Politica e religione nell'età della forma- zione degli Stati Uniti d'America
In: Classici sulla libertà religosa 5
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In: Classici sulla libertà religosa 5
In: Gli specchi della memoria
In: Saggi., Storia filosofia e scienze sociali
L'Autrice ricorda il dibattito che ha interessato la dottrina costituzionalistica sull'esistenza di un processo costituzionale, mettendo in luce come la tenuta delle regole processuali influisca sulla posi- zione della Corte costituzionale nell'ordinamento; quindi, alla luce della più recente giurisprudenza, si interroga sulla prevalenza, oggi, dell'anima giurisdizionale o politica della Corte.
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L'attuale crisi economico-finanziaria non allenta la morsa sul mondo occiden-tale e in particolare in Europa. I suoi effetti negativi non accennano a mitigarsi: la crescita economica è sempre più flebile, se non negativa, e mette a dura prova la stabilità finanziaria degli stati. Ciò ha inevitabilmente deviato l'atten-zione dell'opinione pubblica su temi economici in senso stretto: Pil, occupa-zione, prestazioni dello stato sociale, e su altri problemi di natura materialista. In questo quadro, era abbastanza prevedibile che l'immigrazione vedesse scal-fita la propria salienza nell'arena politica ed elettorale e i dati forniti da son-daggi (Eurobarometro, 2012a) che hanno sondato le preoccupazioni dell'opi-nione pubblica europea confermano questa tendenza. Di lì, ci si attendeva an-che una riduzione nelle prestazioni elettorali dei partiti appartenenti all'area della cosiddetta destra populista, radicale o estrema , che per lungo tempo hanno tratto linfa vitale dall'ostilità di una parte degli elettori verso gli immigrati extraeuropei. Lo stesso corpo ideologico di queste forze politiche si è sviluppato perlopiù attorno a concetti quali nativismo e xenofobia. Tale aspet-tativa si è rivelata esatta solo in parte: le recenti elezioni in Francia e Grecia hanno smentito il declino della destra, rilanciandone anzi l'importanza nel si-stema dei partiti in entrambi i paesi ed evidenziando come essa sia in grado di rappresentare un punto di attrazione per tutti i cosiddetti "losers" della globa-lizzazione, mentre in Olanda la destra anti-islamica ha effettivamente registrato un pesante arretramento alle urne. In Francia la vittoria è andata ai socialisti, in Grecia si è formato un governo di grande coalizione guidato dal maggior partito di centrodestra, mentre nei Paesi Bassi le trattative fra i partiti potrebbero portare una coalizione di maggioranza fra liberali e laburisti con alcune forze minori.
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Questo volume è l'esito di un lungo lavoro di indagine sul concetto di ordine in età moderna. Vengono ricostruiti specifici momenti e espressioni della ricerca inesausta di un principio d'ordine che hanno caratterizzato l'età classica del libe-ralismo trionfante così come caratterizzano in modi diversi l'odierno programma neoliberale. Il pensiero dell'ordine emerge in modi diversi e contraddittori in filosofi come Hume e Hegel, così come viene contestato dalla critica femminista al patriarcato o viene riformulato da Gramsci. Esso rivela comunque tutta la sua forza materiale nell'organizzazione della produzione industriale, nella pianifica-zione della citta e della società, nella costruzione dell'ordine politico e sociale in Italia e negli Stati Uniti e riemerge potentemente, non da ultimo, nell'analisi della società postindustriale con la sua organizzazione logistica e cibernetica.
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l. Premessa. Evoluzione del concetto di disavanzo. - 2. Le dimensioni del disavanzo. - 3. Cassa o competenza: effetti sulla domanda globale. 4. Gli effetti provocati dalle spese. - 5. Un altro tipo di bilancio: il bilancio del reddito nazionale. - 6. Il significato economico dei tre bilanci. 7. Concetti di disavanzo secondo la vecchia classificazione del bilancio dello Stato. - 8. La riforma Curti. - 9. I documenti contabili ed i vari concetti di disavanzo. - 10. Il disavanzo di cassa ed il disavanzo del Tesoro. 11. Il disavanzo globale della Pubblica Amministrazione. - 12. Classifica· zione di bilancio per la politica fiscale e monetaria. - 13. Le classifica· zioni utili per la politica fiscale. - 14. Il disavanzo di politica monetaria ed il suo finanziamento. - 15. Insufficienza dei concetti di avanzo e disa· vanzo. Necessità di un collegamento con la bilancia dei pagamenti.
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Le ripetute vittorie elettorali di Tony Blair, il suo impegno per la mo- dernizzazione e l'innovazione della politica, il tentativo di delineare una "Terza Via" fra la sinistra e la destra, avevano naturalmente suscitato atten- zione e spesso un'aperta simpatia fra i diversi studiosi e giornalisti che si auguravano un analogo rinnovamento anche per la sinistra italiana. Gli effetti concreti del neolaburismo sul sistema politico italiano sono stati, però, per molto tempo quasi inesistenti. L'avvento del governo Renzi ha in parte cambiato le cose. Il capitolo ricostruisce l'influenza del New Labour sul sistema politico italiano, sia a sinistra che a destra. Esso inoltre discute gli aspetti teorici e metodologici più importanti della sociologia politica di Faucher e Le Galès, mettendo in luce l'importanza di una lettura sociologica del rapporto fra azione di governo e cambiamento sociale.
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Le ripetute vittorie elettorali di Tony Blair, il suo impegno per la mo- dernizzazione e l'innovazione della politica, il tentativo di delineare una "Terza Via" fra la sinistra e la destra, avevano naturalmente suscitato atten- zione e spesso un'aperta simpatia fra i diversi studiosi e giornalisti che si auguravano un analogo rinnovamento anche per la sinistra italiana. Gli effetti concreti del neolaburismo sul sistema politico italiano sono stati, però, per molto tempo quasi inesistenti. L'avvento del governo Renzi ha in parte cambiato le cose. Il capitolo ricostruisce l'influenza del New Labour sul sistema politico italiano, sia a sinistra che a destra. Esso inoltre discute gli aspetti teorici e metodologici più importanti della sociologia politica di Faucher e Le Galès, mettendo in luce l'importanza di una lettura sociologica del rapporto fra azione di governo e cambiamento sociale.
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Il pensiero femminista èparte costitutiva del pensiero politico e della sua storia. Esso è sia metodo di indagine, presadi parola e di parte sul mondo erivendicazione della centralità politica delle donne,sia critica paradossale del pen-siero politico e filosofico moderno. In quanto obiezione imprevista, il discorso femminista tende costantemente i con-fini del canone della politica e produce teoria politica, imponendola ridefinizione delle categorie usate per interpre-tare il presente e il passato. Attraversando sei secoli di storia, dalla riappropriazione della tradizione nel XV secolo fino alla tensionecon il neoliberalismo nel XX secolo, il discorso protofemminista e femminista costituiscenel tempo una costante interruzione del monologo della civiltà patriarcale occidentale, mostrando la sua centralitànella produ-zione, nella crisi e nella ridefinizione dell'ordine politico e socialee dimostrando pertanto di essere una fonte impre-scindibile per la storia delle dottrine politiche.
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Questo articolo si divide in due parti. Nella prima viene affrontata la questione dell'influenza politica e del suo rapporto con la stabilità occupazionale nel pubbli-co impiego. A conclusione di questa prima parte vengono proposte alcune tesi sulle cause politiche, burocratiche, economiche e organizzative che spiegano il fenome-no dell'instabilità nel settore pubblico. Nella seconda parte viene illustrata la situa-zione occupazionale dell'amministrazione pubblica albanese che viene analizzata e interpretata alla luce delle tesi proposte. Ciò che emerge da questo studio è che i politici albanesi tendono a usare la stabilità del personale per orientare l'azione amministrativa, regolare le prestazioni burocratiche e gestire il consenso elettorale. Meno influenti sembrano essere, invece, le cause di instabilità di origine economi-ca e organizzativa. L'autore conclude lo studio proponendo una via di uscita dal problema dell'instabilità occupazionale in una prospettiva di modernizzazione dell'amministrazione albanese.
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Diversi sono e saranno i protagonisti nell'ambito del traspor¬to sostenibile (pubblico e privato): la politica e le istituzioni con le con¬seguenti normative, gli utenti-consumatori, le multinazionali dei com¬bustibili, le case costruttrici di autoveicoli e la ricerca che dovrà trovare e proporre soluzioni alternative, dai propulsori dalle emissioni con un impatto ambientale sempre minore, alle materie prime per i carburanti ricavate da fonti rinnovabili. La normativa europea in materia di mobilità sostenibile è piuttosto estesa. Vige un principio di sussidiarietà che delega agli stati membri l'ado-zione di norme in materia di trasporti urbani. Di conseguenza, le diret¬tive si focalizzano principalmente sul miglioramento della qualità dei combustibili, sulla differenziazione delle fonti energetiche usate nel campo dei trasporti, sul miglioramento degli standard emissivi e sulla promozione di buone pratiche. Altro obiettivo da conseguire è la sicurezza e, sebbene l'Unione Europea sia impegnata ad incrementarla relativamente per tutti i modi di traspor¬to, essa continua a rappresentare una delle problematiche più rilevanti.
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Per lungo tempo, il cosiddetto Triennio democratico in Italia (1796-1799) è stato letto alla luce della categoria di «rivolu- zione passiva». Solamente l'arrivo in Italia dell'Armée d'Italie del generale Bonaparte aveva infranto l'ordine di antico regime e im- posto governi repubblicani. Sulla scorta di una nuova lettura della documentazione di archivio, il saggio intende porre in evidenza l'attivismo dei patrioti italiani per conquistare uno spazio politico originale e guadagnare un consenso diffuso. L'associazionismo politico diviene in tal modo una chiave privilegiata per compren- dere le forme e i modi dell'azione politica del movimento demo- cratico in vista dell'unità nazionale. La Società popolare di Milano, le Società di pubblica istruzione che costellarono la Repubblica Cisalpina e l'area veneta (1796-1797) furono uno strumento ec- cezionale di educazione civica e di apprendistato politico per una popolazione tradizionalmente tenuta fuori dalla discussione poli- tica. Le Società promuovevano una «istruzione rivoluzionaria», esortavano uomini e donne a partecipare al processo decisionale e proprio per questo furono represse dai francesi e dal governo cisalpino. Solo successivamente, venne autorizzata l'apertura di Circoli costituzionali e già nel nome scelto potevano leggersi i limiti dell'azione concessa ai democratici italiani.
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Il paper intende analizzare e discutere alcuni esiti dei processi di valorizzazione del patrimonio storico-artistico che, nel contesto della crescita senza precedenti dell'economia turistica - sempre più elemento trainante dell'economia delle città - rischia di mettere in secondo piano tanto le necessità conservative e di tutela dell'heritage stesso quanto le condizioni di vivibilità e sostenibilità sociale dell'organismo urbano. L'industria turistica, infatti, se da un lato si pone come alternativa economica per territori investiti da rilevanti processi di de-industrializzazione, si profila sempre più come un dispositivo economico e sociale in grado di ricodificare profondamente i luoghi su cui si installa, plasman- done non solo l'immagine, ma le stesse coordinate socio-spaziali. Nel quadro di un'interpretazione complessiva del- l'economia turistica come dispositivo estrattivo, vale a dire come un dispositivo in grado di catturare e privatizzare il valore sedimentato in uno stock di risorse comuni, si tenterà di mostrare come la sua continua espansione, a cui le politiche di valorizzazione del patrimonio sono sempre più indissolubilmente collegate, rischi di generare rilevanti effetti di mercificazione del tessuto urbano, che possono tradursi in alcuni casi in processi di espulsione della popola- zione e di trasformazione delle città in veri e propri parchi tematici al servizio della monocoltura turistica.
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