Multilevel Governance in Europe
In: L' Europe en formation: revue d'études sur la construction européenne et le fédéralisme = journal of studies on European integration and federalism, Band 353 - 354, Heft 3, S. 197-205
ISSN: 2410-9231
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In: L' Europe en formation: revue d'études sur la construction européenne et le fédéralisme = journal of studies on European integration and federalism, Band 353 - 354, Heft 3, S. 197-205
ISSN: 2410-9231
In: Università degli studi di Napoli Parthenope, Dipartimento di studi economici e giuridici
In: Sezione giuridica nuova serie, 9
Tutto il mondo oggi si interroga sulle cause del cambiamento climatico, considerato una delle più urgenti questioni ambientali da fronteggiare. Il presente lavoro di tesi si propone l'obiettivo di ricostruire le politiche ambientali elaborate e gli strumenti adottati per la riduzione dei gas climaalteranti a diversi livelli di governance: il quadro internazionale, l'ambito istituzionale europeo ed il contesto italiano, ivi compreso quello dei singoli enti locali. Nel 1992 è stata approvata la Convenzione quadro delle Nazioni Unite sui cambiamenti climatici. Nel 1997 a Kyoto è stato adottato il c.d. Protocollo di Kyoto con l'obiettivo di ridurre le emissioni di gas serra nel corso del c.d. "primo periodo"(ovvero sia dal 2008 al 2012) del 5,2% rispetto ai livelli registrati nel 1990. L' Unione Europea, in prima battuta, con la direttiva 2003/87/CE ha istituito il sistema di EU ETS e con la direttiva 2004/101/CE ha creato uno strumento di raccordo con i meccanismi flessibili del Protocollo di Kyoto. Successivamente, con il Pacchetto Clima-Energia del 2009 ha imposto agli Stati Membri obblighi vincolanti fino al 2020. Benché tardivamente, lo Stato italiano ha recepito le direttive europee ed ha cercato di adeguarsi agli standard sovranazionali attraverso gli strumenti di pianificazione. A corollario della ricostruzione del panorama italiano effettuata ci si è soffermati, altresì, sul ruolo ricoperto dalle Regioni e dagli Enti locali alla luce del D.M. 15 marzo 2012 c.d. "burden sharing".
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L'oggetto di questo scritto è analizzare quali risposte i decisori abbiano offerto alle trasformazioni profonde che negli ultimi venti anni hanno caratterizzato il settore delle comunicazioni elettroniche. L'attenzione è per questo rivolta in modo particolare all'approvazione, a livello europeo, della Direttiva UE 2018/1972 che ha istituito il Codice europeo delle comunicazioni elettroniche. Sono messe in luce le innovazioni introdotte, rispetto al precedente quadro normativo, nella gestione dello spettro radio, in materia di regole proconcorrenziali, di servizio universale ed alla governance istituzionale. Inoltre è oggetto di analisi la nuova disciplina delle reti ad altissima capacità. ; The purpose of this paper is to analyze the answers given by the legislators to the deep transformations that have characterized the electronic communications sector in the course of twenty years. Specific attention is paid to the approval, at European level, of the EU Directive 2018/1972, which established the European Electronic Communications Code. The innovations introduced, compared to the previous regulatory framework, in the management of the radio spectrum, in the field of pro-competitive rules, universal service and institutional governance, are highlighted. Furthermore, the paper analyzes the new regulation of high capacity networks.
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In: L' Europe en formation: revue d'études sur la construction européenne et le fédéralisme = journal of studies on European integration and federalism, Band 363, Heft 1, S. 21-62
ISSN: 2410-9231
Résumé L'objectif de cet article est de rechercher la cohérence générale de l'idée fédéraliste, au travers de l'évolution des pensées fédéralistes. Il arrive à la conclusion que le fédéralisme doit rester une idée ou un principe, et non un concept ou une théorie, afin de pouvoir prendre en compte toutes les approches discursives du fédéralisme. En outre, il considère que le développement le plus récent de l'idée fédéraliste est la gouvernance multi-niveau.
Regional assemblies are among the losers of the European inte-gration process. Strengthening information rights and parliamentary scrutiny at both the national and the sub-national level is considered as the right way to address the European democratic deficit. The new toolbox provided by the Lisbon Treaty for a stronger commit-ment of regional assemblies within the EWS seems to be ineffective, even in genuine federal states, like Germany, Austria and Belgium. This paper examines the different domestic institutional frame-works emphasizing that, as the assemblies are getting more involved in EU proposals scrutiny, they rely always more on the technical ex-pertise of their government and on the support of parliamentary staff, which is far from an enhanced democratic control on EU matters.
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This essay outlines the role that the national parliaments of federal and regional states can play in the context of the multilevel governance of the EU.The methods of coordination between national parliaments and sub-state territorial bodies areanalysed. They express a bilateral process that moves as much on the European side as on the internal one, potentially giving life to a system that can significantly contribute to the process of European integration, andthat appears to be one of the essential tools to make up, at least partially, to the"democratic disconnect"of the European Union.
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Italian-style multilevel governanceThe Italian unification process confirms the layout of administrative districts dictated, at the beginning of the 19th century, in the French context. The reasons of this status quo, which are confirmed in all the subsequent periods of the Italian history, are also functional to social and political balances. In this sense, the regionalization does not represent a significant change. Extending the framework to the European Union or rather to the changes that it suggests or it induces, emphasizes the need for an instrument, such as a historical atlas of Italian administrative districts.La governance multi-niveau à l'italienneLe processus d'unification italienne confirme la configuration des circonscriptions administratives dictées, au début du XIXe siècle, dans le contexte français. Les raisons de ce statu quo, qui sont confirmées dans tous les successives périodes de l'histoire italienne, sont également fonctionnelles aux équilibres sociaux et politiques. En ce sens, la régionalisation ne représente pas un changement significatif. L'extension du cadre à l'Union européenne ou, plutôt, aux changements qu'elle suggère ou induit, souligne la nécessité d'un instrument, tel qu'un atlas historique des districts administratifs italiens.
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Current debates on the future of the European Union tend to privilege statist perspectives according to which geopolitical challenges and internal politicization either spur disintegration, or drive the EU towards more federalist, centralized and externally bounded features. Starting from the EU's multilevel and polycentric architecture, this article investigates how far such federalist dynamics reach out to task-specific, functionalist EU institutions, such as regulatory agencies. Enjoying a certain degree of autonomy from the EU's central, politically encompassing institutions, regulatory agencies have established close ties with third country regulators to tackle interdependence. Based on the comparative analysis of six regulatory agencies representing varying patterns of international interdependence, sectoral politicization and regulatory authority, we show that functionalist pressure for international cooperation indeed sustains fluid boundaries. However, EU central institutions such as the Commission and the Parliament have increasingly claimed control over agencies' external ramifications. The result is enduring functionalist de-bordering, but federally controlled.
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In: Quaderni di diritto dell'energia e dell'ambiente
Il mondo scientifico ormai concorda sull'effettivo verificarsi dei cambiamenti climatici nonostante manchino ancora certezze sull'entità degli effetti e la distribuzione degli impatti. A fronte di una difficoltà sempre maggiore nel raggiungimento di accordi internazionali formali e vincolanti, si afferma la convinzione che sia necessario prioritariamente intervenire alla scala locale. Oggetto della ricerca sono dunque le politiche urbane indirizzate ai cambiamenti climatici, dal punto di vista dei contenuti, degli strumenti e degli attori. Piuttosto che approfondire gli aspetti tecnici delle politiche climatiche locali e prima di guardare ai contenuti specifici delle misure, si ritiene importante focalizzare l'attenzione sulla governance e sui meccanismi decisionali, per questo motivo al fine di approfondire le ricadute territoriali e la dimensione urbana delle politiche per il cambiamento climatico si è ritenuto opportuno fare riferimento alla letteratura che descrive il processo di consolidamento della complessa architettura istituzionale che caratterizza la cosiddetta "transnational climate governance". Il contesto di analisi entro cui si muove la ricerca è occidentale ed europeo, in quanto la lotta ai cambiamenti climatici è oggi diventata una delle priorità dell'agenda politica UE. L'attenzione è focalizzata in particolare sul Patto dei Sindaci, iniziativa lanciata dalla Commissione Europea nel 2009, al fine di stimolare il contributo dei governi locali al raggiungimento degli obiettivi del "pacchetto energia-clima" e promossa come autentico modello di "multilevel governance". La ricerca utilizza strumentalmente il Patto dei Sindaci per interrogarsi sull'identità delle politiche climatiche alla scala locale nell'intersezione tra politiche ambientali e politiche di sviluppo appunto in un prospettiva di governance multilivello. Nell'ambito del Patto dei Sindaci, saranno in particolare approfondite le specificità della risposta dei governi locali italiani. obiettivo di questo approfondimento è anche la messa a fuoco del possibile contributo che può venire dallo studio e dalla pratica di politiche climatiche locali all'evoluzione di un sistema di governance tendenzialmente immaturo come quello italiano.
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La tesi di dottorato dal titolo "Democrazia ed efficienza pubblica, oltre la rappresentanza. L'accountability dalla teoria alle esperienze di nuova governance nell'amministrazione italiana" è suddivisa in quattro aree principali. Il lavoro parte dallo studio del concetto di accountability, principio moderno ma dalle radici antiche, che ha fatto il suo ingresso nella Pubbliche Amministrazioni nazionali e sovranazionali a seguito della riforma manageriale delle stesse. Con l'avvento del New Public Management (NPM) e dei processi di "aziendalizzazione" che hanno coinvolto le Amministrazioni, si è profondamente modificato il modus operandi delle PA senza però perdere di vista i principi fondamentali da molti Stati garantiti costituzionalmente. La tesi passa in rassegna il difficile rapporto tra democrazia ed esercizio del potere, soffermandosi sul caso particolare dell'Italia e del profilo dell' accountability sulle performance come nuova metodologia di azione e di distribuzione di competenze e responsabilità tra i soggetti coinvolti. In uno scenario profondamente mutato dalla globalizzazione e da un approccio di multilevel governance è stato interessante volgere lo sguardo anche oltre confine con particolare interesse alla situazione inglese, il cui processo di riforma pubblica è considerato "pioneristico" sotto molti punti di vista. L'analisi condotta mostra la tendenza ad una matrice culturale comune, la quale riesce a riunire Stati dalla diversa estrazione storica e giuridica. Un quadro comune alimentato dai principi di efficienza, economicità, efficacia e buona amministrazione.
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The regulation on GMO products is a highly controversial field, because of different levels of competences and governance involved and due to the presence of conflicting interests. For this reason, the legal framework on food safety and scientific innovation in agriculture represents an interesting case study on multilevel governance. Moreover, GMO regulations are strictly connected to scientific progress and research, requiring an integration of different fields of expertise, such as law-maker, scientific experts and stakeholders. The paper takes into account the possible ways of legislative intervention, analyzing risks and benefits of the balancing between the need to guarantee food safety and the promotion of scientific development.
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This book is truly important and interesting for several reasons: for the relevance and timeliness of the issues surrounding Europe's peripheral nationalisms in the context of the contemporary democratic State and the European integration process; for encouraging reflection about Europe's "Multilevel Governance"; and for the mastery and depth with which the author, Caterina Bassetti, analyses the cases of Scotland and Catalonia within this broad framework.
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