L'.università rappresenta l'istituzione dedicata alla formazione e all'istruzione di una società nella sua forma più alta e nobile: parimenti, il rapporto tra università e contesto urbano ha continuamente caratterizzato il dibattito sulle politiche di gestione e sviluppo della città dai tempi della sua istituzione. L'.architettura universitaria identifica la sua ragione negli spazi modellati dalle esigenze di chi vive e cresce negli ambiti del sapere e della formazione: luoghi d'avanguardia e sperimentazione che hanno storicamente avuto la capacità di tradurre le istanze della crescita culturale di una civiltà nella fisicità dello spazio, modellando il contesto accademico e definendo una realtà originale titolare di una peculiare identità, puntualizzata da opere paradigmatiche e rappresentative della propria epoca. Nei recenti anni, il Politecnico di Milano ha incentivato la propria attenzione sui temi della valorizzazione, adeguamento morfologico e funzionale, modernizzazione del patrimonio architettonico alle sedi ove l'ateneo è insediato e radicato. Università e città definiscono fenomeni fisici e sociali che affondano le radici in secoli di storia, consolidando forme al contempo primitive ed evolutive: il loro rapporto è tale che la struttura da esse definita può essere interpretata quale esito di una costante e permanente crescita contestuale e simbiotica.
L'università identifica l'istituzione dedicata alla formazione e alla ricerca nella sua forma più alta e nobile: parimenti, il rapporto tra università e contesto urbano contribuisce ad alimentare il dibattito sulle politiche di gestione e sviluppo della città anche in epoca contemporanea. Il suo significato, unitamente ai luoghi a essa connessi, interpreta nella storia delle civiltà, un fondamentale elemento di manifestazione e rappresentazione intellettuale, in grado di tradurre in concetti spaziali l'importanza che la cultura e la formazione hanno rivestito nella definizione dell'identità dei popoli. La storia ci segnala che non esiste epoca nella quale le comunità non radichino la propria crescita sulla base trasmissiva della conoscenza e dei saperi, alla ricerca di una dinamica identità. L'architettura per la formazione e la ricerca, il suo costituire luogo urbano per eccellenza rappresenta, per la disciplina urbanistica e architettonica, una profonda e stimolante occasione per cimentarsi su temi complessi facenti parte della tradizione dell'evoluzione della città. Un tema utile a rivendicare il significato dell'architettura al fine di ricondurla al centro dei bisogni collettivi di trasformazione, sottraendo l'architetto al pericolo di svolgere un riduttivo ruolo di organizzatore culturale, anziché quello di intellettuale dedicato alla predisposizione di metodi e strumenti interni alla propria disciplina e deputati alla colta trasformazione del mondo in cui viviamo.
«For the first time in the history of humankind, at regular intervals and at fixed times, several millions of people sit down in front of their TV to watch and, in the fullest sense of the term, participate in the celebration of the same ritual».Marc Augé, 1982. The sport infrastructure represents an important opportunity for architectural, design and technological experimentation – highlighting its potential is the main goal of this essay. Exploring the paradigms of the design, construction and management of sport architecture by extracting their values in terms of innovation, multidisciplinary and inter-scalar approach, means pursuing an undoubtedly topical research branch and contributing to a critical dimension of the debate concerning the role such infrastructures play in the contemporary age, either in continuity and/or in discord with their history. Their territorial and urban relevance suggests the adoption of a broad approach to this issue, unlike the no more tenable vision that used to consider stadiums merely as objects and in terms of their performance. Now, instead, it is necessary to extend such scope to the entire "process-project-product" realm by involving since the early explorations the management matrix indicators associated with the concepts of compatibility, functionality, maintainability, durability, usability, safety underlying a demonstrable assessment of the economic and financial feasibility extended to the entire lifecycle of the infrastructure. The realm of environmental planning and the instrumental, regulatory and procedural framework represent, in complementarity with the functional and morphological-linguistic aspects, the cultural field within which the planning and construction of sport facilities develop themselves. Similarly to the action of rehabilitation and enhancement of the built heritage, the integrated strategies of new construction applied to sport infra-structures define the realistic margin of critical, cultural and design exploration of the potential sport architecture can offer in terms of urban and social regeneration. The actualisation of the urban space and the development of an organic system of public spaces functionally integrated with major sport events is a recent phenomenon that guarantees a certain success when developed in favourable and positive political and structural conditions.
La funzione dell'Università all'interno della città è riconducibile a quella di un importante e nevralgico attore urbano di primaria rilevanza, in grado di ingenerare e sviluppare strategie di rigenerazione e rinnovamento urbano e sociale. L'Università, infatti, impersonifica l'istituzione dedicata alla formazione e alla ricerca nella sua forma più alta e nobile: parimenti, la relazione tra Università e contesto urbano nutre il dibattito sulle politiche di gestione e sviluppo della città anche in epoca contemporanea. Il suo significato, unitamente ai luoghi a essa riconducibili, identifica nella storia delle civiltà, l'elemento di manifestazione e rappresentazione intellettuale d'eccellenza, in grado di materializzare in principi spaziali l'importanza che la cultura e la formazione hanno rivestito nella definizione dell'identità dei popoli. Non esiste epoca storica nella quale i popoli non demandino la propria crescita alla base trasmissiva dei saperi e della conoscenza, per mezzo di una dinamica identitaria, perseguita anche tramite il senso di appartenenza a una comunità dovuto al risiedere in un sistema campus allargato, del quale anche la residenzialità diviene elemento fondante e costitutivo. Un campus, perciò, chiamato città. L'architettura della residenza universitaria, congiuntamente a quella della formazione e ricerca, per mezzo del suo costituire luogo urbano primario propone, per la disciplina urbanistica e architettonica, una significativa opportunità di cimentarsi su temi complessi facenti parte della tradizione evolutiva della città. Le architetture per la residenzialità universitaria possono a pieno titolo afferire alla categoria delle grandi funzioni urbane: il succedersi degli eventi ci restituisce un quadro che ribadisce come tali destinazioni, in taluni contesti geografici e culturali, abbiano contribuito alla nascita e allo sviluppo delle città e delle sue porzioni parimenti a quelle volte alla trasmissione della conoscenza. Spesso operando in piena sinergia. Ancor più che in passato, tale scenario potrebbe rappresentare un obiettivo prioritario all'interno delle dinamiche di pianificazione del territorio: il perseguimento di tale traguardo viene talvolta sottovalutato per carenza di risorse o per l'erronea adesione a politiche urbane tese alla gestione dell'occasionalità più che al perseguimento di una programmazione coordinata e sistemica. Il tema connesso ai luoghi per l'ospitalità studentesca diviene altresì utile a rivendicare il ruolo e significato della tipologia connessa al concetto di residenza universitaria, alle sue prestazioni, ai suoi caratteri di urbanità, alla scala del microcosmo dell'alloggio e a quella dell'impianto urbano. Ciò riconduce l'Università al centro dei bisogni collettivi di trasformazione, sottraendola al pericolo di svolgere un riduttivo, e spesso semplicistico, ruolo di organizzatore culturale, anziché quello di esprimere un luogo dedicato alla vita, formazione e instradamento nel mondo del lavoro delle figure in futuro deputate alla colta trasformazione del mondo in cui viviamo.
Da sempre l'università costituisce l'istituzione dedicata alla formazione e all'istruzione nella sua forma più alta e nobile: parimenti, il rapporto tra università e contesto urbano ha caratterizzato il dibattito sulle politiche di gestione e di sviluppo della città. Le prime università italiane sono sorte lontano dalle città secondo una concezione che vedeva la formazione avanzata e la ricerca come funzioni distinte e scindibili dal progresso e dalla vita del contesto urbano. Oggi la città e l'università sono profondamente cambiate: il progressivo sviluppo fisico dei contesti antropizzati ha gradualmente raggiunto e definitivamente inglobato le più antiche sedi universitarie realizzate originariamente fuori dai confini urbani. La città, nella nuova attuale fase di sviluppo economico, sempre più necessita dell'Università quale motore trainante per l'innovazione e il rilancio del tessuto economico-imprenditoriale tramite la cultura.
Sette note di architettura. Esperienze del progettare contemporaneo. La realtà costituisce il motore dell'atto progettuale: è dalla realtà e per la realtà che il progetto di matrice accademica, parimenti a quello di matrice professionale, deve muovere il suo statuto. La mutazione della pratica del costruire ha apportato modifiche alla sua teoria. Le istanze riformistiche e di innovazione si concentrano in un'efficace correlazione tra gli obiettivi formativi dei corsi e la connessa articolazione degli studi universitari, con la struttura dei saperi, delle competenze e delle professionalità richieste dal sistema socio-culturale e produttivo, in sintonia con le linee evolutive e le rinnovate opportunità del mondo del lavoro. L'insegnamento dell'architettura è coinvolto da un processo in corso di profonda rivisitazione: istanza questa di carattere globale che si confronta con un rinnovato ruolo della professione derivante dai significativi mutamenti stimolati dalla crisi economica, da un'apertura universale di accesso alle conoscenze e al mercato del lavoro, e da innovativi metodi e strumenti a disposizione dell'azione progettuale. Elementi sia endogeni sia esogeni all'architettura che costituiscono la base di ripensamenti critici riguardanti le pratiche d'insegnamento in diverse scuole di architettura europee. All'interno di tale scenario si colloca la presente pubblicazione che coinvolge, in forma esemplificativa, alcuni lavori di tesi di laurea magistrale inerenti il biennio 2013-2015, coincidenti con un significativo momento di transizione tra la precedente Scuola di Architettura e Società e l'attuale Scuola di Architettura Urbanistica Ingegneria delle Costruzioni del Politecnico di Milano. La selezione dei lavori è stata ispirata da un duplice e complementare criterio: l'interesse pedagogico della diffusione di esiti di eccellenza e il riproporsi, per metodo e atteggiamento culturale, di alcune tematiche ricorrenti e paradigmatiche del progettare contemporaneo. Gli studi restituiscono esperienze progettuali consapevoli della complessità del fenomeno architettonico e costruttivo: in tale ambito, la ricerca storica, lo studio del contesto sociale e culturale, la sensibilità artistica, la verifica costruttiva e le istanze compositive si fondono in una competenza integrata a cui lo studente-progettista attinge per configurare l'ipotesi trasformativa di un luogo. I lavori riguardano contesti di Spagna, Portogallo, Cile, Brasile, oltre a quello nazionale. Un'azione progettuale di rilevante spessore internazionale, resa possibile da un processo d'immersione nelle specifiche realtà coinvolte, eletto a metodo di lavoro atto a sensibilizzare il futuro architetto al confronto con un ambito di riferimento ampio e senza confini politici, geografici, culturali. In tale contesto, la figura del docente rappresenta la guida metodologica di organizzazione intellettuale e tecnica del lavoro, rafforzata e facilitata dalla presenza di interlocutori, architetti, amici, e docenti internazionali, in rappresentanza dei contesti esplorati.
Da sempre l'uomo è costruttore dell'habitat nel quale vive, lavora e spende il tempo del suo esistere: pochi altri elementi definiscono l'afferenza alla propria epoca con la stessa forza e la medesima energia dell'architettura e della città. Progettare per costruire significa, tra le altre cose, de-finire un processo evolutivo che trae l'essenza della trassformazione dell'ambiente come momento di sintesi tra stato dell'arte e contributo dell'innovazione di prodotto e di processo nei fenomeni di configurazione dello spazio che ci ospita. Essere in linea con tale principio significa accettare i segnali che la società, da una parte, e il progresso tecnologico, dall'altra, forniscono all'evoluzione del significato di abitare, mutandone i codici, i luoghi, le ragioni del progetto. Per progettare e costruire la realtà che si farà teatro delle nostre azioni future, è fondamentale definire alcuni principi che stanno alla base di metodologie, strumenti e obiettivi propri delle trasformazioni caratterizzanti il ruolo che l'innovazione tecnologica possiede all'interno delle politiche e strategie di pianificazione e costruzione della città del domani.
Il panorama internazionale è paradigma di una declinazione del concetto d'infrastruttura che si presenta, oltre che come inevitabile elemento d'innervamento funzionale di un sistema, come opportunità architettonica di valorizzazione del contesto naturale e antropizzato, spostando l'asse del dibattito da rapporto dell'infrastruttura con il paesaggio all'infrastruttura intesa lei medesima come paesaggio. Le infrastrutture entrano insistentemente a far parte della coreografia di un contesto, modellandosi a esso e/o configurando porzioni consistenti di paesaggio, dialogando con il suolo come terreno di incontro tra architettura e modernità, vittime spesso di preconcetti legati più alla loro dimensione che al vero nodo del dibattito, inequivocabilmente costituito dalla qualità. Qualità intesa come sintetica espressione architettonica, costruttiva, e d'inserimento paesaggistico. L'infrastruttura e il paesaggio si fondono in un unico corpo: la loro monoliticità rappresenta la chiave di lettura della loro coesistenza e reciproca immedesimazione. Una contaminazione che ha favorito l'accettazione dell'infrastruttura nelle visioni dell'immaginario architettonico e urbanistico, costituendo un paradigma primario delle rivoluzioni pittoriche, artistiche e culturali appartenenti all'iconografia classica, alla nuova oggettività del movimento moderno e alle relative successive derivazioni. La metà del Ventesimo secolo s'identifica con più concretezza per l'individuazione della potenzialità intrinseca delle opere infrastrutturali come elementi in grado di fronteggiare le emergenze climatiche e ambientali, collocandole nella più attuale cornice d'integrazione delle diverse politiche territoriali.