Operazione Cyclone:l'ultimo atto del Grande gioco e della Guerra fredda in Afghanistan (1978-1992)
La tesi tratta di una vicenda molto importante e delicata: la storia dei finanziamenti ai mujaheddin con i quali gli Stati Uniti, in particolare attraverso il Congresso e la CIA, diedero vita alla più grande jihad moderna contro i sovietici in Afghanistan, costringendo l'Armata Rossa a ritirarsi nel 1989. I documenti che riguardano questi fatti rimangono tuttora in gran parte segreti per volontà dei numerosi servizi di intelligence coinvolti, i quali, pur conclusasi ormai da tempo la fase storica della Guerra fredda, hanno ritenuto inopportuna una loro pubblicazione. L'elaborato, dopo un' introduzione nella quale viene delineato il contesto storico nel quale si origina la vicenda, analizza le dinamiche interne ed i conseguenti atteggiamenti tenuti in politica estera delle tre realtà che maggiormente verranno coinvolte nel conflitto afghano durante gli anni Ottanta: gli Stati Uniti, l'Unione Sovietica ed il Pakistan. Oltre a ciò viene delineato il quadro della situazione politica ed etno-linguistica afghana nel ventennio precedente all'invasione sovietica del 1979. La trattazione si focalizza in seguito sulle personalità e sui meccanismi che, all'interno del Congresso e della CIA, permisero ad un esercito di guerriglieri tribali di provocare la ritirata del più grande esercito convenzionale del mondo. Proseguendo, viene messa in luce la partecipazione agli eventi ed il ruolo ricoperto da altre importanti realtà della scena politica mondiale come l'Egitto, l'Arabia Saudita, Israele e la Repubblica Popolare Cinese, la quale tuttora nega il proprio coinvolgimento. Il lavoro prosegue illustrando, con carte geografiche ed immagini, le varie fasi del conflitto, le differenti armi utilizzate da entrambe le parti, nonché i potenti mezzi messi in campo dall'esercito sovietico. Il lavoro si conclude riportando fedelmente la cronaca degli avvenimenti che seguirono al definitivo ritiro sovietico, come la rivalità all'interno del fronte dei ribelli, la caduta del governo comunista nel 1992 ed il brusco disimpegno americano. Nelle conclusioni, infine, si sottolinea come questi fatti ebbero diretta responsabilità nel generare le condizioni che portarono i talebani al potere a Kabul e con ciò tutta la serie di tragici eventi che ebbe luogo a partire dall'11 settembre 2001. La parte più difficoltosa nella stesura del presente elaborato si è rivelata il reperimento di materiali e documenti. In una vicenda nella quale gli attori principali sono i migliori servizi di intelligence al mondo ciò è perfettamente comprensibile. Le interviste concesse dai protagonisti si sono rivelate un elemento insostituibile per una narrazione delle vicende il più completa possibile. Oltre a ciò, è presente un'appendice documentaria all'interno della quale vengono riportati, in ordine cronologico, alcuni dei documenti più sensibili prodotti e desecretati dai governi di Stati Uniti ed Unione Sovietica. Essi, al di là del loro linguaggio ufficiale permettono di comprendere le motivazioni che portarono a decisioni di portata epocale, i cui effetti continuano ad essere evidenti ed a manifestarsi tuttora.