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Materie prime e commercio estero dell'Albania alla vigilia del settimo quinquennio di Piano
In: Est-ovest: rivista di studi sull'integrazione europea, Band 12, Heft 3, S. 7-39
ISSN: 0046-256X
Per una storia economica del territorio di Bagni di Lucca nella seconda metà del Novecento
Il presente studio intende approfondire alcuni degli aspetti storico-economici del comune di Bagni di Lucca, cittadina termale della Media Valle del Serchio, non rinunciando ad offrire una sintesi geografica del territorio. In particolare, il punto di vista che abbiamo privilegiato riguarda le manifatture locali e la loro evoluzione nella seconda metà del Novecento, in ragione del preminente ruolo economico da esse assunto, nel corso del periodo considerato ed almeno fino ai primissimi anni Duemila, rispetto alla tradizionale industria termale, la quale ha ispirato nel tempo, e contrariamente alle vicende produttive del comune, un'apprezzabile letteratura. Bagni di Lucca si presenta attualmente come un territorio "cristallizzato", che indugia malinconicamente in una memoria di cui si è resa protagonista e virtuosa. Essa lascia intravedere, pur nella situazione di stallo demografico e socioeconomico in cui versa, un milieu locale di straordinaria ricchezza, che, se compreso e valorizzato adeguatamente da parte dei soggetti locali, potrebbe trovare nuovi margini di crescita e di espressione. La cittadina, che nella prima metà del XIX secolo conobbe il culmine della fama a livello europeo, costituì una meta turistica irrinunciabile da parte di nobili, diplomatici, intellettuali e ricchi borghesi, e non solo per le rinomate virtù terapeutiche delle sue acque termominerali, ma anche perché essa venne prescelta quale sede di residenza estiva dalla corte principesca di Lucca e, successivamente, da quella granducale. Con l'unificazione politica della Toscana, ed il conseguente forfait da parte degli abituali frequentatori aristocratici, iniziò la lunga e graduale flessione dell'attività turistica locale, che, incapace di rimodernarsi nel tempo, faceva leva, all'indomani del secondo conflitto mondiale, su strutture ricettive deteriorate e palesemente obsolete. La fragilità dell'equilibrio economico del centro, determinata essenzialmente dalla sua vocazione monofunzionale (ed aggravata, per di più, dal progressivo stato di abbandono in cui versava l'agricoltura, un tempo preziosa attività integrativa) indusse la popolazione a cercare, attraverso soluzioni di tipo individuale, nuove fonti di sostentamento alternative al turismo, attingendo ad un humus variegato di risorse che, seppur formatosi all'ombra dell'economia termale, si presentava storicamente ben radicato e diffuso sul territorio. In particolare, le attività di base che permisero all'economia locale di rilanciarsi con successo, grazie all'introduzione di nuove tecnologie e di una nuova organizzazione del lavoro, furono le seguenti: la fabbricazione di statuine e di manufatti in gesso, la produzione di carta e di cartone, infine l'estrazione del tannino dal legname di castagno. Già nei primi anni Sessanta del Novecento, l'analisi della struttura sociale della popolazione di Bagni di Lucca evidenziava una tendenza in atto che, in brevissimo tempo, sembrò manifestare un carattere irreversibile: il 52% circa degli attivi, infatti, era rappresentato da operai e manovali, nel quadro di un contesto economico sempre più spiccatamente orientato sull'industria. Bagni di Lucca, che da esclusiva ed elitaria stazione termale si stava trasformando in una dinamica cittadina operaia, fu dunque in grado, grazie ad una sapiente combinazione di tradizione e modernità, di ristrutturare con successo la propria economia. Il nostro studio non ha la pretesa di essere esaustivo, né di misurarsi in senso stretto con i contenuti specialistici delle discipline storico-economiche ed archeologico-industriali. Il suo intento è piuttosto di sottolineare l'importanza antropogeografica di determinate attività produttive, le quali, radicate nella storia, nella tradizione e nel complesso delle risorse ambientali ed umane del territorio esaminato, hanno intrapreso, in una fase storica di crescita economica, la via dell'adeguamento ai tempi, gettando un ponte tra un sostrato di acquisizioni tecniche e di usi sociali consolidati da un antico retaggio, e nuove possibilità di aggiornamento e di sviluppo. A fianco del termalismo (ma soprattutto, a partire dal secondo dopoguerra, in alternativa ad esso), tali industrie hanno agito, pertanto, come fattori microeconomici di identità territoriale, grazie anche ai quali si deve, in virtù dei sistemi e dei valori del lavoro che hanno generato, la variegata ricchezza del milieu locale. This study aims to examine some of the historical and economic aspects of Bagni di Lucca, a spa town in the Media Valle del Serchio, without renouncing to offer a geographical synthesis of the territory. In particular, the point of view we have privileged concerns the local factories and their evolution in the second half of the 20th century, because of the prominent economic role they assumed, during the period considered and at least until the very early years of the 2000s, with respect to the traditional spa industry, which has inspired over time, and contrary to the productive events of the municipality, an appreciable literature. Bagni di Lucca currently presents itself as a "crystallised" territory, lingering melancholically in a memory of which it has become a protagonist and virtuous. In spite of the demographic and socio-economic stalemate in which it finds itself, it allows us to glimpse a local milieu of extraordinary richness, which, if properly understood and valued by the local players, could find new margins of growth and expression. The town, which in the first half of the 19th century reached the peak of its European fame, was an essential tourist destination for nobles, diplomats, intellectuals and rich bourgeoisie, not only for the renowned therapeutic virtues of its thermal mineral waters, but also because it was chosen as a summer residence by the princely court of Lucca and later by the grand ducal court. With the political unification of Tuscany, and the consequent withdrawal of the usual aristocratic visitors, the long and gradual decline of local tourism began, which, unable to modernise over time, relied on deteriorated and clearly obsolete accommodation facilities in the aftermath of the Second World War. The fragility of the economic balance of the centre, essentially determined by its monofunctional vocation (and aggravated, moreover, by the progressive state of abandonment in which agriculture, once a valuable supplementary activity, was found) induced the population to seek, through individual solutions, new sources of sustenance alternative to tourism, drawing on a varied humus of resources which, although formed in the shadow of the thermal economy, was historically well rooted and widespread in the territory. In particular, the basic activities that allowed the local economy to successfully relaunch itself, thanks to the introduction of new technologies and a new organisation of work, were the following: the manufacture of statuettes and plaster artefacts, the production of paper and cardboard, and finally the extraction of tannin from chestnut wood. Already at the beginning of the 1960s, an analysis of the social structure of the population of Bagni di Lucca highlighted a trend that in a very short time seemed to show an irreversible character: about 52% of the active population was represented by workers and labourers, in the context of an economic context increasingly oriented towards industry. Bagni di Lucca, which was transforming from an exclusive and elitist spa resort into a dynamic working-class town, was therefore able to successfully restructure its economy thanks to a skilful combination of tradition and modernity. Our study does not pretend to be exhaustive, nor does it attempt to measure itself in a strict sense against the specialist contents of the historical-economic and archaeological-industrial disciplines. Rather, its intention is to underline the anthropogeographical importance of certain productive activities which, rooted in the history, tradition and complex of environmental and human resources of the area examined, have undertaken, in a historical phase of economic growth, the path of adaptation to the times, building a bridge between a substratum of technical acquisitions and social customs consolidated by an ancient heritage, and new possibilities for updating and development. Alongside the spa industry (but above all, since the second post-war period, as an alternative to it), these industries have therefore acted as microeconomic factors of territorial identity, thanks also to which, by virtue of the work systems and values they have generated, we owe the varied richness of the local milieu.
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S.E.N.T.I.E.R.I. Studio Epidemiologico Nazionale dei Territori e degli Insediamenti Esposti a Rischio da Inquinamento: Risultati
SENTIERI Project (Mortality study of residents in Italian polluted sites) studies mortality of residents in the sites of national interest for environmental remediation (Italian polluted sites, IPS). IPSs are located in the vicinity of industrial areas, either active or dismissed, near incinerators or dumping sites of industrial or hazardous waste. SENTIERI includes 44 out of 57 sites comprised in the "National environmental remediation programme". For each IPS contamination data were collected, both from the national and local environmental remediation programmes. Contamination data are mainly for private industrial areas; municipal and/or green and agricultural areas were poorly studied, therefore it is difficult to assess the environmental exposure of populations living inside and/or near IPSs. Each one of 44 SENTIERI IPSs includes one or more municipalities. Mortality in the period 1995-2002 was studied for 63 single or grouped causes at municipality level computing: crude rate, standardized rate, standardized mortality ratios (SMR), and SMR adjusted for an ad hoc deprivation index. Regional populations were used as reference for SMR calculation. The deprivation index was constructed using 2001 national census variables on the following socioeconomic domains: education, unemployment, dwelling ownership and overcrowding. A characterizing element of SENTIERI Project is the a priori evaluation of the epidemiological evidence of the causal association between cause of death and exposure. Exposures for which epidemiological evidence was assessed are divided into IPSs environmental exposures and other exposures. The former are defined on the basis of the decrees defining sites' boundaries; they are coded as chemicals, petrochemicals and refineries, steel plants, power plants, mines and/or quarries, harbour areas, asbestos or other mineral fibres, landfills and incinerators. The other exposures, considered for their ascertained adverse health effects are: air pollution, active and passive smoking, alcohol intake, occupational exposure and socioeconomic status. The epidemiologists in SENTIERI Working Group (WG) developed a procedure to examine the epidemiological literature published from 1998 to 2009; the WG identified a hierarchy in the literature examined to classify each combination of cause of death and exposure in terms of strength of causal inference. The selected epidemiological information included primary sources (handbooks and Monographs and Reports of international and national scientific institutions), statistical re-analyses, literature reviews, multi-centric studies and single investigations. This hierarchy relies on the epidemiological community consensus, on assessments based on the application of standardized criteria, weighting the studies design and the occurrence of biased results. Therefore, to put forward the assessment, the criteria firstly favoured primary sources and quantitative meta-analyses and, secondly, consistency among sources. The epidemiological evidence of the causal association was classified into one of these three categories: Sufficient (S), Limited (L), and Inadequate (I). The procedures and results of the evidence evaluation have been presented in a 2010 Supplement of Epidemiologia & Prevenzione devoted to SENTIERI. SENTIERI studied IPS-specific mortality and the overall mortality profile in all the IPSs combined. Some IPS-specific results are noteworthy and are herementioned. The presence of asbestos (or asbestiform fibres in Biancavilla) was the motivation for including six IPSs (Balangero, Emarese, Casale Monferrato, Broni, Bari-Fibronit, Biancavilla) in the "National environmental remediation programme". In these sites (with the only exception of Emarese) increases in malignant pleural neoplasm mortality were observed, in four of them the excess was in both genders. In six other sites (Pitelli, Massa Carrara, Aree del litorale vesuviano, Tito, Area industriale della Val Basento, Priolo), in which additional sources of environmental pollution were reported, mortality from malignant pleural neoplasm was increased in both genders in Pitelli, Massa Carrara, Priolo and Litorale vesuviano. In the twelve sites where asbestos was mentioned in the decree, a total of 416 extra cases of malignant pleural neoplasms were computed. Asbestos and pleural neoplasm represent an unique case. Unlike mesothelioma, most causes of death analyzed in SENTIERI have multifactorial etiology, furthermore in most IPSs multiple sources of different pollutants are present, sometimes concurrently with air pollution from urban areas: in these cases, drawing conclusions on the association between environmental exposures and specific health outcomes might be complicated. Notwithstanding these difficulties, in a number of cases an etiological role could be attributed to some environmental exposures. The attribution could be possible on the basis of increases observed in both genders and in different age classes, and the exclusion of a major role of occupational exposures was thus allowed. For example, a role of emissions fromrefineries and petrochemical plants was hypothesized for the observed increases in mortality from lung cancer and respiratory diseases in Gela and Porto Torres; a role of emissions frommetal industries was suggested to explain increased mortality from respiratory diseases in Taranto and in Sulcis-Iglesiente-Guspinese. An etiological role of air pollution in the raise in congenital anomalies and perinatal disorders was suggested in Falconara Marittima, Massa-Carrara,Milazzo and Porto Torres. A causal role of heavy metals, PAH's and halogenated compounds was suspected for mortality from renal failure in Massa Carrara, Piombino, Orbetello, Basso Bacino del fiume Chienti and Sulcis-Iglesiente- Guspinese. In Trento-Nord, Grado and Marano, and Basso bacino del fiume Chienti increases in neurological diseases, for which an etiological role of lead, mercury and organohalogenated solvents is possible, were reported. The increase for non- Hodgkin lymphomas in Brescia was associated with the widespread PCB pollution. SENTIERI Project assessed also the overall mortality profile in all the IPSs combined. The mortality for causes of death with a priori Sufficient or Limited evidence of causal association with the environmental exposure showed 3 508 excess deaths for all causes, corresponding to 439 per year; the number of excess deaths was 1 321 for respiratory diseases, 898 for lung cancer and 588 for pleural neoplasms. When considering excess mortality with no restriction to causes of death with a priori Sufficient or Limited evidence of causal association with the environmental exposure, the number of excess deaths for all causes was 9 969 (SMR 102.5, about 1 200 excess deaths per year; the excess was 4 309 for all neoplasms (SMR 103.8, about 538 excess deaths per year), 1 887 for circulatory systemdiseases, and 600 for respiratory systemdiseases. Most of these excesses were observed in IPSs located in Southern and Central Italy. The distribution of the causes of deaths showed that the excesses are not evenly distributed: cancer mortality accounts for 30% of all deaths, but it is 43.2% of the excess deaths (4 309 cases out of 9 969). Conversely, the percentage of excesses in noncancer causes is 19%, while their share of total mortality is 42%. SENTIERI is affected by some limitations, such as the ecological study design and a time window of observation possibly inappropriate to account for induction-latency time; the analyzed outcome (mortality instead than incidence) might be unsuitable as well. Despite its limitations, SENTIERI documented increased mortality for single IPSs and an overall burden of disease in residents in Italian polluted sites. These excesses could be attributed to multiple risk factors, that include also the environmental exposures. The study results will be shared with the Ministries of Health and Environment, Regional governments, Regional environmental protection agencies, Local health authorities and municipalities. A collaborative approach between institutions in charge of environmental protection and health promotion will foster, among else, a scientifically sound and transparent communication process with concerned populations. ; Il Progetto SENTIERI (Studio Epidemiologico Nazionale dei Territori e degli Insediamenti Esposti a Rischio da Inquinamento) riguarda l'analisi della mortalit? delle popolazioni residenti in prossimit? di una serie di grandi centri industriali attivi o dismessi, o di aree oggetto di smaltimento di rifiuti industriali e/o pericolosi, che presentano un quadro di contaminazione ambientale e di rischio sanitario tale da avere determinato il riconoscimento di "siti di interesse nazionale per le bonifiche" (SIN). Lo studio ha preso in considerazione 44 dei 57 siti oggi compresi nel "Programma nazionale di bonifica", che coincidono con i maggiori agglomerati industriali nazionali; per ciascuno di essi si ? proceduto a una raccolta di dati di caratterizzazione, e successivamente a una loro sintesi. La maggior parte dei dati raccolti proviene dai progetti di bonifica ipotizzati per i diversi siti, da cui si evince che oggetto di caratterizzazione e di valutazione del rischio sono state prevalentemente le aree private industriali, quelle, cio?, ritenute causa delle diverse tipologie di inquinamento (definite in SENTIERI esposizioni ambientali). Le aree pubbliche cittadine e/o a verde pubblico e le aree agricole comprese all'interno dei SIN sono state poco investigate. I SIN studiati sono costituiti da uno o pi? Comuni. La mortalit? ? stata studiata per ogni sito, nel periodo 1995-2002, attraverso i seguenti indicatori: tasso grezzo, tasso standardizzato, rapporto standardizzato di mortalit? (SMR) e SMR corretto per un indice di deprivazione socioeconomica messo a punto ad hoc. Nella standardizzazione indiretta sono state utilizzate come riferimento le popolazioni regionali. L'indice di deprivazione ? stato calcolato sulla base di variabili censuarie appartenenti ai seguenti domini: istruzione, disoccupazione, propriet? dell'abitazione, densit? abitativa. Gli indicatori di mortalit? sono stati calcolati per 63 cause singole o gruppi di cause. La presenza di amianto (o di fibre asbestiformi a Biancavilla) ? stata la motivazione esclusiva per il riconoscimento di sei SIN (Balangero, Emarese, Casale Monferrato, Broni, Bari-Fibronit e Biancavilla). In tutti i siti (con l'esclusione di Emarese) si sono osservati incrementi della mortalit? per tumore maligno della pleura e in quattro siti i dati sono coerenti in entrambi i generi. In sei siti con presenza di altre sorgenti di inquinamento oltre all'amianto, la mortalit? per tumore maligno della pleura ? in eccesso in entrambi i generi a Pitelli, Massa Carrara, Priolo e nell'Area del litorale vesuviano. Nel periodo 1995-2002 nell'insieme dei dodici siti contaminati da amianto sono stati osservati un totale di 416 casi di tumore maligno della pleura in eccesso rispetto alle attese. Quando gli incrementi di mortalit? riguardano patologie con eziologia multifattoriale, e si ? in presenza di siti industriali con molteplici ed eterogenee sorgenti emissive, talvolta anche adiacenti ad aree urbane a forte antropizzazione, rapportare il profilo di mortalit? a fattori di rischio ambientali pu? risultare complesso. Tuttavia, in alcuni casi ? stato possibile attribuire un ruolo eziologico all'esposizione ambientale associata alle emissioni di impianti specifici (raffinerie, poli petrolchimici e industrie metallurgiche). Tale attribuzione viene rafforzata dalla presenza di eccessi di rischio in entrambi i generi, e in diverse classi di et?, elementi che consentono di escludere ragionevolmente un ruolo prevalente delle esposizioni professionali. Per esempio, per gli incrementi di mortalit? per tumore polmonare e malattie respiratorie non tumorali, a Gela e Porto Torres ? stato suggerito un ruolo delle emissioni di raffinerie e poli petrolchimici, a Taranto e nel Sulcis-Iglesiente-Guspinese un ruolo delle emissioni degli stabilimenti metallurgici. Negli eccessi di mortalit? per malformazioni congenite e condizioni morbose perinatali ? stato valutato possibile un ruolo eziologico dell'inquinamento ambientale a Massa Carrara, Falconara, Milazzo e Porto Torres. Per le patologie del sistema urinario, in particolare per le insufficienze renali, un ruolo causale di metalli pesanti, IPA e composti alogenati ? stato ipotizzato a Massa Carrara, Piombino, Orbetello, nel Basso bacino del fiume Chienti e nel Sulcis-Iglesiente-Guspinese. Incrementi di malattie neurologiche per i quali ? stato sospettato un ruolo eziologico di piombo, mercurio e solventi organo alogenati sono stati osservati rispettivamente a Trento Nord, Grado e Marano e nel Basso bacino del fiume Chienti. L'incremento dei linfomi non-Hodgkin a Brescia ? stato messo in relazione con la contaminazione diffusa da PCB. Ulteriori elementi di interesse sono stati forniti dalle stime globali della mortalit? nell'insieme dei siti oggetto del Progetto SENTIERI. In particolare, ? emerso che la mortalit? in tutti i SIN, per le cause di morte con evidenza a priori Sufficiente o Limitata per le esposizioni ambientali presenti supera l'atteso, con un SMR di 115.8 per gli uomini (IC 904.4-117.2, 2 439 decessi in eccesso) e 114.4 per le donne (IC 902.4-116.5; 1 069 decessi in eccesso). Tale sovramortalit? si riscontra anche estendendo l'analisi a tutte le cause di morte, cio? non solo per quelle con evidenza a priori Sufficiente o Limitata: il totale dei decessi, per uomini e donne, ? di 403 692, in eccesso rispetto all'atteso di 9 969 casi (SMR 102.5%; IC 902.3-102.8), con una media di oltre 1 200 casi annui. Si ritiene opportuno ricordare che il Progetto SENTIERI, per obiettivi, disegno e metodi, rappresenta uno strumento descrittivo che verifica, in prima istanza, se e quanto il profilo di mortalit? delle popolazioni che vivono nei territori inclusi in aree di interesse nazionale per le bonifiche si discosti da quello cause delle popolazioni di riferimento. Ai fini dell'interpretazione dei risultati, si ricorda che la presenza di eccessi di mortalit? pu? indicare un ruolo di esposizioni ambientali con un grado di persuasivit? scientifica che dipende dai diversi specifici contesti; invece, un quadro di mortalit? che non si discosti da quello di riferimento potrebbe riflettere l'assenza di esposizioni rilevanti, ma anche l'inadeguatezza dell'indicatore sanitario utilizzato (mortalit? invece di incidenza) rispetto al tipo di esposizioni presenti, o della finestra temporale nella quale si analizza la mortalit? rispetto a quella rilevante da un punto di vista dell'esposizione. La condivisione dei risultati con i ministeri della salute e dell'ambiente, le Regioni, le ASL, le ARPA e i Comuni interessati consentir? l'attivazione di sinergie fra le strutture pubbliche con competenze in materia di protezione dell'ambiente e di tutela della salute, e su questa base l'avvio di un processo di comunicazione con la popolazione scientificamente fondato e trasparente. Parole chiave: siti di interesse nazionale per le bonifiche (SIN), mortalit? geografica, impatto sanitario ambientale, Italia
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