[The Gospel according to José Saramago. A political-literary outlook of the opposition] Can literature form the basis of a politically oriented theory of opposition, capable of leading humanity to emancipation? This is what we try to do in this essay starting from the work of José Saramago.
The need for restart actions, which has been marked by the crisis provoked by the Covid-19 pandemic, calls for a pedagogical reflection capable of finding the possible ways for a politics of humanity (Morin 2020) that could promote ecological transition and democracy re-generation processes aiming at an active responsible co-participation. Starting from here, this study raises the question about the use of artistic practices in educational contexts as a transformative education medium that can lead to the construction of a real participatory democracy. Working on a narrative review of the Italian scholarly literature written in the last two years about the topic of choice, the research group has selected a corpus of articles that has been read from a critical-analytical perspective. The discussion has highlighted how all art forms, as well as the cultural heritage they belong to, actively contribute to humanizing transformative processes in different formal and informal educational spaces. ; Il bisogno di ripartenza marcato dalla crisi prodotta dalla pandemia da Covid-19 smuove la riflessione pedagogica, chiamata a individuare le vie per una politica dell'umanità (Morin 2020) che possa promuovere processi di transizione ecologica e di ri-generazione delle società democratiche, in un'ottica di co-partecipazione attiva e responsabile. A partire da qui, il presente studio si interroga sull'utilizzo delle pratiche artistiche nei contesti educativi come medium per un'educazione trasformativa propedeutica al costituirsi di una democrazia partecipativa reale. Procedendo alla revisione narrativa della letteratura scientifica italiana dell'ultimo biennio sul tema di interesse, il gruppo di ricerca ha costituito un corpus di articoli che è stato oggetto di lettura critico-analitica. Si è visto così come le diverse arti e, con esse, il patrimonio culturale concorrano attivamente al darsi di processi trasformativi umanizzanti in diversi spazi dell'educazione formale e informale.
La ricognizione delle opere composte da Filippo Tommaso Marinetti tra il 1909 e il 1912 è sostenuta da una tesi paradossale: il futurismo di Marinetti non sarebbe un'espressione della modernità, bensì una reazione anti-moderna, che dietro a una superficiale ed entusiastica adesione ad alcune parole d'ordine della seconda rivoluzione industriale nasconderebbe un pessimismo di fondo nei confronti dell'uomo e della storia. In questo senso il futurismo diventa un emblema del ritardo culturale e del gattopardismo italiano, e anticipa l'analoga operazione svolta in politica da Mussolini: dietro un'adesione formale ad alcune istanze della modernità, la preservazione dello Status Quo. Marinetti è descritto come un corpo estraneo rispetto alla cultura scientifica del Novecento: un futurista senza futuro (rarissime in Marinetti sono le proiezioni fantascientifiche). Questo aspetto è particolarmente evidente nelle opere prodotte del triennio 1908-1911, che non solo sono molto diverse dalle opere futuriste successive, ma per alcuni aspetti rappresentano una vera e propria antitesi di ciò che diventerà il futurismo letterario a partire dal 1912, con la pubblicazione del Manifesto tecnico della letteratura futurista e l'invenzione delle parole in libertà. Nelle opere precedenti, a un sostanziale disinteresse per il progressismo tecnologico corrispondeva un'attenzione ossessiva per la corporeità e un ricorso continuo all'allegoria, con effetti particolarmente grotteschi (soprattutto nel romanzo Mafarka le futuriste) nei quali si rilevano tracce di una concezione del mondo di sapore ancora medioevo-rinascimentale. Questa componente regressiva del futurismo marinettiano viene platealmente abbandonata a partire dal 1912, con Zang Tumb Tumb, salvo riaffiorare ciclicamente, come una corrente sotterranea, in altre fasi della sua carriera: nel 1922, ad esempio, con la pubblicazione de Gli indomabili (un'altra opera allegorica, ricca di reminiscenze letterarie). Quella del 1912 è una vera e propria frattura, che nel primo capitolo è indagata sia da un punto di vista storico (attraverso la documentazione epistolare e giornalistica vengono portate alla luce le tensioni che portarono gran parte dei poeti futuristi ad abbandonare il movimento proprio in quell'anno) che da un punto di vista linguistico: sono sottolineate le differenze sostanziali tra la produzione parolibera e quella precedente, e si arrischia anche una spiegazione psicologica della brusca svolta impressa da Marinetti al suo movimento. Nel secondo capitolo viene proposta un'analisi formale e contenutistica della 'funzione grottesca' nelle opere di Marinetti. Nel terzo capitolo un'analisi comparata delle incarnazioni della macchine ritratte nelle opere di Marinetti ci svela che quasi sempre in questo autore la macchina è associata al pensiero della morte e a una pulsione masochistica (dominante, quest'ultima, ne Gli indomabili); il che porta ad arrischiare l'ipotesi che l'esperienza futurista, e in particolare il futurismo parolibero posteriore al 1912, sia la rielaborazione di un trauma. Esso può essere interpretato metaforicamente come lo choc del giovane Marinetti, balzato in pochi anni dalle sabbie d'Alessandria d'Egitto alle brume industriali di Milano, ma anche come una reale esperienza traumatica (l'incidente automobilistico del 1908, "mitologizzato" nel primo manifesto, ma che in realtà fu vissuto dall'autore come esperienza realmente perturbante). ; The analysis of F. T. Marinetti's works written from 1909 to 1912 is supported by a paradoxical hypothesis: what if Marinetti's futurism was less an expression of modernity than an anti-modern reaction? Behind a superficial and enthousiastic agreement to some issues coming from the Second Industrial Revolution, Marinetti hides a pessimistic vision of humanity and history. Futurism could be his Trojan Horse to bring this feeling into the citadel of modernity, thus anticipating in Italian literature what Mussolini made in Italian politics: preserving the Status Quo behind a modernistic maquillage. Marinetti is a "Futurist Without Future": despite his enthousiasm for some technological innovations, he is totally abstracted from the scientific culture, like most Italian writers of his time: Unlike H. G. Wells, to whom he was often compared, he doesn't appear very interested in detecting "the shape of thing to come", while he seems more concerned in updating the old mythologies to the new "steel Gods" of technology. This could explain why the futurist literature has not so much in common with Science Fiction. Marinetti's first futurist works (1908-1911) show – behind a quite superficial interest for machines and technologies – a real obsession with the human body and everything related with it: sexuality (Mafarka le Futuriste), food (Le Roi Bombance) and violence (Gli indomabili). As in François Rabelais' Gargantua Et Pantagruel, which they openly recall, Marinetti's bodies in Mafarka le Futuriste or Le Roi Bombance are expanded to grotesque dimensions. These issues are temporarily set aside in 1912, when Marinetti finds a completely new style which is described in the Technical Manifesto of Futurist Literature as "Words-in-Freedom". This step further will cause the first important crisis in the Futurist Movement, as many early subscribers will not follow him. This crisis (the "fracture of 1912") is described in the first chapter, while in the second chapter the "grotesque element" in Marinetti's works is thoroughly analysed. Finally, the third chapter deals with the not so frequent "future projections" in his poems and novels. The observation that machines and future in these works are often tied with Death – the "foundation tale" of Futurism shows the first car accident of Italian literature – leads to a last hypothesis: the young italian poet grown up in Egypt may have experienced the discovery of modern industrial Europe as a real shock; the invention of Futurism could be the result of a traumatic stress disease.
This is an essay in three parts. The first reconstructs Giovanni Papini's encounter with William James and his contribution to transatlantic Pragmatism as part of an intellectual action aimed at modernizing Italian culture and making it more international. It argues that Papini's early reading of the two volumes of Walt Whitman's Canti scelti shaped his own brand of pragmatism. The second part centers on Papini's 1908 essay, "Walt Whitman", and his cultural and very influential interpretation of Whitman. Apparently reviewing Luigi Gamberale's Foglie d'erba (1907), Papini not only pragmatically used Whitman's poetry to show Italian artists how to write modern literature, but created an image of the poet/Whitman as a hybrid, avant-gardist and pragmatist, Übermensch. Through Whitman, Papini also participated in the cultural debate of the time, when Nietzsche and his Zarathustra were quoted, interpreted and used for their own aims by feminists like Sibilla Aleramo, syndicalists like Benito Mussolini, and artists like F.T. Marinetti. The third part of my essay centers on the image of the 'newborn' modern man and its machinistic Futurist incarnation, to show how its spiritualist version in Papini's work and its dynamically futurist image project in-human and anti-human visions of a future humanity, totally different from that of full-bodied, sentient and democratic human beings imagined by Whitman. ; Walt Whitman fu uno dei poeti più letti e amati da Giovanni Papini, che in occasione della prima traduzione italiana, ed europea, di Foglie d'erba (1907), dedicò un lungo e significativo saggio al poeta americano apparso su La Nuova Antologia nel 1908. Il suo saggio, intitolato Walt Whitman, è in parte una recensione delle Foglie d'erba di Gamberale del 1907, in parte testimonianza autobiografica della sua risposta emotiva ai Canti scelti del 1887 e 1890, in parte ancora lo strumento da lui usato per invitare i letterati e filosofi italiani a rinnovarsi leggendo Whitman. Nel corso del suo lungo discorso, tuttavia, Papini intraprende una analisi dell'opera e del poeta americano sviluppando le sue argomentazioni attraverso citazioni non solo frammentarie, ma spesso arbitrariamente accostate, fino a travisarne quasi completamente il messaggio. Papini, in sintesi, ricompone Whitman come il precursore della "filosofia della vita" che si va allora diffondendo in Europa e trova nell'élan vital di Henri Bergson e sopratutto nella dottrina di "affermazione vitale" estrapolata dal Zarathustra di Nietzsche. Papini, che all'epoca della sua collaborazione con il Leonardo aveva introdotto il pragmatismo americano in Italia, dimostra così di essere consapevole della vicinanza di Whitman al Trascendentalismo di R.W. Emerson, che a sua volta era stato un riferimento filosofico importante per il filosofo tedesco. Il contributo si propone non solo di offrire una nuova lettura critica del saggio di Papini –mai analizzato in questa prospettiva-- e del suo uso tutto 'nazionale' della poesia di Whitman, ma di mettere in evidenza il meccanismo ibridante – a livello linguistico, testuale, filosofico, ideologico-- che se da un lato presiede alla sua interpretazione di Whitman, dall'altro rende evidente quali fili intrecciano il suo discorso a quello di politici come Mussolini e di avanguardie come i Futuristi di Marinetti.
L'elaborato inquadra teoricamente la conflittualità ambientale, analizzandola secondo la prospettiva di tre parole chiave, partecipazione, percezione e azione territoriale. Il caso esaminato riguarda la controversia attorno all'estrazione del marmo, in Toscana, nel comprensorio Apuo-Versiliese. Sono state evidenziate istanze e proposte delle associazioni ambientaliste e dei comitati locali, in particolare del comitato Salviamo le Apuane, che, criticando radicalmente il sistema economico-produttivo esistente, propone, mediante un approccio di sviluppo locale, varie e concrete alternative economiche e sostenibili rispetto alla monocoltura del marmo. Dal punto di vista metodologico si è fatto riferimento alla letteratura preesistente, e, specialmente per la lettura del conflitto, si sono utilizzate categorie dell'Atlante Italiano dei conflitti ambientali del CDCA. Inoltre si è cercato di ricostruire la narrazione del conflitto, sia attraverso l'analisi delle fonti mediatiche, sia mediante una serie di interviste in profondità ad alcuni esponenti chiave rappresentativi della contesa: un rappresentante politico, un esponente economico e un portavoce dei movimenti. Obiettivo del contributo di ricerca, è stato quello di studiare i punti centrali della controversia, fornendo un quadro aggiornato sul caso,dal punto di vista economico, occupazionale e politico. Inoltre una finalità specifica è stata quella di chiarire in quale misura i conflitti possano essere influenzati da alcuni aspetti della psicologia ambientale. Ad esempio ci si è soffermati sul fenomeno della Solastalgia, studiato dalla Ecopsicologia, che, assieme agli studi sulla percezione del rischio, permette di comprendere meglio perché, di fronte ad eventi vicini, dannosi e non controllabili, si reagisca con un paradossale ottimismo. Tali determinanti alimentano la radicalità delle posizioni degli attori, in quanto legate a visioni differenti del mondo circostante e dello sviluppo del territorio. Pur nei limiti della presente ricerca, a causa della complessità fenomenica della percezione, della molteplicità degli attori e dell'estensione del territorio, l'analisi del caso ha permesso di mettere in luce come, essendo il territorio un fattore identitario, i meccanismi di percezione selettiva e di reinterpretazione della mente umana, abbiano influenza nei conflitti territoriali e siano alla base di alcuni nodi e punti di impasse delle controversie stesse. Di conseguenza è importante proseguire la ricerca in questa direzione. - The aim of this research is to study the issue of environmental conflicts, according to the perspective of three key words: participation, perception and territorial action. The examined case concerns the debate about the extraction of the marble, in Tuscany, in the district Apuo-Versiliese. Appeals and proposals of environmentalist associations and local committees have been underlined, particularly those of the committee Salviamo le Apuane, which criticizes completely the current economic-productive system, proposing various and concrete economic and sustainable alternatives in comparison to the monoculture of the marble, through a local development approach. The used methodology is based on preexisting literature, and, especially as for the analysis of the conflict, categories of the Italian Atlas of the environmental conflicts of the CDCA have been used. Moreover the narration about the conflict was conceived, through the analysis of media sources and interviews in depth to some key exponents of the dispute: a political proponent , an economic exponent and a spokesman of the movements. Purpose of investigation has been to study the central points of the controversy, providing an updated picture from an economic, occupational and political point of view. In addition, this research focuses on how environmental psychology might condition conflicts: for instance the Solastalgia, studied by the Ecopsychology, allows to understand better why the humanity reacts with a paradoxical optimism in front of near, harmful and not controllable events, together with the studies on the perception of the risk. These aspects feed the intransigence of the actors, because of different visions about surrounding world and about the development of territory. In spite of the limits of this research, because of the complexity of the phenomena of perception, the multiplicity of several groups and the extension of the territory; the analysis of the case has allowed to show how the mechanisms of selective perception and of reinterpretation of the human mind influence territorial conflicts and how they are at the root of some issues of those controversies. Consequently it is essential to continue researching.