Sociologia dei partiti: leader e organizzazioni politiche nelle società contemporanee
In: Studi superiori 977
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In: Studi superiori 977
In: Strumenti per la didattica e la ricerca 72
In: Leggere la società
In: Populism, Band 6, Heft 2, S. 172-197
ISSN: 2588-8072
Abstract
By differentiating the dynamics of leader democracy from those of populist leadership, this paper provides a political-sociological theoretical framework that can identify the ideal-types of the personalisation of leadership in advanced democracies. In the first part, the article develops the main features of leader democracy from the perspective of democratic elitism, highlighting how process does not entail a partyless democracy. The second part focuses on the disintermediation process in populist leadership, which is presented as a particular form of plebiscitary politics. The proposed theoretical framework diverges from the stream of the literature on populism, which tends to equate populist leadership with charismatic leadership. Furthermore, the article points out the substantial differences between the personalisation of the populist and charismatic leadership styles by comparing the key issues of populism and charisma in the processes of personalisation thus proposing an interpretative framework to resolve the contradictions among the dominant interpretative frameworks.
In: Società Mutamento Politica: SMP ; rivista di sociologia, Band 14, Heft 27, S. 5-14
ISSN: 2038-3150
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In: Società Mutamento Politica: SMP ; rivista di sociologia, Band 14, Heft 27, S. 41-60
ISSN: 2038-3150
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In: Società Mutamento Politica: SMP ; rivista di sociologia, Band 12, Heft 24, S. 159-161
ISSN: 2038-3150
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Ripartire da Max Weber nel considerare le traiettorie di sviluppo e di reciproca interazione dei processi di mutamento sociale e politico nella società contemporanea impone di rileggere le opere di uno dei padri della sociologia e della sociologia politica senza ridurne le pagine a un pur rilevante tributo di mera storia del pensiero sociologico o a un atto di paziente ricostruzione filologica. La prospettiva weberiana permette di approcciarsi ai problemi del nostro tempo in modo estremamente attuale, interpretandoli alla luce degli ulteriori sviluppi del processo di razionalizzazione (modernizzazione) e dell'impatto da questo determinato sulle forme delle società e delle democrazie occidentali. Si tratta di prendere atto di come una serie di fenomeni, fra cui la globalizzazione, i processi di individualizzazione, la pervasività del capitalismo finanziario, la depoliticizzazione e il trasferimento della potestà regolativa a istituzioni non maggioritarie di carattere nazionale e sovranazionale, pongano in essere sfide non solo alla capacità di regolazione dello Stato-nazione ma alla legittimazione stessa delle istituzioni democratiche.
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L'articolo affronta la crisi della democrazia rappresentativa e l'emergere del populismo come indicatore della mancata ridefinzione del legame tra istituzioni e società dopo il superamento della democrazia dei partiti. Di fronte al cambiamento delle basi sociali delle democrazie occidentali, la politica appare in ritardo nel proporre una riarticolazione della rappresentanza, con la conseguente delegittimazione della classe politica e dei partiti. Nel processo di indebolimento delle identità collettive, il populismo si presenta come un fenomeno politico che sfida le democrazie liberali in nome della rivendicazione di un recupero della sovranità del popolo. L'articolo affronta criticamente le modalità con cui il populismo, attraverso l'azione strategica dei suoi leader, si accredita come forza salvifica che opera una "sacralizzazione" del popolo come comunità politica "pura" contrapposta all'establishment "corrotto". Rispetto alle prospettove di analisi mainstream sul populismo, l'articolo si propone di ricondurre tale fenomeno alla trasformazione del rapporto tra modernizzazione e democratizzazione. In questo senso il populismo viene ricondotto alla tensione (costante) fra i due pilastri di cui si compone la democrazia, quella procedurale e quella ideale, e viene analizzato nella sua natura di "illiberalismo democratico" dal carattere al tempo stesso anti-elitista e anti-pluralista rispetto alle forme della rappresentanza politica liberal-democratica.
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Colloquio con Nadia Urbinati su democrazia, populismo, crisi della politica fra sociologia politica e filosofia politica.
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This paper questions the thesis that transformations in European politics after the financial, eurozone, and migrant crises have been led by populist radical right (PRR) and left (PRL) parties and attitudes in Northwestern (NWE) and Southern (SE) Europe, respectively. Contrary to most of the literature, we claim that, although the populist radical left has grown in SE, the more significant outcome of the crises has been to push PRR parties to a similar (high) consensus in SE and NWE. We also argue that the crises facilitated the growth of PRR forces in SE more than NWE. To test this perspective, we analysed elections and citizens' orientations towards the key issues of populism - immigration, European integration, "authoritarianism versus liberal democracy" and "state versus market" - in five NWE and four SE countries. Findings show that during the "long crisis decade" (2008-2019) there has been an alignment on right-wing populism between European regions.
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Come può la sociologia del nostro tempo confrontarsi con la lezione di Max Weber nel considerare le dinamiche di reciproca interazione fra i processi di mutamento sociale e politico nella società contemporanea, senza limitarsi a una riproposizione storica del suo pensiero o tantomeno incedere secondo un mero interesse filologico? Questa è stata la domanda su cui si è sviluppata la riflessione che ha portato la Sezione di Sociologia Politica e la Sezione di Teorie Sociologiche e Trasformazioni Sociali dell'Associazione Italiana di Sociologia (AIS) a realizzare il Convegno "La lezione weberiana sulla professione politica e i suoi insegnamenti per l'attualità. A 100 anni dalla conferenza di Monaco su La politica come professione", svoltosi il 3 e 4 ottobre 2019 presso l'Università di Salerno. Un convegno che ha preso spunto da una ricorrenza, ma che fin dall'idea iniziale della sua realizzazione è stato pensato come occasione per riannodare i fili della lezione sociologica weberiana con i problemi della società contemporanea, interpretando l'opera del sociologo di Erfurt alla luce degli ulteriori sviluppi del processo di razionalizzazione e dell'impatto da questo determinato sulle forme delle società e delle democrazie occidentali.
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In: PARTECIPAZIONE E CONFLITTO; Vol. 12, No. 1 (2019). Special Issue on: Students' Activism; 197-216
Since the Nineties the crisis of traditional political families has become particularly intense in the democracies of Southern Europe, with an increase in electoral volatility, the contraction of party membership, and crises of confidence as well as of electoral consensus. In these democracies, alongside the traditional parties of the twentieth century, a generation of new political parties was born that reject the right/left division, politicizing a new cleavage between the low and the high of society, or – better – between the people and the elite. In Spain and Italy, the anti-political-establishment supply side is provided expecially by two new movement-parties, Podemos and the Five Star Movement. This article focuses on the comparison between these two new political parties, highlighting differences and analogies in terms of policy, identity, and organization. The research hypothesis developed in this paper refers to the different form and identity in which populism is expressed in the two national cases. From the methodological point of view, the comparison between the two parties will be conducted through the analysis of the text of the electoral programs of the two different political organizations in the European elections in the period running from 2014 to 2017.
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Le elezioni per il rinnovo della Giunta e del Consiglio Regionale della Toscana, tenutesi il 31 Maggio 2015, meritano di essere analizzate con attenzione. In primo luogo perché i cittadini toscani sono stati chiamati a votare con una nuova legge elettorale che ha introdotto alcune significative modifiche rispetto al passato, nel quadro più ampio della riforma dello Statuto Regionale. In secondo luogo, perché agli elementi di continuità "strutturale", di lungo periodo, del voto toscano si sono assommate anche novità di non poco conto: in particolare, una evidente diminuzione della partecipazione elettorale e, soprattutto, un riallineamento degli equilibri tra le forze politiche, con l'affermazione della Lega Nord come secondo partito in regione. Si tratta, in entrambi casi, di fenomeni che hanno accomunato tutte le regioni della cosiddetta "cintura rossa", dove i dati sull'astensione si sono presentati omogenei (con il picco rappresentato dall'Emilia Romagna) e dove la Lega Nord ha raddoppiato i propri consensi rispetto alle elezioni del 2010.
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In: PARTECIPAZIONE E CONFLITTO; Vol. 8, No. 1 (2015). Special issue: New Perspectives on Party Politics; 241-262
The new form of the social and political conflict cannot be explained by the traditional categories of right and left, but it articulates to them on two plans, that of the establishment, intended like plan of the structured political conflict from the traditional actors, and that of the anti-establishment, in which new representations of politics emerge. The New Left is characterized by type of intermittent participation and new perspectives on mobilization inside the parties and the social movements. This type of parties differs moreover from the traditional ones left of the socialist and social democratic left in not arranging of organizations collaterals placed under the direction of the leadership of the same party. The mobilization that spontaneously assumes not conventional forms of active participation of the citizens, or is primed by the action of an associative network of which the same parties take part, than however does not monopo-lize the collective action. In this regard, the attention will be dedicated to the study of Die Linke: an anti-establishment party of the non-socialist German left-wing, heir to the communist tradition. The choice was affected to the German model because: 1) Germany is a country with a strong social democratic tradition, but 25 years after the fall of the Berlin Wall the German political system identifies a new antagonist political party; 2) Die Linke represents an interesting case in the political landscape of the European radical left because is a one-party that gives up at the federation of parties to try to unify the political parties of German radical left-wing.
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