Democrazia e secolarismo. Il pluralismo religioso nelle società multiculturali ; Democracy and secularism. Religious pluralism in multicultural societies
Riconoscere che i concetti di laicità e secolarismo possiedono un'origine e uno sviluppo condizionato dalla cultura occidentale e dal cristianesimo significa prendere in considerazione l'eventualità di un ripensamento della distinzione tra ordine politico, religione e diritto nelle democrazie multiculturali e multireligiose. L'obiettivo di questo lavoro è mettere in discussione una concezione neutralista del secolarismo, alla cui base vi è il convincimento per cui l'esclusione dell'elemento religioso dalla sfera pubblica e normativa sono garanzia di eguaglianza in un contesto caratterizzato dal 'fatto del pluralismo'. Pertanto abbiamo analizzato il pensiero di due fra i più influenti filosofi politici, John Rawls e Jürgen Habermas, portavoci di una visione neutralista del secolarismo, e le critiche a essi rivolte da alcuni teorici del multiculturalismo – Bikhu Parekh e Tariq Modood –, che propongono, invece, l'abbandono della retorica della neutralità nella costruzione della sfera politica e normativa. Di conseguenza questi ultimi si rivolgono con maggiore apertura rispetto alle richieste provenienti dagli individui appartenenti a minoranze religiose e culturali, senza respingerle sulla base della loro natura culturale o religiosa. Al contrario, in particolare quando tali richieste di riconoscimento riguardano aree rilevanti della vita degli individui, come possono essere la famiglia, il matrimonio, le questioni ereditarie ecc., ossia aree in cui la natura culturalmente condizionata di alcune istituzioni è maggiormente visibile, viene presa qui in considerazione la possibilità che esse possano essere regolate e gestite in maniera differente. A tal proposito si è approfondita la proposta di far fronte a queste richieste attraverso l'adozione di sistemi di pluralismo normativo, con una particolare attenzione a un esperimento avviato in Gran Bretagna, che prevede per le comunità religiose la possibilità del risolvere le proprie controversie in materia di diritto di famiglia in tribunali arbitrali religiosi, che tuttavia operano sotto il controllo indiretto delle corti inglesi. La descrizione di questo caso è stata finalizzata a mettere in luce la necessità di ricercare nuovi strumenti coerenti con la visione del secolarismo che abbiamo cercato di proporre, ossia di una laicità che di fronte alle nuove istanze presenti nei contesti culturalmente e religiosamente plurali, piuttosto che arroccarsi dietro la convinzione che si possa garantire uguaglianza solo se si dà una sfera pubblica e normativa neutrale e che vi sia una soluzione razionale ai conflitti tra valori, tenta di accogliere la diversità nei suoi propri termini, andando alla ricerca di nuovi strumenti teorico-politici. Infatti, i canali di partecipazione attraverso i quali i sistemi democratici hanno cercato d'integrare la diversità non sembrano riuscire a far fronte alle richieste provenienti da individui che non si riconoscono a pieno titolo nella cultura della maggioranza. Ciò significa pensare a nuove strategie d'inclusione – di cui il pluralismo normativo può essere un esempio –, se si vogliono garantire proprio quei presupposti di valore che la democrazia promuove, ossia il pluralismo e l'eguale libertà di tutti i cittadini. ; If we recognize that the concept of secularism originates and develops from the influence of Western culture and Christianity, we must take into account the possibility to rethink the distinction between politics, religion and law in multicultural and multireligious democracies. The aim of this work is to question the neutralist conception of secularism, which is characterized by the belief that the exclusion of religious elements from public sphere and legislation to guarantee of equality in a context characterized by religious pluralism. At this aim, I analyze the thought of two of the most influential political philosophers, John Rawls and Jürgen Habermas, who represent the neutralist view of secularism, as well as the criticism addressed to them by multiculturalist theorists – Bhikhu Parekh and Tariq Modood –, who suggest giving up the abandon of the rhetoric of neutrality in the construction of the political sphere and regulations, to pay more attention to the demands coming from individuals belonging to religious and cultural minorities. Indeed, particularly when these issues involve significant areas where the culturally conditioned nature of some institutions is more visible – family, marriage, hereditary issues – the possibility that they can be regulated in a different way is also taken into account. Therefore, a detailed analysis of the proposal is given to adopt a system of legal pluralism, with a special attention to an experiment started in the UK, which provides religious communities the possibility to go to religious arbitration tribunals, operating under the indirect control of the English courts, related to family law. The description of this case aims at emphasizing the need to seek for new consistent means with the idea of secularism I have tried to suggest. Such a secularism is based upon the belief that only a neutral public sphere and legislation can guarantee equality, but tries to embrace diversity and to suggest new political theories. As matter of fact, the channels of participation through which democratic systems have tried to integrate diversity do not seem to be able to face the requests from individuals who do not fully identify into the majority culture, which means thinking about new strategies of inclusion – for example legal pluralism – so to ensure the very value assumptions promoted by democracy, that is to say pluralism and equal liberty. ; Dottorato di ricerca in Relazioni e processi interculturali (XXV ciclo)