L' Italia in Europa: le politiche dei trasporti per rimanere in rete
In: Trasporti, mobilità, sviluppo
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In: Trasporti, mobilità, sviluppo
Il paper si pone l'obiettivo di analizzare le continue evoluzioni della normativa nazionale in tema di portualità a partire dalla prima riforma del 1994 sino ai decreti ministeriali adottati nel 2016 e 2017 e di valutare gli effetti sui trend dei traffici nel settore delle rinfuse solide, nei traffici containerizzati e nel mercato Ro/Ro per sviluppare una prima risposta alla domanda se e come il modello di governance abbia influito sulle performance delle tre filiere marittimo portuali nei principali porti del Sud Italia. Il contributo è volto ad offrire alcune considerazioni di contesto istituzionale e di governance a supporto della pianificazione dello sviluppo delle realtà portuali del Sud Italia inserite nel Programma Operativo Nazionale Infrastrutture e Reti 2014/2020, cioè il principale strumento finalizzato a garantire uno sviluppo competitivo dei territori delle regioni meno sviluppate del Mezzogiorno e a rafforzare la coesione economica, sociale e territoriale L'approfondimento è suddiviso in cinque fasi principali. 1. Approfondimento degli elementi salienti del modello di governance pre-esistente e le innovazioni specifiche introdotte in modo graduale nel corso degli anni dal legislatore sino alla riforma completata nel 2017; 2. Valutazione degli specifici strumenti a disposizione delle Autorità di Sistema Portuale per lo sviluppo dell'intermodalità e della logistica per incrementar ei traffici portuali; 3. Analisi e valutazione dei trend dei traffici nei porti del Sud Italia nei mercati delle rinfuse solide, dei traffici containerizzati e del segmento Ro/Ro dal 2000 al 2017; 4. Analisi di benchmark dei trend nei porti comparabili per contesto di mercato nel Mediterraneo Centrale e Occidentale; 5. Una prima valutazione delle relazioni fra evoluzioni dei traffici nei porti del Sud Italia e modelli di governance. In particolare l'analisi prende in considerazione gli strumenti messi a disposizione dal legislatore sin dal 1997 per lo sviluppo di sistemi integrati ed intermodali a supporto dello sviluppo dei traffici portuali, attraverso sia una disamina dell'evoluzione normativa di questi strumenti, avvenuta con l'approvazione di specifici decreti ministeriali, sia un confronto con quanto sviluppato dalle best practices della portualità nazionale. Le analisi di benchmark qualitative e quantitative hanno messo ben in evidenzia una mancata capacità da parte delle Autorità Portuali sino al 31 Dicembre 2016 e successivamente dalle Autorità di Sistema Portuale del Sud Italia di cogliere appieno le potenzialità degli strumenti legislativi e come questo abbia portato la portualità meridionale ad una lenta e costante marginalizzazione rispetto ai flussi internazionali dei traffici container e di rinfuse solide. Al contrario, nel caso della filiera logistica basata sui traffici Ro/Ro, dove i modelli organizzativi e le tecnologie sono più semplici e i soggetti decisionali sono un numero molto ristretto, si ha un trend di sviluppo, sebbene inferiore alla media nazionale.Una visione eccessivamente localistica del ruolo del porto da parte dei soggetti chiamati alla pianificazione e lo sviluppo della portualità ha contribuito a questo risultato che è largamente al di sotto dei trend generali. Il lavoro si conclude con una serie di considerazioni rispetto alla concentrazione degli sforzi di pianificazione e di programmazione all'interno del PON infrastrutture e Reti 2014-2020 basata sul modello di Aree Logistiche Integrate, in quanto appare particolarmente opportuna per cercare di invertire il trend negativo dei principali segmenti di mercato della portualità meridionale.
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Il paper è volto ad offrire alcune considerazioni di contesto istituzionale e di governance a supporto della pianificazione dello sviluppo delle realtà portuali del Sud Italia inserite nel Programma Operativo Nazionale Infrastrutture e Reti 2014/2020, cioè il principale strumento di rafforzamento infrastrutturale finalizzato a garantire uno sviluppo competitivo dei territori delle regioni meno sviluppate del Mezzogiorno e a rafforzare la coesione economica, sociale e territoriale. Le analisi e le valutazioni si sono basate su una serie di approfondimenti relativi sia agli andamenti dei traffici dei diversi contesti portuali sia agli strumenti di governance utilizzati dalle Autorità di Sistema Portuale (AdSP) al fine dell'estensione dei bacini di mercato di riferimento dei singoli porti, alla diversificazione dei mercati target e all'incremento dell'efficienza delle operazioni marittimo-portuali. In particolare, il focus del paper tiene in considerazione il nuovo quadro normativo derivante dalla riforma portuale del 2016, ma soprattutto i due strumenti legislativi studiati appositamente per le regioni del Sud Italia e per le Isole: le Aree Logistiche Integrate (ALI) e le Zone Economiche Speciali (ZES). Questi due strumenti di governance hanno l'obiettivo di valorizzare la filiera marittimo portuale per una maggior competitività del sistema economico del Sud Italia, all'interno di un progetto nazionale condiviso e di lungo periodo, e catalizzare gli investimenti privati nelle aree portuali attraverso incentivi fiscali, semplificazioni amministrative e nuove modalità di coordinamento delle relazioni con la retroportualità. L'analisi si chiude con alcune riflessioni di scenario di medio lungo periodo, in un contesto in cui sono previste importanti modifiche del quadro degli operatori nei principali mercati, tenendo conto del ruolo delle alleanze fra compagnie marittime, rapido sviluppo del gigantismo navale, partecipazione di fondi di investimento internazionali allo sviluppo dei terminal portuali e intensificazione della concorrenza portuale dovuta a iniziative di natura geopolitica (fra cui la Belt and Road Initiative), che potrebbero portare ad una ulteriore marginalizzazione della portualità del Sud Italia.
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L'obiettivo del paper è quello di permettere una valutazione sistemica degli strumenti di governance dei corridoi transalpini inseriti nelle reti di trasporto trans europee (TEN-T), evidenziando le relazioni che intercorrono tra gli specifici sistemi di pre-funding, finanziamento e tariffazione e le più ampie politiche dei trasporti e dell'ambiente attivate anche durante la fase di messa a regime e gestione delle infrastrutture. L'analisi si avvale di una matrice di valutazione che tiene conto degli effetti di politica economica ampia oltreché degli impatti trasportistici e delle conseguenze in termini di governance, soffermandosi sull'esame di meccanismi di competizione verticale e orizzontale delle scelte degli enti pubblici coinvolti dai corridoi TEN-T. I casi studio relativi alla Nuova Linea Torino-Lione fra Italia e Francia, della direttrice del Gottardo in Svizzera e del corridoio del Brennero fra Italia e Austria, permettono di comprendere l'ampia valenza di politica economica che sottende queste scelte e come le iniziative attivate da parte dell'Unione Europea sui temi del finanziamento e sulla governance possono offrire spunti di efficientamento dal punto di vista economico.
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