Recensione del volume V. Roghi, La lettera sovversiva, sui contenuti e sull'impatto della lettera di don Lorenzo Milani nel dibattito politico, scolastico e religioso dagli anni Sessanta a oggi.
RESUMO Objetivou-se determinar os fatores relacionados com o Aleitamento Materno Exclusivo em bebês nascidos em hospital amigo da criança na cidade de Belém, capital do Pará, e verificar se os escores da Escala de Autoeficácia na Amamentação encontram-se dentre esses fatores. Estudaram-se 414 binômios mãe-bebê, cujos bebês nasceram em 2016. Utilizaram-se questionários socioeconômicos e obstétricos, aplicando a Escala de Autoeficácia na Amamentação no momento da alta hospitalar. A média do escore de amamentação foi 61 pontos; 32,45% das mães tinham entre 19 e 23 anos; 36,56% delas possuíam 2º grau completo; 43,34% percebiam até um salário mínimo; 62,95% eram amasiadas; e 17,92% trabalhavam fora do lar. Os fatores relacionados ao Aleitamento Materno Exclusivo foram: faixa etária e escolaridade materna, mãe com trabalho fora do lar, estado civil materno, incentivo do companheiro quanto ao Aleitamento Materno e o escore da escala de autoeficácia.
L'articolo è pubblicato nel numero monografico della "Rivista di storia dell'Università di Torino", 2021, v. 10, fasc. 2, "Regime e dissenso. 1931: i professori che rifiutarono il giuramento fascista - Regime and Dissent. The professors who refused the 1931 fascist loyalty oath", a cura di Chiara Tavella e C. Silvia Roero, che riporta gli atti del convegno, svoltosi a Torino nel maggio 2021. L'articolo ricostruisce le vicende che portarono Ernesto Buonaiuti, docente di storia del cristianesimo all'Università "La Sapienza" di Roma, a rifiutare il giuramento imposto dal regime fascista a tutti i professori universitari nel 1931. Nato nel 1881, prete cattolico dal 1903 e professore di storia del cristianesimo all'Università di Roma dal 1915, fu scomunicato dal Sant'Offizio nel 1924 per l'uso del metodo storico critico nelle sue ricerche sul cristianesimo antico e medievale. Durante le trattative per la firma del Concordato del 1929, il governo gli impose di svolgere soltanto incarichi di ricerca per assecondare le richieste vaticane di allontanarlo dall'insegnamento agli studenti. Nel 1931, Buonaiuti si richiamò esplicitamente alle parole del Vangelo – «non giurate affatto» – convinto che la politica non fosse un assoluto al quale subordinare gli individui e la società. Dopo la caduta del fascismo, chiese con insistenza di poter ritornare a insegnare all'Università: fu nuovamente integrato nei ruoli accademici nel maggio 1945, ma, per evitare dissidi con il Vaticano, le autorità dei governi post-fascisti non gli consentirono di riprendere le lezioni. «Swear not at all». Ernesto Buonaiuti's refusal in 1931, between politics and religion Ernesto Buonaiuti chose not to obey to the order to pledge allegiance to fascism, in 1931, for religious reasons. He was born in 1881 and ordained as a catholic priest in 1903. In 1915, he became professor of History of Christianity at University of Rome and in 1924 he was excommunicated by the Holy Office because he used the historical critical method to study Ancient and Medieval Christianity. During the negotiations for the concordat of 1929, the government imposed him to conduct only research and not to teach students, to satisfy Vatican desires/claims. In 1931, Buonaiuti explicitly recalled the words of the Gospel – «swear not at all» – because he believed that politics was not an absolute fact to which needed to subordinate individuals and society. After the fall of fascism, he asked insistently to return to his teaching post: he was reinstated to duty in the University of Rome, in May of 1945, but democratic governments did not allow him to teach students, to prevent disagreements with Vatican. He died in 1946.
Recensione del volume che raccoglie una serie di saggi sulle trasformazioni del cattolicesimo a Parma negli anni Sessanta e Settanta del Novecento, con una particolare attenzione agli aspetti culturali, politici e sociali.
Come coniugare libertà e giustizia, legami comunitari e diritti individuali, fenomeni di scala planetaria e attenzione alla dimensione locale? Iniziare a interrogarsi su tali questioni non è evidentemente la soluzione, ma è un passo per comprendere le origini e gli esiti delle trasformazioni globali attuali.
L'articolo propone un profilo del cattolicesimo torinese tra gli anni Sessanta e gli anni Settanta, con particolare attenzione alle dinamiche innescatesi come conseguenza del Concilio Vaticano II. L'obiettivo è considerare come durante gli episcopati di Michele Pellegrino (1965-1977) e di Anastasio Ballestrero (1977-1989) siano emerse tensioni alimentate sia dalle scelte - spesso divergenti - maturate nella diocesi di Torino, sia dalle più generali e rapide trasformazioni politiche italiane, sia dalla conflittualità sociale manifestatasi con le agitazioni studentesche e con le mobilitazioni operaie.
Recensione al volume degli atti del convegno sulle culture politiche in Italia dalla metà degli anni Cinquanta alla fine degli anni Sessanta del Novecento
Il saggio ricostruisce alcuni aspetti della prima settimana di cultura religiosa, organizzata nel 1936 dai Laureati cattolici nella foresteria del monastero di Camaldoli, che rappresentò un'occasione di vivace confronto nella Chiesa italiana negli anni del consenso al fascismo. Sono analizzate le circostanze che portarono lo scrittore Primo Mazzolari, parroco di Bozzolo, nel Mantovano, a intervenire alla prima settimana di Camaldoli. Sono esaminati inoltre i contenuti delle meditazioni che Mazzolari propose quotidianamente ai partecipanti, considerando le potenziali ricadute di quelle riflessioni, in campo sia teologico (in particolare, la ridefinizione del nesso tra autorità e libertà nella Chiesa), sia spirituale (la valorizzazione della coscienza di ogni fedele), sia sociale (la comunità cristiana doveva essere dalla parte dei «poveri» e la giustizia era il criterio su cui valutare la legittimità delle scelte politiche).
À partir des communications presentées au séminaire sur "Gastronomie et Révolution" organisé à Turin en octobre 2015 par le GISI (Gruppo interdisciplinare di Storia delle idee) en préparation de ce numéro special du Journal of Interdisciplinary History of Ideas, on considère le rôle identitaire de la référence à la nourriture dans l'époque contemporaine. En vue de légitimer l'action de nouveaux acteurs politiques, les ingrédients nourriture-nation-révolution ont permis de renforcer les mécanismes d'identi cation des communautés nationales et des mouvements révolutionnaires.