Il presente contributo nasce dall'analisi di alcune esperienze di destination management avviate da un campione di urban destination europee. L'articolo intende cogliere alcune best practices che tali modelli suggeriscono, qui proposte come vere e proprie sfide per realizzare un'effettiva gestione sovraordinata (destination management). La riflessione è declinata per le urban destination, ma di per sé può trovare applicazione anche per altri tipi di località. L'utilità della riflessione è principalmente da mettere in relazione con le difficoltà che le destinazioni italiane spesso mostrano nell'avviare un'effettiva gestione sovraordinata. Si tratta di un grave limite, poiché è principalmente questo livello di management che può farsi carico dello sviluppo di nuovi prodotti, della gestione delle stagionalità, del riposizionamento sul mercato. La riflessione si basa su tre casi, rappresentati dalle città di Barcellona, Berlino e Vienna, letti alla luce del modello dinamico di destination management (Sainaghi, 2006). Le best practice sono identificate lungo la dimensione dell'assetto istituzionalesovraordinato, cioè della struttura di corporate governance della Destination Management Organisation (DMO). Su questo fronte si riportano alcune "provocazioni" che tali modelli suggeriscono, soprattutto circa la struttura finanziaria, i meccanismi di raccolta dei contributi monetari, il rapporto tra politica e gestione, l'ampiezza degli stakeholder da coinvolgere. Una seconda area di riflessione è rappresentata dai processi di metamanagement, cioè dalle attività che la DMO mette in campo. Su questo fronte, i casi europei suggeriscono alcuni chiari orientamenti sulla definizione degli obiettivi, sull'orizzonte temporale, su alcuni accenti che devono caratterizzare i processi operativi e di supporto.
Il volume raccoglie i risultati del progetto "New Policies and Practices for European Sharing Cities –EUcity", attivato nell'ambito dello Jean Monnet Project e co-finanziato dall'Erasmus+ Project dell'Unione Europea. Muovendo dall'assunto per il quale le città sono i principali recettori dei cambiamenti del mercato poiché si distinguono come legami interconnessi tra la società, lo Stato e l'Unione europea, gli Autori hanno analizzato il fenomeno della sharing economy, alcuni modelli di governance e di fornitura di beni e servizi sul mercato. Come illustrato dal nucleo argomentativo dell'opera, infatti, le sfide normative della sharing economy non derivano solo dalla novità del modello economico p2p, ma anche da una distribuzione completamente nuova delle responsabilità normative tra gli attori coinvolti. A differenza della regolamentazione del mercato tradizionale, la regolamentazione dell'economia della condivisione è principalmente una questione comunale. Allo stesso tempo, anche il diritto europeo offre spunti di riflessione notevoli. Attualmente, sia gli amministratori locali che gli operatori privati di alcuni settori del mercato (ad es. la casa, i trasporti, etc.), ma anche i cittadini che vogliono sperimentare nuovi servizi, sono obbligati ad agire all'interno di sistema normativo difficilmente intellegibile. In virtù delle considerazioni svolte, quindi, il testo apre un fronte critico argomentativo diviso in tre parti: 1) "Sharing cities", in cui si introducono i temi principali relativi ai fenomeni urbani in un contesto di sharing economy; 2) "Trasporti, Turismo e politiche abitative nelle Sharing cities", contenente un focus riguardante gli aspetti dinamici del vivere in contesti smart; 3) "Esperienze a confronto", parte dedicata all'analisi empirica delle realtà sperimentate da Bologna e Barcellona.
Mainly in Italy but more considerably in many European countries, the policies targeted to build transport infrastructures did not succeed in meeting the growing demand for mobility or, at least, have been addressed, for many decades, to increase the infrastructure supply (roads) that showed their limits but mostly their inefficiency as regards costs and negative impacts. The lack of policies addressed to make valid alternatives to private transport and the speed with which the need for mobility has increased have led many cities almost to collapse. Problems of congestion, pollution, urban decay are the elements associated with this process, with heavy environmental as well as economic and social consequences. In order to make up for this consolidated situation, policies targeted to improve rail public transport are being implemented as alternative to private transport. The interventions are usually very complex and often unpopular, also for the need to make interventions in already consolidated contexts with consequent problems linked to the fragility of the territory, the difficulty in organizing the building site for the works, with a further traffic increase near the usually long-lasting building sites. The analysis of the most important experiences points out, however, that where the interventions for transport infrastructures have been associated with urban transformations targeted to build, around the stations or inside the stations themselves, functional poles or at least opportunities of urban requalification there have been numerous results and a mitigation of negative impacts. The case of the Line 6 Mostra-Mergellina route of the Naples subway is very interesting because, although no surface stations have been realized but only simple accesses to the infrastructure, its realization has produced an important process of requalification, affecting an important area of the Forigrotta district, one of the largest and most populated district of Naples. The interventions for the realization of the Line 6 have offered a rail public transport, in line with the European security and comfort standards, to the Furoigrotta district and to the whole city but, besides that, they have allowed other important surface interventions considered as the elements of an integrated program of actions that have produced important opportunities of urban requalification for the city. ; Soprattutto in Italia ma in modo significativo in gran parte dell'Europa, le politiche messe in campo per la realizzazione di infrastrutture di trasporto non sono riuscite a soddisfare la crescente domanda di mobilità o, quanto meno, si sono indirizzate, per molti decenni, verso l'incremento dell'offerta di infrastrutture (strade) che hanno evidenziato i loro limiti ma soprattutto la loro inefficienza in termini di costi ed impatti negativi. L'assenza di politiche finalizzate alla realizzazione di offerte valide ed alternative al trasporto privato e la velocità con cui si è ampliata l'esigenza di mobilità ha portato al limite del collasso molte città. Problemi di congestione, inquinamento, degrado urbano sono i fenomeni che hanno accompagnato questo processo con notevoli conseguenze ambientali ma anche economiche e sociali. Al fine di porre rimedio alla difficile situazione che si è andata consolidando, si stanno mettendo in campo politiche finalizzate ad incrementare il trasporto pubblico su ferro come alternativa a quello privato. Gli interventi sono in genere molto complessi e non sempre ben visti anche per la necessità di intervenire in contesti urbani oramai consolidati con i conseguenti problemi legati alla fragilità del territorio, alle difficoltà di cantierizzazione delle opere e con ulteriore aggravio del traffico in prossimità delle aree di cantiere i cui tempi di permanenza sono in genere molto lunghi. L'analisi delle principali esperienze evidenzia però che lì dove agli interventi per la realizzazione di infrastrutture di trasporto si sono accompagnate trasformazioni urbane finalizzate a creare intorno alle stazioni e nelle stazioni stesse dei nuovi poli funzionali o almeno delle occasioni di riqualificazione urbana si sono riscontrati molteplici risultati oltre che una attenuazione degli impatti negativi. Il caso della tratta Mostra-Mergellina della linea 6 della metropolitana di Napoli è un caso particolarmente interessante in quanto pur non essendo state realizzate stazioni superficiali ma semplici accessi all'infrastruttura, con la realizzazione della tratta metropolitana si è dato avvio ad un significativo processo di riqualificazione che ha interessato un'importante area del quartiere di Fuorigrotta, uno dei più estesi e popolosi della città di Napoli. Gli interventi per la realizzazione della linea 6 hanno consentito al quartiere Fuorigrotta e alla città di dotarsi di un sistema di trasporto pubblico su ferro in linea con gli standard di sicurezza e di confort europei, ma oltre alla realizzazione di un efficiente sistema di trasporto pubblico, hanno consentito anche importanti interventi in superficie che si sono configurati come tasselli di un programma integrato di azioni che hanno generato notevoli occasioni di riqualificazione urbana per la città.
Mainly in Italy but more considerably in many European countries, the policies targeted to build transport infrastructures did not succeed in meeting the growing demand for mobility or, at least, have been addressed, for many decades, to increase the infrastructure supply (roads) that showed their limits but mostly their inefficiency as regards costs and negative impacts. The lack of policies addressed to make valid alternatives to private transport and the speed with which the need for mobility has increased have led many cities almost to collapse. Problems of congestion, pollution, urban decay are the elements associated with this process, with heavy environmental as well as economic and social consequences. In order to make up for this consolidated situation, policies targeted to improve rail public transport are being implemented as alternative to private transport. The interventions are usually very complex and often unpopular, also for the need to make interventions in already consolidated contexts with consequent problems linked to the fragility of the territory, the difficulty in organizing the building site for the works, with a further traffic increase near the usually long-lasting building sites. The analysis of the most important experiences points out, however, that where the interventions for transport infrastructures have been associated with urban transformations targeted to build, around the stations or inside the stations themselves, functional poles or at least opportunities of urban requalification there have been numerous results and a mitigation of negative impacts. The case of the Line 6 Mostra-Mergellina route of the Naples subway is very interesting because, although no surface stations have been realized but only simple accesses to the infrastructure, its realization has produced an important process of requalification, affecting an important area of the Forigrotta district, one of the largest and most populated district of Naples. The interventions for the realization of the Line 6 have offered a rail public transport, in line with the European security and comfort standards, to the Furoigrotta district and to the whole city but, besides that, they have allowed other important surface interventions considered as the elements of an integrated program of actions that have produced important opportunities of urban requalification for the city. ; Soprattutto in Italia ma in modo significativo in gran parte dell'Europa, le politiche messe in campo per la realizzazione di infrastrutture di trasporto non sono riuscite a soddisfare la crescente domanda di mobilità o, quanto meno, si sono indirizzate, per molti decenni, verso l'incremento dell'offerta di infrastrutture (strade) che hanno evidenziato i loro limiti ma soprattutto la loro inefficienza in termini di costi ed impatti negativi. L'assenza di politiche finalizzate alla realizzazione di offerte valide ed alternative al trasporto privato e la velocità con cui si è ampliata l'esigenza di mobilità ha portato al limite del collasso molte città. Problemi di congestione, inquinamento, degrado urbano sono i fenomeni che hanno accompagnato questo processo con notevoli conseguenze ambientali ma anche economiche e sociali. Al fine di porre rimedio alla difficile situazione che si è andata consolidando, si stanno mettendo in campo politiche finalizzate ad incrementare il trasporto pubblico su ferro come alternativa a quello privato. Gli interventi sono in genere molto complessi e non sempre ben visti anche per la necessità di intervenire in contesti urbani oramai consolidati con i conseguenti problemi legati alla fragilità del territorio, alle difficoltà di cantierizzazione delle opere e con ulteriore aggravio del traffico in prossimità delle aree di cantiere i cui tempi di permanenza sono in genere molto lunghi. L'analisi delle principali esperienze evidenzia però che lì dove agli interventi per la realizzazione di infrastrutture di trasporto si sono accompagnate trasformazioni urbane finalizzate a creare intorno alle stazioni e nelle stazioni stesse dei nuovi poli funzionali o almeno delle occasioni di riqualificazione urbana si sono riscontrati molteplici risultati oltre che una attenuazione degli impatti negativi. Il caso della tratta Mostra-Mergellina della linea 6 della metropolitana di Napoli è un caso particolarmente interessante in quanto pur non essendo state realizzate stazioni superficiali ma semplici accessi all'infrastruttura, con la realizzazione della tratta metropolitana si è dato avvio ad un significativo processo di riqualificazione che ha interessato un'importante area del quartiere di Fuorigrotta, uno dei più estesi e popolosi della città di Napoli. Gli interventi per la realizzazione della linea 6 hanno consentito al quartiere Fuorigrotta e alla città di dotarsi di un sistema di trasporto pubblico su ferro in linea con gli standard di sicurezza e di confort europei, ma oltre alla realizzazione di un efficiente sistema di trasporto pubblico, hanno consentito anche importanti interventi in superficie che si sono configurati come tasselli di un programma integrato di azioni che hanno generato notevoli occasioni di riqualificazione urbana per la città.
In order to answer the call of Agenda 2030 (UN, 2015), higher education must assist in giving form to a new society in which democracy is cultivated in both the minds and practices of our society. A democratic education is the answer to the challenges of contemporary society, which is characterized by indifference and an unwillingness to engage for the common good. Educational practices are often aligned to this trend so that they are planned with the aim of developing competences useful for individual success and the economic improvement of society. It is necessary to envision a new design for higher education that promotes in people the disposition to engage in the construction of a society where everyone has an equal opportunity to live a good and fulfilling life. Useful for this purpose can be a rediscovery of the classical position of Plato, Socrates, and Aristotle that present virtue and ethics as a theoretical framework for education. This framework can be used as a foundation upon which to renew academic practices by planning and designing experiences able to translate theory into actions. Service learning is an interesting model that would allow for this and would guide practices that support a democratic education informed by virtue and ethics. If useful for redirecting higher education, service learning is particularly suitable for educating teachers, the practitioners who have a great responsibility for transforming society through education. In this paper, after developing the appropriate theoretical framework, we present, as an example of service learning, the Community Research Service Learning experience carried out at the University of Verona in the Primary Teacher Education master's degree program.
La fusione tra Fiat e Chrysler del gennaio 2014 ha determinato una totale riorganizzazione del lavoro su scala internazionale per le due aziende. In questo elaborato viene esaminato sia il nuovo contesto aziendale creatosi sia il modello di gestione del personale e alcuni fattori ad esso collegati come le strutture operative, le caratteristiche della forza lavoro e il rapporto con le rappresentanze sindacali. L'obiettivo dello studio è fornire una valutazione della coerenza esterna ed interna delle human resource practices del gruppo, seguendo l'approccio metodologico proposto da Baron & Kreps in "Strategic Human Resources – Framework for General Managers" (1999). L'analisi della coerenza esterna esamina il grado di compatibilità tra il sistema delle R.U. e gli altri elementi del contesto aziendale, come strategia, cultura, tecnologia, ambiente esterno e forza lavoro. L'analisi della coerenza interna si concentra invece sul grado di compatibilità reciproca delle politiche di gestione del personale messe in atto dall'azienda stessa. Dalle conclusioni emerge un adeguato grado di coerenza delle politiche applicate, con alcuni limiti presenti in entrambi gli ambiti considerati. Nell'analisi della coerenza esterna il sistema di gestione delle R.U. risulta compatibile con ognuno dei 5 fattori, nonostante il cambiamento di strategia, necessario per fronteggiare i cambiamenti ambientali globali, abbia portato a scontri con le rappresentaze italiane intaccando in questa zona la coerenza nei confronti della forza lavoro. Riguardo l'analisi interna, l'unico limite si presenta come incoerenza nell'arco del tempo, in quanto il cambiamento radicale delle pratiche viene associato ad un peggioramento dello status da parte di lavoratori che subiscono un ridimensionamento dei precedenti benefici. In entrambi i casi le forme di parziale incoerenza sono giudicate inevitabili per evitare situazioni più sfavorevoli.
La tesi sostiene che, mentre molte teorie di pianificazione si sono concentrate sulle differenze, il multiculturalismo e risoluzione dei conflitti sociali, non c'è ancora sufficiente approfondimento su come queste differenze possano restare profondamente irrisolte e come questa debolezza possa essere fortemente legata a razionalità contrastanti e a una sorta di "slittamento dei livelli di senso" o "equivoci" cognitivi tra i soggetti coinvolti (Bourdieu e Wacquant, 1992). Soprattutto in termini di conflitti urbani espliciti, generati non da opposti interessi economici o differenti volontà politiche, ma semplicemente da differenti background culturali e comportamentali, il livello cognitivo di com-prensione tra le persone coinvolte ha un ruolo fondamentale in termini di consapevolezza e di effi-cacia delle scelte. Dunque il legame tra pianificazione, governance, contesti istituzionali e partecipazione delle comu-nità è, prima di tutto, una questione di reciproca, profonda e vera comprensione, piuttosto che la continua ricerca di nuovi strumenti e politiche. Partendo dalla convinzione che i conflitti siano una fonte incredibile di soluzioni creative e inaspet-tate all'interno dei contesti urbani, dei sistemi di pianificazione e di condivisione di valori, questo lavoro si propone di sondare come la Mobilitazione Cognitiva (Dalton, 1984), per la cura e la prote-zione di un bene comune, può essere in grado di guidare una comunità nella lotta per i propri diritti, permettendo l'acquisizione di conoscenze politiche e abilità specifiche per il raggiungimento di decisioni condivise collettivamente, la costruzione di nuove forme di azione politica dal basso, nuove processi di educazione (Dolci, 1974) e ampliamento culturale contro il prevaricare di Egemonie politiche e sociali (Gramsci, 2007). Utilizzando metodi quantitativi e qualitativi, l'autore presenta due esperienze di pratiche insorgenti provenienti dall' Europa meridionale: (1) un tradizionale Caso-Studio nell' area marina protetta dell' Arrábida, in Portogallo, per illustrare come la mobilitazione cognitiva, volta alla genuina e profonda comprensione delle istanze portate avanti dalla collettività, può realizzare forme di partecipazione che, guardando ai problemi in termini di risorse, permettono alla comunità di collaborare democra-ticamente cercando soluzioni nuove e condivise in grado di modificare profondamente un piano isti-tuzionale il quale, a causa di una profonda contrapposizione tra poteri gioco e valori espressi, ha ge-nerato forme di conflitto dichiarato, ma anche latente; (2) un caso di Participatory Action Research nella valle del fiume Simeto, in Italia, dove le comunità locali, attraverso una forte mobilitazione collettiva, sono state in grado di difendere e curare il fiume Simeto, il più grande in termini di bacino idrogeologico in un territorio caratterizzato da scarsità idrica come la Sicilia, minacciato dalla scelta istituzionale di collocare un inceneritore proprio in un area fortemente incentrata sull'agricoltura, per il suo sostentamento economico, e profondamente legata al paesaggio circostante, in termini di riconoscimento e senso di appartenenza. Questo lavoro può avere importanti implicazioni sia per la teoria, che per la pratica di pianificazione. La scelta di un approccio multi-disciplinare, inoltre, aiuta nella comprensione di come sia possibile trasformare l'antagonismo in spirito competitivo tra soggetti, diversi per natura e per cultura, concentrandosi principalmente sul rispetto e l'apprendimento reciproco, sulla costruzione di processi veramente inclusivi e sulla scelta di soluzioni davvero condivise. ; The thesis argues that while many planning theories have focused the sight on the social differences, multiculturalism and conflicts resolution, there is not yet sufficient acknowledgement on how these differences can be deeply unsolved and how this weakness could be strongly linked with conflicting rationalities and with a 'cognitive slipping' planes of meaning (Bourdieu & Wacquant, 1992). Especially in terms of inexplicit urban conflicts, generated by not opposite economic interests or political will, but by simply and natural differences of the cultural and behavioral baggage, the cognitive level of understanding between people involved plays a fundamental role in terms of awareness and choices efficacy. So this works wants underlines that the link between planning, governance, institutional adjustments and community engagement is, first of all, a matter of mutual deep and real understanding, rather than new form of tools and policies. Starting from the persuasion that conflicts are an incredible source of unexpected creative solution for urban contexts, planning systems and sharing values, this paper aims to probe how a 'cognitive mobilization' (Dalton, 1984) of a community, for the care and the protection of a common good, can be able to "fight for a right" in terms of acquiring political resource and skills to reach own decisions, and constructing new form of genuine power through education (Dolci, 1974) and culture against a 'dominant discourse' (Gramsci, 2007). Using quantitative and qualitative methods, the author presents two field experiences of insurgent practices in the southern Europe: (1) a traditional Case-Study of a Marine Protected Area in Arrábida, Portugal, to illustrate how a community mobilization, that aims to understand really every form of instance and claim, can realize forms of participation that, first of all, sight problems in term of resources, and then allowed people to work democratically together building new and shared solutions able to modify deeply an institutional plan that, due to a displacement between powers and values, generated forms of conflicts between stakeholders, especially in terms of economic and decision making point of view; (2) a case of Participatory Action Research in the Simeto river valley, Italy, where local communities through a strong mobilization were able to defend and took care the river, the biggest in terms of basin in a scarcity water territory, threatened by the institutional choice to collocated an incinerator in a valley strongly based on agriculture, for its economic sustenance, and deeply linked with the landscape, for its recognition and sense of belonging to . This understanding, it is suggested, has important implications for both planning theory and practice. Choosing a multi-disciplinary approach, this work attempts to explore if and how it is possible to transform the antagonism between enemies in competitive spirit among subjects, different for nature and culture, focusing on respect and mutual learning and on the building up of processes really inclusive and choices really shared
The aim of this paper is twofold. On the one hand it attempts to retrace the emergence of the notion of the hegemonic project, in various debates, beginning with the debate within British Marxism on Thatcherism as a hegemonic project, but also the use of the notion of the hegemonic project in critical International Relations Theory. On the other hand, by means of a return to Gramsci's thinking on hegemony, it attempts to rethink the notion of the hegemonic project in contemporary political debates in the left and to suggest that we must attempt to think of hegemonic projects not as simple political projects or electoral strategies, but rather as historical initiatives of the subaltern. On this basis, the possibility of a subaltern hegemonic practice of politics is revisited. Gramsci; Hegemony; Hegemonic project; Marxism; Radical politics.
Contemporary space needs to manage the complex transformations that distinguish it: regeneration becomes a priority and is linked to multi-scalar design approaches, for example, practices that involve top-down actions, promoted by government bodies and administrations, and bottom-up interventions which are based on participatory processes. In particular, the latter refer to planned or even spontaneous micro-planning operations: their purpose is to trigger virtuous regeneration processes that spread the beneficial effect from small degraded or abandoned spaces to the entire urban system.Nowadays, urban planning research has defined some methodological principles that unite bottom-up practices, including the determination of key points, the identification of plausible future scenarios, participatory planning, the speed of intervention, educational processes for population and technicians, small scale interventions and the concept of creating places. It is possible to give new meaning to urban spaces by intervening promptly and in collaboration with users, limiting costs and transforming areas with no values into real places.The perception of public space certainly has great value for urban design and participatory processes, as it allows for the construction of a strong urban identity. It is therefore logical to ask what are the elements that guarantee an acceptable urban quality.In this sense, the new communication technologies profoundly influence the perception and interpretation of urban space: digital networks integrate with the knowledge of technicians and with the users' ability to understand the city. The large amount of information solidly connects the city and citizens: the recombination of these data can offer new possibilities for planning and management of the urban organism. ; Lo spazio contemporaneo ha bisogno di gestire le complesse trasformazioni che lo contraddistinguono: la rigenerazione diviene prioritaria e si lega ad approcci progettuali multi-scalari, ovvero pratiche che coinvolgono azioni top-down, promosse da enti governativi e dalle amministrazioni, e interventi bottom-up che si fondano su processi partecipativi. In particolare, queste ultime si riferiscono ad operazioni di micro-pianificazione anche spontanee: la loro finalità è innescare processi virtuosi di rigenerazione che diffondano l'effetto benefico da piccoli spazi degradati o abbandonati all'intero sistema urbano.La ricerca contemporanea ha rintracciato alcuni principi metodologici che accomunano le pratiche bottom-up, tra cui la determinazione di punti nevralgici, l'identificazione di plausibili scenari futuri, la pianificazione partecipata, la rapidità di intervento, processi educativi della popolazione e dei tecnici, la piccola scala di intervento e il concetto del creating places. Dare nuovo significato a spazi urbani è possibile intervenendo tempestivamente e in collaborazione con gli utenti, limitando i costi e trasformando aree prive di valori in veri propri luoghi.La percezione dello spazio pubblico ha sicuramente un grande valore per i processi progettuali e partecipativi, in quanto permette di costruire una forte identità urbana. Risulta quindi logico chiedersi quali siano gli elementi che garantiscono una accettabile qualità urbana.In questo senso, i nuovi mezzi di comunicazione influenzano profondamente la percezione e l'interpretazione dello spazio urbano: le reti digitali si integrano con il sapere dei tecnici e con la capacità di lettura spaziale degli utenti. Il gran numero di informazioni collega solidamente la città e i cittadini: la ricombinazione di questi dati può offrire nuove possibilità di pianificazione e gestione dell'organismo urbano.
Il testo richiama alcuni aspetti salienti del contributo dato da Massimo Montella all'applicazione operativa della "conservazione programmata", intesa sia come una grande visione e come una strategia concretamente operativa. Montella ebbe modo di lavorare nei ruoli della Regione Umbria negli anni Settanta, quando le regioni italiane, appena costituite, stavano inventando il loro ruolo nelle politiche territoriali e culturali e, inoltre, quando l'Umbria assunse il ruolo dell'ala marciante delle azioni integrate nel campo del patrimonio, secondo la visione di Giovanni Urbani e Bruno Toscano. Emerge la coerenza etica tra l'azione di Montella come funzionario pubblico e le riflessioni teoriche che si ritracciano nei suoi scritti, che comprendono alcune chiare e avanzate indicazioni per una prevenzione condotta a scala territoriale. D'altra parte, lo scritto sottolinea che gli sviluppi del lavoro di Montella descrivono un sistema completo, dall'idea di fondo di un riconoscimento dei valori secondo un approccio antropologico a un modello di governance integrata: un sistema che spiega molti dei difficoltosi, ma innegabili progressi dell'idea di conservazione programmata in Italia negli ultimi vent'anni. The paper deals with some outstanding features of the contribution given by Massimo Montella to the implementation of "planned conservation", meant both as a great vision and as a concrete operating strategy. Montella had the opportunity to work in the offices of Umbria Region in the Seventies, when just founded Italian Regions were building from scratch their role in territorial and cultural policies and, furthermore, when Umbria took the role of the marching wing of integrated actions in the field of cultural heritage, according to the views of Giovanni Urbani and Bruno Toscano. The ethical consistency emerges between his action as a civil servant and the theoretical reflections to be found in his writings, which encompass some extremely clear and advanced directions for a prevention carried out at territorial level. On the other hand, the paper underscores that the developments of Montella's work describe a complete system, from the seminal idea of the recognition of values according to an anthropological approach to an integrated governance model, which explains many features of the difficult, but undeniable progress of the idea of planned conservation in Italy in the last twenty years.
Dottorato di ricerca in Diritto dei contratti pubblici e privati ; In data 11 maggio 2005, il Parlamento europeo e la Commissione hanno adottato la direttiva 2005/29/CE relativa alle pratiche commerciali sleali poste in essere tra imprese e consumatori nel mercato interno. La presente direttiva intende contribuire al corretto funzionamento del mercato interno e al conseguimento di un livello elevato di tutela dei consumatori mediante l'armonizzazione delle disposizioni legislative, regolamentari e amministrative degli Stati membri in materia di pratiche commerciali sleali. Scopo del presente lavoro vuole essere quello di indagare la fattispecie in commento, avendo particolare riguardo alle disposizioni nazionali di recepimento della suddetta direttiva comunitaria (D.Lgs., n. 146 del 2 agosto 2007). Ove si volesse sinteticamente rievocare la recente evoluzione normativa che ha condotto all'affermazione di un diritto dei consumatori anche nel nostro Paese, sarebbe possibile configurarla come un tentativo di superamento dell'inadeguatezza della disciplina codicistica e delle tecniche di tutela dei diritti basate sull'azione in giudizio del singolo interessato. Il fine è quello di attribuire al consumatore e, oggi, anche alle microimprese, una posizione giuridicamente più forte per compensare la loro intrinseca debolezza sul piano sostanziale. La disciplina relativa alle pratiche commerciali scorrette estende la tutela del consumatore - oltre la soglia stessa del contratto - all'intero rapporto di consumo. Il complesso di questa normativa, elaborata proprio per superare la constatata inadeguatezza della tutela "formale" garantita dal codice civile, determina una necessaria esigenza di adeguamento del sistema e degli stessi abiti mentali degli operatori del diritto, aprendo una serie di questioni su cui è utile soffermarsi. Si tratta di individuare il nuovo punto di equilibrio nei rapporti tra autonomia dei privati e ordinamento. In tale contesto, occorre ricostituire un bilanciamento degli interessi e degli adeguati criteri di giudizio volti a chiarire se la normativa a tutela dei consumatori esprima un'istanza di tipo dirigista oppure si configuri come una nuova frontiera dell'affermazione della libertà dell'individuo. Si può proporre un primo tentativo di risposta che ruota intorno alla consapevolezza e all'autonomia della scelta di consumo. Queste devono essere garantite nella loro effettività in quanto divengono, nel quadro del mercato concorrenziale, un momento altrettanto essenziale come quello della competizione tra le imprese. Il consumatore, infatti, potendo scegliere tra le varie offerte induce una pressione nei confronti delle imprese che devono sforzarsi di offrire beni e servizi sempre migliori. La volontà e la capacità di giudizio del consumatore devono essere protette da abusive pressioni esterne, senza però essere annullate o sostituite integralmente da determinazioni eteronome di natura amministrativa o giudiziale. In questo contesto assume un ruolo rilevante l'Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato la quale, chiamata a vigilare anche in materia di pratiche commerciali scorrette, ha il delicato compito di rendere operativo l'insieme delle tutele previste in astratto dalla legge senza pregiudicare la libera e consapevole scelta del consumatore nonché la libertà di impresa. Seguendo tali linee programmatiche sarà possibile individuare i punti di forza e nello stesso tempo di debolezza che potrebbero rilevare in sede di tutela civilistica delle ragioni del consumatore non trascurando il fatto che, da un lato, la disciplina delle pratiche commerciali scorrette non è stata disegnata dalla direttiva 2005/29/CE in funzione della produzione di effetti inerenti ai rapporti contrattuali tra il professionista e il consumatore, dall'altro, è la prassi che impone di approfondire tale interessante profilo di indagine. Tra gli obiettivi del presente lavoro si inseriscono, altresì, talune necessarie considerazioni in merito alla disciplina statunitense delle unfair commercial practices – frutto di un periodo di ricerca che, colui che scrive, ha avuto l'onore e il piacere di svolgere negli Stati Uniti d'America presso la Fordham University School of Law (New York City). ; The Directive on Unfair Commercial Practices was adopted on May 2005. Commercial practice refers to activities linked to the promotion, sale or supply of a product to consumers. It covers any act, omission, course of conduct, representation or commercial communication – including advertising and marketing – which is carried out by a trader. If it is unfair, this means it is deemed to be unacceptable with regards to the consumer, according to specified criteria. The Directive has been passed to strengthen the confidence of European consumers in cross-border transactions. Evidence showed that citizens were unsure if their rights would be adequately protected in international purchases and were therefore not taking advantage of the European Internal Market. The Directive aims to clarify consumers' rights and to simplify cross-border trade. Common rules and principles will give consumers the same protection against unfair practices and rogue traders whether they are buying from their corner shop or purchasing from a website based abroad. The Directive brings harmonization and mutual recognition between states, bringing down internal market barriers. On September 21, 2007, Legislative Decrees n. 145/2007 and 146/2007 entered into force, transposing Community Directive 2005/29/EC into the Italian law. These decrees modify the rules on misleading and unlawful comparative advertising (by modifying the Legislative Decree no. 206/2005 - Consumer Code) and introduce a new set of rules on improper or unfair commercial practices, entrusting its implementation to the Antitrust Authority. Commercial practices are considered unfair if they run "contrary to the requirements of professional diligence and materially distorts or is likely to materially distort the economic behaviour with regard to the product of the average consumer whom it reaches or to whom it is addressed, or of the average member of the group when a commercial practice is directed to a particular group of consumers. " (Section 20(2) of the Consumer Code). Two different types of unfair commercial practices have been distinguished. One concerns "misleading practices," which may involve " misleading actions" or " misleading omissions." Actions or omissions are considered misleading to the extent that they induce average consumers to make decisions they would not have made otherwise. Another type of unfair commercial practices concerns "Aggressive practices" wich are practices that employ harassment, coercion or other undue forms of influence to pressure the average consumer into making commercial decisions they would not have made otherwise. The new set of rules also identifies commercial practices which are in all circumstances considered misleading or aggressive and no additional burden of proof is necessary to demonstrate their capacity to misguide consumer choices. About unfair commercial practices, misleading and unlawful comparative advertising, the new rules empower the Antitrust Authority to launch proceedings also ex-officio (i.e. even when no complaints have been received from external sources). It is endowed with investigatory powers, including the ability to gain access to any pertinent document and to request pertinent documents or information from anyone, the capacity to sanction refusals to cooperate or the transmission of untruthful documentation or information, to conduct inspections, to receive assistance from the Italian Tax Police and to conduct surveys and economic analyses. From the studies relating to the Italian law discipline it has emerged that the discussion about unfair commercial practices finds a significant example in unfair practices regulated from Federal Trade Commission Act wich is even worth analyzing. The Phd thesis also investigates the likely impact of the consumer regulation on the private law of contract and the consumer's right of redress.
In questi ultimi anni, le serie tv sono diventate un importante oggetto di indagine da parte dei Media e Television Studies. Obiettivo di questo articolo è sviluppare e illustrare un approccio olistico alle narrative seriali televisive, una prospettiva che tiene conto della complessità di fattori che le definiscono. Difatti, le serie tv sono stati analizzate in modi differenti e da vari punti di vista. Prima di tutto, i formati seriali costituiscono un largo corpo di prodotti – prodotti e distribuiti sia a livello nazionale che internazionale – che sono stati investigati rispettivamente in relazione alla loro estetica, alla propria rappresentazione e alle istanze culturali e sociali, nel loro rapporto con la politica, nelle proprie forme di consumo e fandom. In secondo luogo, una particolare attenzione è stata dedicata al meccanismo testuale della narrazione seriale, così come alla sua capacità di costruire mondi vasti ed elaborati che si espandono oltre i confini dei testi e dei media. Inquadrando la serialità come pratica, l'autore vuole mostrare le connessioni strutturali che collegano le strategie industriali e le produzioni culturale con le tattiche della visione e le culture dei consumi, così come i modi in cui queste connessioni sono negoziate attraverso i testi, le loro estensioni e la loro circolazione sociale e culturale. Terreno di prova di tale approccio sarà il caso della fiction TV italiana contemporanea, che presenta tre diversi modelli in accordo con i corrispettivi obiettivi ed esigenze del servizio pubblico, della televisione commerciale, e della Pay TV. Ricorrendo ad uno studio articolato sulle politiche editoriali, le strategie di produzione/distribuzione/promozione, i valori di consumo e le pratiche di visione delle serie TV italiane, questa discussione illustrerà il processo per "tentativi ed errori" che ha condotto alla nascita di nuovo modello di serialità lunga, in grado di generare narrative innovative come, ad esempio, i franchise Romanzo Criminale. La serie, Gomorra. La serie e 1992. In finale, l'autore dimostrerà come sebbene questo esempio sia parzialmente differente da quelli tradizionali e nazionali, e più vicino a quelli Americani ampiamente industrializzati, l'operatore pay-tv Sky Italia ha nondimeno fallito, fino ad adesso, nel realizzare un modello di Complex Tv, come ad esempio una produzione multi-stagione, che gli permetterebbe di poter sfruttare appieno un franchising TV di successo.
Nella scuola della società globalizzata, se si considera ciascun individuo come portatore di una 'cultura', un percorso educativo-didattico non può che essere inter-culturale, si è scelto così di centrare il focus del lavoro sulla classe e, soprattutto, su chi ne ha in carico la gestione. Nello specifico, a motivare l'attività di ricerca sono stati i seguenti interrogativi: quali riferimenti pratici, gnoseologici e assiologici possono rivelarsi funzionali per gli insegnanti in servizio (e in formazione) impegnati nelle odierne classi 'globali'? Provando a delineare alcune possibili risposte agli interrogativi sovraesposti, il progetto di ricerca è stato articolato in quattro parti. Nella prima parte, attraverso tre esemplificazioni, si sono evidenziate le principali caratteristiche che permettono di qualificare, in senso deweyano, come democratica una pratica formativa. Offrendo agli studenti opportunità per riflettere e condizioni per esperienze in grado di prepararli, come futuri adulti, a vivere e ad agire in modo responsabile in un mondo che diventerà, prima o poi, il loro mondo, si è scelta l'educazione democratica per il valore aggiunto che può apportare a un percorso scolastico di qualsiasi ordine e grado. Nella seconda parte, utilizzando il paradigma costruttivista, in particolare il costruttivismo socio-culturale, attraverso i lavori di Gardner e Bruner si è proposto per i docenti impegnati in classi multiculturali un modus operandi dinamico, pluri-centrato sul gruppo classe e centripeto rispetto a ogni singolo allievo, rifuggendo al contempo da qualunque senso di reificata identità. L'inter-cultura presuppone il considerare ogni studente soprattutto come espressione di un'unicità, al di là di quelle che possono essere le appartenenze categoriali attribuite. Nel terzo capitolo, presentando tre diverse tipologie di spazi di apprendimento (closed space, why space, further space) caratterizzati da un diverso grado di democraticità inter-culturale, si è introdotto il concetto di libertà-per. Se l'inter-cultura presuppone la democrazia, ai discenti dovrebbe essere data la possibilità di muoversi, all'interno di setting educativo-didattici diversi, per imparare – apprendendo – a confrontarsi con l''autorità'. Nell'ultima parte, riguardante la ricerca di una prospettiva assiologica, indagando il concetto di umanità in ambito formativo, attraverso il lavoro di Maslow su quelli che l'autore considera i bisogni fondamentali per un essere umano, l'argomentazione ha avuto per oggetto l'idea di umanità come un a-priori situazionale possibile, un orizzonte di senso (morale/etico) attraverso il quale l'insegnante può relazionarsi a ogni discente come a un dato (di vita) vissuto bisognoso, per comprendersi, di essere compreso. ; In the school of globalized society, considering each and every student as a 'culture', education and teaching cannot be but inter-cultural, so the focus of this work will be on the class and above all on those in charge of its management: the teachers. Specifically, the research was motivated by the following questions: what practical, gnoseological and axiological references can be useful for teachers (and future teachers) involved in today's 'global' classes? In order to answer these questions, the research project was divided into four parts. In the first part, through three experiences as examples, we highlighted the main features that make an inter-cultural scholastic training actually democratic. Offering to the students the opportunity to think about the sociopolitical issues and the conditions for civil and civic experiences that will be able to help them, as adults, to live and act responsibly in a world that will become sooner or later their own world, democratic education, according to Dewey's meaning of democracy, adds value to the educational process of all levels. In the second part, following the constructivist paradigm, especially the socio-cultural constructivism, through Gardner and Bruner's works, we proposed the need to develop a multi-centered and centripetal mind for teachers involved in multicultural classrooms, considering each and every student first of all as a unique human being and not as representative of a specific religion or affiliation. Furthermore, we supported the idea of identity as a process. Presenting three different types of learning spaces (closed space, why space, further space), characterized by a different degree of inter-cultural democracy, in the third chapter we introduced the concept of liberty-for. In educational terms, democracy needs responsibility but responsibility presupposes liberty-for learning, so the students should be given the chance to move within different educational settings in order to learn confronting themselves with the 'authority'. The last part is about the values. Considering Maslow's hierarchy of human needs, for multicultural educational contexts, we discussed about the idea of humanity as a situated possible a-priori: a moral/ethic horizon of meaning through which a teacher can express his/her professional humanity considering each learner as a given of lived life in need of being understood to understand him/herself. ; Dottorato di ricerca in Relazioni e processi interculturali (XXVI ciclo)
Obiettivo principale del presente lavoro è di affrontare in chiave critica il processo di implementazione della telemedicina nei sistemi sanitari contemporanei dell'area UE, con un'attenzione particolare per la situazione italiana. Nonostante le scarse evidenze empiriche a sostegno della telemedicina, infatti, nell'ultima decade è sorta una "retorica pubblica" sui benefici di questa innovativa dimensione di intervento in sanità, in stretta relazione con la promozione del processo di innovazione tecnologica da parte delle istituzioni dell'UE, in collaborazione con l'industria dei dispositivi medici. Per questa ragione, l'elaborato contiene uno stato dell'arte sui principali sviluppi maturati sinora nel campo della telemedicina a livello europeo. Inoltre, la ricerca è stata arricchita da una comparazione tra la diffusione della telemedicina in Italia e i corrispondenti sviluppo all'interno del sistema sanitario portoghese. La ricerca di dottorato ha inteso offrire un quadro di valutazione per l'apprezzamento dei servizi di telemdicina. Questo strumento è stato tratto come risultato di un'osservazione empirica realizzata presso il reparto di teleconsulto dell'Istituto Ortopedico Rizzoli di Bologna, che vanta un'esperienza ultradecennale nello sviluppo di servizi di telemedicina. Infine, la ricerca è arricchita da un'ulteriore osservazione empirica realizzata presso il servizio di Telesalute dell'Università Federale del Rio Grande do SUl, a Porto Alegre. La rete di Telesalute attiva in Brasile rappresenta infatti uno dei più completi programmi di intervento a livello internazionale, e ciò nonostante il Consiglio Federale di Medicina abbia interdetto, già a partire dal 1988, qualsiasi forma di incontro virtuale tra medico e paziente. ; The main goal of this work was to critically deal with the process of telemedicine implementation in contemporary healthcare systems of European Union's member States, paying special attention to the analysis of Italian situation. Despite the scant and inconclusive evidence available in the field, over the last decade, a "public rhetoric" on the positive effects of telemedicine emerged, in close relation with a promotion of the technological innovation process in healthcare led by the European Union in collaboration with medical devices industry. For this reason, a full overview of the development of telemedicine's policy implementation in the European Union is offered. The overview is enriched by a comparison between Italian and Portuguese political and normative evolutions in the field. Moreover, the doctoral research intended to offer a critical framework through which the quality of doctor-patient interaction mediated by telemedicine applications can be assessed. For this reason, an empirical research on the efficiency of an already established tele-orthopaedic service in Bologna Rizzoli Hospital was carried out. Finally, the research concluded with a report coming from the analysis on the operation of the 'Telessaúde' Brazilian Healthcare National Programme. This programme represent nowadays one of the most developed networks of telemedicine all over the world, despite the fact that Brazilian Federal Council of Medicine banned any form of ICT mediated doctor-patient interaction since the emanation of first democratic constitution, in 1988.