Más equidad y más cambio: Análisis y alternativas del plan de desarollo 1983-1986
In: Controversia 117/118
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Nel corso degli ultimi cinquant'anni (1970-2020), le comunità indigene nasa del Dipartimento del Cauca (Colombia) si sono confrontate con processi necropolitici di segregazione territoriale e di violenza sistemica (Mbembe, 2006; Rozental, 2017), alimentati dalla secolare problematica del mancato riconoscimento delle terre ancestrali, dal conflitto armato interno colombiano, dall'attività delle transnazionali estrattiviste che operano nella regione e dalla proliferazione della problematica del narcotraffico (Peñaranda Supelano, 2012; Navia Lame, 2013; Peñaranda Supelano, 2015; CRIC, 2020). Per fronteggiare questi radicati dispositivi di espropiazione, violenza e silenziamento etnico, la popolazione nasa ha progressivamente riconfigurato le strategie di difesa della propria autonomia culturale e politica (Wilches-Chaux, 2005; Valero Gutiérrez, 2016). Nel quadro continentale del consolidamento organizzato delle rivendicazioni indigene, culminato nell'ultimo decennio del XX secolo nella cosiddetta emergencia indígena (Bengoa, 2007; Bengoa, 2009), le comunità nasa hanno plasmato modalità di resistenza multidimensionali, dove la tradizionale difesa pacifica dei confini territoriali è stata accompagnata da impulsi alla tutela dei propri spazi del sapere. Nel corso degli ultimi due decenni si sono strutturate strategie di salvaguardia dell'identità culturale comunitaria fondate sull'idea della custodia del "territorio dell'immaginario" (Almendra, 2017) dai dispositivi di invasione discorsiva e simbolica propri del necropotere (López Barcenas, 2007; Walsh, 2010): un meccanismo di protezione di epistemologie, cosmovisioni, lingua e spiritualità nasa, attuato a partire dalla delineazione di una nuova concezione autonoma della parola, tanto nell'esperienza dell'oralità come nelle sue espressioni scritte (Escobar, 2016). In questo contesto di studio, la tesi investiga un corpus di scritture realizzate da membri delle comunità indigene nasa in epoca contemporanea (1970-2020). La ricerca propone un'interpretazione della nozione-pratica del palabrandar, elaborata nell'ambito delle epistemologie nasa, come strumento ermeneutico centrale per la comprensione delle scritture analizzate e degli attuali immaginari di resistenza della popolazione caucana. La proposta del palabrandar si configura nel testo Entre la Emancipación y la Captura (2017) della scrittrice di etnia nasa-misak Vilma Almendra Quiguanás come una modalità autonoma di riflessione sull'esercizio della parola, concepita in una relazione di interdipendenza ontologica con l'azione di beneficio per la comunità (Almendra, 2017). La ricerca è strutturata in due tappe. Nei primi due capitoli si propone uno sguardo di analisi diacronico del processo di costituzione del prisma epistemologico della nozione-pratica del palabrandar, a partire dallo studio della produzione scritta di due autori nasa: Álvaro Ulcué Chocué (1943-1984) e Vilma Almendra Quiguanás (1979). Gli scritti del sacerdote cattolico di etnia nasa Ulcué Chocué, parzialmente inediti, sono interpretati come antecedente fondamentale della concezione autonoma della parola configurata nel testo Entre la Emancipación y la Captura di Vilma Almendra Quiguanas. Nel corso dell'analisi, si suggerisce una collocazione delle connotazioni epistemiche del palabrandar all'interno di una cartografia gnoseologica dei saperi indigeni dell'Abiayala, intesa qui nella sua integralità di pluriverso di enunciazione ed espressione delle conoscenze ancestrali in una dimensione di futuralità (Escobar, 2016; Rocha Vivas, 2017; Escobar, 2018). Nella seconda parte della tesi si elabora un'analisi orientata a delineare le forme semantiche e simboliche attraverso cui la nozione del palabrandar si traduce in pratica di scrittura. Si propone uno studio delle produzione scritte di alcuni membri della comunità nasa, interpretate nella loro dimensione di testualità oralettegrafiche (Rocha Vivas, 2017), ovvero scritture conformate da codici multidimensionali che possono trovare la loro espressione finale in un libro o in altri spazi di trasmissione del sapere nasa, come le pietre o le pareti (Faust, 2001; Rappaport, 2004; Rappaport, 2008; Perdomo, 2013). In questa prospettiva, il corpus di analisi si compone di alcuni passaggi testuali del volume Entre la Emancipación y la Captura di Vilma Almendra Quiguanás e di una serie di scritture (graffiti) realizzate da membri della comunità nasa nello spazio pubblico del territorio di Toribío, decodificato attraverso la contestualizzazione alle epistemologie nasa degli strumenti teorico-metodologici forniti dagli studi sul Paesaggio linguistico in aree di tensione sociale (Shoamy y Gorter, 2008; Delgado, 2011; Rubdy, 2015; Woldemariam, 2016). La traiettoria esegetica elaborata si struttura metodologicamente a partire dall'inquadramento delle scritture contemporanee del popolo nasa in uno spazio ontologico del sapere autonomo, inserito in un processo di dialogo con alcune proposte delle scienze sociali e umane che riproduce la dimensione interculturale delle attuali dinamiche di negoziazione del sapere nelle comunità nasa (Rappaport, 2003; Bengoa, 2009). Categorie come 'scrittura', 'resistenza' e 'territorio' si interpretano quindi a partire dalle significazioni assunte nell'universo epistemologico nasa (Rappaport, 2004; Wilches-Chaux, 2005; Perdomo, 2013; G. Ulcué, 2015; Sanabria Monroy, 2016; Muñoz Atillo, 2018). Il percorso ermeneutico adottato è sostentato da un lavoro sul campo presso diverse comunità nasa del settore nordorientale del Cauca, realizzato attraverso cinque viaggi nel territorio tra il settembre del 2018 e il settembre del 2020. Oltre alla realizzazione di una ricerca di archivio presso la Biblioteca Parrocchiale di Toribío, il lavoro sul campo è consistito in conversazioni, interviste e intercambi con membri della comunità nasa, partecipazione in assemblee e rituali, nell'intento di dialogare con gli spazi del sapere indigeno caucano in ogni sua dimensione di espressione: l'oralità, la ritualità, l'incontro collettivo e la scrittura (Garzón Lopez, 2013; Rocha Vivas, 2017). ; In the last fifty years (1970-2020), indigenous Nasa communities in the Cauca Department (Colombia) have faced necropolitical processes of territorial segregation and systemic violence (Mbembe, 2006; Rozental, 2017), fomented by the century-old problem of the failure to acknowledge their ancestral homelands, by the internal Colombian armed conflict, by the activity of the transnational extractive industries operating in the region, and by the proliferation of narcotraffic (Peñaranda Supelano, 2012; Navia Lame, 2013; Peñaranda Supelano, 2015; CRIC, 2020). To face these entrenched devices of expropriation, violence, and ethnic silencing, Nasa people have progressively reconfigured the strategies in defence of their cultural and political autonomy (Wilches-Chaux, 2005; Valero Gutiérrez, 2016). In the framework of the organised strengthening of indigenous claims in the continent, culminating in the so-called emergencia indígena in the last decade of the 20th century (Bengoa, 2007; Bengoa, 2009), Nasa communities have forged multidimensional modalities of resistance, in which the traditional pacific conservation of territorial boundaries combines with the need to safeguard their own knowledge space. In the last two decades, Nasa communities have developed strategies to safeguard their communal cultural identity. These strategies are based on the idea of the defence of the "territory of the imagination" (Almendra, 2017) from the devices of discursive and symbolic invasion typical of necropower (López Barcenas, 2007; Walsh, 2010): a protective mechanism of Nasa epistemologies, cosmovisions, language, and spirituality, whose starting point is represented by the outline of a new autonomous conception of the word, in both the oral experience and its written expressions (Escobar, 2016). In this context, the present thesis investigates a corpus of writings realized by members of the indigenous Nasa communities in contemporary times (1970-2020). The research proposes an interpretation of the know-how of palabrandar, conceptualised in Nasa epistemologies, as the central hermeneutic tool for an understanding of the selected writings and of the actual images of resistance of the Cauca people. The proposal of palabrandar is defined in the text Entre la Emancipación y la Captura (2017) by the Nasa-Misak writer Vilma Almendra Quiguanás as an autonomous modality of reflection on the word, which is understood in a relationship of ontological interdependence with the action of benefit for the community (Almendra, 2017). The research is structured in two phases. The first two chapters propose a diachronic analysis of the founding process of the epistemological prism of the know-how of palabrandar, starting from an investigation of the written production of two Nasa authors: Álvaro Ulcué Chocué (1943-1984) and Vilma Almendra Quiguanás (1979). The writings, some of them unpublished, of the Catholic priest of Nasa ethnicity Ulcué Chocué are interpreted as a fundamental antecedent to the word's autonomous conception as defined in the text Entre la Emancipación y la Captura by Vilma Almendra Quiguanas. The analysis seeks to discuss a positioning of the epistemic connotations of palabrandar within a gnosiological cartography of the indigenous knowledge of Abiayala, interpreted in its integrality of pluriverse of enunciation and expression of ancestral knowledge in a futural dimension (Escobar, 2016; Rocha Vivas, 2017; Escobar, 2018). The second part of the thesis aims to outline the semantic and symbolic forms through which the notion of palabrandar translates into written expressions. The writings of some members of the Nasa community are discussed taking into account their dimension of oralitegraphic textualities (Rocha Vivas, 2017), that is textual productions shaped by the confluence of multidimensional codes, which can be expressed through books or other spaces where Nasa knowledge is transmitted, such as stones or walls (Faust, 2001; Rappaport, 2004; Rappaport, 2008; Perdomo, 2013). In this perspective, the analysed corpus consists of some textual passages from the volume Entre la Emancipación y la Captura by Vilma Almendra Quiguanás and of a series of written productions (graffiti) realised by members of the Nasa community in the public space of the Toribío territory. The latter has been decoded by contextualising and applying to Nasa epistemologies the theoretical-methodological tools of linguistic landscape research in areas of social tension (Shoamy y Gorter, 2008; Delgado, 2011; Rubdy, 2015; Woldemariam, 2016). The exegetic trajectory developed in the thesis is structured methodologically by inserting the contemporary Nasa written productions in an ontological space of autonomous knowledge, which dialogues with proposals from the social and human sciences. This dialogical process reproduces the intercultural dimension of the actual dynamics of the negotiation of knowledge in Nasa communities (Rappaport, 2003; Bengoa, 2009). Consequently, categories such as 'writing', 'resistance', and 'territory' are interpreted according to the signification they possess in the epistemological Nasa universe (Rappaport, 2004; Wilches-Chaux, 2005; Perdomo, 2013; G. Ulcué, 2015; Sanabria Monroy, 2016; Muñoz Atillo, 2018). The adopted hermeneutic path is supported by fieldwork in different Nasa communities in the North-East Cauca region, and in particular by five research trips between September 2018 and September 2020. Fieldwork has consisted of archival research at the Parish Library in Toribío, conversations, interviews and interchanges with members of the Nasa community, the participation in meetings and rituals in the attempt to dialogue with the spaces of Cauca indigenous knowledge in every dimension of its expression: orality, rituality, collective gathering, and writing (Garzón Lopez, 2013; Rocha Vivas, 2017).
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My doctoral thesis analyses testimonial literature written by former political prisoners between 1973 and 2017 and its title is "Voces que resisten: el testimonio chileno de la dictadura escrito por ex presas politicas". It offers a thematical analysis of a corpus of thirteen texts and is developed in three chapters. The first chapter traces the history of testimonial literature and the Latin American theorical debate about it, with specific attention to Chilean context. I divided Chilean testimonial literature chronologically in three stages, in order to tie it to its historical background, as similarly done by Peris Blanes (Cfr. 2002, 2005, 2008), Moulian (Crf. 1997) and Richard (Crf. 2001, 2010, 2017). Thus it is read first as a form of resistance to the dictatorship, then within reconciliation policies and at last as realized in the contemporary world. In addition to this theoretical and historical introduction, the first chapter presents also the examined works, placing each one into the threefold historical context previously observed. Narrative differences between works are then taken in account: the narrative construction of the heroic woman and / or widow immolated to the cause (typical of the first stage and for this reason we speak of 'classical' texts); the one close to confession (which falls within the historical period of reconciliation); and, finally, contemporary texts (published between 2000 and 2017 and presenting diversified narrative modes). In the second chapter, the methodology is explained, and the analysis is carried out. It performs a gender study which takes on the feminine nature of the writers, by enlightening typically female themes such as the difficulty of reconciling political militancy with womanhood, motherhood and sexual violence - often a weapon of state violence during political imprisonment. The chapter also focuses on the thematic novelties of contemporary texts, the modification and evolution of which can bring to reopening the debate on the dictatorial past and bringing back 'forgotten' themes (such as militancy, the concept and importance of friendship networks). Finally, in the third chapter, the analysis is carried out with the usual diachronic approach and through three proposed thematic axes: resistance, resilience and solidarity. Testimonial literature is considered as an act of resistance itself since "el testimonio es una forma de organizar la resistencia a las violaciones de los derechos humanos [.] escribir sobre la revolución es hacer la revolución" (Nofal 2002: 34 -35). Writing is a way of denouncing the horror of dictatorial violence and telling how resistance has developed in different forms, such as the clandestine struggle, the reconfiguration of a dissident organization in exile and the return to continue the fight. For this reason, within the texts is looked for all those acts that can be linked to the resistance, that is understood also as mobilization of forces - even hidden and "lateral" - which undermine central power (Calveiro 2003: 92). Resilience means to outline gestures born/blossomed in a profoundly violent context, such as detention and torture centres, and that count for the human capacity to adapt to extreme situations without however losing their dignity and remaining "human". In this part, all those artistic and cultural productions born as a form of elevation and rebirth are also examined. The third theme, called "solidarity", highlights all the forms of solidarity, of sisterhood and brotherhood, which allowed the survival of friendship bonds between militants, even in extremely difficult situations. Clearly, these three themes dialogue and intertwine one another, recreating the social and political community these authors were part of. Therefore, the conclusions clarify how the community constraint has remained strong, despite the passage of time and the dictatorial attempt to annihilate all the dissidents in the regime. Through the reading of these texts, the announced cartography is created, since, as Santos-Herceg claims, it is only thanks to the testimonies that the unique attempt to enter the prison universe is realized: "único medio de acceso a la prisión y tortura". Testimonies therefore represent "una fuente inestimable" of information (in Scarabelli-Cappellini 2017: 63) on this world of community and solidarity, for too long forgotten. I therefore hope that this work will be considered as a timely contribution and, concluding, I suggest that there are many other voices just like these authors waiting to be heard.
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ABSTRACT This study focus on the appropriate approach to promote the engagement of citizens in the local development planning process. It uses interviews and focus group discussions with relevant groups. It was found that local government structures have been characterized by low centralization and high levels of connectedness. Besides structure, organizational culture has been considered to reinforce citizen engagement to be institutionalized in local development planning. Local government creates processes that can support citizens and community organizations. Finally, the local development planning presented by this study highlights the role of citizen engagement and local governance.RESUMEN Este estudio trata sobre el enfoque apropiado para promover la participación de los ciudadanos en el proceso de planificación del desarrollo local. Se utilizaron entrevistas y discusiones de grupos focales con grupos relevantes. Se encontró que las estructuras del gobierno local se han caracterizado por una baja centralización y altos niveles de conexión. Además de la estructura, se ha considerado que la cultura organizacional refuerza el compromiso ciudadano. El gobierno local crea procesos que pueden apoyar a los ciudadanos y las organizaciones comunitarias. Finalmente, la planificación del desarrollo local presentada por este estudio destaca el papel del compromiso ciudadano y la gobernanza local.
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El pasado martes 29 de enero, la organización no gubernamental Transparencia Internacional (ti) presentó su informe anual sobre la percepción de la corrupción en el sector público en 2018. La clasificación, que abarca un total de 180 países, se basa en el Índice de Percepción de la Corrupción (ipc), este elaborado gracias a los testimonios de expertos y actores del sector privado. Tanto a nivel global como regional, el informe de este año subraya el vínculo entre la corrupción y el debilitamiento de las democracias. Tal y como muestra esta infografía de Statista, Venezuela ocupa el peor puesto en percepción de corrupción en América Latina, con 18 puntos sobre 100, seguido de Nicaragua y Guatemala, con 25 y 27 puntos, respectivamente. Al igual que en 2017, Uruguay sigue liderando la región en materia de transparencia, ubicándose en el puesto 23 a nivel global y obteniendo la primera posición a nivel regional, con una puntuación de 70 sobre 100.
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Il percorso di ricerca intrapreso mi ha permesso di strutturare una serie di riflessioni, già avviate all'interno di percorsi di studio universitari precedenti, relativamente all'evidente alta inclusività propria delle Tecnologie dell'informazione e della Comunicazione (TIC) a supporto di alunni con Bisogni Educativi Speciali (BES). A partire dall'assunto che l'innovazione digitale della didattica passi necessariamente dalla consapevole orchestrazione dei diversi strumenti tecnologici e che l'innovazione didattica preceda quella digitale, si è reputato doveroso indagare relativamente alle modalità di sviluppo e di miglioramento delle competenze digitali dei docenti, soprattutto, per quanti operano in contesti che promuovono l'inclusione di alunni con B.E.S. Un primo livello di indagine porta ad analizzare come e quando utilizzare una determinata tecnologia per sviluppare una qualche competenza (pensiamo ai software creati a supporto del potenziamento di specifiche abilità, per esempio legate alla lettura), mentre un altro è quello di individuare quale metodologia o quali metodologie didattiche possano contribuire alla maturazione ed allo sviluppo di competenze servendosi di tecnologie più vicine alle modalità proprie degli allievi di informarsi e di relazionarsi con gli altri. Risulta, infatti, difficile non riconoscere il connubio naturale tra le tecnologie e l'inclusione, come già sostenuto da Gibson (1979), che utilizzò il principio dell'affordance per indicare le caratteristiche proprie dell'oggetto capaci di "comunicare" al soggetto i suoi possibili usi, ovvero quel che è possibile fare – nel nostro caso – adoperando le/avvalendosi delle diverse tecnologie digitali a disposizione. Sebbene vi siano delle resistenze attitudinali da parte delle "vecchie" generazioni di docenti, avvezzi all'insegnamento trasmissivo del sapere che predilige quindi il contenuto come elemento fondante del conoscere e che esclude l'aspetto del saper essere, fondamentale se si vuol lavorare per competenze, non è possibile non riconoscere le suddette potenzialità delle TIC e, di contro, offrire esperienze formative tali da imporre agli alunni modalità molto distanti dal mondo che li circonda fuori dalla scuola. Andando oltre questi aspetti puramente interpretativi, allora, perché le tecnologie digitali possono offrire un valido supporto all'apprendimento? Nel caso di soggetti con gravi disabilità, per esempio, il più delle volte l'obiettivo non è tanto riprodurre informazioni quanto riuscire a modificare i processi sottostanti (Antonietti, Castelli, Fabio & Marchetti, 2003), ad esempio aumentando la capacità attentiva, imparando a stare meglio insieme agli altri, esprimendo alcuni bisogni e così via. In questa prospettiva, l'uso di un software didattico specifico può offrire alcuni vantaggi rispetto all'uso di strumenti tradizionali: stimola ed incrementa le capacità attentive e la motivazione dell'utente; semplifica ciò che il soggetto deve apprendere, riducendo le interferenze fra compiti cognitivi diversi e permettendo di focalizzare l'attenzione su pochi ed essenziali elementi; ma anche per la loro flessibilità, ovvero la possibilità di definire contenuti, tempi, metodi, rinforzi, adattandoli sia alle esigenze del singolo alunno sia a fattori contingenti al compito cognitivo, come il momento di maggiore stanchezza, lo stato emotivo ecc. (Fogarolo, 2007). Estendendo questi aspetti agli alunni che non presentano un B.E.S., le nuove tecnologie digitali si configurano comunque come strumenti che permettono alle nuove generazioni di studenti di comunicare, ricercare informazioni, scaricare e/o fruire contenuti (musica e video per esempio), relazionarsi (pensiamo ai social network, ma anche a chat e videochiamate), giacché sono strumenti talmente così vicini ai giovani di oggi che ne hanno plasmato anche i codici linguistici delle generazioni odierne (Prensky, 2012; Jenkins & Ford, 2013). Non si possono non considerare questi aspetti, farlo significherebbe continuare ad imporre agli alunni i vecchi modelli, più "vicini"/affini al nostro modo di apprendere, ma sempre più distanti da quelli dei nostri alunni, nonché ignorare i recenti studi rispetto a teorie di apprendimento aggiornate ed alle strategie didattiche innovative come la flipped lesson (Mazur, 1997) oggetto oggi di interessanti riflessioni che trovano terreno fertile se supportate dalle TIC (Bergmann & Sams, 2012; Crews & Butterfield, 2012). In un panorama così ampio, col fine di promuovere gli apprendimenti attivi degli alunni e nella consapevolezza che il solo inserimento delle tecnologie all'interno del processo di insegnamento-apprendimento non fosse sufficiente a innovare le pratiche dell'insegnante, è stata individuata la metodologia di progettazione per Episodi di Apprendimento Situato (EAS) (Rivoltella, 2013; 2015; 2016) come "modello" metodologico in grado di, da una parte, professionalizzare le pratiche degli insegnanti e, dall'altra, rendere gli allievi (anche con gravi disabilità) al centro dei loro apprendimenti. Il percorso di consapevolezza, che mi ha portato ad assumere le presenti posizioni, è strettamente correlato all'esperienza formativa di una realtà educativa molto distante dal consueto approccio della scuola italiana, ovvero il Centro de Educación Especial (CEE) Fray Pedro Ponce de León. I Centri Educativi speciali in Spagna, infatti, a differenza di quel che avviene in Italia (come affrontato all'interno del Capitolo 1), sono normativamente regolamentati e prevedono l'inserimento di tutti gli alunni con gravi disabilità intellettive e/o psicomotorie che non possono raggiungere il pieno sviluppo delle proprie competenze all'interno dei centri ordinari (e per i quali è previsto un iter di inserimento all'interno dei CEE che viene affrontato all'interno del Capitolo 1). Il presente lavoro è suddiviso in due parti: 1. All'interno della parte I si ripercorrono gli aspetti giuridici (Capitolo 1), teorici (Capitolo 2) e metodologico-didattici (Capitolo 3) a supporto della ricerca empirica che segue. 2. Nella parte II si presenta la ricerca empirica basata sull'adattamento e sulla declinazione del metodo EAS per il contesto speciale. Nello specifico, all'interno del Capitolo 1 della parte I, si ripercorrono le tappe evolutive (dei Paesi Italia e Spagna) rispetto alle strategie inclusive a favore degli alunni con BES e, più precisamente, degli alunni con disabilità. Nel Capitolo 2 della parte I, si proseguirà l'analisi relativa ai processi di inclusione a partire dalle teorie di apprendimento che hanno modellato, nel corso dell'ultimo secolo, le modalità di approccio all'apprendimento plasmandone anche le azioni educative e didattiche dei docenti. Nell'ultimo Capitolo della parte I, punto nevralgico del presente lavoro, si dettaglierà il contesto tecnologico attuale ed il suo "irruento" approdo nelle modalità di comunicazione e di interazione degli alunni che ogni giorno frequentano le nostre scuole. A partire da suddette trattazioni, si presenta la metodologia EAS corredandola dagli assunti tecnologici e metodologici sui quali si fonda. La Parte II del presente lavoro di ricerca raccoglie i tre capitoli relativi alla ricerca empirica: Il primo capitolo della parte II, ovvero il Capitolo 4, si avvia con l'adattamento del metodo EAS alla progettazione di attività rivolte ad allievi con grave disabilità. Per il contesto speciale, infatti, si è ritenuto fondamentale assecondare (ed anche forzare) la naturale predisposizione del metolo EAS ad essere personalizzabile ed individualizzabile, tentando una "curvatura" dello stesso al fine di renderlo maggiormente situato alle specifiche necessità di progettazione degli insegnanti di allievi con grave disabilità. Si vedrà come suddetta forzatura abbia restituito interessanti e rilevanti risultati, soprattutto, per quel che attiene la professionalità del docente che opera nei campi educativi della disabilità (Capitolo 5). Tali risultati, rapportati ad una progettazione e realizzazione di attività per EAS ad alta tecnologia (tecnologie digitali di ultima generazione), permettono di trarre delle considerazioni (Capitolo 6) che in future occasioni di ricerca sarebbe interessante esplorare. ; La investigación realizada nos ha permitido estructurar una serie de reflexiones iniciadas en el marco de mis estudios universitarios, relativas al alto nivel de apoyo que pueden ofrecer las Tecnologías de la Información y la Comunicación (TIC) respecto a la educación del alumnado con necesidades educativas especiales (NEE). Partiendo de la idea de que la innovación didáctica conlleva la innovación digital y pasa necesariamente por un uso consciente de diferentes herramientas tecnológicas, se constata la necesidad de investigar sobre modelos didácticos y de mejora de las competencias digitales de los docentes, sobre todo en lo referido a la intervención con alumnado con NEE Un primer nivel de investigación permite analizar cómo y cuándo usar una determinada tecnología para desarrollar una competencia específica (por ejemplo, utilizar un software creado para apoyar la estimulación de determinadas habilidades como puede ser la de lectura). En un segundo nivel, interesa detectar la metodología o metodologías basadas en el uso de TIC utilizadas por el alumnado en su actividad cotidiana y que contribuyen al desarrollo de competencias clave. Resulta difícil desvincularse de la relación natural entre TIC e inclusión. Eso es posible detectarlo en lo que ya Gibson (1979) definió con el principio de affordance para indicar las características propias de cualquier objeto o herramienta y las posibilidades de acción que un sujeto percibe sobre los usos que puede realizar con ella. Es decir, lo que es posible hacer con las distintas tecnologías digitales que tenemos a nuestra disposición. En las anteriores generaciones de docentes se detecta todavía resistencia en su actitud hacia la tecnología, acostumbrados a una enseñanza apoyada en la transmisión del saber, que privilegia el contenido como elemento fundamental del conocimiento y reduce el saber hacer (Le Boterf, 1994; Perrenaud, 1997) elemento clave si se quiere desarrollar las competencias del alumnado. No es posible reconocer los puntos fuertes en el uso de las TIC y, en contra, ofrecer experiencias formativas que obliguen al alumnado a seguir modalidades muy lejanas al mundo tecnológico que tienen alrededor. Saliendo de estos aspectos interpretativos, nos preguntamos: ¿por qué las tecnologías digitales pueden ofrecer un apoyo válido al aprendizaje? En el caso de alumnado con graves discapacidades, por ejemplo, en la mayor parte de las ocasiones el objetivo no es tanto reproducir información como modificar los procesos que subyacen (Antonietti, Castelli, Fabio & Marchetti, 2003), por ejemplo aumentando la capacidad relativa a la atención, aprendiendo a estar mejor con los demás, expresando las necesidades, etc. En esa perspectiva, el uso de software didáctico específico puede ofrecer algunas ventajas respecto al uso de herramientas tradicionales: estimula y acrecienta las capacidades de atención y la motivación del usuario; simplifica lo que el sujeto tiene que aprender, reduciendo las interferencias entre diferentes tareas cognitivas, lo que les permite concentrarse en unos pocos elementos esenciales; también por su flexibilidad o la capacidad de definir contenido, tiempos, métodos, refuerzos y adaptándolos a las necesidades de cada alumno relacionados con factores contingentes de la tarea cognitiva, como el momento de mayor fatiga/cansancio, el estado emocional, etc. (Fogarolo, 2007). Al extender este problema sobre todo al alumnado, incluyendo los que no tienen NEE, las tecnologías digitales están configuradas, en todos los casos, como herramientas que permiten a las nuevas generaciones de estudiantes comunicarse, buscar información, descargar y/o disfrutar del contenido (música y vídeos, por ejemplo), relacionarse (redes sociales, chats, videoconferencias.). En fin, son herramientas que están tan cerca de los jóvenes de hoy que también han dado forma a los códigos lingüísticos de su generación (Prensky, 2012; Jenkins & Ford, 2013) No podemos dejar de constatar estas cuestiones pues significaría seguir imponiendo al alumnado antiguos modelos más cerca de nuestra forma de aprender, pero cada vez más distantes de los de nuestros estudiantes. Esto también supondría ignorar los estudios más recientes respecto a teorías de aprendizajes y estrategias didácticas innovadoras, como la flipped lesson (Mazur, 1997) que ahora es objeto de pensamientos interesantes en un terreno fértil con el apoyo de las TIC (Bergmann y Sams, 2012; Crews y Butterfield, 2012). En este panorama tan amplio, con la certeza de que la mera integración de las tecnologías en el proceso de enseñanza-aprendizaje no es suficiente para innovar las prácticas de los maestros, y con el fin también de promover aprendizaje activos de los/las alumnos/as, se identificó la metodología de diseño por Episodios de Aprendizaje Situado (EAS) (Rivoltella, 2013; 2015; 2016) como un modelo metodológico que puede, por un lado, fomentar la profesionalización de las prácticas de los docentes y, por otro, hacer que los estudiantes (incluso aquellos con discapacidad severa) puedan desarrollar sus aprendizajes. El camino de concienciación que nos llevó a asumir estas posiciones, está estrechamente relacionado con la experiencia de formación en una realidad educativa muy lejana al enfoque habitual de la escuela italiana, en concreto mi colaboración con la formación del profesorado del Centro de Educación Especial (CEE) "Fray Pedro Ponce de León" de Burgos. Los Centros Específicos de Educación Especial en España, a diferencia de lo que ocurre en Italia (como se discute en el capítulo 1), están regulados por la ley y prevén la inclusión de todo el alumnado con grave discapacidad intelectual y/o psicomotora que no puedan lograr el pleno desarrollo de sus competencias dentro de los centros ordinarios. Para este proceso existe un protocolo de incorporación al CEE, que veremos también en el capítulo 1. En conjunto, este trabajo de investigación que presentamos se distribuye en dos partes cuyo contenido describiremos a continuación (con mayor extensión que una introducción ordinaria, únicamente por deferencia a los evaluadores que no dominan el idioma italiano). En la Parte I, Lo stato dell'arte per l'inclusione e le nuove tecnologie. Aspetti giuridici, teorici e metodologico-didattici, se configura el acercamiento a la realidad en la que trabajaremos. En concreto, en el Capítulo 1 se hace un recorrido sobre las etapas evolutivas de los dos países (Italia y España) en estrategias inclusivas a favor de los alumnos con NEE y, prioritariamente, del alumnado con discapacidad. La comparación de la evolución legislativa en materia de inclusión entre Italia y España, nos permite identificar similitudes y diferencias, basándonos en la definición terminológica y al modelo de inclusión del alumnado con discapacidad. La legislación italiana reconoce por primera vez el término Bisogni Educativi Speciali (BES) a partir de la promulgación de la Directiva Ministerial del 27 de diciembre de 2012, mientras que en el caso español, el término Necesidades Educativas Especiales (NEE) se regula con la aprobación de la Ley Orgánica 1/1990, de Ordenación General del Sistema Educativa (LOGSE). Las diferencias temporales en la evolución terminológica, a nivel legal, no se traducen en el modelo de intervención, dado que en Italia la individualización curricular comienza en el año 1999, con la aprobación del Decreto del Presidente de la Republica (DPR) n. 275, mientras que en España es el desarrollo de la propia LOGSE la que regula las adaptaciones curriculares en los centros ordinarios. Desde el año 1977, con la aprobación de la Ley n.517, en Italia se eliminan la escolarización en aulas especiales. A diferencia del modo en que se entiende la inclusión en Italia, en el contexto español el alumnado afectado por discapacidades muy graves se escolariza en Centros de Educación Especial (CEE). No obstante, con la Ley Orgánica 2/2006, de Educación (LOE), se introduce por primera vez el concepto de inclusión, concretando que esa modalidad de acogimiento especial «se llevará a cabo cuando sus necesidades no puedan ser atendidas en el marco de las medidas de atención a la diversidad de los centros ordinarios» (art.74,1). Aunque en los últimos años se han producido cambios legislativos en materia de educación que han supuesto un desarrollo de los modelos de intervención inclusiva en ambos países, la diferencia relativa a la escolarización del alumnado con discapacidades graves en centros ordinarios y especiales se sigue manteniendo. En el Capítulo 2 continuamos el análisis de los procesos de inclusión a partir de las teorías de aprendizaje que han dado forma, en el último siglo, a las modalidades de enfoque respecto al aprendizaje y que han estructurado las acciones educativas y didácticas de los maestros. En este capítulo abordaremos las propuestas realizadas por autores ya clásicos como Watson, Pavlov, Thorndike, Skinner, Piaget, Bandura, Ausubel, Bruner, Vygotski. para acercarnos hasta los autores más actuales. Finalmente, ponemos de manifiesto que numerosos estudios provenientes del ámbito pedagógico-didáctico (Coffield et al., 2004) y neurocientífico (Pashler et al., 2008; Howard-Jones, 2010; Cuevas; Newton, 2015, entre otros), definen los estilos de aprendizaje como neuromitologías, en el sentido en que no está demostrada científicamente su existencia. De hecho, Gardner (citado en Marconatto, 2013) se posiciona de manera contraria a los estilos de aprendizaje, incidiendo en la ausencia de relación entre estos y las inteligencias múltiples, y defendiendo que el hecho de etiquetar cognitivamente a una persona, desvía la atención para el logro de una didáctica eficaz. En el último capítulo de la primera parte, el tercero, se detalla el contexto tecnológico actual y la metodología EAS acompañada de supuestos tecnológicos y metodológicos sobre las que se basa. La introducción de las TICs en la sociedad ha cambiado la manera de interactuar, favoreciendo la definición de diferentes competencias individuales en base al uso de la tecnología. A partir de los estudios de Prensky (2001), se establece una distinción generacional entre nativos digitales e inmigrantes digitales, superada por el concepto de sabiduría digital (2012), que pone el énfasis en las competencias digitales de los usuarios y no en su edad. Las TICs superan los paradigmas de las teorías de aprendizaje clásicas, introduciendo el conectivismo (Siemens, 2005), como referencia teórica para el diseño de actividades formativas. El uso de redes sociales da lugar a procesos de aprendizaje innovadores y creativos (Ally, 2008). En el contexto pedagógico actual, en el que se ha avanzado de la adquisición de contenidos al desarrollo de competencias, a la hora de articular procesos de aprendizaje, es importante profundizar en metodologías didácticas que fomenten el desarrollo de la sabiduría digital en el alumnado. En este sentido, los Episodios de Aprendizaje Situado (EAS) (Rivoltella, 2013) constituyen una metodología didáctica que permite desarrollar la profesionalización docente en el diseño de actividades digitales y el trabajo por competencias. EAS hunde sus raíces en la didáctica de laboratorio típica de Freinet (1978), en la que el profesorado es facilitador del proceso de aprendizaje y es el alumnado quien adquiere el papel protagonista en el aula, y en las teorías de Eric Mazur (1997), que al introducir el aprendizaje entre pares (peer instruction) abre las puertas a la flipped lesson (Bergmann & Sams, 2012). El EAS es una metodología que permite diseñar actividades a partir de las competencias que se persigue desarrollar. Se puede definir como conectivista y se basa en el microlearning dentro del ámbito más amplio del mobile learning (Pachler, 2007). El microlearning consiste en el diseño de pequeñas unidades de conocimiento (microcontenents) que se gestionan a través de pequeñas actividades (microactivities) en porciones temporales muy pequeñas (microtimes) (Hug, 2007, Rivoltella, 2013). La parte II recoge Gli Episodi di Apprendimento Situato (EAS) nella didattica speciale. El Capítulo 4 se inicia con la adaptación del método de EAS para el diseño de actividades dirigidas a los estudiantes con discapacidades graves (sobre todo a nivel cognitivo), dado que se ha entendido que este método puede ser personalizable e individualizable, intentando una "flexión" de la misma con el fin de hacerlo más situado a las necesidades específicas los docentes que educan a los estudiantes con discapacidades severas. La complejidad de la propuesta hace que se realice un diseño que nos permita realizar un seguimiento del proceso. Las estrategias e instrumentos utilizados son: • Cuestionario de autoevaluación sobre competencias digitales para la inclusión de los AcNEE. • La administración de un cuestionario pre-test, al iniciar la formación, y post-test al final del curso. Ambas herramientas se construyen Ad-hoc para esta investigación con el objetivo de detectar y medir la evolución de los conocimientos y las competencias respecto al uso de los métodos de enseñanza para el diseño y ejecución de las actividades con el uso decisivo de las tecnologías digitales. • Taller de Formación. • Implementación de los aprendizajes en el aula. • Seguimiento a través de la observación participante. En ambos países, hemos llevado a cabo la investigación teniendo en cuenta las diferencias dadas por distintos marcos normativos, en relación con la normativa sobre la inclusión de los alumnos con Necesidades Educativas Especiales, diferente contexto educativo (Centro de Educación Especial y escuela ordinaria) y diferente formación del profesorado. Se ha identificado en el método de EAS (Episodios de Aprendizaje Situado) como recurso para la formación del profesorado de los grupos participantes en ambos países y como metodología propuesta para el diseño, implementación y evaluación de las actividades. La elección de este método deriva de la natural predisposición del mismo para la adaptación a los diferentes niveles de diseño (en relación a los contenidos y su presentación, a la identificación de competencias, a las herramientas de evaluación, etc.) combinados con los diferentes itinerarios de personalización e individualización curriculares que puedan responder a las necesidades de cada alumno. Específicamente, el presente estudio empírico incorpora a un grupo de maestros españoles (11) de un CEE, "Fray Pedro Ponce de León" -Burgos-, y uno de docentes (29) que cursan un itinerario específico para habilitarse en docencia en apoyo educativo (TFA sostegno, Universidad de Palermo, Italia), docentes que vienen desarrollando la docencia en centros ordinarios durante un período mínimo 3 años. Antes de proponer la formación a los maestros sobre el método EAS e iniciar la experimentación, la fase preliminar de la investigación consistió en el análisis de las competencias digitales de los docentes, a través de una herramienta de autoevaluación especialmente construida y validada para la versión italiana según las indicaciones formuladas por Escobar-Pérez y Cuervo-Martínez (2008). Obtenidos los datos relativos a la autoevaluación de las competencias digitales y conocido el insuficiente nivel de competencia digital auto-percibido por los profesores, especialmente las que tienen relación directa con el apoyo educativo relacionado con las Necesidades Educativas Especiales, la investigación experimental se ha puesto en marcha en los dos países. Terminada la primera fase de detección, a través de la primera herramienta (cuestionario de autoevaluación de las competencias digitales de los docentes para la inclusión educativa) y a través de la prueba pre-test, se implementa la formación con un taller para los docentes. El desarrollo se realiza en el CEE "Fray Pedro Ponce" durante el mes de octubre de 2015 en España e Italia. Las sesiones de formación están diseñadas con el objetivo de proporcionar competencias de enseñanza adecuadas para los profesores y que detallamos a continuación: 1. Utilizar el método de diseño EAS para organizar y reorganizar la acción educativa poniendo el énfasis en la competencia y sobre la personalización y/o individualización del proceso de aprendizaje; 2. Implementar actividades educativas digitales con el fin de hacerlas dinámicas, accesibles, compatibles y reutilizables; 3. Capacitar a los maestros en una serie de aplicaciones, herramientas 2.0 y entornos de apoyo a la formación, para diseñar, implementar y compartir con estudiantes y profesionales los EAS preparados; 4. Desarrollar competencias de búsqueda en línea, con el fin de que los alumnos se puedan beneficiar de los recursos específicos para mejorar el acceso a los contenidos y la calidad de los estímulos sensoriales, al fin de convertir la experiencia de aprendizaje más interactiva y multisensorial; 5. Mejorar la presentación de las actividades digitales creadas permitiendo el acceso a más fuentes (audio, vídeo, texto.). A continuación se realizó el seguimiento de la puesta en práctica en las aulas del Centro de Educación Especial en desde octubre de 2015 a marzo de 2016 en España y en aulas ordinarias desde octubre a junio en Italia. Estas diferencias en el seguimiento se deben a que las propuestas de intervención son diferentes, adaptadas a los características de los diferentes en cada país. El seguimiento en esta fase se realiza a través de la observación participante. En el capítulo 5 se presentan los resultados obtenidos en el proceso seguido de lo que destacamos los siguientes aspectos. El grupo de maestros italianos se caracteriza por una menor experiencia en la enseñanza, con una media de 10 años de actividad docente. En las aulas ordinarias italianas encontramos la presencia de estudiantes con necesidades educativas especiales, siguiendo la normativa vigente en este país y con importantes diferencias respecto de la normativa española. Respecto a los docentes españoles, las diferencias fundamentales son que estos se caracterizan por una superior experiencia en la atención (alrededor de los 16 años como media) y también por los distintos contextos de intervención, que por la legislación vigente en España operan en centros específicos que acogen alumnos con discapacidad severa (CEE). Además debemos señalar que en el estudio preliminar encontramos una mayor utilización de las TIC por parte de los docentes españoles que los italianos. También es importante recordar el contexto de los CEE en el que acogen a alumnado con discapacidades muy graves y. por ello, el uso de la tecnología no es siempre una opción sencilla de implementar. Los maestros a menudo deben desarrollar las habilidades y competencias relacionadas con la autonomía, el lenguaje, la psicomotricidad y, sólo en algunos casos y con algunos alumnos/alumnas, pueden utilizar TIC que no sean específicas a sus capacidades motrices o intelectuales. Con todo ello, podemos decir que el uso de tecnologías en el CEE en el que hemos realizado la experiencia puede entenderse como apropiado. Veremos más adelante, sin embargo, cómo la formación específica puede "activar" (o mejor estimular) al docente a considerar diferentes modalidades para la elección de herramientas o entornos de tecnologías para organizar nuevas actividades. Los instrumentos pre-test y post-test construidos para detectar cambios entre el principio y el final de la formación, en ambos los contextos han arrojado resultados que necesitan una específica profundización. A estas herramientas se añaden las encuestas realizadas por los observadores externos al proyecto de investigación (tutor de prácticas para los profesores italianos y estudiantes en pedagogía y formadores para los maestros del CEE "Fray Pedro Ponce de León"). El curso de formación sobre el uso de las tecnologías orientadas metodológicamente a la planificación de actividades para episodios de aprendizaje situado (EAS) se plantea hacer que los participantes sean más competentes en la creación de actividades digitales diseñadas en torno al contenido y a las capacidades que se quieren desarrollar en el alumnado con Necesidades Educativas Especiales. Finalizada la formación, encontramos que, en el contexto italiano, parece que hemos llegado a nuestro objetivo, pues los participantes italianos se consideran más competentes en el diseño de contenidos digitales, en comparación con lo que eran al comienzo de la ruta. Incluso los maestros del CEE indican valores superiores competencia alcanzados a los del inicio. A estos resultados llegamos, a partir de las informaciones aportadas por el pre y post, que se recogen extensamente en el capítulo 5. Además, se realiza el análisis de diversos indicadores sobre la pertinencia y calidad en relación con el método de EAS y su aplicación con AcNEE. El trabajo que aquí presentamos destaca cómo la metodología EAS ha devuelto algunas indicaciones relevantes por parte del grupo de profesores del CEE (teniendo en cuenta las limitaciones encontradas por el contexto que requiere la presencia de sólo alumnos con discapacidades graves o muy graves), especialmente en relación con la mejora de la capacidad de atención y concentración de alumnos durante las fases de implantación de esta metodología. Para los docentes italianos, las potencialidades inclusivas del EAS en combinación con la tecnología digital se consideran útiles también dado que aporta interesantes aspectos lúdicos, propios de las TIC, que favorecen estrategias colaborativas y creativas útiles para el desarrollo de las competencias en el alumnado.
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Recently, public policies lead to focus on tourism as one of the ways to attain development in rural communities. Various social organizations have identified this policy and consider it a way of diversifying their economic activities with a special focus on the use of natural resources with tourism aims. With regard to the different types of tourism, from the conventional or massive concept in contrast with alternative tourism as well as other forms of tourism, such as sustainable, responsible and solidary tourism, in this contribution we show how in the Yucatan Peninsula the product of solidary tourism promoted by the TDS Civil Association, based on collective initiatives, has allowed social, political and cultural empowering of the Maya indigenous community of Ek-Balam, through a rural tourism project. ; Últimamente las políticas públicas conducen a enfocarse en el turismo como una de las formas para lograr el desarrollo en comunidades rurales. Diversas organizaciones sociales han identificado dicha política y ven en ello una manera de diversificar sus actividades económicas, con especial enfoque en el aprovechamiento de los recursos naturales con fines turísticos. En relación con los diferentes tipos de turismo, desde el concepto convencional o masivo en contraposición al turismo alternativo, así como otras formas de turismo, como el sustentable, responsable y solidario, en esta contribución se muestra cómo en la península de Yucatán el producto de turismo solidario promocionado por la Asociación Civil TDS, basado en iniciativas colectivas, ha permitido el empoderamiento social, político y cultural de la comunidad indígena Maya de Ek-Balam, a través de un proyecto de turismo rural.
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This paper aims to analyze how Juan Goytisolo (Barcelona, 1931) combines together the narrative practices of television and his performative and metanarrative writing in La saga de los Marx (1993). The author uses that hybrid prose for two principal purposes: on one hand he criticizes the figure of Karl Marx and the dictatorial application of his theories by some governments, claiming for the need to avoid the widespread ahistorical vision created by the too often announced "end of History"; and, on the other hand, emphasizing the ironic approach inherited from Cervantes, he paradoxically uses some audiovisual genres ‒such as documentaries, docudramas, TV series and talk shows‒ to revitalize literature in a postmodern society that relies too much on technologies. ; En el presente artículo nos proponemos analizar cómo se imbrican en La saga de los Marx (1993), del escritor Juan Goytisolo (Barcelona, 1931), los lenguajes propios del medio televisivo y la prosa performativa y metanarrativa del autor barcelonés, sorteando las insidias de dicha hibridación, y combinándola con una cáustica crítica a la figura de Karl Marx y con las dictaduras derivadas de una lectura distorsionada de sus teorías. Goytisolo consigue no sólo reivindicar la necesidad de no rendirse a una conciencia ahistórica fomentada por el tan manido concepto de "final de la Historia", sino que, en una vuelta de tuerca de raigambre cervantina ‒llevada paradójicamente a cabo aprovechando elementos típicos de géneros audiovisuales como el documental, el docudrama, las series de televisión y el talk show-, logra revitalizar lo literario en el ámbito de una sociedad posmoderna dominada por la tecnología.
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RESUMO - El autor aborda algunos aspectos relativos a la Salud y Seguridad del Trabajo (SST) en Portugal llamando la atención para, esencialmente, intentar sostener la tesis de que, desde mediados de la década de los 90, se observaron importantes avances en la mejoría de las condiciones del trabajo en la perspectiva de la SST, aunque se mantuvieron algunos problemas en la práctica concreta de las normativas legales. Incluso con estas mejoras, las tasas de frecuencia de accidentes de trabajo y de enfermedades profesionales en Portugal todavía se mantienen muy elevadas necesitando, por tanto, estrategias más "agresivas" para concienciar la sociedad portuguesa en torno a las políticas públicas de SST efectivamente promotoras de prevención de riesgos profesionales y de la promoción de la salud de quien trabaja. Es por tanto indispensable que la protección de la salud y de la seguridad de los trabajadores en los puestos de trabajo sea encarada como un conjunto de actividades de indiscutible utilidad para todos los representantes del mundo del trabajo e que la agenda política pase a valorizar, aún más, la promoción de espacios de trabajo saludables y seguros, con la consecuente valorización de las variables individuales en la estrategia nacional de salud y seguridad. --- ABSTRACT – In the present work, the author analyzes several aspects of Occupational Health and Safety (OHS) in Portugal. He provides evidence sustaining the assumption of an important progress, since the mid-nineties, in the improvement of the working conditions from an OHS perspective. Nevertheless, several problems still remain in the practical application of legal regulations. In addition, despite of these improvements, the frequency rates of working accidents and occupational diseases remain very high. Hence, more "aggressive" strategies are required to increase the awareness of the Portuguese society relative to the OHS public policies, whose effectiveness has been demonstrated either in terms of occupational risks prevention and workers health promotion. The protection of workers' health and safety at the workplace must then be assumed as an activity of indisputable utility by all stakeholders. The political agenda must thus promote even more the promotion of healthy and safe workplaces. As a consequence, there would be also a higher development of individual aspects, and not only environmental data, in the national strategy of occ
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In this paper, Salvo Vaccaro deals with the thinking of politics by Foucault. Firstly, he opposes to the concept of sovereignty that is pivotal for the political philosophy mainstream, the analytics of power, along with the dispositif of power-knowledge, of governmentality. Lastly, Vaccaro proposes a sketch of ethopolitics, and open a horizon towards a politics where autonomy and self-government can represent a new form-of-life, where politics is not yet analogous to domination and ethics inspires horizontal relationships between equals and frees.
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In his book on acrobatic anthropology "You must change your life", Sloterdijk cites a Rilke verse about the Apollo's archaic torso: Du mußt dein Leben ändern, but adjoining in a enigmatic way the exclamation mark. This final mark is sealing the imperative mode, a "absolute verticality" that in this graphic sign is referring to a top-down hierarchy. Sloterdijk adopts the verticality as a cipher of value, and so the necessity to use transcendence as the only way of change. My brief paper deals just with this stake.
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In a city like Palermo, ancient capital of the Reign of Sicily, the effect of new religious complexes born from the catholic politic of the Counter-Reformation, was sudden and explosive, and it caused, between the second half of the16th century and the first of the 17th century, a process of urban renewal never seen before. The essay means to analyze, first of all, the architectural interventions from a quantitative point of view, so to render the real dimension of the phenomenon and of the role it played in the destruction of the medieval city and the creation of the modern one, triggering un uninterrupted state of conflict between the new religious settlements and the owners of the near build ings. Within this general approach, the essay also draws the main social and political dynamic s associated with the remarkable architectural programs and their financiers. Within this sphere, five main subjects have been identified: 1) the governing authority represented by the viceroy; 2) the religious authority represented by the bishop; 3) the municipal authority re presented by the Senate; 4) the powerful feudal nobility of the Sicilian Parliament; 5) the wealthy class, made up of officers, professionals and rich merchants. ; En una ciudad como Palermo, la antigua capital del Reino de Sicilia, el efecto de los nuevos complejos religiosos nacidos de la política católica de la Contrarreforma, fue repentino y explosivo, y causó, entre la segunda mitad del siglo XVI y la primera del siglo XVII, un proceso de renovación urbana nunca antes visto. El artículo pretende analizar, en primer lugar, las intervencio nes arquitectónicas desde el punto de vista cuantitativo, para tenerla real dimensión del fenómeno y del papel que han desempeñado en la destrucción de la ciudad medieval y en la creación de la moderna, desencadenando un continuo estado de conflicto entre los nuevos asentamientos religiosos y los propietarios de los edificios cercanos. Dentro de este planteamiento general, el artículo también señala las principales dinámicas sociales y políticas asociadas a los notables programas arquitectónicos y a sus financiadores. Dentro de este ámbito, cinco temas principale s han sido identificados: 1) la autoridad de gobierno representado por el virrey; 2) la autoridad religiosa representada por el obispo; 3) la autoridad municipal representada por el Senado; 4) la poderosa nobleza feudal del Parlamento de Sicilia; 5) la clase rica, compuesta por funcionarios, profesionales y comerciantes ricos.
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This article is to outline the path to the awareness of which were protagonists Peruvian women during the era of political violence. Spontaneous organizations, formed in the context of forced migration caused by civil war, were the scene of a journey of learning that Peruvian women, of low social and educational level, Quechua speaking, and coming from rural areas, carried on from the silence of their traditional condition to the speech and political action.
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In: Homines, Band 9, Heft 1/2, S. 241-248
ISSN: 0252-8908
Analisis de las perspectivas del Partido Nuevo Progresista despues de su derrota en las elecciones celebradas en noviembre de 1984. Se presenta la trayectoria de este partido que defiende la anexion de Puerto Rico a los Estados Unidos y que tiene un considerable crecimiento electoral
World Affairs Online
Pamphlet defending the author's response to the paper 'El amante de la constitucion', and the proclamation and re-establishment of the 1812 liberal Spanish Constitution in March 1820 by Ferdinand VII. Dated 14 July 1820, possibly published 1820
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