.
This essay explores the cultural meaning and social significance of oil in Soviet and post-Soviet Russian culture through the analysis of two literary case studies. The first is a story written by I. Babel in 1934; the second is authored by D. Bykov and was published in 2017. Both are entitled Neft' (Oil). The analysis follows the notion expressed in Bruno Latour's Politics of nature (1999) which regards oil as a "miracleproduct" of our time with potentially nefarious consequences. From the anthropocentric optimism of the Soviet era to the present-day sense that oil has become an uncontrollable "object", this hybrid of nature and culture holds a significant and diverse place in Russian literature.
Dottorato di ricerca in Storia e cultura del viaggio e dell'odeporica nell'età moderna ; La famiglia Volkonskij appartiene a un ramo tra i più antichi della nobiltà russa. I suoi membri si distinsero per spirito di abnegazione e coraggio sia che fossero al servizio della zar, come Nikita Grigor'evič o Petr Michajlovič, sia che ne contestassero apertamente le politiche come il giovane Sergej Grigor'evič, che prese parte alla rivolta decabrista del 1825. Anche le rappresentanti femminili annoverano personaggi di spicco, su tutte Marija Nikolaevna Raevskaja, moglie di Sergej, che decise coraggiosamente di seguire il marito nel lungo e difficile esilio siberiano al quale era stato condannato. Un altro membro che fece onore al prestigio di questa famiglia, divenendo celebre tanto in Russia quanto in Europa fu Zinaida Aleksandrovna Belosel'skaja-Belozerskaja, moglie di Nikita. Il suo nome rimbalza praticamente in ogni memoria dei personaggi a lei contemporanei sparsi per tutto il continente europeo. Zinaida era la figlia del raffinato principe Belosel'skij-Belozerskij, ambasciatore di Caterina II prima a Dresda e poi a Torino, che aveva affascinato i suoi contemporanei distinguendosi per i suoi principi, le idee illuministe e l'enorme cultura nel segno della quale aveva cresciuto la sua incantevole figlia. Zinaida era la degna erede di suo padre: dopo aver trascorso l'infanzia tra Dresda e Torino, si era trasferita molto giovane a San Pietroburgo e qui era presto entrata a palazzo in qualità di dama di compagnia dell'imperatrice vedova attirando le attenzioni dello zar Alessandro I. Dopo aver fatto parte del seguito imperiale durante la marcia trionfale in seguito alla vittoria nella guerra patriottica del 1812, la Volkonskaja partecipò al Congresso di Vienna, a quello di Verona, affascinò la corte austriaca, quella francese, inglese e papale, stringendo rapporti profondi e stimolanti con gli uomini più influenti del suo tempo, fossero essi politici, intellettuali o artisti. In Russia il suo nome divenne celebre grazie al suo salotto sulla via Tverskaja, nel palazzo che attualmente ospita i magazzini Eliseev. A Roma era universalmente nota non solo per risiedere in una delle ville più belle della città, divenuta oggi residenza dell'Ambasciatore inglese in Italia, ma soprattutto per il suo generoso mecenatismo volto a sostenere la colonia degli artisti russi e, negli ultimi anni della sua vita, come fervente cattolica convertita. Gli ospiti dei suoi salotti erano luminari dell'università di Mosca, come Ševyrev, Del'vig, Odoevskij e Pogodin, poeti del calibro di Puškin, Mickiewicz e Belli, artisti affermati e alti prelati quali Thorvaldsen, Walter Scott, i cardinali Consalvi e Mezzofanti così come Kipreenskij, Bruni, Ščedrin e Gal'berg, giovani promesse dell'arte russa. In una parola: chiunque fosse amante del bello, della cultura o frequentasse il bel mondo a Mosca come a Parigi, a Odessa come a Roma fu almeno una volta suo ospite. Da parte sua Zinaida Volkonskaja fu cantante, mecenate, compositrice, membro delle principali società intellettuali di Russia e Italia, ispiratrice di alcuni tra i più bei versi dei poeti più acclamati e intima amica dello zar. Intratteneva fitte corrispondenze con intellettuali e funzionari e si distingueva per intelligenza, arguzia e innato savoir faire. La sua biografia, per quanto attraversi fasi assai differenti fra loro, è costantemente popolata da figure di primo piano e la vede presente nei luoghi dove si fa la Storia. In primo luogo Zinaida fu un'instancabile viaggiatrice. Iniziò a viaggiare fin da piccola per seguire il padre da Dresda a Torino, poi il ritorno in Russia, la marcia europea al seguito di Alessandro, l'entrata a Parigi delle truppe russo-prussiane, i festeggiamenti in Inghilterra, i congressi di Vienna e Verona. E ancora i soggiorni in Italia nel 1815 e nel 1820, quello a Parigi, Odessa, Mosca e di nuovo l'Italia e Roma. Anche quando si stabilì col suo salotto nella vecchia capitale russa, si rimise in cammino per il (quasi) definitivo trasferimento in Italia dopo soli quattro anni. Dei primi quarant'anni della sua vita, ne trascorse circa quindici in viaggio. La principessa è stata celebrata dai suoi contemporanei e in molti si sono prodigati nella descrizione della sua lunga e intensa vita: esistono infatti almeno cinque biografie, ciascuna delle quali si distingue dalle altre per l'approfondimento di un tratto peculiare o lo studio di un particolare periodo. La biografia pubblicata da N.A. Belozerskaja su «Istoričeskij vestnik» e il libro Pilgrim princess di Maria Feirweather offrono i resoconti più completi della vita della Volkonskaja, sebbene in entrambe le opere si riscontrino inesattezze o informazioni mancanti e spesso imprecise circa avvenimenti e periodi della biografia della principessa. Dalla bibliografia presa in considerazione emerge la mancanza di un approfondimento circa i salotti di Odessa e Parigi, ma la lacuna più evidente riguarda i lunghi anni trascorsi da Zinaida in viaggio. Solo Ettore Lo Gatto e Giulia Baselica trattano l'argomento, sebbene restringendo il campo al solo viaggio del 1829 alla volta dell'Italia, unico tra tutti sul quale si hanno notizie più dettagliate, non tanto per i frammenti delle memorie pubblicate da Zinaida (presentate qui in traduzione integrale, corredate da due lettere inedite provenienti dall'archivio statale russo di letteratura e storia dell'arte di Mosca – RGALI), quanto per il dettagliato resoconto che il prof. Ševyrev, compagno di viaggio della principessa, trascrisse sui suoi diari pubblicati in patria su numerose riviste e successivamente in un libro sulle Impressioni italiane. Sugli altri viaggi non ci sono testimonianze dirette e possono essere ricostruiti solo grazie a fonti indirette. La ricerca è stata resa particolarmente complessa dalla scarsa accessibilità dei documenti: se si escludono i manoscritti conservati nell'archivio statale e i materiali della biblioteca nazionale di Mosca – successivamente pubblicati sui «Severnye cvety» del 1830 e 1831, la maggior parte delle fonti si trova nell'archivio della Houghton Library dell'Università di Harvard, mentre pochi altri documenti sono sparsi nelle biblioteche di Francia, Germania, Polonia e Inghilterra. L'archivio privato della principessa, dopo la sua morte, in pochi anni è andato disperso tra i discendenti, riaffiorando non di rado nelle collezioni private e nelle aste degli antiquari romani. Il barone Lemmermann, dopo averne raccolto una parte consistente, lo donò nel 1967 ad Harvard, dove dovette attendere molti anni prima di essere catalogato. Unica testimonianza dei contenuti di tale archivio, sebbene parziale, è costituita dal libro di Bayara Aroutunova Lives in Letters, che raccoglie alcune tra le missive più significative ricevute dai numerosi corrispondenti della principessa. Il presente lavoro raccoglie e organizza per la prima volta tutti i materiali disponibili circa i viaggi della principessa Volkonskaja, con lo scopo di metterne in luce la centralità in un'esistenza votata alla realizzazione del progetto che Pietro il Grande aveva solo vagheggiato qualche decennio prima: quel ponte tra Russia ed Europa che Zinaida attuerà tanto nel privato dei suoi salotti, quanto nelle diverse ambascerie. Inoltre questa tesi presenta una nuova biografia dettagliata dalla quale sono state eliminate le frequenti imprecisioni, rivaluta l'attività letteraria della Volkonskaja e mette in luce la rilevanza delle opere pie che contraddistinsero gli ultimi anni della sua vita. Infine l'Appendice Documentaria presenta, accanto ai già citati resoconti di viaggio, la traduzione di alcune delle opere più significative della principessa e frammenti della sua corrispondenza privata inediti in italiano. Malgrado tutti gli sforzi compiuti la ricerca non si definisce né può essere completa: i documenti conservati in archivi inaccessibili, quali gli archivi segreti vaticani o gli archivi imperiali russi, potrebbero costituire materiale prezioso per far luce su alcuni punti della biografia della principessa rimasti oscuri o fornire nuovi dettagli sulla sua figura: interi periodi sono stati ricostruiti finora solo grazie alle testimonianze indirette di chi conobbe la Corinna del Nord. Tali lacune sono da attribuirsi inoltre all'azione censoria che Aleksandr Nikitič operò sull'archivio privato di sua madre dopo la morte di Zinaida per salvaguardarne l'onore distruggendo informazioni e materiali potenzialmente compromettenti, ragione che spinse anche Propaganda Fide a secretare le lettere dell'archivio del cardinal Consalvi, tra le quali alcune della Volkonskaja, e probabilmente anche i custodi delle memorie della famiglia imperiale russa. Il più accessibile resta l'archivio statunitense, di cui è disponibile una dettagliata catalogazione alla luce della quale è possibile ipotizzare la possibilità di rinvenire informazioni se non del tutto nuove, quantomeno più dettagliate su questa donna straordinaria che tanto diede alla cultura del primo Ottocento europeo. ; Volkonsky family have been one of the older and nobler branches of Russian aristocracy. Its members stood out for abnegation and bravery, whether in favour, such as Nikita or Petr, or against the Emperor, such as the decembrist Sergey Grigorevich. The female branch includes high ranking personalities as well: amongst all Maria Nikolaevskaya Raevskaya, Sergey's wife, who decided voluntarily to follow her husband to the Siberian exile, to which he had been condemned. Another woman, who honoured the name and the prestige of this family was Zinaida Aleksandrovna Beloselskaya-Belozerskaya, Nikita's wife. Her name can be found in quite every memory of her contemporaries all over Europe. She was the daughter of the sofisticated prince Alexander Beloselsky-Belozersky, Catherine the Great's ambassador first in Dresden, than in Turin, who fascinated his contemporaries with his principles, Illuministic ideas and huge culture. Princess Zinaida was educated following her father's steps. She was his worthy heiress: grown up in Dresden, than in Turin, she left for Petersburg in her early adolescence, becoming after few months lady-in-wating of the Empress Dowager and drawing the attentions of young Emperor Alexander I. After Napoleon's defeat in the great patriotic war of 1812, Zinaida followed the imperial entourage across Europe, took part in the Congresses of Vienna and Verona, fascinating Austrian, English, French and Vatican courts, establishing heartfelt and stimulating friendships with the most influential figures of her times, might they be politicians, intellectuals or artists. In Russia her name became famous thanks to her salon in Tverskaya street, in the building now housing Eliseev's stores. In Rome she was well-known not only for her beautiful villa, in which nowadays England's ambassador resides, but particularly thanks to her patronage in support of the roman Russian artistic colony and, in the last days of her life, for her passionate support to catholicism. The guests of her salons were eminences from Moscow university, such as Shevyrev, Delvig, Odoevsky and Pogodin, distinguished poets like of Pushkin, Mickiewicz and Belli, prominent artists and prelates like Thorvaldsen, Walter Scott and cardinals Consalvi and Mezzofanti, as well as Kipreensky, Bruni Shchedrin and Galberg, who showed promise as painters and artists. Everyone who loved culture, beauty and elegance was at least once in her place. Zinaida herself was a singer, a philantropist, a composer, a member of the most important intellectual societies both in Russia and in Italy, inspired many acclaimed poets and was an intimate friend of Emperor Alexander I. She also had correspondences with intellectuals and officials and distinguished herself for cleverness, intellect and innate savoir faire. Her biography, though it includes very different periods, is constantly featured by prominent figures and during her entire life she was in every place, where History was made. First of all she was an unceasing traveller. She began travelling since she was a child in order to follow her father from Dresden to Turin, then their journey back to Russia, the European march following the tsar, the Russian-Prussian army entry to Paris, the celebrations in England, the Congresses of Vienna and Verona. The sojourn in Italy in 1815 and 1820, in Paris, in Odessa, in Moscow and once again in Rome. Even when she decided to open her salon in Moscow, her stay lasted not more than four years, before she moved (quite) definitely to Rome. As she was forty she had already spent fifteen years travelling. Princess was celebrated by her contemporaries and many of them wrote about her: there are at least five biographies and each of them particularly focuses on a single stage or a peculiarity of her life and personality. Biographies published by A.N. Belozerskaya and M. Fairweather seem to be the most complete works on Volkonskaya's life, even if in both of them there can be found mistakes and lack of information. Considering the analyzed bibliography, there are so far poorly examinated seasons of her life, such as the salons in Paris or in Odessa, but the most evident lack concerns her travels. In Italy only Ettore Lo Gatto and Giulia Baselica wrote about this topic, but only analyzed the 1829-year travel, the only one about wich we have detailed information. Zinaida, actually, wrote some travel memories (here presented in their first Italian complete translation, with two non-published letters from the Moscow State archive for literature and arts), but mainly we have details about this journey thanks to the diaries of Shevyrev, who took part in this travel. Researches about Volkonskaya were also difficult on account of hard access to documents: the main part of sources from Zinaida's private archive can be found at Harvard's Houghton Library, while some manuscripts and few other materials are conserved in Moscow (RGALI and Russian State Library) or in French, German, Polish or English libraries. Princess Volkonskaya's private archive, firstly scattered in numerous private collections, was out together by baron Lemmermann, who in 1967 donated it to Harvard University, where it was classified only many years later. The only direct, but partial, evidence of the content of this archive is Aroutunova's Lives in letters, a book collecting some of the most significant letters received by Zinaida from her correspondents. The present work is aimed to gather and organize all available information and materials about Volkonskaya's travels, in order to underline their importance in a life dedicated to the realization of Peter the Great's long for dream about a bridge connecting Russia and Europe. Finally the Appendix presents the Italian translation of some of the most significant literary works of princess Zinaida and few fragments of her private correspondence. In spite of all the efforts made this work is not, and it can't be complete: documents stored in unaccessible archives, such as the Vatican or the Imperial ones, might reveal helpful knowledge about some obscure years in the life of princess Volkonskaya. These lacks are due, furthermore, to the censorship by Alexander Nikitich of the private collection of his mother, in order to preserve her memory from likely compromising materials. Maybe the same reasons forced Propaganda Fide and the imperial Russian officers to take the same action. Harvard University is the main accessibile archive: thanks to its detailed cataloguing we can hold that there is a possibility to reveal accurate information about this extraordinary woman, to whom XIX century european culture owes so much.
Riassunto: L'articolo si concentra sull'analisi comparativa della narrativa testimoniale spagnola e italiana sulla campagna di Russia nella Seconda Guerra Mondiale. L'arruolamento volontario dei divisionari spagnoli, di contro al reclutamento forzoso delle truppe italiane, si riflette sia nella caratterizzazione dei personaggi che nella narrazione delle vicissitudini pratiche dei soldati, oltre che nella rappresentazione della mistica della guerra e dell'imaginario eroico dei protagonisti.La questione memorialistica posta in evidenza dalla narrativa testimoniale in oggetto apre un interessante campo di indagine che permette l'approfondimento della rappresentazione dell'ideologia fascista e franchista in guerra, oltre ad offrire possibilità di porre a confronto una memoria storica che, in particolar modo nel caso dell'esperienza spagnola, è stata poco trattata già durante il periodo dittatoriale, per distinte ragioni che si cercheranno di esplorare grazie all'ausilio dell'analisi testuale delle opere scelte. Resumen: El artículo se centra en el análisis comparativo de la narrativa testimonial italiana y española acerca de la campaña militar en la Unión Soviética en la segunda guerra mundial. El alistamiento voluntario de los divisionarios españoles, frente a la obligatoriedad del de las tropas italianas, se refleja tanto en la caracterización de los personajes como en la narración de los avatares vitales de los soldados, además de la representación de la mística de la guerra y del imaginario heroico de los combatientes.La cuestión memorística evidenciada en esta narrativa da pie al surgimiento de un interesante campo de investigación que permite ahondar en la representación de las ideologías fascista y franquista en la guerra, confrontando una memoria histórica que, particularmente en lo que respecta al caso español, fue poco investigada ya en el periodo de la dictadura, por razones que se intentará explicar por medio del análisis de los textos escogidos.
La tesi verte sul pensiero strategico di Putin, analizzando i documenti strategici dal momento del suo insediamento al giorno d'oggi. Vengono poi esaminati gli strumenti militari e non militari a disposizione del Cremlino per la conduzione delle proprie relazioni internazionali. Si analizza approfonditamente il concetto di guerra ibrida, prendendo in esame come ad essa vengano applicati gli strumenti descritti in precedenza. Si osserva l'impiego degli strumenti ibridi durante le guerre in Georgia ed Ucraina. Si studiano i rapporti tra la Russia, le principali organizzazioni internazionali ed i principali paesi dell'Occidente. The thesis concerns Putin's strategic thinking. It analyzes strategic documents since Putin's inauguration as President of the RF up until now. Military and non-military means available to the Kremlin are studied. There is an in-depth analysis of the hybrid warfare concept, by examining how the previous means are applied. Two case studies, Georgia and Ukraine, are considered. Moreover, the thesis concerns the relations between Russia, the main international organizations and the major Western countries.