ESPAÑOL: Los estudios de historia urbana nos muestran generalmente una sociedad estructurada alrededor del concepto de privilegio, y en la que los conflictos que surgen en materia de participación política, parece que han de conducir a enfrentamientos inter-clases protagonizados por los caballeros/privilegiados y los pecheros/común. En este artículo, a partir de la revisión de la noción de concejo cerrado, proponemos una visión alternativa a ese modelo de estructuración social, enfatizando la necesidad de aproximaciones prosopográficas para, a partir del conocimiento de las trayectorias vitales individuales y linajísticas, ajustar los conceptos de clases dominante y dominada y redéfinir algunos de dichos conflictos, que vendrían entonces protagonizados por segmentos de una misma clase, la dominante. / ENGLISH: Studies on urban history usually show a society based on the notion of privilege, a society in which the conflicts arising from disputes over political participation lead to interclass conflicts between knights/privileged people and plebeians/common people. The article revises the idea of urban political assemglies (concejo cerrado) and proposes an alternative approach to the study of social stratification. We emphasize the importance of prosopography to revise the conepts of dominant and subjugated classes and to redefine social and political conflicts, in which different segments within the dominant class were involved.
The book illustrates the results of research that emerged within the context of a specific European Union programme. The analysis was carried out by Italian, French and Spanish academics co-ordinated by the Inter-University Centre of Political Sociology of the University of Florence. It aims to reconstruct the educational careers of the new generations within the social and economic context of Southern Europe, paying particular attention to the conditions of university students and to youth unemployment. The issue is examined and discussed also in relation to a broader sociological meditation on the values shaping the future of the political culture in contemporary Europe.
In: In: NILDE II - II WORKSHOP Document Delivery via Internet e cooperazione inter-bibliotecaria "Incontro tra e con le biblioteche partecipanti alla sperimentazione del progetto CNR BiblioMIME" (Bologna, 28 maggio 2003). Atti, Silvana Mangiaracina (CNR-Bibli
The protection of intellectual property is an old and very important right. In this work we discuss the problem of the Document Delivery Service, i.e. the partial reproduction and transmission of papers extracted from journals, conference proceedings or other collections of scientific articles, performed between libraries on behalf of researchers and students. In particular, we analyze the Document Delivery via Internet in the framework of the European Directive 2001/29/EC of the European Parliament and of the Council, published on May 22, 2001. ; Questo lavoro analizza gli aspetti legali correlati al diritto di autore nell'ambito delle attivit? di Document Delivery effettuate da biblioteche. Nella prima parte vengono analizzate in dettaglio le componenti di una transazione di document delivery, allo scopo di evidenziare i flussi della copia elettronica ed individuare le componenti per l'analisi giuridica. Nella seconda parte viene analizzato il ruolo delle componenti precedentemente individuate nell'ambito della normativa sul diritto d'autore ed in particolare del recente recente Decreto Legislativo numero 68 del 9 Aprile 2003, che attua la Direttiva del Parlamento Europeo 2001/29 CE, del 22 maggio 2001.
Negli atenei italiani le biblioteche sono chiamate a governare processi organizzativi e di servizio di maggiore complessità rispetto al passato anche recente. Questi processi reclamano nuovi livelli di professionalità e di autonomia, dunque una ridefinizione delle competenze e delle funzioni dei bibliotecari universitari. L'ultimo Contratto collettivo nazionale di lavoro (CCNL) del personale tecnico amministrativo può avere (in parte sta già avendo) un impatto notevolissimo sulla crescita e sul destino delle professioni (segnatamente di quella bibliotecaria) all'interno degli atenei. Con questo contratto siamo entrati nel territorio delle competenze gestionali e di comunicazione: si è consapevoli che il sapere tecnico non basta da solo ad assicurare la crescita professionale degli individui e quella delle organizzazioni e che l'ambito applicativo di questi processi non coinvolge soltanto le figure apicali, ma anche tutte le altre. Inoltre, la valorizzazione dei contenuti professionali di più alto profilo non si basa più sul comando gerarchico e sul controllo, ma sulla formazione permanente, sulla partecipazione a progetti di ricerca, sulla responsabilizzazione.L'attuale cornice contrattuale sembra adatta a ospitare le destinazioni professionali verso cui i bibliotecari universitari italiani si stanno avviando e che rimandano a un fenomeno emergente di più larga portata: la tendenziale trasformazione dei lavoratori della conoscenza da knowledge provider a knowledge integrator, vale a dire da specialisti che conoscono un procedimento e forniscono una risposta a persone capaci di integrare le loro conoscenze con quelle altrui per ottenere risultati originali (Butera). Questo profilo può rappresentare anche le funzioni che i bibliotecari - nelle università in modo marcato - svolgono o aspirano a svolgere, indipendentemente dai livelli di responsabilità e all'interno di diversi processi.Organizzare servizi bibliotecari nelle università sta assumendo anche nel nostro Paese il significato di attivare ambienti in cui si realizzano facilitazioni per l'accesso alle informazioni, ma in cui contemporaneamente si sviluppano esperienze di elaborazione, condivisione e conversione di conoscenza. Tutto ciò implica la capacità di arricchire e trasformare costantemente il proprio bagaglio professionale con nuovi innesti: è necessario possedere competenze trasversali, competenze che un macrosistema flessibile di politiche del personale può aiutare a valorizzare. La formazione continua deve diventare la colonna portante del sistema professionale negli atenei. Essa è disciplinata dall'art. 45 del CCNL, che stabilisce un esplicito nesso tra crescita del personale e crescita qualitativa dei servizi, ma che lascia in sospeso aspetti rilevanti della programmazione degli interventi formativi. Sono aspetti su cui i coordinamenti bibliotecari di ateneo possono svolgere un ruolo di primo piano e formalmente riconosciuto, reclamando il diritto-dovere di concorrere alla messa a punto delle attività di programmazione e al sostegno di tutte le fasi attuative dei piani di formazione che coinvolgano il personale bibliotecario. Ciò, per giocare d'anticipo sulle carenze di programmazione che spesso si manifestano: genericità dei programmi, sovrapposizione di diversi livelli di intervento (di base, di aggiornamento, avanzati), assenza di contenuti formativi che insistano sulla cultura di progetto e di risultato, sui processi e sui comportamenti organizzativi, sulle capacità di relazione, ecc. Il contratto introduce, al pari di ciò che accade in altri paesi europei, un sistema di quantificazione e di verifica formale dell'apprendimento e di certificazione di qualità dei percorsi formativi (i crediti). Anche qui non mancano questioni meritevoli di immediata attenzione da parte dei bibliotecari: si possono avviare iniziative di coordinamento interateneo, avvalendosi del contributo che può venire dalla stessa commissione università-ricerca dell'AIB e da AIB-Seminari. In particolare, occorerebbe tenere in grande evidenza l'opportunità offerta dal comma 5 dell'art. 45, laddove si parla di corsi organizzati da consorzi interuniversitari, e occorrerebbe approntare un sistema di valutazione qualitativa dell'offerta di formazione per i bibliotecari universitari esistente sul mercato. Premesse del genere comportano la necessità di compiere un lavoro preliminare, quello di classificare in qualche modo le competenze dei bibliotecari. Si tratterebbe di accertare quali competenze individuali occorrono prioritariamente, per poterne fare oggetto di formazione mirata e poterle proficuamente valorizzare dentro le più vaste competenze organizzative dei sistemi bibliotecari di ateneo. Anche queste ultime andrebbero classificate, per stabilire le priorità e investire di più e meglio su ciò che oggi può rendere le biblioteche accademiche un valore, una risorsa strategica. Un tentativo di classificazione delle competenze organizzative dei sistemi bibliotecari di ateneo potrebbe assumere come modello iniziale di riferimento quello, piuttosto noto, di Kochanski e Ruse, necessariamente adattandolo. ; My intervention takes its cue from a contribution by Serafina Spinelli on university cooperation. It is a very clear and detailed analysis in which the origins and short historical path of university library systems are reconstructed and their current configuration is summed up. Some possible lines of development of the matter are also presented and some challenges to be faced are indicated. These challenges include the organizational redesigning of the library systems, the necessity to increase the rate of effectiveness of the cooperation, the problems regarding digital libraries, projection towards the exterior of the library profession in universities and even of the library systems: something that originates from the new requirements of organization of knowledge and scientific communication in universities. A large number of these processes can be interpreted together as a sort of mission for inter-university coordination. They are complex processes, which demand new levels of professionalism and autonomy, therefore a clear and strong redefinition of the skills (understood as collections of knowledge, abilities and indentities) and of the functions of university librarians. And they are processes to be positioned within the macro-scenarios of the totality, of the new competitive and instable contexts, in which universities also operate. After all, and more generally speaking, it is precisely around the central position of the skills (individual and organizational), the capacity to integrate diversified skills (internal and external to the organizations), the development of the professions within the organizations, in short it is around the use of knowledge as a primary organizational resource, that a service society can be born and be consolidated. There is moreover a negative pendant, which involves the high level professionalisms and more advanced sectors: that which is called skill shortage, lack of necessary skills, deficit of skills on the market. This is a phenomenon of considerable dimensions, which forces reflections on the theme of high-level formation, which makes prospects of permanent formation essential and, finally, forces a reclassification of existing professions, closely connected with the start of wide-ranging and long ranging formation processes. How do Italian universities respond? With a series of reform processes in the sign of autonomy, those which we all know and daily experience and which at this time bring didactic autonomy to the fore; they also repond with the start of an overall revision of their organizational set-up. The latest National Collective Contract of Work (CCNL) of the technical administrative personnel is an important stage along this path.