Much of the Camorra's literary production focuses on the aspects of military control of the territory and on predatory activities in politics and the economy. Less attention is paid to the social reproduction factors of organized crime groups. The aspects of mutuality and internal solidarity in the champs have never received a systematic and in-depth observation. This research instead proposes the analysis of the elements of legitimation and consent of the Camorra groups in the territories in which they are located. The welfare and its double is a work that is articulated through a rich system that uses quantitative and ethnographic methods: an approach located at the meeting point between sociology and anthropology in the analysis of social policies, which uses unpublished and difficult judicial documents availability. A demanding fieldwork in the Caserta area has in fact made it possible to decipher the forms of social assistance present: public and mafia ones. What emerges is the panorama of a criminal whole that ensures an incredible protection against affiliates and their families, which competes with the protections offered by public welfare. However, the results of this study show that it is precisely in the territories most affected by the mafia presence that new forms of social struggle are born. It is here, in fact - where criminal infiltrations affect welfare service contracts - that the most innovative social actions were born in defense of the weakest categories.
The essay analyzes the occupational welfare which, thanks to its virtuous capacities, has been supported by the state in recent times through redistributive fiscal policies. Through an analysis of the positive effects and the evolutionary tensions of occupational welfare, the essay intends to demonstrate how such a public policy entails the occurrence of a twofold effect: a) Indirectly attributing a delegation of social protection function to collective agreements, inducing trade unions and companies to include in the object of collective agreements the protection of general and public interests, that are expression of fundamental rights such as education, health, pension plans; b) Further developing the process of institutionalization of collective autonomy which, as early as the 1980s, was delegated the normative tasks of regulating the labour market and employment. The essay argues that collective autonomy, on its own, without a legal framework, is unsuitable to protect general and public interests such as those that since 2016 constitute the new object of collective bargaining and therefore needs to be regulated, also in function of a possible extension of the subjective scope of employment welfare. ; Este artículo aborda el estudio del welfare laboral que, por su capacidad virtuosa, ha sido apoyada por el Estado en los últimos años mediante políticas fiscales de carácter redistributivo. A través del análisis de los efectos positivos y de las tensiones evolutivas del welfare laboral, el artículo pretende demostrar cómo dicha política pública lleva a la conclusion de un doble efecto: a) Atribuir indirectamente una delegación de la función de protección social al convenio colectivo, incluiendo en el objeto del convenio colectivo la protección de los intereses generales, públicos, la expresión de derechos fundamentales como la educación, la salud, seguridad social); b) Desarrollar aún más el proceso de institucionalización de la autonomía colectiva a la que, ya desde los años 80, se le han delegado las normativas reguladoras del mercado de trabajo y del empleo. La tesis que se asume presenta es que la autonomía colectiva, por sí misma, sin marco legal, es inadecuada para proteger intereses generales y públicos como los que desde 2016 constituyen el nuevo objeto de la negociación colectiva y, por tanto, necesitan ser regulados, también en función de una posible ampliación del ámbito subjetivo del welfare laboral. ; L'articolo ha ad oggetto lo studio del welfare occupazionale, che in considerazione delle sue capacità virtuose, negli ultimi è stato sostenuto dallo Stato attraverso politiche fiscali di stampo redistributivo. Attraverso un'analisi di effetti positivi e delle tensioni evolutive del welfare occupazionale, il saggio intende dimostrare come siffatta policy pubblica comporti il verificarsi di un duplice effetto: a) Attribuire indirettamente una delega della funzione di protezione sociale al contratto collettivo, inducendo le parti sociali ad includere nell'oggetto del contratto collettivo la tutela di interessi generali, pubblici, espressione di diritti fondamentali quali istruzione, salute, previdenza); b) Sviluppare ulteriormente il processo di istituzionalizzazione dell'autonomia collettiva che, già a partire dagli anni Ottanta, veniva delegata di compiti normativi di regolazione del mercato del lavoro e dell'occupazione. La tesi che si intende sostenere è che l'autonomia collettiva, da sola, senza una cornice legale, sia inidonea a tutelare interessi generali e pubblici come quelli che dal 2016 costituiscono il nuovo oggetto della contrattazione collettiva e pertanto necessiti di essere regolata, anche in funzione di un possibile ampliamento dell'ambito di applicazione soggettiva del welfare occupazionale.
Sin dal Primo Rapporto sul secondo welfare si invitava a guardare a quello che abbiamo definito "secondo welfare" come a un quadro concettuale in grado di catturare processi che avrebbero potuto costituire una strategia complementare alle riforme di "ricalibratura" della composizione interna della spesa pubblica per la protezione e l'investimento sociale. L'analisi proposta nella prima sezione in questo capitolo conferma che nell'ultimo decennio la tenuta della spesa pubblica per le politiche sociali non si è accompagnata a una riorganizzazione incisiva delle diverse voci di spesa, lasciando così intatta l'ipertrofia previdenziale che caratterizza da molti decenni il welfare state italiano. I dati esposti illustrano nel complesso la perdurante fragilità del welfare state più tradizionale, che fatica a rinnovarsi in funzione delle mutate condizioni socio-economiche del Paese. Questa osservazione spiega l'importanza di provare a dar conto del "peso" del secondo welfare, obiettivo su cui si concentra la seconda sezione del capitolo. In questa parte, pur con tutti i limiti derivanti dalla scarsità e non standardizzazione dei dati a disposizione, proviamo a offrire una fotografia aggiornata di alcune dimensioni aggregate del secondo welfare, partendo dagli attori che si fanno promotori delle diverse iniziative. La fotografia restituisce la crescita, il consolidamento e gli attuali limiti del secondo welfare nelle tante, diverse ma interconnesse articolazioni che assume e che proviamo a descrivere richiamando le principali evidenze empiriche a livello macro, in termini di risorse e processi attivati dai suoi protagonisti. ; Since the First Report on second welfare, we suggested to consider our definition of "second welfare" as a conceptual framework able to capture processes that could constitute a complementary strategy to the "recalibration" reforms of public expenditure for social protection and investment. As pointed out in the first section of this chapter, the analysis shows that, over the last decade, the overall stability of public spending on social policies was not accompanied by vigorous measure of reorganization of the various expenditure items. Therefore, the social security hypertrophy – that has characterized Italian welfare state for many decades – has remained intact. The data shows the persistent fragility of the more traditional welfare state, still engaged to renew itself in the light of changes of the socio-economic conditions. This statement explains the importance of accounting for the "weight" of the second welfare. In the second part of the chapter, despite all the limitations due to the scarcity and non-standardization of available data, we provide an up-to-date picture of some aggregate dimensions of the second welfare, starting with the promoters of the various initiatives. This picture illustrates the growth, consolidation as well as the current limits of second welfare, in the different and interlinked aspects it assumes, providing the main empirical evidence at the macro level, in terms of resources and processes activated by its protagonists.
La presente tesi costituisce uno studio di caso sociologico avente come oggetto la Croce Rossa Italiana ed il suo ruolo nella welfare society, alla luce della recente riforma che l'ha trasformata da ente pubblico in Ente del Terzo Settore. Si intende rilevare se gli effetti della riforma (2012), intersecatasi con quella del Terzo Settore (2017), abbiano avuto ricadute prevalentemente positive o piuttosto negative in termini di interesse pubblico, per la CRI, per lo Stato e per la società italiana in generale. Inoltre la tesi ha lo scopo di iniziare ad esplorare un ambito di studi sociologici finora scarsamente considerato. Il lavoro si articola in tre parti. Nella prima il tema della ricerca viene inquadrato teoricamente nell'ambito della sociologia del welfare: si analizzano i modelli sociologici di welfare state, i più recenti indirizzi di politica sociale europei, nonché il ruolo del Terzo Settore nei sistemi di welfare. Nella seconda parte il focus si concentra sull'Ente Croce Rossa, dapprima tramite la disamina delle caratteristiche distintive del Movimento e di alcune delle più importanti Società Nazionali, ed in seguito tramite una ricostruzione della storia della CRI. La terza parte dell'elaborato è dedicata all'esposizione dei risultati della ricerca empirica, nel corso della quale sono state impiegate diverse tecniche di indagine di carattere prevalentemente qualitativo. In particolare: a) l'analisi della documentazione ufficiale della CRI, che ne mette in luce gli aspetti più rilevanti (status giuridico, organizzazione, finanze, personale, obiettivi); b) l'illustrazione ed il commento di venti interviste semi-strutturate rivolte a testimoni privilegiati (dirigenti CRI, rappresentanti di Istituzioni pubbliche, esponenti del Terzo Settore, sociologi esperti di welfare). Le risultanze emerse, seppure non definitive, mostrano un sostanziale esito positivo della riforma: la CRI attualmente è un'organizzazione umanitaria vitale, ben strutturata, al passo coi tempi, benché ostacolata da alcune criticità, di cui si dà conto dettagliatamente nel lavoro. ; This thesis is a sociological case study about the Italian Red Cross (IRC) and its role in the welfare society, in light of the recent reform that transformed it from a public body into a Third Sector Body. It is intended to note whether the effects of the reform (2012), intersected with that of the Third Sector (2017), have had mainly positive or rather negative consequences in terms of public interest, for the IRC, for the State and generally for the Italian society. Furthermore, the thesis aims to start exploring a so far rarely considered field of sociological studies. The work is divided into three parts. In the first one, the research topic is theoretically framed within the welfare sociology: the work analyzes the welfare state sociological models, the most recent European social policy guidelines, as well as the Third Sector role in welfare systems. In the second part, the focus is concentrated on the Red Cross Body, first through the examination of the distinctive features of the Movement and of some most important National Societies, and then through a reconstruction of IRC history. The third part of the paper is dedicated to the exposition of the empirical research results, during which various investigation techniques, mainly qualitative, were used. In particular: a) the analysis of IRC official documentation, in order to highlight several structural dimensions (legal status, organization, finances, staff, objectives); b) the illustration and comment of twenty semi-structured interviews addressed to privileged witnesses (IRC executives, public Institutions representatives, Third Sector members, welfare sociologists). The emerged results, although not definitive, show a substantial positive outcome of the reform: the IRC is currently a vital, well structured, up with the times humanitarian organization, although hampered by some critical issues, which are considered in detail in the work.
In the wide debate about the crisis of the welfare systems in Europe, the very role of the State has been challenged. The subsidiarity approach, in particular, has developed a very articulated theoretical discourse, showing the necessity to reform the social order in line with the principle of subsidiarity. The principle prescribes that the State needs to play a role of guarantee of the common good, while the provision of services has to be devolved to lower-level providers, with a public or a private status. This implies that the activation of private actors becomes a condition for the achievement of the common good. The research question guiding our analysis refers to how the State can act as the guardian of the common interest while its achievement is left to the mobilization of individuals and groups. After a presentation of the subsidiarity approach, and of its contribution to the debate on the redefinition of the role of the State, the analysis focuses on the Lombardy case as a model of "subsidiarity governance". We concentrate on the solutions identified by the regional government in order to promote the activation of people and civil society. In particular, we focus on the implementation of two policies presented by the regional government as "subsidiarity inspired": a school voucher scheme, introduced in 2000, targeted at families choosing private schools (Buono scuola) and a policy of promotion of family associations introduced in 1999. The analysis aims at evaluating the success of these policies in promoting subsidiarity-inspired choices, in order to assess how top-down interventions by the State can have an impact in stimulating bottom-up mobilization by the civil society.
Sommario: L'articolo propone un'analisi concettuale dei fondamenti del Modello Sociale Europeo come sistema di welfare multilivello. In particolare, espone l'importanza della sussidiarietà amministrativa tra i diversi livelli della governance europea come un elemento centrale della cittadinanza sociale. Con questa espressione viene definita l'articolazione strategica tra legittimità sovra-nazionale e responsabilità sub-statale che ottimizza l'implementazione di politiche pubbliche. L'impatto dei cosiddetti "nuovi rischi sociali" (NSR) dipende dalle possibilità di sviluppo sociale, strutturale ed istituzionale delle comunità locali. In questo senso, l'autonomia fiscale a livello regionale è un aspetto centrale per garantire politiche redistributive e di solidarietà. Partendo da queste riflessioni, nell'ultima sezione si valuta come la governance multilivello possa rafforzare la cittadinanza sociale europea grazie all'interscambio di esperienze positive e innovative tra diversi stati membri, specialmente nell'attuale congiuntura di instabilità economica internazionale. Abstract: In this article we carry out a conceptual review of European Social Model's basic issues as a multilevel welfare system. We outline administrative subsidiarity between different levels of European governance as one of the main pillar of social citizenship. With such expression we define the strategic configuration between transnational legitimacy and sub-state accountability in the provision of public policies. The impact of the so-called "new social risks" (NSR) relies on the social, structural and institutional development of local communities. According to that, financial autonomy at a regional level is a key resource for policy innovation together with the concomitants issues of redistribution and solidarity. Starting from these issues, the concluding section of the paper puts forward the idea that the advancement of social citizenship in the European Union may be best achieved through the interchange of positive and innovative experiences among and within member states, especially in the current international situation of economic instability. ; Peer reviewed
The theme of urban welfare, complex and characterized by a multiple reading of the concept, can be declined in various forms and aspects, however revolving around a specific instance: the request for a democratic diffusion of services, open and accessible to all, counting social mixing and the sharing of public resources. Two international examples, Medellín and Paris, testify today this willingness to spread services, increasingly open to fragile social classes or who have difficulty in accessing resources. Medellín reinterprets urban welfare considering the access to culture, through an integral territorial planning tool aimed at both urban regeneration and social regeneration, accomplishing it through policies of approach to culture and spread of services where parts of informal, spontaneously growing city, do not have it. Paris reads urban welfare according to social mixing and functional aspect in social housing: the new éco-quartiers regenerate large abandoned areas of Paris and turn them into new areas of social and economic attractiveness. The Parisian experience underlines the importance that government urban policies have in supporting social housing and sustainability issues for the construction of a regenerated city. It is through the provision of funds for the construction of functionally diversified social housing that it has been possible to equip an entire community with a new urban welfare, in an evolving perspective of sharing. In order to achieve urban welfare, therefore, there is the need of a capacity of an informal intervention for the realization of a widespread public services and a decisive and politically oriented public financial involvement for an action on the urban space able to transforming it into a common good.
Il presente elaborato analizza il complesso fenomeno del welfare occupazionale nell'ambito della conclamata crisi del moderno Stato sociale. Dapprima, ci si soffermerà sulla genesi del fenomeno, e, nello specifico, sul mutato contesto istituzionale e sociale da cui esso trae origine: allo studio dei principali modelli di welfare state e alla loro ricostruzione storica, si affiancherà l'osservazione delle possibili concause che hanno determinato, nel tempo, l'insorgere di forme di welfare integrativo, parallele, se non anche alternative, a quelle garantite, in via principale, dallo Stato centrale. Nel prosieguo si darà conto della crescente rilevanza assunta dal welfare occupazionale nel contesto politico e aziendale europeo e nazionale, attraverso l'analisi dei più recenti studi sul tema e dei provvedimenti adottati dal Legislatore italiano e dalle parti sociali nell'ultima stagione di rinnovo contrattuale. Al termine della ricostruzione normativa, si procederà alla lettura del fenomeno secondo tre differenti indirizzi interpretativi, con lo scopo di evidenziare le opportunità e i limiti derivanti dall'adozione di un diverso modello di solidarietà sociale e le sue possibili strategie di sviluppo nei diversi ambiti di applicazione. Sulla scorta di tali considerazioni, infine, si collocherà il fenomeno oggetto di studio nel più ampio processo di "innovazione sociale" che investe, pur con marcate criticità, le società contemporanee avanzate: in tal senso, dall'analisi di esempi virtuosi di collaborazione fra diversi attori istituzionali, pubblici e privati, si giungerà ad affermare l'importanza di inquadrare il welfare occupazionale in sistemi circolari e partecipati di gestione del rischio sociale per la creazione di un benessere diffuso e duraturo, che si sviluppi oltre il perimetro aziendale e con la collaborazione di tutta la comunità. ; This study aims to describe the phenomenon of occupational welfare against the backdrop of the crisis and the transformation of the modern Western welfare state. First of all, we will focus on the genesis of the phenomenon, and, specifically, on the emergence of new social risks that have deeply transformed the institutional and social pattern since the Fordist revolution: beside the study of the main welfare state models and their historical reconstruction, we will observe the possible contributing causes that have determined, over time, the gradual retrenchment of welfare state and the rise of different forms of supplementary welfare. Then, we will zoom in on the growing importance of occupational welfare in the European and national political and business context, through the analysis of the most recent studies on the issue and the measures adopted by the Italian legislator and the social partners in the last collective bargaining season. At the end of the normative reconstruction, the phenomenon will be read according to three different interpretative outlooks, with the aim of highlight limits and opportunities deriving from the adoption of a different model of social solidarity and its possible development strategies in the various fields of application. Ultimately, on the basis of these considerations, we will look at the phenomenon under a broader perspective of "social innovation": by this expression, we define the process encompassing socially innovative policies and actions aimed at overcoming poverty and social exclusion, through a reconfiguration of social and political relations. Moving from the analysis of some virtuous examples of dialectical interplay between public and private institutional actors, the paper concludes stating the importance of embedding occupational welfare in a broader circular and participatory systems of social risk management, through which develop and maximize social well-being, even beyond company policies.
Politiche per progetti e una prospettiva di governance hanno aperto a forme interessanti di innovazione delle politiche di welfare. D'altra parte, numerosi sono le ambiguità e i rischi sottesi in questa evoluzione sul piano della platea dei destinatari e dell'efficacia dei processi di inclusione sociale. Il saggio discute elementi di interesse e questioni che emergono nel progetto Welfare di Tutti a Milano mettendo in evidenza: a) potenzialità e prospettive per una riflessione che leghi progetto urbanistico e disegno delle politiche di welfare e organizzazione dei servizi, b) rischi e criticità di una declinazione territoriale del welfare locale in termini di aumento delle diseguaglianze e condizioni per l'inclusività del welfare. ; A project-led orientation in the design of public policies and an increasing orientation towards an extended governance of welfare has led to interesting innovations. Yet, many ambiguities and risks arise from this evolution in terms of the range of recipients and of the effectiveness of social inclusion measures. The article discusses questions and issues that emerge from the Welfare di Tutti project in Milan, with a focus on: a) potentials and perspectives for the integration of urban policies with the design and organization of social policies and services, b) risks and criticalities that emerge from the territorialisation of local welfare in terms of increasing inequalities and social inclusiveness of local welfare systems Keywords: social services; urban policies; local welfare
The essay deals with the difficult task of describing the current regulation of the Italian welfare state and its complex constitutional framework, according to which all levels of government are competent for exercising different functions often entangled with one another. Such a fairly confusing situation makes a general legislative decision by the central government and by the regions very urgent, provided that they share the common attitude of cooperation instead of enacting concurrent decisions which leave the citizen in an uncertain situation as to the real breath of their rights toward public powers.
Obiettivo del presente lavoro di ricerca è quello di individuare le condizioni grazie alle quali le attività turistiche possono costituire una valida leva a disposizione dei policy makers locali per implementare politiche di welfare che altrimenti risulterebbero troppo onerose, migliorando al contempo la sostenibilità sociale e la competitività economica del territorio. Si dimostra come il collegamento tra sviluppo, turismo e welfare richieda di ripensare, o quanto meno di definire, il concetto di smartness, al fine di abilitare i meccanismi classici che regolano la logica economica quali categorie analitiche utili a rappresentare le dinamiche socio-economiche e territoriali attivate. Una volta delineato un contesto di riferimento appropriato, la teoria economica possiede tutti gli strumenti per identificare il collegamento tra attività produttive, welfare e sviluppo umano nell'ambito di un'economia di mercato, a condizione di aggiungere ulteriori livelli di complessità al classico modello di domanda ed offerta. Il modello elaborato implica in ogni caso un governo pubblico delle relazioni economiche finalizzato alla conservazione di quelle caratteristiche, spesso latenti e non sempre verificate, grazie alle quali il turismo può costituire una leva per promuovere lo sviluppo sostenibile. ; The aim of this work is to identify under which conditions tourism becomes a tool available to policy makers to enhance the implementation of welfare policies that otherwise might result too expensive, improving, at the same time, the social sustainability and the economic competitiveness of the territory. The existence of a link among tourism, welfare and development requires to rethink, or redefine, the concept of smartness, in order to enable the economic theory to model the underlying socioeconomic and territorial dynamics. In a well-defined scenario, the latter is indeed able to represent the connections among productive activities, welfare measures and human development within a market framework, at the cost of adding some degree of complexity to the standard supply and demand model. The proposed approach implies, anyway, a public intervention aimed at achieving and preserving those market and non-market characteristics that make of tourism a valid support to foster sustainable development.
In two articles the author presents some key elements from his recently completed thesis about functional, non-intrusive information infrastructures for interorganisational public policy implementation. The development of these information infrastructures requires a new approach, chain-computerisation, based on new concepts and practices. This methodology is vital for public administration, if the problems associated with interorganisational policy implementation are to be overcome. Chain-computerisation recognises the impossibility in many interorganisational settings of implementing government policy, because no single organisational actor has authority over the system. Thus, for example, a Dutch requirement that prisoners serving longer prison sentences must notify the Benefits system so that benefit paid can be adjusted, cannot be enforced because this multi-agency setting is too complex to allow adequate co-ordinated control. What is needed is an informational solution which automatically signals to the Imprisonment system that a prisoner is receiving benefits. Such highly automated communication systems can also protect privacy, in this particular example by signalling that a note must be sent by the prisoner to his benefit agency rather than by triggering enforcement by the Imprisonment system without the prisoner concerned knowing it. This methodology can be seen as emerged from 'lessons learned' during the period that the author was responsible for the development of information policies at the Dutch Ministry of Justice. Chain-computerisation is explained here by means of examples taken from the penal and social welfare systems, but it should be emphasized that the methodology of chain-computerisation can be applied to many other situations where public policy is to be implemented by close co-operation of many autonomous public and private organisations.
Questo lavoro nasce dall'esigenza di mettere a fuoco il modello di welfare e le logiche di intervento che informano il sistema dei Servizi Sociali territoriali, cercando di capire quanto essi, nell'attuale quadro sociale ed economico, siano realmente in grado di sostenere gli individui e le famiglie nei loro percorsi di vita. L'elaborato procede assumendo come riferimento il paradigma del Social Investment e concentrando l'analisi sul modello di organizzazione e sui processi operativi che caratterizzano l'attività dei Servizi Sociali nell'ambito della "Società della Salute del Valdarno Inferiore". Questa è il modello organizzativo dell'assistenza territoriale socio-sanitaria che la Regione Toscana ha introdotto, con la legge n 40/2005 e successive modificazioni, e finalizzato a sviluppare l'integrazione del sistema sanitario con quello socio assistenziale. L'obiettivo, a cui il testo si dedica nella seconda parte, è proprio quello di capire quanto l'operatività dei servizi sociali, nell'ambito di tale modello organizzativo e del territorio sopra indicato, si avvicini o si discosti dai principi del Social Investment e con quale ricadute in termini di efficacia degli interventi stessi. Necessaria premessa a questa analisi è il lavoro di contestualizzazione dei sistemi di welfare a livello europeo e nazionale, che viene condotto nella prima parte. Nel primo capitolo si descrivono, infatti, i caratteri salienti dei principali modelli di welfare europeo, facendo particolare riferimento al sistema di regolazione tra Stato, famiglia e mercato, in essi presente, ed evidenziando come esso abbia inciso sul processo di trasformazione che ha interessato il welfare nel corso dei decenni. L'attenzione si appunta in modo particolare sul sistema di welfare italiano e sulle sue particolari caratteristiche, in comparazione con gli altri sistemi di welfare europei, cercando di capire, nel secondo capitolo, quanto esso sia "attrezzato" per rispondere alle nuove sfide demografiche e sociali che stanno investendo l'Europa. Questa riflessione viene condotta a partire dall'analisi dei dati demografici di Eurostat ed Istat, dall'analisi dei dati di spesa e facendo riferimento alle riflessioni, elaborate dalla letteratura sulla relazione intercorrente tra dinamiche demografiche e politiche pubbliche. La seconda parte del testo si concentra sull'attività di ricerca finalizzata all'analisi del modello di welfare presente nel Valdarno Inferiore e delle logiche di intervento che lo caratterizzano. L'indagine, condotta a partire dall'analisi e riflessione sugli interventi specificamente attivati nei confronti della popolazione anziana, mantiene sullo sfondo le politiche sociali rivolte alla totalità della popolazione ed è basata sulla pianificazione e conduzione di due Focus Group, utilizzando in un caso il metodo delle "vignette" e nell'altro quello del "problem setting". I risultati della ricerca, descritti nel quarto capitolo, evidenziano come in realtà il sistema dei servizi sociali territoriali non riesca ancora ad affrancarsi dai condizionamenti del Welfare nazionale e dal suo modello culturale: sussidiarietà passiva, familismo, categorizzazione e frammentazione degli interventi hanno in questo ambito ancora un ruolo. Ma al tempo stesso l'analisi condotta nei focus group, mantenendo sullo sfondo il paradigma del Social Investment, ha consentito agli operatori di ragionare per differenza, di mettere in discussione le logiche dell'attuale modello dei servizi e immaginare percorsi per un possibile cambiamento. Welfare models and intervention strategies in the local social services of Valdarno Inferiore: toward a Social Investment perspective? The scope of this thesis is to bring into focus the local social welfare system and its intervention strategies, and to evaluate whether they are really able to sustain individuals and families in their walks of life, within the current economical and social framework. This report adopts the paradigm of "Social Investment" as a reference point, and concentrates its analysis on the organizational model and operational processes currently used by Social Services in the domain of the "Società della Salute del Valdarno Inferiore." This organization for programming and managing local social services and healthcare was created by the Tuscany Region in 2005, aimed at the integration of the healthcare system with that of social services. In order to contextualize the analysis, Chapter One looks at European Welfare and describes the salient characteristics of the primary European models, focusing on the regulatory system of relations between State, family, and economy, and on its role in transforming the welfare system over time. Chapter Two pays particular attention to the Italian welfare system and its important characteristics, compared to other welfare systems in Europe, seeking to determine if the Italian system is equipped to respond to the new demographic and social challenges facing Europe. Observations are made based on demographic data from Eurostat and Istat (European and Italian census), budget data, and on literature about the relations between demographic dynamics and public policy. The second part of the paper looks at the social welfare model of the Valdarno Inferiore and its intervention strategies. Chapter Three is devoted to a study, conducted by two focus groups of social workers, centering on concrete cases involving the elderly, without losing sight of the rest of the population. The research uses the "vignette" method in one case, and in the other, "problem setting." The results of the study, described in Chapter Four, reveal how the local social services, as a whole, have not yet become free from the conditioning of National Welfare, nor from its cultural model. What has emerged from this research is that passive subsidiarity, familism, categorizing people, and fragmenting interventions all have a role, and need to be addressed. At the same time, the study allowed the focus group, through discussion and reflection, with the paradigm of "Social Investment" in the background, to question the principles of the current system of social services, and to imagine a possible change.
The article dwells on three main topics: access to knowledge, social well-being and the role of libraries in a "smart" society. With regard to the very first one, the author examines the educational attainment – and inadequate information literacy – in the adult population of Italy. The notion of common good, together with those of public good, private good, social good and merit good contribute to determine the concept of social well-being, and to introduce the idea of the library as a public service focused on access to knowledge – a public service that has to be included in the social welfare policy. With regard to the so called smart cities, in recent surveys among OECD member countries, Italy ranks lowest for reading and mathematics proficiency.For all these reasons public libraries must analyze their user's need in order to reposition themselves and their role in the society. ; L'articolo, riprendendo un contributo di Giovanni Di Domenico pubblicato su questa stessa rivista, si sofferma sui temi dell'accesso alla conoscenza, del benessere sociale e del ruolo delle biblioteche in una società "intelligente". Relativamente al primo punto vengono proposte alcune riflessioni sui livelli di istruzione nella popolazione italiana adulta e sulle carenze nel campo dell'information literacy. Il tema del benessere sociale viene affrontato a partire dalle definizioni di bene comune, bene pubblico, bene privato, bene sociale e bene meritorio, proponendo un'idea di biblioteca come servizio pubblico di accesso alla conoscenza, da collocare all'interno delle politiche del welfare. Parlando di smart cities, infine, viene ricordato come alcune recenti indagini ci collochino all'ultimo posto tra i paesi OCSE per quel che riguarda le competenze alfabetiche e matematiche.Ne deriva la necessità di un riposizionamento della biblioteca pubblica attraverso l'approfondimento dei bisogni degli utenti. A questo scopo si segnalano alcuni studi che insistono sul tema di una "biblioteconomia sociale" intesa come disciplina che contempli fra i propri obiettivi il benessere dell'individuo e l'impatto che su di esso può avere la frequentazione della biblioteca.
L'analisi del New Public Management come modalità di risposta alla crisi finanziaria e di legittimazione che i sistemi di welfare europei conoscono negli anni Novanta e poi come quadro orientativo della ricalibratura delle odierne politiche sociali costituisce l'oggetto del lavoro svolto in questi anni. I moderni sistemi di welfare hanno origine negli ultimi decenni dell'Ottocento e il loro percorso di sviluppo è segnato da lunghe lotte e difficili compromessi. La crisi economica dei primi anni Settanta si traduce anche in una crisi del welfare, che farà sentire i suoi effetti determinando quella che nella letteratura di settore è stata definita come una fase di "rallentamento" (Borzaga, Fazzi) o "ricalibratura" (Ferrera). Negli anni successivi il convergere di fattori economici, sociali ed endogeni rende ineludibile l'esigenza di una riconfigurazione complessiva dei sistemi di sicurezza sociale in termini funzionali, distributivi e normativi (Ferrera). E' in questa fase di riconfigurazione delle politiche sociali che il New Public Management emerge come una delle risposte, o meglio, come la risposta egemonica - seppure condizionata dai contesti nazionali– alla crisi. Questo lavoro è costruito attorno a tre linee direttrici e la prima è costituita proprio dal New Public Management. L'analisi del fenomeno, sia nella sua configurazione teorica sia nelle sue manifestazioni pratiche, ha da subito evidenziato nella libertà di scelta uno dei suoi temi più ricorrenti, tale da poter essere utilizzato come elemento chiave per una lettura critica dello stesso, delle motivazioni che hanno determinato il successo e dei limiti di una teoria che sembra porsi in contrasto con i fondamenti stessi del "modello sociale europeo". La seconda linea direttrice, dunque, è rappresentata dalla libertà di scelta, in nome della quale sono state portate avanti riforme che si muovono fondamentalmente nella direzione di un'apertura dei sistemi di welfare al libero mercato. Il senso di questa operazione diviene più comprensibile se si considera che il concetto di libertà si offre come un luogo di osservazione privilegiato per comprendere queste trasformazioni, perché ha da sempre costituito un elemento determinante nella definizione non solo dei sistemi di sicurezza sociale, ma più in generale del "contratto sociale" che regola i rapporti tra i cittadini e lo stato. Le possibilità di indagine di questo lavoro non lasciavano, però, spazio sufficiente per un'analisi approfondita dell'intero ambito delle politiche sociali e si è preferito lavorare su un aspetto specifico, cioè sulle politiche sanitarie, che risultano particolarmente interessanti. Da un lato, infatti, i sistemi sanitari sono oggetto di numerosi interventi da parte del legislatore, poiché rappresentano una voce di spesa molto importante nel bilancio pubblico, e dall'altro hanno caratteristiche specifiche riassumibili nella rilevante asimmetria informativa che connota queste prestazioni. Si è deciso, inoltre, di occuparsi delle politiche sanitarie nel Regno Unito e in Italia, in quanto nazioni con una storia particolarmente significativa a questo riguardo. La terza linea direttrice della ricerca è allora costituita da due casi di studio: le riforme dei sistemi sanitari in Italia e nel Regno Unito. Nel primo capitolo viene riscostruito il contesto storico, sociale e politico nel quale il neo managerialismo trova la sua diffusione, per poi illustrare lo stato dell'arte del dibattito sulla crisi del welfare, sulle possibili exit strategy e soprattutto sul neo managerialismo al fine di delinearne identità e caratteristiche. Segue una ricostruzione delle basi teoriche del NPM. La ricerca prosegue, dunque, nel secondo capitolo con un'analisi del pensiero politico moderno e contemporaneo sul tema della libertà, il cui contributo consiste nel mostrare, non solo le molte possibili declinazioni del concetto, ma anche i diversi rapporti tra stato e mercato, il sistema di diritti e l'idea stessa di cittadinanza che a partire da queste prendono forma. 2 Il terzo capitolo riscostruisce le origini e la storia del National Health Service inglese, uno dei primi sistemi universalistici, gratuiti e basati sulla fiscalità generale, del Servizio sanitario nazionale italiano - nato nel 1978 sul modello Beveridge - e delle recenti riforme della sanità. Nel quarto capitolo, vengono presentati i punti di convergenza e di divergenza nelle riforme italiane e inglesi. Si procede, poi, all'analisi della letteratura secondaria sulla base di un database europeo e di altri studi. L'obiettivo è quello di sottoporre a verifica la tesi che stabilisce una correlazione positiva tra NPM e scelta dei pazienti, per cui l'introduzione nella sanità elementi di mercato e della gestione d'impresa dovrebbe rendere i cittadini più liberi, e di analizzare l'impatto della libertà di scelta sull'efficienza, sull'efficacia e sull'equità. Tra le criticità è particolarmente rilevante un fenomeno di "selezione al contrario"; si conferma l'incidenza del problema delle asimmetrie informative e vengono segnalate manipolazioni, burocratizzazione e riduzione della qualità. Nel quinto capitolo, la ricerca viene ricondotta sul piano teorico per comprendere se l'incongruenza tra "teoria e prassi" che emerge, è una conseguenza inaspettata e dovuta all'incapacità dei governi o se, invece, è strutturale e voluta. Si cerca poi di confermare le ipotesi formulate nella prima parte del capitolo, analizzando il mercato della salute in Inghilterra e in Italia e in particolar modo i soggetti privati che vi operano, gli ambiti loro riservati, il modo in cui agiscono, le relazioni che stabiliscono con l'attore pubblico e la qualità dei servizi che offrono. Il capitolo conclusivo, infine, è occasione di riflessione sulle conseguenze che le riforme impongono alla società in generale e ai singoli, perché modificare le politiche sociali può voler dire cambiare il nostro modo di vivere insieme e di esistere come comunità. Viene chiarito il ruolo del welfare state nella sua accezione "classica" nei moderni stati democratici, riconducendolo al concetto di cittadinanza sociale di Thomas H. Marshall e all'idea che esso rappresenti uno strumento di "demercificazione" (Esping-Andersen) e di istituzionalizzazione della solidarietà (Offe). Lo stato, dunque, come produttore di beni pubblici, esiste solo se si ha una nozione condivisa di "comunità di interessi non rivali". La crisi del welfare di cui il NPM è un evidente segnale non può essere spiegata solo come il risultato dell'attacco da parte di élite politiche, ma questo stesso attacco è reso possibile da un cambiamento strutturale, dal venir meno della solidarietà, intesa come ciò che "solidifica un gruppo umano". Il rischio per la società è di cadere nell'"anomia", nella disgregazione delle comunità nazionali; mentre dal punto di vista del singolo è di trovarsi solo di fronte a problematiche complesse, di dover trovare come sostiene Ulrich Beck "soluzioni biografiche a contraddizioni sistemiche". Beck sintetizza il bivio di fronte al quale si trova l'Europa come la scelta tra Hegel e C. Schmitt, cioè tra la possibilità che la crisi economica contemporanea costituisca un'"astuzia della ragione" per condurci a uno stadio superiore di sviluppo; oppure invece che essa si trasformi in uno "stato di eccezione" permanente, governato dal binomio amico-nemico. La riforma dello stato sociale e dei sistemi di sanità ci pone, mutatis mutandis, di fronte allo stesso dilemma: può essere occasione per introdurre logiche di partecipazione e di democrazia "dal basso", ricostruendo così legami sociali indeboliti oppure per ristabilire l'antica separazione tra cittadini meritevoli e non meritevoli. E' innegabile, cioè, che le politiche sociali necessitino di una qualche "ristrutturazione", ma nel realizzarla la storia e la cultura del welfare dovrebbero essere considerate "non un peso di cui liberarsi, ma una risorsa".