Che cos'è una città? Questa la domanda che Lewis Mumford si poneva nel 1937 di fronte a una platea di urban planners (LeGates e Stout 2011: 91- 95) e che, a più di ottant'anni di distanza, continua a impegnare studiose e studiosi di tutto il mondo, rimanendo perlopiù insoluta. Tuttavia, molto è mutato dall'epoca di Mumford, sia dal punto di vista sociale, economico e politico, sia dal punto di vista della produzione del sapere. Per quanto riguarda lo studio della città, uno dei cambiamenti più rilevanti è rappresentato dall'emergere di un settore disciplinare eterogeneo e ibrido, denominato studi urbani. Sebbene la nascita di questo campo di studi non abbia ancora portato a una risposta convincente rispetto alla domanda che poneva Mumford – e sommessamente ci auguriamo che non si arrivi mai a pensare di poterle dare una risposta definitiva –, è indubbio che questa nuova letteratura abbia condotto a una constatazione, particolarmente necessaria quando si affronta la sfida di interpretare l'urbano: rappresentare le citta è un'operazione complessa, perché queste sfuggono costantemente alle nostre analisi. Di questa complessità e delle sfide che pone, questo numero vuole dare conto.
The paper starts from an apparent paradox: the book of Casavola and Trigilia (La nuova occasione. Città e valorizzazione delle risorse locali, Donzelli 2012) presents important results, relevant methodological innovations, and it offers many clues for urban political economy. But it has been almost ignored by urban studies in Italy and abroad. It is not a single case for urban studies. The paper discusses the main contributions of the book, and its euristics. It focuses on the distinction between endowments (ressources, forms of capital) and activation processes for the explanation of urban economic development. It discusses the contemporary crisis of comparative political economy in urban studies, and some structural factors of fragmentation of the field. Later on, it explores the diffusion of depoliticized approaches to the study of power in contemporary urban studies. Looking for a more pragmatist approach to urban issues, it points to what urban studies (and urban sociology in particular) could learn from cities and their governance modes, not to waste their ressources but to activate them at best. The main idea is that this book and the story of his reception have something to tell not only concerning euristics for urban research, but about politics of urban research too.
The paper starts from an apparent paradox: the book of Casavola and Trigilia (La nuova occasione. Città e valorizzazione delle risorse locali, Donzelli 2012) presents important results, relevant methodological innovations, and it offers many clues for urban political economy. But it has been almost ignored by urban studies in Italy and abroad. It is not a single case for urban studies. The paper discusses the main contributions of the book, and its euristics. It focuses on the distinction between endowments (ressources, forms of capital) and activation processes for the explanation of urban economic development. It discusses the contemporary crisis of comparative political economy in urban studies, and some structural factors of fragmentation of the field. Later on, it explores the diffusion of depoliticized approaches to the study of power in contemporary urban studies. Looking for a more pragmatist approach to urban issues, it points to what urban studies (and urban sociology in particular) could learn from cities and their governance modes, not to waste their ressources but to activate them at best. The main idea is that this book and the story of his reception have something to tell not only concerning euristics for urban research, but about politics of urban research too.
Nel breve saggio si riflette sul ruolo del cinema come mezzo capace di mostrare lo spazio come luogo di lotta politica. Attraverso l'ascolto e la narrazione degli "attori" locali, nell'elaborazione dei loro pensieri, si è costruito il film ma anche una metodologia della ricerca. Pontecorvo affronta il tema della violenza mostrandone tutti i lati oscuri, ne ricostruisce l'escalation senza dimenticare che il centro della storia è la resistenza anticoloniale. Su queste basi, il saggio, mostra come lo spazio di Algeri sia frammentato in due (colonizzatori e colonizzati) e come la lotta sfrutti le caratteristiche topologiche della città
Key-concepts as gentrification and touristification – and many other correlated to them – have recently moved from the academic lexicon to the political and public one. At the same time, they "travelled" from places in which they have been coined – British and North American cities – to be used all around the world. This article discusses some issues about the application of those concepts in the European South; it then proposes a new usage, based on the concept of articulation, analytically more accurate and politically more vivid. ; info:eu-repo/semantics/publishedVersion
[Italiano]: L'idea e il materiale di questo libro sulla questione dell'agency negli studi africani derivano dal seminario di studi internazionale organizzato dal CeSAC (Centro Studi sull'Africa Contemporanea) dell'Università degli studi di Napoli "L'Orientale", presso la Scuola di Procida per l'Alta Formazione a ottobre 2019. Il tema è stato affrontato da diverse prospettive e approcci disciplinari agli studi africani nelle scienze umane e sociali. La prima parte del volume comprende nove capitoli basati su altrettante ricerche empiriche sul terreno nelle scienze politiche e sociali che affrontano la questione dell'agency attraverso le più svariate sfere di indagine quali migrazioni e studi urbani, pratiche religiose, lavoro informale, élite, analisi delle politiche pubbliche. La seconda parte invece consiste di sei capitoli che riguardano gli studi culturali, di genere e dei media, analizzando la versione culturalmente mediata dell'agency, che si ritrova in particolari pratiche e luoghi, così come negli interventi/azioni (auto)etnografici, teoretici e militanti. Il libro è il prodotto della collaborazione tra l'Università degli studi di Napoli "L'Orientale" (UNIOR) e la University of Johannesburg (UJ) ed è stato curato da Antonio Pezzano e Daniela Pioppi per il CeSAC-UNIOR e da Varona Sathiyah e Pier Paolo Frassinelli per il Dipartimento di Comunicazione e Media (UJ)./ [English]: The idea and material for this book on the question of agency in African studies came from an international workshop organised by the Centre for Contemporary African Studies (CeSAC), University of Naples "L'Orientale", held at the Scuola di Procida per l'Alta Formazione, in October 2019. The topic was tackled from different perspectives and approaches to African studies in the humanities and social sciences. The first part of the volume collects nine chapters based on nine empirical research in the field of social and political sciences with very diverse spheres of enquiry such as migration and urban studies, religious practices, ...
La ricerca verso forme di spostamento alternative al mezzo privato soprattutto per gli spostamenti urbani legati ad attività del tempo libero, nello scenario attuale, rappresenta un obiettivo comune a tutti i livelli amministrativi anche in ragione della necessità di rispondere ad indicazioni normative sul miglioramento della qualità dell'ambiente urbano. Le città, quindi, sono interessate da interventi finalizzati alla promozione di una modalità di spostamento che può essere definita dolce (lenta). Tali interventi presuppongono la messa in atto sia di politiche di gestione degli spostamenti sia di azioni sul sistema fisico urbano attraverso la realizzazione di appositi percorsi (pedonali, ciclabili o misti) atti a garantire opportuni livelli di sicurezza. La realizzazione di tali interventi, in molti casi, rappresenta un'occasione di riqualificazione di aree urbane centrali o periferiche restituite all'uso pubblico. L'articolo propone di esaminare alcuni casi significativi dove gli interventi finalizzati alla promozione della mobilità dolce hanno avuto una positiva incidenza sul miglioramento della qualità urbana. ; The paper examines some European cases referred to promotion of soft mobility as a new lifestyle oriented to improve benefits on environment and urban liveability. Soft mobility refers to human powered displacement (HPM) and represents a particular component of passenger traffic, it is particularly associated with pedestrian traffic, hiking, cycling as well as getting around on vehicle-type devices (such as inline skates, kick scooters, etc.). Promoting this kind of sustainable transport needs interventions both on physical and functional system. On one hand cities have to provide specific attractive, safe and integrated facilities whose realization could be an opportunity of urban requalification; on the other hand they have to dispose political actions to improve soft mobility use. European context is characterized by high disparity among countries in the use of soft mobility applied to urban displacement in spite of a prolific production of laws and roles referred to the emergency of adopting new ways of moving to minimize negatives impacts generated by car dependence also in urban short distance. The use of soft mobility for short displacement especially referred to leisure and tourism activities could represent an occasion both to promote special measures to create better condition in urban life and to improve integration between territorial transformation and mobility management achieving higher level of urban quality life. The cases shown in this paper underline that promotion of soft mobility affect both territorial and urban level giving a chance toward new ways of enjoying urban and territorial resources.
La ricerca verso forme di spostamento alternative al mezzo privato soprattutto per gli spostamenti urbani legati ad attività del tempo libero, nello scenario attuale, rappresenta un obiettivo comune a tutti i livelli amministrativi anche in ragione della necessità di rispondere ad indicazioni normative sul miglioramento della qualità dell'ambiente urbano. Le città, quindi, sono interessate da interventi finalizzati alla promozione di una modalità di spostamento che può essere definita dolce (lenta). Tali interventi presuppongono la messa in atto sia di politiche di gestione degli spostamenti sia di azioni sul sistema fisico urbano attraverso la realizzazione di appositi percorsi (pedonali, ciclabili o misti) atti a garantire opportuni livelli di sicurezza. La realizzazione di tali interventi, in molti casi, rappresenta un'occasione di riqualificazione di aree urbane centrali o periferiche restituite all'uso pubblico. L'articolo propone di esaminare alcuni casi significativi dove gli interventi finalizzati alla promozione della mobilità dolce hanno avuto una positiva incidenza sul miglioramento della qualità urbana. ; The paper examines some European cases referred to promotion of soft mobility as a new lifestyle oriented to improve benefits on environment and urban liveability. Soft mobility refers to human powered displacement (HPM) and represents a particular component of passenger traffic, it is particularly associated with pedestrian traffic, hiking, cycling as well as getting around on vehicle-type devices (such as inline skates, kick scooters, etc.). Promoting this kind of sustainable transport needs interventions both on physical and functional system. On one hand cities have to provide specific attractive, safe and integrated facilities whose realization could be an opportunity of urban requalification; on the other hand they have to dispose political actions to improve soft mobility use. European context is characterized by high disparity among countries in the use of soft mobility applied to urban displacement in spite of a prolific production of laws and roles referred to the emergency of adopting new ways of moving to minimize negatives impacts generated by car dependence also in urban short distance. The use of soft mobility for short displacement especially referred to leisure and tourism activities could represent an occasion both to promote special measures to create better condition in urban life and to improve integration between territorial transformation and mobility management achieving higher level of urban quality life. The cases shown in this paper underline that promotion of soft mobility affect both territorial and urban level giving a chance toward new ways of enjoying urban and territorial resources.
Dottorato di ricerca in Memoria e materia delle opere d'arte attraverso i processi di produzione, storicizzazione, conservazione, musealizzazione ; Il lavoro di ricerca, condotto in un intreccio serrato tra teoria e prassi che si è voluto evidenziare fin dalla scelta del titolo, si rivolge al complesso ed ampio fenomeno della Public art nell'intento di precisarne i contorni all'interno del più ampio orizzonte dell'arte contemporanea degli ultimi due decenni, di cui costituisce uno dei fenomeni maggiormente vitali. Le contemporanee forme artistiche, con l'inclusione di interventi che vedono in essere pratiche che esulano dai tradizionali spazi deputati, si sono fatte contaminazione, abbandonando quel solipsismo che per troppo tempo l'arte si è tenuta addosso. I confini tra spazio pubblico, vita quotidiana e fare artistico sono divenuti sempre più labili, infranti dal superamento dell'idea di arte come 'separazione', con conseguenti cambiamenti in atto che hanno portato l'arte a legarsi sempre di più al concetto di riqualificazione urbana. Essa ha così cercato di riciclare quel "terzo paesaggio"1 fatto di vuoti urbani privi di identità, costituendo supporto e corollario per investitori pubblici e privati o per semplici cittadini, che si sono ritrovati ad operare in periferie e luoghi dismessi, di colpo divenuti occasione storica di trasformazione concreta2. In questa sede è stata quindi lasciata da parte l'arte pubblica nella sua accezione più glamour, di arte da collocare in spazi sviluppati e già profondamente connotati (arte pubblica come dispositivo di carattere estetico) considerandola nella sua valenza sociale, etica, di arte relazionale che viaggia nel sommerso, pratica i territori della residualità, gli interstizi, si muove lungo i limiti, allontanandola da quella dimensione estetica che la riporterebbe nell'ambito dell'urban forniture e del monumento. Partendo da una riflessione su come sia cambiata la città (indefinibile e impraticabile metafora del tempo presente), si constata che la diffusione dell'arte pubblica, con le sue pratiche site specific, sia andata di pari passo con la perdita di senso e di segno del territorio e del palinsesto città. In questo contesto l'arte non solo è processo, ma innesca processi in luoghi altri, irrituali, dai centri storici alla periferia fino agli spazi interstiziali (quelli abbandonati, dimenticati, desolati) e l'artista produce oper-azioni tra estetica ed etica, mentre il pubblico non solo è partecipe, ma perfino coautore di tali processi. Contemporaneamente, con uno sguardo storico, viene ripercorsa l'evoluzione del significato di Public Art dagli anni '70 ad oggi, restituendone tutta la complessità attraverso un'analisi del pensiero critico espresso da autori internazionali di tante e diverse discipline (dalla sociologia, alla geografia, all'urbanistica, all'architettura, alla legislazione) interconnesse a questo particolare fenomeno artistico. Dopo aver colto le dimensioni in cui l'arte pubblica si manifesta, l'indagine si concentra sulla dimensione etico-sociale di rigenerazione urbana della Public Art, sia attraverso una riflessione sul ruolo dell'arte in questo 1 G. Clement, Il manifesto del Terzo paesaggio, Quodlibet, Macerata 2005. 2 Cfr. V. Gregotti, Editoriale, "Rassegna", 42, 1990, numero monografico su "I territori abbandonati". contesto, sia attraverso un serrato confronto tra alcuni casi studio europei (in Italia, Germania, Olanda, Svezia, Francia, Inghilterra, Spagna, Danimarca), casi che restituiscono un panorama diversificato, ma per certi versi attraversato da linee comuni. Dopo aver dato conto di quella legislazione che regola la commissione di un'opera d'arte pubblica a livello italiano ed europeo, messa a confronto con disposizioni e regolamenti statunitensi, il lavoro si conclude con significative interviste ad artisti e ad addetti ai lavori. ; Public art. Theories and practice, between critical analysis and urban regeneration. European case studies. The research, that mingles both theory and practice, as the title itself underlines, deals with the wide and complex phenomenon of Public art in order to define its boundaries within the wider horizon of contemporary art (of which it is one of the most vital phenomena), during the last two decades. The contemporary forms of art, with actions that go beyond the traditional delegated spaces, have abandoned the solipsism that has characterized art for a long time. The boundaries between public space, daily life and art have become increasingly fragile, overtaking the concept of art as "separation", and creating new stronger connections between art and urban re-qualification. The idea of "third landscape"1, made of empty urban spaces with no identity, has been recycled and became the support for public and private investors to operate in suburbs and dismissed areas that offered a chance for a tangible transformation2. Thus the glamorous connotation of public art (art as an aesthetic device) has been put aside to enhance its social value, its ethic and its capability to move along the boarders and the interstices, far from the concepts of urban furniture and monument. Starting with considerations about the changes in the city (seen as a metaphor of the present), it is observed that the diffusion of public art, with its site-specific practices, has followed the loss of meaning of the territory and the city scene. In this context art is not just process itself, but it activates different processes in diverse and non-ritual places, from the inner city to the suburbs and desolated, abandoned and forgotten areas; the artist produces actions between aesthetics and ethics and the public is not only participating, but even the coauthor of such processes. At the same time, the evolution of Public art meaning is investigated through an historical overview from the Seventies until nowadays, through an analysis of the critical thought expressed by international authors involved in several disciplines (from sociology to geography, architecture, city planning, legislation) connected to this particular art phenomenon. After describing the dimensions in which public art reveals itself, the research focuses on the ethical-social aspects of urban regeneration of public art, both reflecting on the art's role in this context, and through a dense debate between different European case studies (in Italy, Germany, Holland, Sweden, France, England, Spain, Denmark). Analyses about the legislation that governs the commission of public artworks in Italy and Europe have been also carried out, comparing them with American regulations and dispositions; the project ends with significant interviews to artists and experts of the field. 1 G. Clement, Il manifesto del Terzo paesaggio, Quodlibet, Macerata 2005. 2 Cfr. V. Gregotti, Editoriale, "Rassegna", 42, 1990, numero monografico su "I territori abbandonati".
More than fifteen years after the introduction of direct election, the mayors are still the most popular politicians in Italy. The personal relationship set up with the citizens and the strengthening of the city councils has restored energy and stability to the action of the municipal administrations. Nevertheless, these institutional reforms, while important, have failed to guarantee good government. The effects of the mayoral reform are, in fact, considerably different from one city to another, and from one type of policy to another. What does this variety of results derive from? The book provides an answer to this question through an investigation of the decisional processes of around a hundred "local collective assets" in six large metropolitan cities. To explain the different outcomes – in addition to the "council effect", that is, the relevance of policy, and the "sector effect", the relevance of the different decisional milieus – the authors also underscore the role of the "governance effect", namely the different approaches to decision-making and building consensus on urban policies.