Il contributo lessicale di Francesco Maria da Lecce alla lingua albanese tra tradizione e innovazione
Il presente studio prende in esame il Dittionario italiano-albanese del frate francescano Francesco Maria Da Lecce (1702). Egli è il primo cultore di lingua albanese che inaugura la stagione dei dizionari bilingui di autori italiani. Con diligenza l'Autore registra il patrimonio lessicale albanese della fine del XVII sec. La sua opera diventa un prezioso documento linguistico che, in un contesto culturale di tarde e non copiose attestazioni scritte, assume un rilievo particolare per la storia della lingua albanese. In tal senso, egli è il prosecutore della tradizione, è l'anello congiuntivo con la linguistica e la lessicografia ottocentesche. L'indagine si sofferma particolarmente sui prestiti lessicali italiani nel seicento albanese. La valutazione degli italianismi del Da Lecce porta necessariamente alla individuazione di due tipologie di voci: la prima, riguarda i lemmi già attestati nei testi antichi (Buzuku, Budi, Bardhi e Bogdani); la seconda, le voci che risultano ad oggi attestate per la prima volta proprio nel dizionario del Da Lecce. Rintracciarle nel dizionario rappresenta una novità, poiché esso è rimasto inedito fino al 2009 (non è stato possibile agli albanologi consultarlo per i loro studi pubblicati nel XIX e XX secolo). Di tutte le occorrenze riportate si ripercorre la storia, segnalando la prima attestazione e accezione, e si rintracciano puntualmente gli interventi del Da Lecce. Rispetto ai recenti studi sugli italianismi nella lingua albanese, il presente saggio segnala nuovi apporti di àmbito botanico, storico, geologico, religioso, gastronomico, militare e inoltre nomi di oggetti e di professioni e uffici. Le considerazioni finali riguardano la vitalità degli italianismi rintracciati nel dizionario.