Ricerche di storia economica e sociale: Journal of economic and social history
ISSN: 2499-2321
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ISSN: 2499-2321
1ères lignes : A partire dal processo di costituzione degli Stati-nazione in Europa, le relazioni so-ciali si sono intrecciate e delineate intorno al complesso ambito di confini politici e culturali non sovrapponibili tra loro (Fiamingo e Giunchi 2009). L'elaborazione d'iden-tità nazionali ha così costruito le categorie di insider ed outsider edificandole principal-mente sulla base di confini impressi sulla carta geografica. Non si tratta d'immaginare un costante scontro tra maggioranze nazionaliste e minoranze culturali, linguistiche, di genere e religiose all'interno degli Stati, perché in realtà le une e le altre hanno sempre abitato e vissuto in uno spazio necessariamente condiviso, sebbene con tensioni com-petitive e conflitti. È invece utile, senza scadere nelle facili generalizzazioni, analizzare le forme di governance attivate dagli Stati europei per il controllo delle minoranze ed i contrapposti tentativi fatti dagli outsider per proteggere la propria specificità e la pro-pria permanenza su territori di cui anche le minoranze si sentivano legittimamente parte (Le Galès e Vitale 2015, 7-17). Ricostruire una storia sociale dell'educazione relativa a questi percorsi permette di analizzare più approfonditamente il punto d'incontro tra elementi di dipendenza/con-trollo e quelli legati all'emancipazione, perché entrambi questi processi hanno operato attraverso politiche educative esplicite o implicite, messe in atto per omologare, assimi-lare, integrare oppure per resistere (Betti et al. 2009). In Spagna, a partire dal 1492, musulmani ed ebrei erano stati espulsi e perseguitati, alcuni di loro si convertirono in modo fittizio alla religione cattolica per permanere sui territori in cui avevano sempre vissuto. In Russia dal 1792, le comunità ebraiche, prima espulse dall'impero, furono ammassate nella parte occidentale del territorio. In alcuni contesti europei, la fine del Settecento segnò l'introduzione progressiva di legislazioni più tolleranti verso specifiche minoranze: nel 1781 nell'impero austroungarico, ...
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1ères lignes : A partire dal processo di costituzione degli Stati-nazione in Europa, le relazioni so-ciali si sono intrecciate e delineate intorno al complesso ambito di confini politici e culturali non sovrapponibili tra loro (Fiamingo e Giunchi 2009). L'elaborazione d'iden-tità nazionali ha così costruito le categorie di insider ed outsider edificandole principal-mente sulla base di confini impressi sulla carta geografica. Non si tratta d'immaginare un costante scontro tra maggioranze nazionaliste e minoranze culturali, linguistiche, di genere e religiose all'interno degli Stati, perché in realtà le une e le altre hanno sempre abitato e vissuto in uno spazio necessariamente condiviso, sebbene con tensioni com-petitive e conflitti. È invece utile, senza scadere nelle facili generalizzazioni, analizzare le forme di governance attivate dagli Stati europei per il controllo delle minoranze ed i contrapposti tentativi fatti dagli outsider per proteggere la propria specificità e la pro-pria permanenza su territori di cui anche le minoranze si sentivano legittimamente parte (Le Galès e Vitale 2015, 7-17). Ricostruire una storia sociale dell'educazione relativa a questi percorsi permette di analizzare più approfonditamente il punto d'incontro tra elementi di dipendenza/con-trollo e quelli legati all'emancipazione, perché entrambi questi processi hanno operato attraverso politiche educative esplicite o implicite, messe in atto per omologare, assimi-lare, integrare oppure per resistere (Betti et al. 2009). In Spagna, a partire dal 1492, musulmani ed ebrei erano stati espulsi e perseguitati, alcuni di loro si convertirono in modo fittizio alla religione cattolica per permanere sui territori in cui avevano sempre vissuto. In Russia dal 1792, le comunità ebraiche, prima espulse dall'impero, furono ammassate nella parte occidentale del territorio. In alcuni contesti europei, la fine del Settecento segnò l'introduzione progressiva di legislazioni più tolleranti verso specifiche minoranze: nel 1781 nell'impero austroungarico, ...
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This contribution aims at briefly analysing the history of social cooperation in Italy, as a valuable and pluralistic reality in continuous expansion and transformation. The study and monitoring over time of cooperative organizations, with their occupational and economic impact, reveal a significant development in the community context of reference with regard to the supply of social, health and educational services, as well as opportunities for social and work inclusion also for people with disabilities. The historical narrative of Italian social cooperatives goes hand in hand with a possible global response to the needs of humanity, the demand for economic democracy and sustainable development. In the dramatic era of the Coronavirus, the culture of cooperation needs to be shaped according to a complex and peculiar business model, inspired by principles of solidarity and mutualism not conveyed by rhetoric but by social responsibility enhanced by inclusive processes. ; Il presente contributo intende sinteticamente analizzare la storia della cooperazione sociale in Italia, quale preziosa e pluralista realtà in continua espansione e trasformazione. Lo studio e il monitoraggio nel tempo delle organizzazioni cooperative, con il loro impatto occupazionale e economico, rilevano un significativo sviluppo nel contesto comunitario di riferimento relativamente all'offerta di servizi sociosanitari e educativi, oltre all'opportunità di inclusione sociale e lavorativa anche per le persone con disabilità. La narrazione storica delle cooperative sociali italiane si affianca a una possibile risposta globale ai bisogni dell'umanità, alla domanda di democrazia economica e di sviluppo sostenibile. Nella drammatica epoca del Coronavirus la cultura della cooperazione necessita di plasmarsi secondo un complesso e peculiare modello di impresa, ispirato a principi solidali e mutualistici non veicolati dalla retorica ma dalla responsabilità sociale potenziata dai processi inclusivi.
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In: Analecta humanitatis 32
In: Strumenti per la didattica e la ricerca
The contribution illustrates the figure of Gino Cerrito as a scholar and the importance of his archive for the social history of the twentieth century
In: Biblioteca storica universitaria : Monografie 16
This paper contributes to the debate on institutions and economic development by assessing the relationship between landownership concentration and education in Post-Unification Italy (1871-1921). Using historical data both at a district- and provincelevel, I nd evidence of a negative eect of land inequality on literacy rates. This result is conrmed when a large set of control variables is included in the analysis. IV estimates using the presence of malaria as a source of exogenous variation rule out further concerns regarding the presence of potential endogeneity. Further evidence is provided once I explore the panel dimension of the dataset. In addition, by analysing the impact on intermediate outputs such as enrolment rates in primary school, child-teacher ratio, school density, child labor and municipality expenditures, this paper provides insights on the mechanism behind this relationship. Land inequality may have adversely aected literacy rates not only by influencing the supply of schooling through the political process, but also through the private demand for education.
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If it is true that geological discontinuities, as well systemic, like climate change, overpopulation, depletion of traditional energy sources, are evidences that today can hardly be questioned, this article intends to address, through the perspective of recorded history and deep history, those particular contributions that, in the complex warp of narratives that emerged on a global level, have proposed interpretations that resort to Malthusian and Neo-Malthusian paradigms. In this perspective of investigation, it is clear the role of the recent global crisis as a historical-economic phenomenon that has triggered countless debates about the overall stability of the system and accelerated the appearance of numerous questions about political-economic scenarios and the related political and social implications to come. ; Se è vero che discontinuità geologiche oltre che sistemiche come il cambiamento climatico, la sovrappopolazione, l'esaurirsi delle tradizionali fonti energetiche, sono evidenze che difficilmente oggi possono essere messe in discussione, il presente articolo intende affrontare, attraverso la prospettiva della recorded history e della deep history, quei particolari contributi che, nel complesso ordito di narrazioni emerse a livello globale, hanno prospettato interpretazioni che ricorrono a paradigmi malthusiani e neomalthusiani. In questa prospettiva di indagine risulta evidente il ruolo della recente crisi globale quale fenomeno storico-economico che ha innescato innumerevoli dibattiti circa la tenuta complessiva del sistema e accelerato la comparsa di numerosi interrogativi circa gli scenari politico-economici e relative implicazioni politiche e sociali a venire.
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