Recensioni - Comptes rendus - Referate - Book Reviews: « Scientia » (Rivista di scienza). Organo internazionale di sintesi scientifica (Bologne - Londres / Paris / Leipzig, 1913)
In: Archives de sciences sociales des religions: ASSR
ISSN: 1777-5825
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In: Archives de sciences sociales des religions: ASSR
ISSN: 1777-5825
Il progetto che qui si espone intende fornire un quadro generale del pensiero di Rignano (1870-1928) approfondendo quelle tematiche che saranno di particolare interesse per l'indagine psicologica non solo nel panorama italiano ma anche nello scenario internazionale. L'Introduzione della tesi sarà incentrata sulla descrizione del contesto filosofico-scientifico, che contrassegnò le attività di ricerca svolte tra la fine dell'Ottocento e i primi anni del Novecento. Nel Capitolo 1, si affronteranno i temi correlati alla biografia dell'ingegnere e ai presupposti epistemologici che caratterizzano le sue molteplici riflessioni. Nel Capitolo 2, ripercorreremo le tappe di fondazione di "Scientia" e le altre attività editoriali del Rignano che rimarcano il suo impegno politico e sociale. La ricerca della sintesi come individuazione di un principio unificatore che costituisse la proprietà ultima di tutti i fenomeni propri degli esseri viventi fu il presupposto anche per le indagini biologiche su cui sarà incentrata parte del Capitolo 3. Il Capitolo 4, sarà incentrato sull'analisi di articoli e testi pubblicati nella seconda metà degli anni '20 con l'obiettivo di mettere in luce gli elementi costitutivi della sua ricerca psicologica. I tre momenti di vita e di ricerca di Eugenio Rignano – sociologia, biologia, psicologia – rappresentano tre percorsi paralleli e, al tempo stesso, intersecanti. Egli fu specchio del tempo, uno specchio che restituì un'immagine non priva di prospettiva critica e di spunti innovativi, seppur discutibili. I suoi scritti continuano, infatti, a restituire quella complessità e ricchezza che caratterizzò lo scenario culturale, scientifico e filosofico della prima metà del Novecento.
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Il tema della formazione della prova nel processo penale e del convincimento del giudice è un problema complesso, i cui aspetti critici consistono in una molteplicità di fattori non tutti rientranti nell'ambito tipicamente processuale. Un approccio eclettico e multidisciplinare è l'unico che consente di comprenderne l'ambito e quindi gli spunti risolutori. La storia delle prove penali rappresenta il riflesso del contesto politico, sociale e lato sensu culturale di ogni civiltà ed appare inevitabilmente segnata da vari snodi, cui corrisponde l'affermarsi di specifici e differenti materiali cognitivi che assurgono a simbolo di una determinata società. L'analisi del libero convincimento del giudice non può, dunque, prescindere da un excursus storico che metta in luce gli spazi riservati, di volta in volta, all'operatività del principio, così da apprezzarne le alterne vicende susseguitesi al mutare del contesto sistematico di riferimento. In tempi recenti, il principio del libero convincimento ha rischiato di essere de facto eclissato a causa della progressiva influenza nel processo penale della prova scientifica, nella convinzione che l'apporto delle "scienze esatte" possa fornire un contributo determinante all'accertamento dei fatti. Sempre più spesso, infatti, la ricostruzione probatoria dei fatti rilevanti per l'accertamento del reato e per l'individuazione del colpevole è strettamente connessa ai risultati della prova scientifica, conseguiti mediante operazioni svolte da periti o consulenti tecnici, i quali si avvalgono talvolta di strumenti noti e tradizionalmente affidabili, ed altre di tecniche nuove e controverse. Prova, metodo scientifico e libero convincimento sono temi che si intersecano e si condizionano tra loro, in un ambito nel quale gli operatori della giustizia devono fare i conti con una norma scarna, se non addirittura carente. È sul terreno della prova scientifica che si manifestano con maggior forza incertezze e dubbi applicativi, quali fino a che punto il giudice possa deresponsabilizzarsi ed affidarsi a dati esterni, facendo dipendere la decisione di sua competenza da soggetti che non hanno apposita legittimazione; come debbano essere valutati i dati scientifici, mai univoci, introdotti nel giudizio; se sia compito del giudice essere arbitro non solo dei conflitti sul diritto, ma anche di quelli che vertono sulle metodologie scientifiche ed i suoi risultati. Nella risoluzione di tali interrogativi, è opportuno guardare all'esperienza dei sistemi giuridici d'oltreoceano, nei quali la giurisprudenza ha offerto un ampio ventaglio di risposte ed un robusto supporto teorico. Atteggiamento condivisibile, a patto però di non voler a tutti i costi recepire supinamente conclusioni e soluzioni maturate in contesti processuali ed ordinamentali profondamente diversi. La celebre sentenza Daubert v. Merrell Dow Pharms pronunciata dalla Corte suprema statunitense stabilisce una serie di canoni che devono presiedere alla decisione del giudice, esplicitamente basati sull'incrocio tra la metascienza falsificazionista di Popper e una lettura della scienza come istituzione sociale, in cui si esalta il peso della comunità scientifica. Ciò sembra fare del giudice il "guardiano" dell'ammissibilità delle prove scientifiche, un ruolo che lo slega dall'ipse dixit dell'esperto. Anche il giudice italiano è sollecitato ad abbandonare, da un lato, la "teoria autoritaria" del libero convincimento, ricercando nelle leggi scientifiche la "copertura" delle proprie decisioni, ma, dall'altro, a non assumere atteggiamenti giudiziali « remissivi e rinunciatari, indulgenti alla acritica recezione specialmente dei contributi ricostruttivi e valutativi delle "persone fornite di particolare competenza nella specifica disciplina"», bensì il ruolo del «reale dominus del processo acquisitivo e decisionale", del "ricercatore solerte ed attento del "vero" attraverso la conoscenza ed il vaglio critico di ogni utile emergenza fattuale». Dallo svolgimento del nostro elaborato emerge con forza significativa come la prova scientifica non sia una prova infallibile ma una prova verificabile e da accertare come tutte le altre, la cui valutazione richiede maggiori cautele, in quanto presuppone la mediazione dell'esperto. Il tema della valutazione della prova scientifica ha spesso caratteristiche di maggior difficoltà rispetto a quella di altre prove perché mentre gli strumenti culturali a disposizione del giudice per la valutazione delle altre prove sono patrimonio di tutti i giudici, nell'ambito della prova scientifica il giudice non è normalmente dotato delle necessarie conoscenze e conseguentemente non può valutarla senza la mediazione dell'esperto. Solamente attraverso il contraddittorio "per" e "sulla" prova scientifica è possibile ovviare ai due principali rischi caratterizzati dalla fallacia dello iudex peritus peritorum, consistente nell'impossibilità da parte del giudice di sostituirsi agli esperti scegliendo arbitrariamente la teoria da privilegiare, e dalla fallacia dell'ipse dixit, costituita dalla possibilità che il giudice si appiattisca sulla ricostruzione di un esperto senza valutarla criticamente. Al fine di ovviare al diffuso orientamento presente in letteratura e in giurisprudenza in base al quale esisterebbe una presunzione relativa di affidabilità del perito, occorre accogliere il principio secondo cui il giudice è chiamato a valutare la specifica qualificazione dell'esperto ed il metodo che egli ha adottato. Compito del giudice è, infatti, capire su quali basi l'esperto perviene ad un determinato asserto, e non analizzare nel merito ciò che l'esperto asserisce. Occorre, inoltre, valorizzare al massimo il contraddittorio con i consulenti tecnici. Ciò evita che al perito venga attribuito un credito privilegiato senza validi motivi, e permette inoltre che una ricostruzione di parte risulti perfettamente idonea a spiegare il caso concreto, anche in presenza di una perizia che ha fornito risultati contrari. Come risulta dal nostro studio, il perito non è attendibile in quanto figura neutra di nomina giudiziale, ma lo è in quanto la sua ricostruzione ha resistito all'urto del contraddittorio. In questo quadro risulta evidente che il motto iudex peritus peritorum perde i tratti negativi e si carica di un inedito significato che conferisce al giudice il potere di scegliere la migliore ricostruzione del fatto, con il vincolo della motivazione legale e razionale. In sintesi estrema, la scienza nel processo penale è una sorta di Giano bifronte. Il volto "cattivo" è quello di una sorta di deus ex machina che, provando troppo, ha spesso una portata risolutiva. Il volto "buono" è rappresentato da un criterio rigoroso, segno tangibile di un approccio scientifico in senso ampio, che deve informare di sé ogni ricostruzione fattuale effettuata nel processo penale. È importante soffermarsi, inoltre, sul fatto che la prova scientifica al fine di supportare una sentenza di condanna deve condurre al superamento di ogni "ragionevole dubbio" circa la colpevolezza dell'imputato. Infatti, è proprio a fattispecie per il cui accertamento si ricorre al sapere scientifico che la nostra giurisprudenza ha anticipato sul punto il legislatore, facendo ricorso al parametro di matrice nordamericana del beyond any reasonable doubt.
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In: http://hdl.handle.net/10280/1875
Questa tesi di dottorato si pone come scopo lo studio della relazione complessa tra produttività e collaborazione scientifica sia di tipo formale sia informale. L'approccio che è adottato cerca di superare il classico trade-off che emerge dalla letteratura sulle reti e sulla teoria dei giochi; infatti, questa tesi rappresenta il tentativo di sviluppare una sintesi dell'approccio micro e macro allo studio delle collaborazioni scientifiche. A tal fine, il classico bagaglio metodologico è stato arricchito utilizzando tecniche di analisi complementari, quali l'analisi delle reti (e.g.: indici di centralità delle reti e coefficienti di clustering), l'econometria (e.g.: modelli di regressione ZIP e modelli di regressione troncati) ed infine l'economia sperimentale (e.g.: esperimenti in laboratorio). In particolare, sono state prese in considerazione due diverse comunità scientifiche con lo scopo di porre in evidenza le caratteristiche che le contraddistinguono: la comunità dei Geografi Top e la comunità degli Economisti italiani. Questa tesi è strutturata con il fine ultimo di porre in evidenza il ruolo che gli incentivi individuali degli scienziati parte della rete giocano nel modellare le strutture di collaborazione all'interno della rete stessa; ma, allo stesso tempo, nell'influenzare la propria produttività scientifica. Questa tesi è composta da tre diversi elaborati, ciascuno dei quali guarda al fenomeno della collaborazione e della produzione scientifica seguendo prospettive differenti, per permettermi di mettere in evidenza il ruolo giocato da quattro pilastri (i.e.: reti, comunità scientifiche, comportamenti collaborativi, incentivi individuali e conseguenze collettive) sulla base dei quali si fondano le strutture e la dinamica del "mondo della scienza". ; The aim of this thesis is to study the complex relationship between scientific productivity and (formal and informal) scientific collaborations. We follow an approach which goes beyond the classical trade-off that emerged from the literature around networks studies and game theory, in the attempt of developing a synthesis between a micro and a macro approach. In doing so, we enrich the toolset of available methodologies by adopting instruments which are typical of Network Analysis (e.g.: networks' indices of centrality and clustering), Econometrics (e.g.: ZIP and Censored regressions), and Experimental Economics (e.g.: Laboratory experiments). In particular, we look at two different scientific communities, in order to capture different characteristics of the networks: the community of Top geographers, and the community of Italian economists. This thesis is structured with a view to emphasising the role that the incentives which move scientists within their network of collaboration play on shaping the network itself, but also on influencing their scientific productivity. The thesis is composed of three different essays, each of which approaches the phenomena of scientific production and collaboration from different perspectives, allowing me to highlight the role played by four basic components (i.e.: networks, scientific communities, collaborative behaviours, individual incentives and collective outcomes) in shaping the structure and dynamics of the "world of science".
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In: Il politico: rivista italiana di scienze politiche ; rivista quardrimestrale, Band 258, Heft 1, S. 5-19
ISSN: 2239-611X
Il trattato di Jürgen Renn sull'evoluzione della conoscenza presenta una sintesi di numerosi studi sul contesto storico-sociale del concetto di "rivoluzione scientifica", proposto da Kuhn (1962). Una rivoluzione scientifica è il momento culminante di una fase di incubazione ed è seguita da una fase di istituzionalizzazione. Questo saggio discute alcuni concetti (civiltà e Stato, nazionalismo e sovranità, Stato e rivoluzione, Antropocene e cosmopo-litanismo) necessari allo scienziato sociale per affrontare le sfide contemporanee dell'Antropocene.
Il presente lavoro si inserisce in un contesto di forte interesse della comunità scientifica areonautica e navale verso configurazioni propulsive ad alta efficienza e/o alte prestazioni. Infatti, esigenze legate alla necessità di ridurre i consumi e contenere le emissioni nocive stanno trainando negli ultimi anni la ricerca. Considerando il mezzo di trasporto in generale, i miglioramenti che possono essere potenzialmente ottenuti intervenendo sull'apparato propulsivo sono tra i più promettenti. Il modo con cui tali obiettivi possono essere perseguiti sono molteplici. Strumenti numerici sono continuamente sviluppati come supporto alla progettazione di tali propulsori ed i modelli teorici che sottendono tali strumenti sono sempre più complessi. La politica di utilizzare strumenti informatici a supporto di tale attività consente di impiegare calcolatori informatici sempre più elaborati e veloci. In virtù di ciò, l'impiego di strumenti matematici sempre più complessi permette di incrementare l'accuratezza dei risultati con minimo o nullo aggravio in termini di risorse. Sebbene questi strumenti siano sempre più accessibili, le tecniche standard sviluppate precedentemente in assenza di strumenti informatici di supporto sono tuttora impiegate in molti campi, sotto particolari condizioni. Nel settore navale, in particolare, l'adozione di tecniche rappresentative dello stato dell'arte in campo sperimentale e numerico può però essere disponibile solo per una limitata platea di industrie, le quali possono permettersi preventivi di spesa pressoché illimitati in virtù di un sicuro ritorno economico in un limitato tempo. D'altra parte, le piccole medie imprese armatoriali adottano per la progettazione degli apparati propulsivi tecniche standard ed, in alcuni casi, obsolete. Tali tecniche si basano su diagrammi sperimentali e su relazioni empiriche per il calcolo delle prestazioni del propulsore in esame. In conseguenza di ciò anche la capacità di investigazione della soluzione è limitata nella scelta del numero delle variabili di progetto: parametri globali caratterizzano le diverse configurazioni studiate, così come l'analisi viene condotta su grandezze globali e non direttamente relazionabili con fenomeni fisici locali. Nasce quindi l'esigenza di sviluppare uno strumento automatizzato e sufficientemente veloce ed accurato per la progettazione preliminare dell'elica di un propulsore o per ridisegnare la stessa nel caso di un'imbarcazione esistente. In questo contesto, il presente lavoro è volto a sviluppare tecniche per la progettazione di forma di propulsori destinati al campo areonautico/navale basati su configurazioni ad ala rotante. Nello specifico, l'obiettivo primario quello di realizzare uno strumento completamente automatizzato per la progettazione ottimizzata di forma di propulsori areonautici e navali, basato su modelli teorico/numerici veloci, robusti, ma anche sufficientemente accurati. La tecnica di design considerata nel presente lavoro definisce la configurazione ottimale propulsiva mediante una successione di fasi dedicate alla determinazione, rispettivamente, di parametri geometrico/operativi globali e locali del propulsore. Sebbene qui sia usata in singolo step, la tecnica, a rigore, viene risolta in modo iterativo. La ricerca della soluzione avviene mediante esplorazione della superficie di risposta del sistema, ovvero del luogo dei punti delle grandezze di interesse al variare dei parametri di progetto; le grandezze qui prese in esame sono le prestazioni del propulsore, la cui configurazione è univocamente definita dal valore assunto dalle variabili geometrico/operative globali e locali suddette. La separazione, in fasi distinte e successive per la determinazione di parametri globali e locali, permette di ridurre il numero di configurazioni per le quali calcolare le prestazioni con cui costruire la superficie di risposta del sistema. Inoltre, la ricerca della soluzione avviene esplorando detta superficie di risposta in modo veloce mediante l'uso di un apposito modello surrogato a quello per lo studio del sistema fisico, nell'intorno di una configurazione presa a riferimento. In particolare, il modello teorico che sottende lo strumento per l'analisi idrodinamica del propulsore si basa su una metodologia agli elementi di contorno, valida per lo studio del flusso intorno a corpi portanti rototraslanti ed estesa allo studio di propulsori in configurazione multicorpo (eliche in mantello, controrotanti, eliche in presenza di timone, eliche in tunnel). La tecnica di progettazione è di tipo ottimizzata, a partire da una configurazione base, intorno alla quale viene costruita la serie sistematica di propulsori. Il solutore aero/idrodinamico viene quindi applicato per la predizione delle prestazioni esercitate dalle eliche di detta serie sistematica; il luogo dei punti delle prestazioni in funzione dei parametri caratteristici della configurazione presa in esame forma la superficie di risposta del sistema. Per la sintesi della superficie di risposta del sistema è stata sviluppata una rete neurale di tipo feed-forward, addestrata mediante una tecnica di tipo back-propagation, mentre l'ottimizzazione è stata performata mediante l'utilizzo di un modello basato su algoritmi genetici e sulla ricerca della soluzione secondo una tecnica parametrica. Una schematica rappresentazione delle fasi descritte si trova in fig. 1. I singoli modelli teorico-numerici che compongono lo strumento di design vengono verificati e validati singolarmente. Diversi test-case a complessità variabile sono utlizzati come esercizi di design per la validazione della tecnica di design. Un'applicazione finale basata sulla progettazione, su base dati numerica, di un propulsore destinato ad equipaggiare un'imbarcazione di media stazza è considerata. Per essa vengono considerate investigate due tipologie di propulsore: ad elica isolata convenzionale e ad elica intubata. Infatti, le eliche intubate sono una delle tipologie propulsive più utilizzate in campo navale e la loro applicazione `e in continua espansione per le loro caratteristiche che le rendono soluzioni appetibili in vari campi; a titolo di esempio esse vengono utilizzate in configurazione di manovratori azimuthali (azimuth thrusters), di pompe a getto (pumpjets), oltre che di turbine ad asse orizzontale per lo sfruttamento dell'energia propria delle correnti marine (tidal turbines) ed eoliche (aerogeneratori). I risultati nelle varie configurazioni vengono confrontate rispetto al propulsore di riferimento. Nell'ambito della riprogettazione di sistemi propulsivi di imbarcazioni esistenti i margini di guadagno nominali sono, dai dati in letteratura disponibili, mediamente dell'ordine del 3-5%; per l'ottenimento di tale obiettivo gioca un ruolofondamentale non solo l'incremento delle prestazioni avendo fissando il punto di lavoro a quello del propulsore originale, ma anche la ridefinizione del punto di lavoro stesso. Non è infrequente trovare la situazione di un propulsore che sia sovra o sottodimensionato rispetto ad una qualche grandezza (tipicamente il passo): in tal modo le condizioni nominali di design non vengono rispettate durante l'esercizio reale del sistema. In tale lavoro viene quindi considerato il propulsore accoppiato ad una carena e ad un motore primo. Da un lato il motore mostra una curva di coppia disponibile al variare del regime di rotazione che deve necessariamente supplire alla coppia resistente offerta dall'elica; dall'altro, la carena non solo offre una resistenza variabile in funzione della velocità di avanzamento che deve essere uguagliata alla spinta offerta dal propulsore, ma è artefice anche della disuniformità di flusso incidente al propulsore stesso, in virtù dello strato limite rilasciato dalle sue pareti. In particolare, tale disuniformità del flusso incidente, interagisce con la rotazione dell'elica causando fluttuazioni nel campo di velocità e di pressione. Fenomeni quali quello della cavitazione e delle vibrazioni sono favoriti in tali condizioni: erosione e rumore sono diretta conseguenza. Se da un lato è auspicabile una progettazione del propulsore che tenga in considerazione l'accoppiamento propulsore-carena mediante un modello fedele alla realtà, dall'altro, lo studio in tale condizioni risulta essere oneroso computazionalmente. Nel presente lavoro, si considerano gli effetti della scia rilasciata dalla carena sottoforma di un parametro concentrato che indica sinteticamente il difetto di velocità incidente al propulsore rispetto alla velocità di avanzamento dell'imbarcazione. Si rimanda a sviluppi futuri l'implementazione di tecniche per portare in conto l'interazione propulsore-scia non uniforme limitando l'onere computazionale che tale scelta comporta. Il lavoro è articolato prevedendo una descrizione della tecnica di design sviluppata che si compone in due fasi distinte succcessive, rappresentate dal design di base e dal design di finitura (cap.2). Successivamente, la metodologia proposta e sviluppata per la sintesi di sistemi complessi viene presentata (cap.3), corredata di fasi di verifica e validazione dei risultati del modello di rete neurale considerato in questo ambito. Il modello teorico-numerico alla base del solutore aero/idrodinamico viene presentato ed esteso allo studio del flusso intorno a configurazioni del tipo rotori intubati (cap.4); nel corso del capitolo vengono mostrati i risultati della fase di validazione dello stesso modello. Lo strumento utile per il design automatizzato di propulsori ad ala rotante basato su detta metodologia viene applicato per dimostrarne la validità (cap.5) su differenti casi test documentati a complessità crescente. La parte finale del capitolo in esame è dedicata alla applicazione finale dello strumento sviluppato ed alla discussione dei diversi risultati ottenuti.
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In: Stato, Chiese e pluralismo confessionale
ISSN: 1971-8543
1 - Questo incontro mi offre l'opportunità di esprimere qui oggi, anche in qualità di allieva più anziana di una scuola nutrita, il profondo e sincero compiacimento per aver goduto della fortuna di poter attingere ininterrottamente, ormai da più di quarant'anni, a una sorgente tanto preziosa di conoscenza e di riflessione scientifica.
Proverò a sfruttare l'occasione di una coincidenza temporale del tutto casuale per evidenziare, in sintesi, uno dei principali meriti che sono stati nel tempo e sono ancora riconosciuti da più parti al professore Salvatore Berlingò e agli scritti raccolti nel volume di cui discutiamo.
Le Linee Guida hanno lo scopo di fornire una sintesi chiara e facilmente accessibile delle raccomandazioni e delle buone pratiche inerenti i bisogni di salute riproduttiva delle pazienti migranti in base alle indicazioni della letteratura scientifica e delle principali organizzazioni internazionali. Questo documento mira a identificare i principali problemi affrontati in ambito di salute riproduttiva nella cura di pazienti con vissuti culturali e di salute diversi, di recente immigrazione nei nostri paesi e a fornire strumenti che favoriscano interventi efficaci in base ai problemi specifici che la migrazione può determinare e in base alle aree di provenienza.
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Il volume raccoglie contributi sulla Città e gli insediamenti nella Sicilia antica. Sono stati in parte rielaborati i testi presentati originariamente al Convegno "La Città e le città della Sicilia Antica" (Pisa 18-21 dicembre 2012). Lo scopo del volume è mettere insieme gli insediamenti nell'isola pertinenti alle varie popolazioni per fornire alla comunità scientifica e a tutti gli interessati la possibilità di un confronto non occasionale, con approfondimenti e sintesi. Questa voluta ricerca di una ottica generale fa sì che discipline e tipi di documentazione differente siano presenti negli scritti qui raccolti. In questo spirito sono compresi saggi che toccano anche ambiti diversi (ad esempio la Magna Grecia) e evidenze diverse (la cartografia di età moderna), ma utili alla comprensione delle realtà siciliane. La parte finale è dedicata a un seminario su documenti epigrafici di Halaesa e Tauromenium
In: L' educazione sentimentale: rivista semestrale, Heft 37, S. 76-82
ISSN: 2037-7649
Dalla prassintesi, con cui Luigi Pagliarani era solito indicare una sintesi essen-ziale che prelude alla scelta, alla decisione, il setting è luogo di approssimazione continua. Concorrono alle scelte che di volta in volta si compiono, in modo tacito e consapevole, sia l'epistemologia che il metodo, unitamente al flusso relazionale con le sue componenti intersoggettive, emozionali e cognitive. Questo contributo si concentra su quattro aspetti del setting: teoria, metodo, relazione e contesto, cercando di approfondire e aggiornare sia i vincoli che le possibilità interve-nienti nell'esperienza terapeutica e di intervento. Sono convocati allo scopo i contributi più recenti della ricerca scientifica, con un orientamento transdisci-plinare. Il setting ne emerge arricchito e ridefinito come contesto che vincola e come ambiente che, con la sua contingenza e la sua generatività, con gli antecedenti e le emergenze impreviste che lo caratterizzano, può essere riconosciuto come luogo poetico del riconoscimento di sé per l'etica della prassi clinica.
L'idea di dedicare uno studio al pensiero di Engels si concretizzò in seguito ad una Conferenza che Simonetta Ortaggi tenne a Venezia nel 1995 nell'ambito del corso di Storia delle dottrine politiche il 28 novembre, il giorno della nascita di Engels, come lei stessa ebbe a ricordare. Già nel1992, sempre a Venezia, in occasione di una conferenza sui temi trattati nel volume La formazione della classe operaia, Simonetta aveva sottolineato l'importanza delle riflessioni di Engels sulla classe operaia, elaborazioni teoriche sulle quali non aveva potuto soffermarsi ed espresse il suo rammarico Nel settembre 1999, nel suo curriculum di attività scientifica e didattica, scriveva: Il marxismo come pensiero di Marx ed Engels è un tema che affiora in molti saggi, ma che viene in primo piano soltanto nel volume su Friedrich Engels, sollecitato dal ricorrere del centenario della morte e affronta i problemi interpretativi di aspetti fondamentali del pensiero marxista e del contributo dato rispettivamente da Marx e da Engels nella sua elaborazione e li fonde con un profilo biografico di Engels che giunge anche a nuove attribuzioni di opere. Il lavoro sul pensiero engelsiano era da lei stessa considerato un punto d'arrivo, la sintesi di una riflessione sul marxismo che l'aveva impegnata per molti anni.
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The aim of the article is to analyse from scientificand policy viewpoints the Finnish Schools onthe Move program inferring strategies and actions applicable to the Italian case.The article presents, through a fact sheet, the actual Finnish situation about physical activitypolicies and research. The analysis of the updated scientific literature about the results is complementedby the description of the program's background and current design.From scientific point of view the article, beyond the literature review, is based on a documentaryanalysis on interviews (n=2) with key informants and field observations (n=3) of schoolsparticipating in the program.Presuming that there are not comprehensive models that can be transferred from a country toanother, the article emphasizes, for the Italian case, the actions feasible at short term, changingrules at school level, those achievable at medium term, changing organization at communitylevel, and those requiring deeper cultural and legislative modifications.At policy making level, it is plausible that some programs and actions of the Finnish programwould be costless in Italy: some depend on a better destination of already available resources,several are possible through inter-sectors policies; all the strategies and actions, however, requireto be assessed and monitored through researches entrusted to a university network incollaboration with sport and public health institutions and organizations. ; Obiettivo dell'articolo è di analizzare, dal punto di vista scientifico e delle politiche, il programma finlandese Schools on the Move deducendone strategie e azioni applicabili al caso italiano.L'articolo presenta, in sintesi, la situazione finlandese attuale riguardo le politiche e la ricercasull'attività motoria. La descrizione del programma e dei presupposti è accompagnata dall'analisidella letteratura scientifica relativa ai risultati. Oltre alla letteratura, sul piano scientificol'articolo si basa sull'analisi documentaria, su interviste (n=2) a testimoni privilegiati e ...
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In this article, I explore a very debated theme in scientific literature (in particular Brazilian) which describes, in synthesis, population's noncompliance to dengue vector control policies, despite people usually show a high degree of knowledge about the contagion. I also consider how the anthropological sciences and the ethnographic research approach have been called into question in health promotion programs developed in the different contexts analyzed. This allows me to shed light on the growing involvement of anthropologists who are called to explore, in the local contexts, the meaning of the disease, of the infection and its mode of reproduction, and to point out the use and abuse of the term "culture" in such scenarios. In the conclusion, I propose to explain one of the main concerns emerged from literature, namely the lack of population's participation to dengue control policies, in the light of an anthropology of vulnerability, risk and responsibility. ; In questo lavoro, analizzo un aspetto molto dibattuto nella letteratura scientifica specializzata, soprattutto brasiliana, che, in sintesi, è definito come una sorta di non compliance della popolazione alle direttive impartite per il controllo del vettore del dengue, pur riscontrando in genere un alto grado di conoscenze relative al contagio. Esamino inoltre in che modo le scienze antropologiche e l'approccio di ricerca etnografico siano stati chiamata in causa nei programmi di promozione della salute sviluppati nei diversi contesti analizzati, constatando il coinvolgimento crescente della figura dell'antropologo quando sul campo si esplora il significato locale della malat- tia, del contagio e le sue modalità di riproduzione, e problematizzando allo stesso tempo l'uso e l'abuso del termine "cultura". Concludo proponendo di riconsiderare una delle questioni cruciali che emerge dalla bibliografia considerata, ovvero la man- cata partecipazione della popolazione alle politiche sanitarie di controllo del dengue, alla luce di un'antropologia della vulnerabilità, del rischio e della responsabilità.
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In: https://orbi.uliege.be/handle/2268/203294
Non è facile conciliare la vastità enciclopedica dell'informazione con il rigore espositivo del saggio. A tanto mostra peraltro di saper giungere G. de Landsheere in questo libre, che ricostruisce cento anni di sperirnentazione pedagogica a tutto campo, associando il criteria storico con quelle sistematico. Lo studioso belga offre cosi allettore un bilancio completa suJle controversie e sulle conquiste di un secolo di indagini in campo educativo, risalendo agli esordi della psicologia scientifica (Fechner, Wundt, Galton) e ai primi tenta ti vi della pedagogia, ne! Elima tardo-positivistico di fine Ottocento, di elevarsi allo status di scienza esatta (W. Laye E. Meumann, S. Hall, A. Binet, E. Claparède). Agli inizi del nostro secolo, in base all'assioma che «tutte ciO che esiste, esiste in una quantità determinata e puè essere misurato», E. Thorndike ha difeso un metodo scientifico «dura» nella ricerca pedagogica, contribuendo ad avviare la lunga querelle tra fautori dell'approccio quantitativo e dell'approccio qualitativo. Oggi tale dibattito tende a quelle soluzioni di sintesi, additate dall'autore, che garantiscano il rigore di generalizzazioni fonda te su dati empirici, senza rinunciare all'analisi fine delle differenze locali e individuali in agni ambito di rice:rca e di valutazione: dalla riforma di sistemi educativi, alla costruzione di curricoli e di test, all'ottimizzazione di rnetodi didattici, all'affinamento di tecniche docimologiche. Ogni spunto tematico si presenta qui allettore in una luce nuova e, cornunque, più precisa, in quanta occupa il pasto che esattarnente gli spetta nella concatenazione sincronica e diacronica delle acquisizioni pedagogiche. Per questo illibro giustamente si propane, corne strurnento prezioso, ai responsabili di politiche scolastiche, ai ricercatori pedagogici, agli educatori rnilitanti. GILBERT de LANDSHEERE, da 25 anni direttore del Laboratoire de Pédagogie expérimentale dell'Università di Liegi, è consulente ed esperto delle principali organizzazioni internazionali. Tra le sue nurnerose pubblicazioni, La formazione degli insegnantï domani, 1978, in queste stesse edizioni.
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The aim of my paper is to analyse Aldous Huxley's utopian novel Island (1962) comparing it to the ideas expounded in his essays Science, Liberty and Peace (1946) The Human Situation (1959), The Politics of Ecology-The Question of Survival (1963) and An Encyclopaedia of Pacifism (1972). As we shall see, Huxley, in accordance with the "green movement" of the seventies and eighties (S.F. Schumacher, 1974; H. Daly, 1977; D.W. Pearce, R.K. Turner, 1990) discusses several important issues that are still, today, at the very core of the environmental debate. Aldous Huxley is an interesting example of an intellectual who managed to unite the two cultures, scientific and humanistic, and who dedicated his life to the search of new perspectives and yet unexplored horizons. His motto "I keep learning" brilliantly exemplifies his lucidly critical attitude towards the reality surrounding him and his observation of nature. His critical thought is, as we shall see, a complex combination of rationality and creativity, of scepticism and mysticism that finds its synthesis in the philosophical principle of being "realistically idealist". In this sense the Utopian island of Pala in Island positions itself as the symbol of Huxley's spiritual and cultural research, because in it he strives to combine and harmonise the results of natural science and cultural technology with eastern thought. In this work he prospects a new model for civilisation in which mysticism and rationalism manage to blend. In Island he criticises progress as the cause of consumerism and the exploitation of nature, and traditional science and medicine as having been slaves of capitalistic society, politics for its cynicism, as well as for having manipulated and conditioned people; he then concludes by hypothesising a society where a perfect balance between the mind and the body, nature and man exists. ; Lo scopo del mio saggio é di analizzare il romanzo utopico di Aldous Huxley Island (1962) mettendolo a confronto con le idee che lo scrittore espone nei suoi saggi Science, Liberty and Peace (1946), The Human Situation (1959), The Politics of Ecology-The Question of Survival (1963) and An Encyclopaedia of Pacifism (1972). Inoltre si metterà in luce quanto Huxley fosse in sintonia con "il movimento dei verdi" in America negli anni 70 e 80 (S.F. Schumacher, 1974; H. Daly, 1977; D.W. Pearce, R.K. Turner, 1990) su alcune importanti questioni che sono ancora al centro del dibattito ecologico sull'ambiente. Aldous Huxley è un interessante esempio di un intellettuale che si sforzò di unire le due culture, la scientifica e l'umanistica, e che dedicò tutta la vita a ricercare nuove prospettive ed orizzonti ancora inesplorati. Il suo motto "Continuo ad apprendere" esemplifica magnificamente il suo atteggiamento critico e lucido nei confronti della realtà e la sua osservazione della natura. Il suo pensiero critico è una combinazione complessa di razionalità e creatività, di scetticismo e misticismo, che trova la sua sintesi nel principio filosofico di essere " un idealista realistico". In questo senso l'isola utopica di Pala in Island esemplifica la ricerca spirituale e culturale di Huxley, perché egli si sforza di unire e armonizzare i risultati della scienza naturale e della cultura tecnologica con il pensiero orientale. In questo romanzo egli prospetta un nuovo modello di civiltà in cui misticismo e razionalismo si mescolano. In Island egli critica il progresso perché è la causa del consumismo e dello sfruttamento della natura, la scienza tradizionale e la medicina poiché sono state asservite alla società capitalista, la politica sia per il suo cinismo che per aver manipolato e condizionato la gente. In sintesi Huxley ipotizza una società in cui vi sia un equilibrio perfetto tra mente e corpo, tra natura e uomo.
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