ITALIANO: Il volume analizza il corpo dei re di Sicilia concentrandosi sul valore performativo della sua dimensione fisica e materiale. Nello specifico, vengono indagati due determinati casi di studio: la narrazione del corpo di Federico III d'Aragona (1296-1337) nelle cronache del tempo e la raffigurazione del corpo di Roberto d'Angiò (1309-1343) nei suoi ritratti. L'intento è quello di verificare se tali re, nelle loro quotidiane attività di governo, fecero espressamente ricorso a una messa in scena teatralizzata del loro corpo reale o raffigurato. In altre parole, se volutamente, consapevolmente e studiatamente adottarono determinate caratteristiche fisiche al fine di trasmettere uno specifico messaggio di legittimazione e di rafforzamento dell'autorità regia, allo scopo di stimolare nei sudditi il consenso. / ENGLISH: This work analyses the royal body of the kings of Sicily focusing on the performative value of its physical and material dimension. Specifically, two case studies are investigated: the narration of Frederick III of Aragon (1296-1337)'s body in the contemporary chronicles and the depiction of Roberto of Anjou (1309-1343)'s body in his portraits. The aim is to verify if these kings, in their daily government activities, made explicitly use of a theatricalized staging of their real or depicted body. In other words, if they adopted in a deliberated, conscious, and studied way specific physical features with the purpose of spreading a message of legitimation and strengthening of the royal authority and in order to stimulate in their subjects the consent toward the Crown.
[Italiano]: Il volume analizza il corpo dei re di Sicilia concentrandosi sul valore performativo della sua dimensione fisica e materiale. Nello specifico, vengono indagati due determinati casi di studio: la narrazione del corpo di Federico III d'Aragona (1296-1337) nelle cronache del tempo e la raffigurazione del corpo di Roberto d'Angiò (1309-1343) nei suoi ritratti. L'intento è quello di verificare se tali re, nelle loro quotidiane attività di governo, fecero espressamente ricorso a una messa in scena teatralizzata del loro corpo reale o raffigurato. In altre parole, se volutamente, consapevolmente e studiatamente adottarono determinate caratteristiche fisiche al fine di trasmettere uno specifico messaggio di legittimazione e di rafforzamento dell'autorità regia, allo scopo di stimolare nei sudditi il consenso ./[English]: This work analyses the royal body of the kings of Sicily focusing on the performative value of its physical and material dimension. Specifically, two case studies are investigated: the narration of Frederick III of Aragon (1296-1337)'s body in the contemporary chronicles and the depiction of Roberto of Anjou (1309-1343)'s body in his portraits. The aim is to verify if these kings, in their daily government activities, made explicitly use of a theatricalized staging of their real or depicted body. In other words, if they adopted in a deliberated, conscious, and studied way specific physical features with the purpose of spreading a message of legitimation and strengthening of the royal authority and in order to stimulate in their subjects the consent toward the Crown.
Il presente contributo intende analizzare il significato iconografico della famosa pala d'altare di Simone Martini 'San Ludovico di Tolosa incorona re Roberto d'Angiò' (1317-1319), attualmente conservata al Museo di Capodimonte di Napoli. La storiografia ha generalmente interpretato la sua scena principale come la raffigurazione della rinuncia di Ludovico al titolo regio e la conseguente incoronazione di Roberto a re di Napoli. In particolare, il manufatto è stato considerato come il frutto di una vera e propria strategia di comunicazione politica messa in scena dal re di Napoli al fine di legittimare la sua contestata successione al trono. Al contrario, partendo da una lettura che inquadri la pala all'interno del suo contesto di utilizzo e di fruizione e che ponga l'accento sulla sua specifica funzione, il presente testo propone di interpretare il messaggio di questa opera d'arte in relazione al ruolo di intercessore presso Dio a favore dell'anima dei membri della casata d'Angiò attribuito a San Ludovico. In tal senso, essa rappresenterebbe, in una chiave prettamente religiosa, Roberto d'Angiò morto mentre sta ricevendo la corona della vita eterna nel Regno dei Cieli. ; This paper aims to analyse the iconographic meaning of the renowned Simone Martini's altarpiece 'Saint Louis of Toulouse crowns king Robert of Anjou' (1317-1319), currently preserved in the Museo di Capodimonte in Naples. Historiography has generally interpreted its main scene as a representation of Louis's abdication to the royal title and the consequent Robert's coronation as King of Naples. In particular, this artifact has been considered the result of a real political communication strategy staged by the King of Naples in order to legitimize his disputed succession to the throne. Conversely, following an interpretation that frames the altarpiece in its context of use and fruition and puts emphasis on its specific function, this text proposes to interpret the meaning of this artwork in connection with the role of intercessor with God in favor of the souls of the members of the Angevin house attributed to Saint Louis. In this direction, it represents, in a purely religious meaning, Robert of Anjou dead while he is receiving the crown of the Eternal Life in the Kingdom of Heaven.
This paper proposes a new methodological approach to analyse functions and meanings of the iconographic theme of the king's divine coronation in the kingdom of Sicily. The achieved results lead to a new prospective on royal sacrality. ; Il presente saggio propone un nuovo approccio metodologico nell'analisi delle funzioni e dei significati del tema iconografico dell'incoronazione divina del re nel regno di Sicilia. I risultati conseguiti conducono ad una nuova prospettiva sulla sacralità regia.
ITALIANO: Seguendo gli studi di Percy Ernst Schramm sulla Staatssymbolik, gli storici hanno in genere considerato i ritratti regi medievali come immagini in grado di riflettere le concezioni del potere e le ideologie politiche medievali e che possono legittimare l'autorità regia e rafforzare l'ammirazione verso il sovrano. Questa interpretazione ha anche avuto un impatto cruciale sull'analisi delle ideologie monarchiche e della sacralità regia durante il Medioevo. Tuttavia, le recenti ricerche approntate in Germania sulla prassi sociale della Memoria hanno aperto a nuove prospettive creando un attivo dibattito storiografico sulla funzione sociale e sul significato dei ritratti regi all'interno dei contesti liturgici durante il Medioevo (funzione politica/propagandistica vs funzione religiosa/devozionale). Questo libro mira a stimolare questo dibattito analizzando funzioni e messaggi delle immagini regie caratterizzate da figure e simboli sacri e da un contesto religioso e liturgico nel regno di Sicilia (1130-1189). Nello specifico esso investiga tre ritratti regi: San Nicola benedice Ruggero II nella Basilica di San Nicola a Bari; Cristo incorona Ruggero II nella Chiesa di Santa Maria dell'Ammiraglio a Palermo; e Cristo incorona Guglielmo II nella Cattedrale di Monreale. Andando oltre i tradizionali approcci metodologici, la sua esegesi evita un'analisi, per così dire, a 'senso unico' nella quale l'opera d'arte è esaminata in maniera 'autonoma' rispetto al suo contesto storico, politico e funzionale. Inoltre, esso studia il ritratto regio come parte di una più ampia strategia di comunicazione che punta a mettere in scena la figura monarchica comparando le fonti iconografiche con le informazioni fornite dalle testimonianze scritte relative alla regalità monarchica ufficiale. Questa nuova analisi dei ritratti regi normanni di contesto religioso e liturgico porta a originali prospettive e usa nuovi spunti per riformulare le idee tradizionalmente possedute dalla storiografia a questo riguardo e relativamente alle ideologie politiche e alla sacralità regia normanna. / ENGLISH: Following Percy Ernst Schramm's studies on Staatssymbolik, historians have in general considered medieval royal portraits as images mirroring medieval notions of power and political ideology that can legitimate power and strengthen admiration of the king. This interpretation has also had a crucial impact on the analysis of monarchic ideologies and sacral kingship during the Middle Ages. However, the research prompted in Germany on the social praxis of Memoria has opened up new perspectives, by creating an active historiographical debate about the social function and meaning of royal portraits in the liturgical context during the Middle Ages (political/propagandistic vs religious/devotional). This book aims to foster this debate by analysing the functions and meanings of monarchic pictures characterized by sacral figures and symbols and religious and liturgical contexts in the Norman kingdom of Sicily (1130-1189). In the specific, it investigates three royal portraits: St. Nikolas blesses Roger II in the Basilica of St. Nikolas in Bari; Christ crows Roger II in the Church of St. Mary of the Admiral in Palermo; and Christ crowns William II in the Cathedral of Monreale. By going beyond traditional methodological tactics, its exegesis avoids a 'one-way' approach in which artwork is analysed in an 'autonomous' manner that extrapolates it from its historical, political and functional context. Moreover, it studies royal portraiture as part of a wider communicative strategy to create a mise-en-scène around the monarchic figure by comparing the iconographic sources and the information provided by written evidence regarding the monarch's official kingship. This new analysis of the Norman royal portraits in the religious and liturgical context leads to original perspectives and uses new cues to reformulate the traditional ideas held by historiography in this regard and on political ideologies and royal sacrality.
Seguendo gli studi di Percy Ernst Schramm sulla Staatssymbolik, gli storici hanno in genere considerato i ritratti regi medievali come immagini in grado di riflettere le concezioni del potere e le ideologie politiche medievali e che possono legittimare l'autorità regia e rafforzare l'ammirazione verso il sovrano. Questa interpretazione ha anche avuto un impatto cruciale sull'analisi delle ideologie monarchiche e della sacralità regia durante il Medioevo. Tuttavia, le recenti ricerche approntate in Germania sulla prassi sociale della Memoria hanno aperto a nuove prospettive creando un attivo dibattito storiografico sulla funzione sociale e sul significato dei ritratti regi all'interno dei contesti liturgici durante il Medioevo (funzione politica/propagandistica vs funzione religiosa/devozionale). Questo libro mira a stimolare questo dibattito analizzando funzioni e messaggi delle immagini regie caratterizzate da figure e simboli sacri e da un contesto religioso e liturgico nel regno di Sicilia (1130-1189). Nello specifico esso investiga tre ritratti regi: San Nicola benedice Ruggero II nella Basilica di San Nicola a Bari; Cristo incorona Ruggero II nella Chiesa di Santa Maria dell'Ammiraglio a Palermo; e Cristo incorona Guglielmo II nella Cattedrale di Monreale. Andando oltre i tradizionali approcci metodologici, la sua esegesi evita un'analisi, per così dire, a 'senso unico' nella quale l'opera d'arte è esaminata in maniera 'autonoma' rispetto al suo contesto storico, politico e funzionale. Inoltre, esso studia il ritratto regio come parte di una più ampia strategia di comunicazione che punta a mettere in scena la figura monarchica comparando le fonti iconografiche con le informazioni fornite dalle testimonianze scritte relative alla regalità monarchica ufficiale. Questa nuova analisi dei ritratti regi normanni di contesto religioso e liturgico porta a originali prospettive e usa nuovi spunti per riformulare le idee tradizionalmente possedute dalla storiografia a questo riguardo e relativamente alle ideologie politiche e alla sacralità regia normanna.
L'intento di questo articolo è quello di analizzare il significato ideologico e la funzione propagandistica delle principali caratteristiche iconografiche dei ritratti ufficiali dell'imperatore Federico II di Svevia in affreschi, sculture, monete e sigilli. Prima di tutto, per fare questo, si sono dovuti individuare gli aspetti fondamentali della suddetta iconografia relativa a Federico II. Dopo questo, il passo successivo è stato quello di provare a delineare quale messaggio politico si voleva propagandare attraverso di essi: un'idea, cioè, di legittimità e sacralità fondato sulla "renovatio" dell'Antico Impero Romano e sul valore sacro delle leggi. Un messaggio, quindi, alternativo a quello che era basato sul rito dell'incoronazione sostenuto dal papato. ; The aim of this article is to analyse the ideological significance and the propagandistic function of the main iconographic characteristics of the official portrayals of the Emperor Frederick II of Swabia on frescos, sculptures, coins and seals. First of all, in order to do this, the fundamental aspects of this iconography related to the Emperor Frederick had to be singled out. After that, the next step was to try to outline which political significance was meant to be propagandized through it: a message, that is, of legitimacy and sacredness founded on the "renovatio" of the ancient Roman Empire and upon the sacred value of the laws. An alternative message, therefore, to that which was based on the coronation rite advocated by the papacy.
[English]: Following Percy Ernst Schramm's studies on Staatssymbolik, historians have in general considered medieval royal portraits as images mirroring medieval notions of power and political ideology that can legitimate power and strengthen admiration of the king. This interpretation has also had a crucial impact on the analysis of monarchic ideologies and sacral kingship during the Middle Ages. However, the research prompted in Germany on the social praxis of Memoria has opened up new perspectives, by creating an active historiographical debate about the social function and meaning of royal portraits in the liturgical context during the Middle Ages (political/propagandistic vs religious/devotional). This book aims to foster this debate by analysing the functions and meanings of monarchic pictures characterized by sacral figures and symbols and religious and liturgical contexts in the Norman kingdom of Sicily (1130-1189). In the specific, it investigates three royal portraits: St. Nikolas blesses Roger II in the Basilica of St. Nikolas in Bari; Christ crows Roger II in the Church of St. Mary of the Admiral in Palermo; and Christ crowns William II in the Cathedral of Monreale. By going beyond traditional methodological tactics, its exegesis avoids a 'one-way' approach in which artwork is analysed in an 'autonomous' manner that extrapolates it from its historical, political and functional context. Moreover, it studies royal portraiture as part of a wider communicative strategy to create a mise-en-scène around the monarchic figure by comparing the iconographic sources and the information provided by written evidence regarding the monarch's official kingship. This new analysis of the Norman royal portraits in the religious and liturgical context leads to original perspectives and uses new cues to reformulate the traditional ideas held by historiography in this regard and on political ideologies and royal sacrality. [Italiano]: Seguendo gli studi di Percy Ernst Schramm sulla Staatssymbolik, gli storici hanno in genere considerato i ritratti regi medievali come immagini in grado di riflettere le concezioni del potere e le ideologie politiche medievali e che possono legittimare l'autorità regia e rafforzare l'ammirazione verso il sovrano. Questa interpretazione ha anche avuto un impatto cruciale sull'analisi delle ideologie monarchiche e della sacralità regia durante il Medioevo. Tuttavia, le recenti ricerche approntate in Germania sulla prassi sociale della Memoria hanno aperto a nuove prospettive creando un attivo dibattito storiografico sulla funzione sociale e sul significato dei ritratti regi all'interno dei contesti liturgici durante il Medioevo (funzione politica/propagandistica vs funzione religiosa/devozionale). Questo libro mira a stimolare questo dibattito analizzando funzioni e messaggi delle immagini regie caratterizzate da figure e simboli sacri e da un contesto religioso e liturgico nel regno di Sicilia (1130-1189). Nello specifico esso investiga tre ritratti regi: San Nicola benedice Ruggero II nella Basilica di San Nicola a Bari; Cristo incorona Ruggero II nella Chiesa di Santa Maria dell'Ammiraglio a Palermo; e Cristo incorona Guglielmo II nella Cattedrale di Monreale. Andando oltre i tradizionali approcci metodologici, la sua esegesi evita un'analisi, per così dire, a 'senso unico' nella quale l'opera d'arte è esaminata in maniera 'autonoma' rispetto al suo contesto storico, politico e funzionale. Inoltre, esso studia il ritratto regio come parte di una più ampia strategia di comunicazione che punta a mettere in scena la figura monarchica comparando le fonti iconografiche con le informazioni fornite dalle testimonianze scritte relative alla regalità monarchica ufficiale. Questa nuova analisi dei ritratti regi normanni di contesto religioso e liturgico porta a originali prospettive e usa nuovi spunti per riformulare le idee tradizionalmente possedute dalla storiografia a questo riguardo e relativamente alle ideologie politiche e alla sacralità regia normanna.
The book investigates, from different methodological viewpoints, the multiple ways in which medieval rulers in different areas of the Mediterranean constructed their outward appearance and communicated it by means of a variety of rituals, object-types, and media. ; Readership: This book is meant basically for an academic audience, but it could also be of relevance to a wider public interested in the following fields: medieval art and history, Mediterranean studies, and intercultural contacts in the Middle Ages.