[Discorsi sopra la prima deca di Tito Livio (français moyen). 1579] ; Comprend : Le prince ; Appartient à l'ensemble documentaire : HNormand1 ; Contient une table des matières ; Avec mode texte ; Ouvrages avant 1800
"If you peer closely into the bookstores, salons, and diplomatic circles of the eighteenth-century Atlantic world, sooner or later Médéric Louis Élie Moreau de Saint-Méry is bound to appear. As a lawyer, philosophe, and Enlightenment polymath, Moreau created and compiled an immense archive that remains a vital window into the fragile social, political, and intellectual fault lines of the Age of Revolutions. But the gilded spines and elegant designs that decorate his archive obscure the truth: Moreau's achievements were, at every turn, predicated upon the work of enslaved and free people of color. Their labor amassed the wealth that afforded him the leisure to research, think, and write. Their rich intellectual and linguistic cultures filled the pages of his most applauded works. They set the type, dried the paper, and folded the pages that created his legacy. Every beautiful book Moreau designed contains an embedded story of hidden violence. Sara Johnson's arresting investigation of race and knowledge in the revolutionary Atlantic surrounds Moreau with the African-descended people he worked so hard to erase, immersing him in a vibrant community of language innovators, forgers of kinship networks, and world travelers who strove to create their own social and political lives. Built from archival fragments, creative speculation, and audacious intellectual courage, Encyclopédie noire is a communal biography of the women and men who made Moreau's world"--
Access options:
The following links lead to the full text from the respective local libraries:
L' "autunno del Medio Evo" assistette ad una sorta di ripiegamento nostalgico verso un passato ideale ma non troppo lontano, capace ancora di proporre modelli di comportamento individuale e sociale ad un mondo che invece pareva in progressivo dissolvimento. Oltre ad impregnare nuovi tipi di scrittura, questo atteggiamento si concretizzò in ambito letterario nei rimaneggiamenti di romanzi e canzoni di gesta, la cui riscrittura diventò gesto culturale distintivo di alcuni milieux, in special modo le corti d'Anjou e di Borgogna. Per la particolare tematica trattata, il romanzo di Ciperis de Vignevaux è esemplare degli interessi politici e culturali di Filippo il Buono e del suo gusto per la ricostruzione storica del lignaggio familiare; esso veniva a rappresentare un modello di potere che riesce ad imporsi, nonostante le difficili e sofferte lotte contro il sovrano. In questo senso, il legame tra gli avvenimenti contemporanei e quelli delle cronache dell'antico regno merovingico si fa tutt'uno col gusto di una corte che, sul ripensamento del romanzo storico, aveva costruito la propria immagine, dinamica e immaginifica. Il format della biografia romanzata viene così ad imporsi come una tradizione aggiornata dell'archetipo cavalleresco in un'ottica che è innanzi tutto 'pedagogica', consistente nella programmatica esaltazione dell'assioma della nobiltà guerriera, basato sugli ideali di onore, prodezza, cortesia e fede, magnificati proprio nel momento in cui si stavano facendo sempre più precari. Il romanzo di Ciperis de Vignevaux viene qui pubblicato per la prima volta ed è corredato di traduzione italiana a fronte e commento linguistico-letterario.