Significant changes affect contemporary societies, thus influencing politics and economy by transforming the tools and the strategies that are regarded as useful for the training of subjects.Within the frame of citizenship awareness, an artefact of capabilities is used to re-connect the poles of various false dichotomies: theory and practice; intuitions and inclinations of individuals with real life. Accordingly, this enterprise goes towards the overcoming of the school-labour dichotomy. This remark is consistent with the idea of capability when defined as the ability that allows the person to have the possibility of making substantial choices.The possibility of achieving the training of skills would allow people to enforce their rights and to transform them into real opportunities of life—provided freedom is regarded as the end of this process. ; Le notevoli trasformazioni che riguardano le società contemporanee stanno influenzando le politiche economiche e culturali e modificando gli strumenti, il ruolo e le strategie messe in atto dai soggetti o dagli attori della formazione. Nella cornice di senso della cittadinanza, il costrutto di capacità per il fatto di collegare il sapere con il sapere fare, le intuizioni e le propensioni degli individui con la vita reale, va nella direzione del superamento della dicotomia scuola e mondo del lavoro. Tale osservazione è coerente con l'idea di capacitazione (capability) intesa come condizioni particolari della persona che consentono possibilità di realizzazione sostanziale. Scegliere di finalizzare la formazione all'acquisizione di competenze significa mettere le persone nella condizione di avvalersi dei propri diritti e di trasformarli in chances di vita in vista della conquista della libertà.
il capitolo I del libro indaga le basi concettuali e teoriche del Welfare State. Il capitolo II tratta della crescita, fino all'istituzionalizzazione del benessere sociale, dei WS europei. L'agiatezza delle condizioni di vita degli europei durante la seconda metà del XX secolo, frutto dei risultati delle politiche sociali, portò con sé una certa saturazione degli interventi pubblici. Il capitolo III analizza il Modello sociale europeo (MSE), progetto che si articola intorno alla solidarietà collettiva, all'uguaglianza sociale e all'efficienza produttiva, frutto dei processi di conflitto e di cooperazione nell'Europa contemporanea. Il capitolo IV si concentra sull'instabilità del conflitto di legittimità tra il capitalismo e il welfare nel contesto della mondializzazione. Tale dilemma rimane all'interno dell'interdipendenza globale imposta dai mercati finanziari mondiali. La sezione finale conclude che il MSE e il WS, come espressione istituzionale, stanno affrontando un futuro incerto, e con esso anche l'idea sociale stessa dell'Europa. ; Peer reviewed
Il Capitolo propone un'analisi delle nuove sfide al sistema di protezione sociale italiano, alla luce delle recenti conseguenze della pandemia di Covid-19, che hanno messo in evidenza le già note fragilità sociali ed economiche del sistema di welfare italiano. Il Capitolo ricostruisce lo stato di salute, in divenire, del primo welfare ripercorrendo l'evoluzione della spesa pubblica sociale in 7 aree cruciali per il nostro sistema di protezione sociale: sanità, invecchiamento e non autosufficienza, politiche del lavoro, famiglia e infanzia, contrasto alla povertà, politiche abitative, immigrazione e accoglienza. I dati proposti mostrano come le distorsioni distributive e funzionali del welfare state italiano - sbilanciato sul fronte previdenziale - si ripercuotano in particolare sulla spesa destinata a famiglie, povertà, lavoro, casa e accoglienza. E nonostante la nostra spesa propenda a favore della vecchiaia e delle pensioni, essa appare inadeguata a far fronte ai crescenti bisogni degli anziani, sempre più fragili e soli. Nonostante i numerosi tentativi di riforma del welfare che si sono susseguiti negli ultimi anni - che recentemente hanno raggiunto anche traguardi importanti in ambiti come la lotta alla povertà (ad esempio con l'introduzione del Reddito di Cittadinanza) e sostegno alla famiglia (con l'Assegno Unico Universale per i Figli), ulteriori interventi sono necessari per raggiungere le aree di bisogno più scoperte. La pandemia può allora rappresentare un punto di svolta per rinnovare i sistemi di welfare, locali e nazionali, adeguandoli ai bisogni sociali emergenti: in questo contesto possiamo inoltre aspettarci che il contributo del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza acquisisca centralità e rilevanza. Nelle conclusioni si offrono spunti di riflessione rispetto alle prospettive, presenti e future, del welfare state e del suo graduale assestamento, su impulso dell'azione combinata del Governo e del secondo welfare.
Il lavoro analizza i sistemi europei di protezione sociale che presentano specificità e peculiarità proprie, riflesso delle diverse esperienze storiche, politiche ed economiche. Si è svolta inoltre un'attenta analisi dell'ordinamento dell'Unione europea al fine di verificare il grado di riconoscimento che i diritti sociali ricevono in Europa c'est-à-dire la reale tutela giurisdizionale che tali diritti ricevono in sede nazionale e sovranazionale alla quale consegue il riconoscimento o meno della loro effettiva esistenza nei vari ordinamenti dell'Unione: "Un diritto è tale se esiste; ed esso esiste solo se può essere oggetto di tutela giurisdizionale". Sulla base della ormai affermata ripartizione tra i quattro modelli di stato sociale, il lavoro sintetizza i tratti caratteristici di ciascun sistema e offre una descrizione dei principali programmi di spesa. In particolare, vengono presi in esame gli interventi di riforma più rilevanti intrapresi negli ultimi anni per permettere ai sistemi di welfare state europei di far fronte alle nuove sfide poste dai mutamenti demografici ed economici. L'approccio improntato al metodo comparatistico porta ad analizzare la normativa in tema di trattamento e protezione dei diritti sociali di derivazione comunitaria tratteggiando somiglianze e differenze con la disciplina adottata neli vari ordinamenti. Lo studio costituisce l'occasione per svolgere alcune interessanti riflessioni che portano alla conclusione che nel panorama giuridico comunitario occorre una maggiore riflessione comparatistica su tale tema.
La presente tesi costituisce uno studio di caso sociologico avente come oggetto la Croce Rossa Italiana ed il suo ruolo nella welfare society, alla luce della recente riforma che l'ha trasformata da ente pubblico in Ente del Terzo Settore. Si intende rilevare se gli effetti della riforma (2012), intersecatasi con quella del Terzo Settore (2017), abbiano avuto ricadute prevalentemente positive o piuttosto negative in termini di interesse pubblico, per la CRI, per lo Stato e per la società italiana in generale. Inoltre la tesi ha lo scopo di iniziare ad esplorare un ambito di studi sociologici finora scarsamente considerato. Il lavoro si articola in tre parti. Nella prima il tema della ricerca viene inquadrato teoricamente nell'ambito della sociologia del welfare: si analizzano i modelli sociologici di welfare state, i più recenti indirizzi di politica sociale europei, nonché il ruolo del Terzo Settore nei sistemi di welfare. Nella seconda parte il focus si concentra sull'Ente Croce Rossa, dapprima tramite la disamina delle caratteristiche distintive del Movimento e di alcune delle più importanti Società Nazionali, ed in seguito tramite una ricostruzione della storia della CRI. La terza parte dell'elaborato è dedicata all'esposizione dei risultati della ricerca empirica, nel corso della quale sono state impiegate diverse tecniche di indagine di carattere prevalentemente qualitativo. In particolare: a) l'analisi della documentazione ufficiale della CRI, che ne mette in luce gli aspetti più rilevanti (status giuridico, organizzazione, finanze, personale, obiettivi); b) l'illustrazione ed il commento di venti interviste semi-strutturate rivolte a testimoni privilegiati (dirigenti CRI, rappresentanti di Istituzioni pubbliche, esponenti del Terzo Settore, sociologi esperti di welfare). Le risultanze emerse, seppure non definitive, mostrano un sostanziale esito positivo della riforma: la CRI attualmente è un'organizzazione umanitaria vitale, ben strutturata, al passo coi tempi, benché ostacolata da alcune criticità, di cui si dà conto dettagliatamente nel lavoro. ; This thesis is a sociological case study about the Italian Red Cross (IRC) and its role in the welfare society, in light of the recent reform that transformed it from a public body into a Third Sector Body. It is intended to note whether the effects of the reform (2012), intersected with that of the Third Sector (2017), have had mainly positive or rather negative consequences in terms of public interest, for the IRC, for the State and generally for the Italian society. Furthermore, the thesis aims to start exploring a so far rarely considered field of sociological studies. The work is divided into three parts. In the first one, the research topic is theoretically framed within the welfare sociology: the work analyzes the welfare state sociological models, the most recent European social policy guidelines, as well as the Third Sector role in welfare systems. In the second part, the focus is concentrated on the Red Cross Body, first through the examination of the distinctive features of the Movement and of some most important National Societies, and then through a reconstruction of IRC history. The third part of the paper is dedicated to the exposition of the empirical research results, during which various investigation techniques, mainly qualitative, were used. In particular: a) the analysis of IRC official documentation, in order to highlight several structural dimensions (legal status, organization, finances, staff, objectives); b) the illustration and comment of twenty semi-structured interviews addressed to privileged witnesses (IRC executives, public Institutions representatives, Third Sector members, welfare sociologists). The emerged results, although not definitive, show a substantial positive outcome of the reform: the IRC is currently a vital, well structured, up with the times humanitarian organization, although hampered by some critical issues, which are considered in detail in the work.
L'esigenza di prospettare una riforma della fiscalità appare assai rilevante nella dimensione del Welfare state, poiché è in tale ambito che la funzione tributaria assolve ad un compito essenziale del patto democratico, incidendo sulla portata (e sulla fruibilità) dei diritti fondamentali dell'individuo. Si prospetta, pertanto, l'obiettivo di una riforma della funzione fiscale da inquadrare soprattutto nella prospettiva del processo di revisione del moderno Welfare state.
Il presente lavoro di ricerca è volto ad analizzare quali categorie di lavoratori possono essere più predisposte alla fuoriuscita dal mercato del lavoro (avendo poi difficoltà a rientrarvi), ed in quali casi, questo allontanamento, può condurli ad una situazione di esclusione sociale. Conseguentemente a questa analisi, vi è poi l'obbiettivo di comprendere quale ruolo ha, o può avere, il welfare state nel prevenire tale passaggio: per questo sono stati analizzati i meccanismi di intervento in due paesi con sistemi di welfare molto diversi, l'Italia e la Norvegia. Viene indagato il rapporto che lega la nascita del moderno welfare state ai cambiamenti avvenuti nel mondo del lavoro in seguito all'industrializzazione e, quindi, alle importanti modifiche sociali che ne sono derivate, e che hanno indebolito i legami familiari. È stata poi studiata la formazione dei due sistemi di welfare e le peculiarità dei due mercati del lavoro, approfondendo quindi le categorie che risultano essere maggiormente a rischio rispetto alla possibile fuoriuscita dal sistema lavorativo. Infine, attraverso un'indagine sul campo effettuata tramite la somministrazione di interviste agli operatori dei servizi, sono state comparate le modalità di intervento ed il funzionamento dei servizi.
La creazione di un sistema sanitario accessibile ha rappresentato uno dei punti focali della riflessione socialdemocratica nel corso del Novecento. Oggi, dopo un lungo trentennio di politiche influenzate dal neoliberismo, quel filo deve essere ripreso con un obiettivo molto chiaro: provare a immaginare una società libera dalla paura. Costruito grazie a contributi originali e alla riproposizione di documenti del patrimonio storico della sinistra europea, il volume prova a indicare un metodo di lavoro: un futuro più giusto può essere tratteggiato solo se si riconoscono alcuni diritti non sacrificabili sull'altare del profitto.
L'emergenza epidemiologica rende manifesti, ancora una volta, i limiti dell'Unione europea, emersi già in maniera evidente durante la crisi economico-finanziaria. Questo contribuito, dopo aver ricostruito il contesto nel quale l'emergenza sanitaria è esplosa e le misure adottate fino ad oggi dalle istituzioni europee per farvi fronte, si sofferma sulle problematiche emerse in seguito alla recente pronuncia del Bundesverfassungsgericht per poi riflettere sulle prospettive dell'Unione europea. ; The epidemiological emergency once again shows the limits of the European Union, which emerged clearly during the economic and financial crisis. This essay, after reconstructing the context in which the health emergency has exploded and the measures taken so far by the European Institutions to deal with it, focuses on the issues that emerged following the recent ruling of the Bundesverfassungsgericht and reflects on the perspectives of the European Union.
In the perspective of the events deriving from the pandemic, the paper examines the different problems that had changed the structure of the Welfare State due to economic and financial conditioning. In particular, the criticalities of the relationship between the State and the Regions and between the States and the European Union and, finally, of globalization have emerged even more evident. The different perspective offered by the Coronavirus could lead to a return to the original setting of the Welfare State. ; Alla luce degli eventi derivanti dalla pandemia il lavoro analizza le differenti problematiche che avevano modificato la struttura dello Stato sociale a causa dei condizionamenti economici e finanziari. In particolare, sono emerse ancora di più le criticità del riparto di competenza tra Stato e Regioni, del rapporto tra gli Stati e l'Unione europea e, infine, della globalizzazione. La diversa prospettiva offerta dal Coronavirus potrebbe portare ad un ritorno alla originaria impostazione dello Stato sociale.
The essay analyzes the occupational welfare which, thanks to its virtuous capacities, has been supported by the state in recent times through redistributive fiscal policies. Through an analysis of the positive effects and the evolutionary tensions of occupational welfare, the essay intends to demonstrate how such a public policy entails the occurrence of a twofold effect: a) Indirectly attributing a delegation of social protection function to collective agreements, inducing trade unions and companies to include in the object of collective agreements the protection of general and public interests, that are expression of fundamental rights such as education, health, pension plans; b) Further developing the process of institutionalization of collective autonomy which, as early as the 1980s, was delegated the normative tasks of regulating the labour market and employment. The essay argues that collective autonomy, on its own, without a legal framework, is unsuitable to protect general and public interests such as those that since 2016 constitute the new object of collective bargaining and therefore needs to be regulated, also in function of a possible extension of the subjective scope of employment welfare. ; Este artículo aborda el estudio del welfare laboral que, por su capacidad virtuosa, ha sido apoyada por el Estado en los últimos años mediante políticas fiscales de carácter redistributivo. A través del análisis de los efectos positivos y de las tensiones evolutivas del welfare laboral, el artículo pretende demostrar cómo dicha política pública lleva a la conclusion de un doble efecto: a) Atribuir indirectamente una delegación de la función de protección social al convenio colectivo, incluiendo en el objeto del convenio colectivo la protección de los intereses generales, públicos, la expresión de derechos fundamentales como la educación, la salud, seguridad social); b) Desarrollar aún más el proceso de institucionalización de la autonomía colectiva a la que, ya desde los años 80, se le han delegado las normativas reguladoras del mercado de trabajo y del empleo. La tesis que se asume presenta es que la autonomía colectiva, por sí misma, sin marco legal, es inadecuada para proteger intereses generales y públicos como los que desde 2016 constituyen el nuevo objeto de la negociación colectiva y, por tanto, necesitan ser regulados, también en función de una posible ampliación del ámbito subjetivo del welfare laboral. ; L'articolo ha ad oggetto lo studio del welfare occupazionale, che in considerazione delle sue capacità virtuose, negli ultimi è stato sostenuto dallo Stato attraverso politiche fiscali di stampo redistributivo. Attraverso un'analisi di effetti positivi e delle tensioni evolutive del welfare occupazionale, il saggio intende dimostrare come siffatta policy pubblica comporti il verificarsi di un duplice effetto: a) Attribuire indirettamente una delega della funzione di protezione sociale al contratto collettivo, inducendo le parti sociali ad includere nell'oggetto del contratto collettivo la tutela di interessi generali, pubblici, espressione di diritti fondamentali quali istruzione, salute, previdenza); b) Sviluppare ulteriormente il processo di istituzionalizzazione dell'autonomia collettiva che, già a partire dagli anni Ottanta, veniva delegata di compiti normativi di regolazione del mercato del lavoro e dell'occupazione. La tesi che si intende sostenere è che l'autonomia collettiva, da sola, senza una cornice legale, sia inidonea a tutelare interessi generali e pubblici come quelli che dal 2016 costituiscono il nuovo oggetto della contrattazione collettiva e pertanto necessiti di essere regolata, anche in funzione di un possibile ampliamento dell'ambito di applicazione soggettiva del welfare occupazionale.
Il presente elaborato analizza il complesso fenomeno del welfare occupazionale nell'ambito della conclamata crisi del moderno Stato sociale. Dapprima, ci si soffermerà sulla genesi del fenomeno, e, nello specifico, sul mutato contesto istituzionale e sociale da cui esso trae origine: allo studio dei principali modelli di welfare state e alla loro ricostruzione storica, si affiancherà l'osservazione delle possibili concause che hanno determinato, nel tempo, l'insorgere di forme di welfare integrativo, parallele, se non anche alternative, a quelle garantite, in via principale, dallo Stato centrale. Nel prosieguo si darà conto della crescente rilevanza assunta dal welfare occupazionale nel contesto politico e aziendale europeo e nazionale, attraverso l'analisi dei più recenti studi sul tema e dei provvedimenti adottati dal Legislatore italiano e dalle parti sociali nell'ultima stagione di rinnovo contrattuale. Al termine della ricostruzione normativa, si procederà alla lettura del fenomeno secondo tre differenti indirizzi interpretativi, con lo scopo di evidenziare le opportunità e i limiti derivanti dall'adozione di un diverso modello di solidarietà sociale e le sue possibili strategie di sviluppo nei diversi ambiti di applicazione. Sulla scorta di tali considerazioni, infine, si collocherà il fenomeno oggetto di studio nel più ampio processo di "innovazione sociale" che investe, pur con marcate criticità, le società contemporanee avanzate: in tal senso, dall'analisi di esempi virtuosi di collaborazione fra diversi attori istituzionali, pubblici e privati, si giungerà ad affermare l'importanza di inquadrare il welfare occupazionale in sistemi circolari e partecipati di gestione del rischio sociale per la creazione di un benessere diffuso e duraturo, che si sviluppi oltre il perimetro aziendale e con la collaborazione di tutta la comunità. ; This study aims to describe the phenomenon of occupational welfare against the backdrop of the crisis and the transformation of the modern Western welfare state. First of all, we will focus on the genesis of the phenomenon, and, specifically, on the emergence of new social risks that have deeply transformed the institutional and social pattern since the Fordist revolution: beside the study of the main welfare state models and their historical reconstruction, we will observe the possible contributing causes that have determined, over time, the gradual retrenchment of welfare state and the rise of different forms of supplementary welfare. Then, we will zoom in on the growing importance of occupational welfare in the European and national political and business context, through the analysis of the most recent studies on the issue and the measures adopted by the Italian legislator and the social partners in the last collective bargaining season. At the end of the normative reconstruction, the phenomenon will be read according to three different interpretative outlooks, with the aim of highlight limits and opportunities deriving from the adoption of a different model of social solidarity and its possible development strategies in the various fields of application. Ultimately, on the basis of these considerations, we will look at the phenomenon under a broader perspective of "social innovation": by this expression, we define the process encompassing socially innovative policies and actions aimed at overcoming poverty and social exclusion, through a reconfiguration of social and political relations. Moving from the analysis of some virtuous examples of dialectical interplay between public and private institutional actors, the paper concludes stating the importance of embedding occupational welfare in a broader circular and participatory systems of social risk management, through which develop and maximize social well-being, even beyond company policies.
Sin dal Primo Rapporto sul secondo welfare si invitava a guardare a quello che abbiamo definito "secondo welfare" come a un quadro concettuale in grado di catturare processi che avrebbero potuto costituire una strategia complementare alle riforme di "ricalibratura" della composizione interna della spesa pubblica per la protezione e l'investimento sociale. L'analisi proposta nella prima sezione in questo capitolo conferma che nell'ultimo decennio la tenuta della spesa pubblica per le politiche sociali non si è accompagnata a una riorganizzazione incisiva delle diverse voci di spesa, lasciando così intatta l'ipertrofia previdenziale che caratterizza da molti decenni il welfare state italiano. I dati esposti illustrano nel complesso la perdurante fragilità del welfare state più tradizionale, che fatica a rinnovarsi in funzione delle mutate condizioni socio-economiche del Paese. Questa osservazione spiega l'importanza di provare a dar conto del "peso" del secondo welfare, obiettivo su cui si concentra la seconda sezione del capitolo. In questa parte, pur con tutti i limiti derivanti dalla scarsità e non standardizzazione dei dati a disposizione, proviamo a offrire una fotografia aggiornata di alcune dimensioni aggregate del secondo welfare, partendo dagli attori che si fanno promotori delle diverse iniziative. La fotografia restituisce la crescita, il consolidamento e gli attuali limiti del secondo welfare nelle tante, diverse ma interconnesse articolazioni che assume e che proviamo a descrivere richiamando le principali evidenze empiriche a livello macro, in termini di risorse e processi attivati dai suoi protagonisti. ; Since the First Report on second welfare, we suggested to consider our definition of "second welfare" as a conceptual framework able to capture processes that could constitute a complementary strategy to the "recalibration" reforms of public expenditure for social protection and investment. As pointed out in the first section of this chapter, the analysis shows that, over the last decade, the overall stability of public spending on social policies was not accompanied by vigorous measure of reorganization of the various expenditure items. Therefore, the social security hypertrophy – that has characterized Italian welfare state for many decades – has remained intact. The data shows the persistent fragility of the more traditional welfare state, still engaged to renew itself in the light of changes of the socio-economic conditions. This statement explains the importance of accounting for the "weight" of the second welfare. In the second part of the chapter, despite all the limitations due to the scarcity and non-standardization of available data, we provide an up-to-date picture of some aggregate dimensions of the second welfare, starting with the promoters of the various initiatives. This picture illustrates the growth, consolidation as well as the current limits of second welfare, in the different and interlinked aspects it assumes, providing the main empirical evidence at the macro level, in terms of resources and processes activated by its protagonists.
In the wide debate about the crisis of the welfare systems in Europe, the very role of the State has been challenged. The subsidiarity approach, in particular, has developed a very articulated theoretical discourse, showing the necessity to reform the social order in line with the principle of subsidiarity. The principle prescribes that the State needs to play a role of guarantee of the common good, while the provision of services has to be devolved to lower-level providers, with a public or a private status. This implies that the activation of private actors becomes a condition for the achievement of the common good. The research question guiding our analysis refers to how the State can act as the guardian of the common interest while its achievement is left to the mobilization of individuals and groups. After a presentation of the subsidiarity approach, and of its contribution to the debate on the redefinition of the role of the State, the analysis focuses on the Lombardy case as a model of "subsidiarity governance". We concentrate on the solutions identified by the regional government in order to promote the activation of people and civil society. In particular, we focus on the implementation of two policies presented by the regional government as "subsidiarity inspired": a school voucher scheme, introduced in 2000, targeted at families choosing private schools (Buono scuola) and a policy of promotion of family associations introduced in 1999. The analysis aims at evaluating the success of these policies in promoting subsidiarity-inspired choices, in order to assess how top-down interventions by the State can have an impact in stimulating bottom-up mobilization by the civil society.