Cover -- Occhiello -- Dedica -- Ringraziamenti -- Indice -- Introduzione -- Parte I - Dignità umana ed eutanasia, fra Costituzione e Convenzione europea -- Sezione I - Dignità, diritto alla vita, autodeterminazione -- Sezione II - Le scelte della Costituzione italiana -- Sezione III - La giurisprudenza della Corte di Strasburgo per i diritti umani e i documenti dell'Assemblea parlamentare del Consiglio d'Europa -- Parte II - Il diritto alla salute e la relazione medico-paziente fra rifiuto delle cutre, accanimento terapeutico, alimentare e idratazione artificiale -- Sezione I - La relazione con il medico quando il paziente è cosciente -- Sezione II - Il c.d. "accanimento terapeutico" -- Sezione III - La volontà anticipata del paziente privo di coscienza -- Parte III - Norme e prassi medico-sanitarie di alcuni Paesi europei a confronto. Le cure palliative in Italia e la leggeS n. 38 del 2010 -- Sezione I - L'eutanasia nei Paesi del Benelux -- Sezione II - Le direttive anticipate nel Regno Unito, in Ger-mania, in Spagna e in Francia -- Sezione III - L'attenzione dell'Italia alle cure palliative -- Indice delle opere citate -- Indice dei documenti richiamati -- Volumi pubblicati.
Zugriffsoptionen:
Die folgenden Links führen aus den jeweiligen lokalen Bibliotheken zum Volltext:
Lo scritto esamina il nuovo Codice di protezione civile, introdotto con il d.lg. 1/2018, analizzandone, nell'ottica costituzionale, le principali novità e soffermandosi soprattutto sulle ordinanze, sulle direttive, sui commissari e sul problema del passaggio dall'amministrazione straordinaria a quella ordinaria. Particolare attenzione viene dunque dedicata al tema della responsabilità per l'adozione dei provvedimenti e per la stessa gestione speciale, anche in riferimento all'emergenza del Covid-19. ; The paper examines the new Civil Protection Code, introduced by the legislative decree 1/2018, analyzing, from a constitutional point of view, the main changes and focusing mainly on orders, directives, commissioners and on the problem of the transition from extraordinary to ordinary administration. Particular attention is therefore paid to the issue of responsibility for the adoption of the these measures and for the special administration itself, also in reference to the emergency concerning the novel Coronavirus disease (COVID-19)
L'articolo analizza la sentenza n. 242/2019 della Corte costituzionale, che ha riscritto l'art. 580 c.p., con una sentenza manipolativa e additiva molto dettagliata. L'aiuto al suicidio resta reato, ma non è più punibile colui che agevola l'esecuzione del proposito suicida nei casi in cui l'aspirante suicida si trova in alcune condizioni, verificate da strutture pubbliche del sistema sanitario nazionale e dai comitati etici territorialmente competenti. La sentenza, di carattere normativo derogatorio, viene criticata dall'Autrice in quanto apre una fessura nelle garanzie poste a tutela della vita, nonostante la stessa Corte lo definisca primo dei diritti inviolabili e presupposto per l'esercizio di tutti gli altri diritti; la sentenza si basa poi sul discutibile presupposto che rifiutare trattamenti sanitari equivalga al procurare intenzionalmente la morte, oltre che sull'idea che l'aiuto al suicidio possa qualificarsi trattamento sanitario, in disaccordo con l'opinione delle società mediche scientifiche. Tuttavia l'A. considera apprezzabile che la Corte abbia chiarito che dal diritto alla vita discende il dovere dello Stato di tutelare la vita e non quello di riconoscere un aiuto a morire; e che, di conseguenza, non sussiste alcun dovere dei medici di esaudire tali richieste. Altrettanto apprezzabili sono ritenute le affermazioni sulla priorità delle cure palliative, un pre-requisito di altre scelte, un aspetto del diritto fondamentale alla salute e un diritto umano riconosciuto universalmente, ben diverso da percorsi di "non punibilità". Positiva viene ritenuta anche la mancata accentuazione del concetto di dignità intesa in senso soggettivo, che aveva caratterizzato invece la precedente ordinanza della Corte cost. n. 207/2018. L'A. si interroga infine sui rischi legati ad una legge in materia, ritenuta non strettamente obbligatoria, per il fatto stesso che la Corte, dopo aver lasciato un anno al Parlamento per disciplinare il suicidio medicalmente assistito, abbia ritenuto di pronunciare questa sentenza per rimuovere il vulnus costituzionale. Infine, l'A. osserva come il dramma causato dal Coronavirus, qualche mese dopo, abbia messo in luce che il fondamento della medicina, in realtà, non è l'autonomia del paziente, la sua volontà e lo stesso consenso informato. Si è evidenziata in modo chiaro l'asimmetria tra il paziente e il medico. Lo stesso mito dell'autodeterminazione, come prospettiva in grado di interpretare l'intera realtà delle relazioni, è andato in crisi. Inoltre molti medici hanno dato la vita per continuare a curare i malati, certamente non per l'ideale rappresentato dal principio del consenso informato o dell'autonomia, ma per il motivo che il dovere del medico è «la protezione della vita, della salute fisica e mentale dell'uomo e il sollievo dalla sofferenza», in accordo con le previsioni di molti codici di deontologia medica nel mondo. L'ideologia della vita indegna di essere vissuta è apparsa meschina e distante dalla realtà. In effetti, il senso di umanità dell'opinione pubblica si è trasformato con apprensione per le vite in pericolo, anche quelle considerate "un po' indegne", e l'impegno eroico dei medici nei loro confronti è sembrato ammirevole e "giusto", a causa della comune dignità umana. ; The paper analyzes judgment no. 242/2019 of the Constitutional Court, which rewrote art. 580 of the Italian Criminal Code, by a very detailed manipulative and additive ruling, after the previous order n. 207/2018, by which the same Court gave Italian Parliament one year to amend the current legislation in the sense indicated (without the Parliament obeying). According to the judgment, aid to suicide remains a crime, but the person who facilitates the execution of the suicidal purpose is no longer punishable in cases where the suicidal aspirant is in certain conditions, verified by public structures of the national health system and by the territorially competent ethical committees. One of the conditions is that the person is kept alive by life-support treatments and suffering from an irreversible pathology, source of physical or psychological suffering which he or she considers intolerable. The sentence, which is a "legislative" and derogating rule, is criticized by the Author as it opens a gap in the guarantees placed to protect right to life, despite the fact that the Court defines it the most inviolable right and premise for the exercise of all other rights; the judgment is then based on the questionable assumption that refusing health treatments is the same as intentionally procuring death, as well as on the idea that suicide aid could be qualified as health treatment, in disagreement with the opinion of scientific medical societies. However, the Author considers appreciable that the Court has clarified that from the right to life derives the State's duty to protect life and not to recognize aid to die; and that, consequently, there is no duty of the doctors to grant these requests. Equally appreciable are the statements on the priority of palliative care, a pre-requisite for other choices, an aspect of the fundamental right to health, as well as a universally recognized human right, very different from "non-punishable" paths. The failure to accentuate the concept of dignity understood in a subjective sense, which had instead characterized the previous order n. 207/2018 of the Constitutional Court, is also considered positive. The Author wonders about the risks associated with a law on the matter, considered not strictly mandatory, for the very fact that the Court, after leaving a year to the Parliament to adopt a law on assisted medical suicide, decided to pronounce this judgment to remove the constitutional weak point (vulnus). Finally the Author notes how the drama caused by Coronavirus, a few months lather, has brought to light that the foundation of medicine, in reality, is not the patient's autonomy, his will and the same informed consent. The asymmetry between the patient and the doctor also became clear. The same myth of self-determination, as a perspective capable of interpreting the whole reality of relationships, has gone into crisis. Moreover many doctors gave their lives to assist the sick, certainly not for the ideal represented by the principle of informed consent or autonomy, but for the reason that doctor's duty is «the protection of life, physical and mental health of Man and relief from suffering», as stated by many Medical Code of Ethics in the world. The ideology of life unworthy of being lived appeared petty and distant from reality. In fact, the sense of humanity of public opinion turned with apprehension towards lives in danger, even those considered "a little unworthy", and the heroic commitment of the physicians to them seemed admirable and "just", because of the common human dignity.
L'articolo analizza la sentenza n. 242/2019 della Corte costituzionale, che ha riscritto l'art. 580 c.p., con una sentenza manipolativa e additiva molto dettagliata. L'aiuto al suicidio resta reato, ma non è più punibile colui che agevola l'esecuzione del proposito suicida nei casi in cui l'aspirante suicida si trova in alcune condizioni, verificate da strutture pubbliche del sistema sanitario nazionale e dai comitati etici territorialmente competenti. La sentenza, di carattere normativo derogatorio, viene criticata dall'Autrice in quanto apre una fessura nelle garanzie poste a tutela della vita, nonostante la stessa Corte lo definisca primo dei diritti inviolabili e presupposto per l'esercizio di tutti gli altri diritti; la sentenza si basa poi sul discutibile presupposto che rifiutare trattamenti sanitari equivalga al procurare intenzionalmente la morte, oltre che sull'idea che l'aiuto al suicidio possa qualificarsi trattamento sanitario, in disaccordo con l'opinione delle società mediche scientifiche. Tuttavia l'A. considera apprezzabile che la Corte abbia chiarito che dal diritto alla vita discende il dovere dello Stato di tutelare la vita e non quello di riconoscere un aiuto a morire; e che, di conseguenza, non sussiste alcun dovere dei medici di esaudire tali richieste. Altrettanto apprezzabili sono ritenute le affermazioni sulla priorità delle cure palliative, un pre-requisito di altre scelte, un aspetto del diritto fondamentale alla salute e un diritto umano riconosciuto universalmente, ben diverso da percorsi di "non punibilità". Positiva viene ritenuta anche la mancata accentuazione del concetto di dignità intesa in senso soggettivo, che aveva caratterizzato invece la precedente ordinanza della Corte cost. n. 207/2018. L'A. si interroga infine sui rischi legati ad una legge in materia, ritenuta non strettamente obbligatoria, per il fatto stesso che la Corte, dopo aver lasciato un anno al Parlamento per disciplinare il suicidio medicalmente assistito, abbia ritenuto di pronunciare questa sentenza per rimuovere il vulnus costituzionale. ; The paper analyzes judgment no. 242/2019 of the Constitutional Court, which rewrote art. 580 of the Italian Criminal Code, by a very detailed manipulative and additive ruling. Aid to suicide remains a crime, but the person who facilitates the execution of the suicidal purpose is no longer punishable in cases where the suicidal aspirant is in certain conditions, verified by public structures of the national health system and by the territorially competent ethical committees. The sentence, which is a "legislative" and derogating rule, is criticized by the Author as it opens a gap in the guarantees placed to protect right to life, despite the fact that the Court defines it the most inviolable right and premise for the exercise of all other rights; the judgment is then based on the questionable assumption that refusing health treatments is the same as intentionally procuring death, as well as on the idea that suicide aid could be qualified as health treatment, in disagreement with the opinion of scientific medical societies. However, the Author considers appreciable that the Court has clarified that from the right to life derives the State's duty to protect life and not to recognize aid to die; and that, consequently, there is no duty of the doctors to grant these requests. Equally appreciable are the statements on the priority of palliative care, a pre-requisite for other choices, an aspect of the fundamental right to health, as well as a universally recognized human right, very different from "non-punishable" paths. The failure to accentuate the concept of dignity understood in a subjective sense, which had instead characterized the previous order n. 207/2018 of the Constitutional Court, is also considered positive. Finally, the Author wonders about the risks associated with a law on the matter, considered not strictly mandatory, for the very fact that the Court, after leaving a year to the Parliament to adopt a law on assisted medical suicide, decided to pronounce this judgment to remove the constitutional weak point (vulnus).
The paper, considering that, in recent years, the concept of dignity is opposed to that of life and frequently combined with the alleged right to assisted suicide, aims to identify the cultural premises of this assumption and to evaluate it in the light of the Constitution. Crucial appear the theories based on the distinction between man and person, such as social Darwinism. In these views the dignity of every human being depends on capacities of autonomy or self-determination. However, the implications are distant from the constitutional axiological framework and risk undermining many human rights and equality. The right to assisted suicide is then only apparently liberal, as it is pretensive and implies the duty to kill. Above all, it presupposes a conception of life that is instrumental for other ends and not itself a basic good and a sufficient reason, because based on a judgment that discriminates according to the quality of life. On the contrary considering the life's innate dignity is the most democratic of principles. Moreover, there is a very close relationship between this recognition and "equal social dignity". Hence a norm that prevents to act intentionally against life does not result an unreasonable restriction of freedom and appears to be acceptable even in a moderately neutralist or utilitarian perspective
Lo scritto discute i contenuti dell'ordinanza n. 207 della Corte costituzionale, concernente la questione di costituzionalità dell'art. 580 c.p., sull'istigazione o aiuto al suicidio, che viene respinta. La pronuncia tuttavia, mentre da un lato qualifica l'art. 580 c.p. «funzionale alla protezione di interessi meritevoli di tutela da parte dell'ordinamento», dall'altro lo dichiara non applicabile fintantoché il Parlamento non approvi una legge che, ad alcune condizioni, renda il suicidio assistito legale entro una specifica data. In tal modo non solo viene travalicato il thema decidendum, ma si assiste al passaggio dal giudizio sul reato di aiuto al suicidio a quello sull'opportunità del diritto al suicidio assistito, in assenza di qualsiasi "rima", ossia di un'estensione interpretativa giustificata da una necessità logica. Criticabile è anche l'asserita analogia fra l'ordinanza e la sentenza Nicklinson della Suprema Corte inglese. Mentre infatti quest'ultima ha lasciato al Parlamento ogni discrezionalità in merito alla scelta di circoscrivere il divieto di suicidio assistito, la Corte costituzionale italiana ha invece dettato la legge che il Parlamento dovrebbe adottare, assegnandogli persino un termine. Ove così avvenisse, l'Italia diventerebbe simile al Belgio e all'Olanda, Paesi della CEDU che, a talune condizioni, hanno legalizzato eutanasia e suicidio assistito. In questi ordinamenti però, dopo oltre quindici anni di vigenza di queste leggi, i casi sono aumentati a dismisura e la morte assistita si pratica anche a coloro che sono vulnerabili, che si sentono soli e che possiedono una capacità di intendere compromessa. ; The work deals with the contents of the order n. 207 of the Constitutional Court, concerning the question of unconstitutionality of art. 580 of the Criminal Code, on instigation or help to suicide, which is rejected. The decision however, while on the one hand qualifies the art. 580 "functional to the protection of interests deserving protection by the law", on the other hand, it states that it is not applicable as long as Parliament does not approve a law that, under certain conditions, makes legal assisted suicide within a specific date. In this way not only the thema decidendum is exceeded, but there is the passage from the judgment on the crime of aid to suicide to that on the advisability of the right to assisted suicide, in the absence of any "rhyme", i.e. a justified interpretation extension from a logical necessity. The alleged analogy between UKSC Nicklinson Judgment is also criticized. While in fact the latter has left to the Parliament all discretionary regarding the choice to circumscribe the ban of assisted suicide, the Italian Constitutional Court instead dictated the law that the Parliament should adopt, assigning even a term. If this happened, Italy would become similar to Belgium and Nethelands, the ECHR Countries that, under certain conditions, legalized euthanasia and assisted suicide. In these legal systems, however, after more than fifteen years after the introduction of these laws, cases have increased dramatically and assisted death is also practiced to those who are vulnerable, who feel lonely and have a damaged capacity to intend.
Lo scritto sottolinea l'importanza della distinzione fra il rifiuto dei trattamenti, che per il medico implica un accompagnamento di tipo palliativo, e l'intenzione di uccidersi e di aiutare a tal fine, che non è un atto terapeutico, secondo i codici deontologici di tutto il mondo e le società mediche scientifiche internazionali, inclusa la World Medical Association (Declaration on euthanasia). L'ordinanza 207/2018 della Corte costituzionale trascura però questa distinzione, allorché ritiene che in entrambi i casi il soggetto sarebbe intenzionato a «porre fine alla propria esistenza». Se il discrimen è nell'intenzione di uccidere, ne discende che l'art. 580 c.p. può interpretarsi nel senso che è incriminabile colui che, con il proprio comportamento, intenzionalmente contribuisce a determinare o a rafforzare il proposito o ad agevolare in qualunque modo l'esecuzione del suicidio altrui. Ragionevole è dunque l'ipotesi di una sentenza interpretativa di rigetto, quale epilogo della questione di costituzionalità concernente l'art. 580 c.p. Desta preoccupazione, poi, che una Corte possa privare un Parlamento dell'ampio margine di apprezzamento di cui godono, in riferimento all'art. 2 CEDU e al fine vita, tutti gli Stati aderenti, nel valutare se e come introdurre una disciplina sul suicidio medicalmente assistito. Radicalmente in contrasto con i fondamenti costituzionali appaiono poi il presunto dovere di uccidere (posto il carattere pretensivo del diritto di morire), il concetto di dignità umana intesa in senso individualistico, e le derive cui invariabilmente conduce la legalizzazione, come mostra l'esperienza del Benelux, dove l'eutanasia, in principio ammessa in casi estremi, è divenuta routine e, sganciata dallo stesso principio di autodeterminazione, è praticata a bambini, neonati e malatici psichici. ; The paper underlines the importance of the distinction between the right to refuse treatment, which for the doctor implies palliative care (and not help to kill), and the intention to commit suicide and to receive assistance in suicide, which is not a medical act, according to the medical codes of practice all over the world and international scientific medical societies, including the World Medical Association (Declaration on euthanasia). However, the Order 207/2018 of the Constitutional Court neglects this distinction, when it believes that both practices involve the intention to "put an end to the existence". If the focus is on the intent to kill, it follows that art. 580 Italian Penal Code can be interpreted in the sense that it is guilty (only) the person who, with his or her own behavior, intentionally contributes to advise or to reinforce the purpose or to aid in any way another to commit suicide. Reasonable is therefore the hypothesis of an interpretative judgment of dismissal, as an epilogue of the question of unconstitutionality concerning art. 580 c.p. It is also problematic that a Court may deprive a Parliament of the wide margin of appreciation that, with reference to Article 2 of the ECHR and end of life issues, Contracting Parties enjoy, in assessing whether and how to introduce physician-assisted suicide. Radically in contrast with the constitutional principles appear the individualistic concept of human dignity, the presumed duty to kill (given the pretensive nature of the right to die) and the tendencies invariably led by legalization, as shown by the experience of the Benelux, where euthanasia, initially admitted in extreme cases, has become routine and, detached from the same principle of self-determination, is practiced to children, newborns and mental ills.
Lo scritto, rielaborazione dell'audizione svolta presso le Commissioni Giustizia e Affari Sociali della Camera dei Deputati, in merito ad alcune proposte di legge sull'eutanasia, considera innanzitutto come dall'ordinanza 207, con cui la Corte costituzionale ha chiesto al Parlamento di disciplinare condizioni e procedure per legalizzare «un farmaco atto a provocare rapidamente la morte», non possa scaturire, per l'organo legislativo, alcun dovere costituzionale di legiferare nel senso indicato. Contraddittoria, da parte della Corte costituzionale, è anche la richiesta di inserire questa eventuale disciplina nella legge 219/2017, che afferma di tutelare la vita ex art. 2 Cost., in quanto la stessa ordinanza 207 esclude che questa norma possa essere intesa come il diritto a rinunciare a vivere o come la possibilità di ottenere dallo Stato o da terzi un aiuto a morire. Un'ulteriore difficoltà a legiferare nel senso indicato è dovuta poi alle contraddittorie affermazioni concernenti l'art. 580 c.p., ora qualificato «funzionale alla protezione di interessi meritevoli di tutela da parte dell'ordinamento», ora ritenuto censurabile e «produttivo di effetti costituzionalmente incompatibili». Fra l'altro la Federazione Nazionale degli Ordini dei Medici ha escluso, in base alla propria deontologia, di poter porre in essere comportamenti finalizzati alla morte del paziente, mentre ha rimarcato la distinzione fra l'assistenza prestata ai pazienti che rifiutano i trattamenti, attraverso l'opportuna assistenza palliativa, e comportamenti che implicano invece l'uccisione intenzionale del soggetto, sia pure consenziente. La distinzione è riconosciuta da tutte le società mediche scientifiche nazionali e internazionali ma l'ordinanza 207 non ne tiene conto. Nello scritto si osserva poi come il prerequisito della scelta di suicidarsi, rappresentato da un percorso di cure palliative, non può essere al momento soddisfatto, stante l'inattuazione della legge 38 del 2010. Si ritiene infine doveroso considerare responsabilmente l'esperienza dei Paesi del Benelux, dove l'eutanasia, legalizzata per casi specifici, è divenuta routine e viene praticata a neonati, bambini, disabili e a persone psichicamente disturbate, mentre le cure palliative non corrispondono più al loro statuto originario, fissato dall'OMS. ; The paper, reworking of the parliamentary hearing of the author carried out in the Justice and Social Affairs Commissions of the Chamber of Deputies, regarding some proposals on euthanasia, considers first of all as, from order 207, with which the Constitutional Court asked the Parliament to discipline conditions and procedures to legalize "a drug capable of rapidly causing death", does not arise a constitutional duty to legislate in the sense indicated. On the part of the Constitutional Court, it is also self-contradictory the request to include this eventual regulation in the law 219/2017, which claims to protect life according to art. 2 of the Constitution, since the same order 207 excludes that this norm can be understood as the right to commit suicide or as the possibility of obtaining aid to die from the State or from third parties. A further difficulty in legislating in the sense indicated are the contradictory statements concerning the art. 580 of Criminal Code, now qualified «functional to the protection of interests worthy of protection by the legal system», now considered censurable and «producing constitutionally incompatible effects». Among other things, the Federazione Nazionale degli Ordini dei Medici, based on its ethical code, has excluded medical behaviors directed to the death of the patient, while underlining the distinction between the care given to patient who refuse treatment, through appropriate palliative care, and behaviors that instead involve the intentional killing of the patient, even if consenting. The distinction between right to refuse and right to receive assistance in suicide is recognized by all national and international scientific medical societies but the order 207 does not take it into account. The author also observes that the prerequisite for the decision to commit suicide, represented by a path of palliative care, cannot be satisfied at the moment, since the law 38 of 2010 is not implemented. Finally, it is the duty of the Italian Parliament to responsibly consider the experience of the Benelux, where euthanasia, legalized for specific cases, has become routine and is practiced to newborns, children, disabled and psychically disturbed people, while palliative care no longer corresponds to its original status, established by the WHO.
Il lavoro muove dall'espressione "responsabilità ambientale" per focalizzare l'attenzione sul versante dei doveri dei singoli e delle istituzioni in relazione ad una tematica complessa e interdisciplinare, che concerne il rapporto fra uomo e natura, i c.d. diritti delle generazioni future, il diritto alla salute, quello alla libertà di impresa e allo sviluppo economico-sociale, in relazione alla protezione dell'ambiente, sintetizzabile nel concetto di sviluppo sostenibile. Dopo aver richiamato il quadro giuridico europeo e aver posto in luce la rilevanza sia ambientale, sia economica di alcune norme, ci si sofferma criticamente sul paradigma al quale solitamente si riconduce la questione ambientale: quello del dilemma fra l'impresa e l'ambiente, fra la libertà di iniziativa economica e l'ecologia. Un'impostazione che è riflesso della contrapposizione fra le due principali visioni, estreme, concernenti il rapporto fra l'uomo e la natura: quella dell'antropocentrismo tecnocratico e dell'ecologismo. La ricerca di un equilibrio e di un legame fra ambiente ed economia, nella consapevolezza che gli interessi di ciascun ambito, alla lunga, siano tra loro convergenti, viene dunque additata come la vera sfida, in coerenza con i principi costituzionali e in consonanza con il messaggio di fondo dell'enciclica Laudato si'. Si evidenzia, infine, come la responsabilità ambientale rappresenti una sfida non solo sotto il profilo costituzionale ed economico, ma anche sotto il profilo filosofico-antropologico, ove si approfondisca e si riconosca il tema dell'esistenza di finalità in tutti gli esseri, compreso l'uomo, così da configurare anche un'«ecologia umana». La domanda circa l'esistenza di una ragione oggettiva che si manifesta nella natura conduce così alla domanda circa l'esistenza di una Ragione creativa e alla prospettiva di un Creator Spiritus, come ricordato da Joseph Ratzinger nel discorso al Parlamento tedesco del settembre 2011, non senza riferimenti critici alla differente prospettiva di Hans Kelsen, chiusa alla possibilità di tale prospettiva. ; The work moves from the expression "environmental responsibility" to focus on the duties of individuals and institutions in relation to a complex and interdisciplinary issue, which concerns the relationship between man and nature, the "rights of future generations", the right to health, the right to freedom of enterprise and economic-social development in relation to the protection of the environment, that can be summarized in the concept of sustainable development. After having recalled the European legal framework and having highlighted the environmental and economic importance of some norms, the Author focus critically on the paradigm to which the environmental question usually refers: that of the dilemma between business and environment, between economic freedoms and ecology. This approach is a reflection of the contrast between the two main, extreme visions concerning the relationship between man and nature: technocratic anthropocentrism on one side and ecologism on the other. The search for a balance and a link between environmental protection and economics, in the awareness that the interests of each area, in the long run, are converging, is therefore considered as the real challenge, consistent with the constitutional principles and with the background message of the famous encyclica Laudato si'. Finally environmental responsibility represents a challenge not only from a constitutional and economic point of view, but also from a philosophical-anthropological one, where the issue of the existence of finality in every living beings, including the human being, is recognized, so as to configure a 'human ecology '. The question about the existence of an objective reason manifesting in nature thus leads to the question about the existence of a Creative Reason, as recalled by Joseph Ratzinger in his speech to the German Parliament in September 2011, not without any critical reference to the different perspective of Hans Kelsen, closed towards this research.
La ricerca analizza lo stato dell'arte delle politiche familiari italiane in riferimento alla Costituzione, in particolare all'art. 31, e alle prospettive di riforma costituzionale con riguardo alla distribuzione di competenze legislative fra Stato e Regioni. Nell'assetto che si configurerebbe per effetto della riforma, tali politiche appaiono prerogativa e responsabilità del legislativa statale, oltre che urgente riforma di carattere economico-sociale di interesse nazionale, se si considerano gli allarmanti dati demografici relativi all'Italia. Si indaga inoltre criticamente sulla giurisprudenza costituzionale rilevante per il tema e sulla consapevolezza maturata nell'ordinamento circa le espressioni del principio di sussidiarietà, come mostra la riforma in cantiere concernente il Terzo settore; sotto questo profilo si osserva che è la famiglia, più ancora delle associazioni e di talune imprese, la principale realtà che le istituzioni dovrebbero "favorire", conformemente alle indicazioni della Costituzione. In chiave comparata si accenna alle esperienze di altri Paesi europei e si rileva l'arretratezza del welfare familiare italiano, pur segnalando le positive azioni poste in essere dal Trentino-Alto Adige e dalle relative Province autonome e la compiuta organicità del Piano nazionale per la famiglia, finora comunque inattuato e non finanziato.
The Constitutional Court has returned to the Parliament the choice about the possibility of using human embryos for research. The Court acknowledges that it is an ethical controversial issue and recognizes that the evaluation should be made by the Parliament. For this reason, the Court's decision can be defined as prudent. The issue remains that of understanding why the earlier case-law has annulled those parts of the law that established choices on issues that were also very much debated, that are equally important from an ethical standpoint. So far, the Constitutional Court has further accentuated the principle of utility – in reference to "needs of procreation" – in respect to the principle of protection of the unborn life, having denied the request of unconstitutionality of the testing of embryo prohibition perhaps may be an answer to a different logic. The current forecast of Law 40 endorses a logic of caution and responsibility, which bans the use of embryos for research. Especially as the research through embryonic stem cells so far has not led to any clinical trial and, most recently, genetic engineering has come to produce genetically modified human embryos, which the scientists themselves, for now, have decided not to implant in uterus.