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Cittadinanza e governance in Europa: Staatsbürgerschaft und Governance in Europa
In: Comunicazioni / Villa Vigoni, 8,3 2004, No. Spec.
World Affairs Online
Dalla corporate governance alla categoria politica di governance
È da almeno un ventennio che si assiste all'uso crescente del termine governance nei più diversi ambiti istituzionali, politici e di ricerca e con significati e implicazioni differenti nei diversi contesti d'utilizzo. In particolare, nella comunità scientifica essa attraversa le contemporanee dottrine dell'amministrazione e dello stato (New Public Management, dottrine o teorie della regolazione), le teorie dell'organizzazione delle corporazioni economiche (corporate governance), i dibattiti sul governo locale e urbano, alcuni sviluppi della politica internazionale (global governance). Il contributo si propone di ricostruire queste diverse accezione segnalandone i termini di rilievo per la contemporanea riflessione politica e politologica.
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Governance interna, esterna e inter-istituzionale negli enti locali
In: Economia., Sez. 5 306
European spatial planning: la governance territoriale comunitaria e le innovazioni dell'urbanistica
In: Strumenti urbanistici 27
La governance: direttive fra poteri territoriali e partecipazione della società civile
In: Istituzioni e società civile fra paese reale e paese legale 2
Enti locali e aziende di servizi pubblici: assetti e processi di governance
In: Collana di studi economico-aziendali E. Giannessi., Nuova serie 61
ICT e distretti industriali: una governance per la competitività di imprese e territori
In: Fondazione IBM
Le nuove regole di governance delle società a base azionaria: Pescara, 17 settembre 2004
In: Incontri di studio 6
La Commissione Europea e il tema della legittimità politica nel Libro bianco sulla governance europea
Tra le realtà politico-istituzionali che nel proprio percorso di sviluppo hanno maggiormente puntato sulla governance - sia come uno strumento per l'accrescimento della propria efficacia operativa, sia come il complesso dei processi idonei a ridurre il deficit democratico delle proprie istituzioni - c'è l'UE. Questo breve lavoro intende allora mostrare alcuni caratteri e il senso dei documenti prodotti dalla Commissione Europea a partire dalla pubblicazione nel luglio del 2001 del Libro bianco sulla governance europea. In questo documento sono definiti i principi a partire dai quali ri-articolare il processo di policy-making europeo: in altre parole, quel processo di implementazione ed attuazione delle politiche da parte di quell'organo che viene definito - forse impropriamente - l'esecutivo europeo. Scopo del saggio è mostrare come la governance della Commissione si sforzi di nascondere quelle tensioni e quelle conflittualità che appartengono ed accompagnano la partecipazione politica. E lo fa tentando di affermare un modello di legittimità centrato su una idea di risoluzione dei conflitti che si propone innanzitutto come problem-solving. Nel condurre il proprio confronto con il modello della sovranità statale, la Commissione sembra ritenere che non esistono conflitti di tipo ideologico e così facendo chiude gli spazi pubblici per l'esercizio di un'effettiva partecipazione politica e civile.
BASE
Responsabilità sociale come Governance allargata d'impresa : un'interpretazione basata sulla teoria del contratto sociale e della reputazione
Liuc Papers n. 143, Serie Etica, Diritto ed Economia 11, suppl. a febbraio 2004. Questo saggio propone una definizione di responsabilità sociale dell'impresa come modello di corporate governance "estesa" e chiarisce l'idea di approccio volontario alla CSR, inteso come osservanza volontaria a standard di gestione strategica volti alla CSR, sulla base di una teoria economica dell''autoregolazione. In primo luogo si argomenta che i doveri fiduciari verso gli stakeholder sono necessari proprio a causa dell'analisi neo-istituzionalista dell'impresa intesa come sistema di governo unificato delle transazioni basato sull'autorità e il diritto residuale di controllo. Il concetto chiave è qui quello di abuso di autorità nei confronti di stakeholder legati all'impresa da contatti incompleti . In secondo luogo i doveri fiduciari sono ricavati dal modello del contratto sociale dell'impresa tra i suoi stakeholder. Questo consente di dedurre un criterio di gestione strategica e governo non meno capace di fissare il termine di giudizio per la gestione dell'impresa di quanto lo sia la massimizzazione del profitto e al contempo in grado di rispondere alle legittime pretese dei diversi stakeholder dell'impresa. Ciò è permesso da un'applicazione della teoria dei giochi di contrattazione al contatto sciale dell'impresa, che permette di usare la soluzione di Nash-Harsanyi come criterio normativo per la gestione strategica e il governo dell'impresa e consente di rispondere con una soluzione calcolabile alla critica circa la mancanza di un criterio univoco, sollevata da Jensen (2001) contro l'idea di stakeholder value. Terzo, si distingue tra due modelli di autoregolazione (quello discrezionale e quello dell'adesione volontaria a norme esplicite) e si argomenta che mentre l'incompletezza contrattuale e la conoscenza imperfetta escludono il ricorso agli effetti di reputazione nel caso della autoregolazione discrezionale, al contrario uno standard esplicito di gestione strategica volta alla CSR, basato su principi generali espliciti di etica degli affari e su protocolli precauzionali e regole di condotta preventive -tutti pubblicamente condivisi tra stakeholder e impresa sulla base del dialogo sociale - consentono di riattivare il meccanismo reputazione inducendo incentivi endogeni alla loro osservanza. A questo punto si offre una spiegazione della logica che presiede a uno standard di CSR per la gestione strategica (basata sulle logiche fuzzy e dei default) grazie alla quale esso opera come un gap filling cognitivo rispetto agli impegni dell'impresa e alle aspettative degli stakeholder in presenza di informazione incompleta. Inoltre la recente teoria delle preferenze conformiste e non puramente autointeressate aggiunge ulteriore forza motivazionale al risultato base circa l'auto-imposizione di uno standard di CSR. Il saggio si conclude con il progetto di un istituzione multi-stakeholder a prova di collusione , intesa come corpo intermedio della società, in grado di rispondere alla domanda di credibilità e di verifica esterna, da parte di soggetti indipendenti di terza parte, circa l'osservanza degli standard di CSR .
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